La beatitudine dei puri di cuore  

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- Can. Rodolfo Reviglio -

La Beatitudine annunciata da Gesù e che riguarda i "puri di cuore" va studiata e approfondita a cominciare dal suo specifico effetto: « Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio ».

Vedere Dio è un'impresa difficile - per non dire impossibile - finché siamo qui sulla terra.

Solo certi santi contemplativi ricevono da Dio il dono di avere in alcuni momenti una visione, diciamo pure "molto ridotta e parziale" dell'infinita grandezza e santità di Dio.

Vedere Dio è il premio stabilito dal Signore per coloro che - al termine della loro esistenza terrena - vanno in Paradiso.

Ma tutti, qui sulla terra, credono, o pretendono, di farsi in qualche modo un'idea di Dio.

Ci sono persone talmente legate a una mentalità terrestre di tipo culturale, o scientifico, o economico, o politico, che si configurano Dio come una Realtà sovrumana e onnipotente, ma legata alle categorie che hanno in mente e che guidano la loro vita e la loro attività: gli studiosi e i colti riducono Dio a un Essere sapientissimo che sa tutto; gli scienziati vedono in Dio un super dotato nel campo delle scienze ( matematica, fisica, biologia, psicologia, … ); gli economisti attribuiscono a Dio una capacità infinita di fare bilanci e trovare ( o anche creare ) le ricchezze necessarie per produrre la realtà; i politici stimano Dio come il massimo manager in fatto di composizione e coesistenza degli stati, delle alleanze, dei progetti e delle legislazioni; eccetera.

Ridurre Dio alle categorie delle scienze e delle esperienze umane è quasi, anzi addirittura, una sciocchezza.

Non possiamo applicare a Dio le nostre idee e i nostri sistemi: dobbiamo invece imparare - prima di tutto - "chi è Dio" e come supera infinitamente le nostre idee, le nostre immagini, i nostri progetti.

I filosofi dei vari tempi e paesi ( alcuni di essi lo hanno fatto o lo stanno facendo con particolare correttezza e abilità ) cercano di salire correttamente dalle esperienze del reale, per risalire alle cause di tutto l'essere creato e per cercare, persino, di farsi un'idea del rapporto tra le cose create e il loro Creatore.

Ma più in su, più in profondità, con le nostre sole forze non possiamo andare.

Per "vedere Dio" occorre che sia Dio stesso a farsi conoscere: lo ha fatto, fino a un determinato livello, donandoci l'intelligenza e lo spirito di osservazione; ma poi si è fatto conoscere più intimamente e profondamente:

1°) illuminando alcuni profeti;

2°) donandoci il Suo stesso Figlio fatto uomo, il quale non solo ci ha parlato di Dio e di tutto il progetto di Dio Creatore e Santificatore, ma ci ha dato la garanzia della Verità con una serie non indifferente di miracoli e profezie … fino ad accettare di lasciarsi uccidere, per poi risorgere da morte!

Noi cristiani, dopo quasi duemila anni di cristianesimo, abbiamo la garanzia della piena, infinita e stupenda coerenza degli insegnamenti di Gesù e della loro piena, totale verità.

Nonostante gli innumerevoli peccati, sbagli, divisioni dei cristiani, il Cristianesimo e la Chiesa resistono e crescono in credibilità, perché il Signore ci assiste e - nonostante i nostri difetti - fa brillare la Sua infinita Verità e Bontà.

Allora … per tornare alla Beatitudine: possiamo "vedere Dio"?

Certamente, Lo vedremo così come Egli è, nel premio della Vita eterna.

Ma qui in terra, possiamo avvicinarci a quella visione, nella misura e nelle condizioni relative a quanto ha detto Gesù: « Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio ».

Si tratta, ora, di vedere in che cosa consista la "purezza di cuore" e come la si ottenga.

La purezza del cuore riguarda l'allontanamento di tutti quei modi di vedere, di parlare e di agire, dalle forme dell'orgoglio, della menzogna, dell'impurità, dell'egoismo che spesso si mescolano nel agire.

Solo chi è puro ( di mente, ma non solo di mente: anche di cuore, negli affetti e negli ideali ) è in grado di entrare nella logica di Dio, che è Via, Verità e Vita, che è Amore e Misericordia.

Se noi non curiamo queste esigenze, non arriveremo mai a conoscere veramente Dio e a entrare nella Sua logica, che è logica di Verità, di Giustizia, di Amore e di Pace.

Ma per giungere a queste disposizioni, occorre passare attraverso la croce: le virtù non le raggiungiamo mai a buon prezzo!

Dobbiamo rinunciare ai nostri egoismi, alle nostre ambizioni, ai nostri sogni: solo così siamo in grado di capire Dio ( finché è possibile qui in terra ) e di credere in Dio, affidandoci a Lui.

La purezza del cuore si ottiene facendo in modo che il cuore non ci trascini a cercare mete e soddisfazioni che partano da una forma egocentrica di impostare la nostra esistenza.

Rendiamoci conto che la croce, la rinuncia, la sofferenza, l'umiltà, sono state bandite dal peccato originale il quale ancora oggi, nonostante il Battesimo, cerca spesso di insidiarci.

Gesù ce l'ha insegnato: « Chi vuoi venire dietro a Me, chi vuole seguirmi rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua » ( Mt 16,24 ).

La croce non è solo la via che ha scelto Gesù per Sé: l'ha scelta anche per insegnarci a seguire la Sua logica, che è logica di amore!

Sì, è proprio così! Senza l'amore, non riusciremo mai a portare la croce o, se vi siamo sottoposti, la portiamo da arrabbiati e non da amici di Gesù, che attraverso la Croce non ha solo espiato i nostri peccati, ma ci ha anche dato un esempio di vita santa, di partecipazione alla Sua redenzione.

E il premio sarà, sì, nella risurrezione: la quale però ha il suo culmine nel « vedere Dio » ( 1 Gv 3,2 ).