Statuto 1969

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Premessa

L'Azione Cattolica Italiana, sorta per iniziativa di un gruppo di giovani, benedetta poi e raccomandata dai Papi e dai Vescovi, ha avuto nella sua storia trasformazioni profonde, in correlazione con le vicende della Chiesa e della società italiana.

Essa è stata, durante l'intero arco della sua vita, un annuncio di quella corresponsabilità dei laici nella costruzione e missione della Chiesa che il Concilio Vaticano Il ha poi solennemente affermato.

Il suo compito è oggi quello di contribuire a realizzare questa pienezza di corresponsabilità di tutti i membri del Popolo di Dio per l'attuazione del Concilio.

Il Concilio Vaticano II ha indicato la strada di un rinnovamento della Chiesa come "un popolo adunato nell'unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo" ( LG 4 ), come "comunità di fede, di speranza e di carità", quale organismo visibile fondato da Gesù Cristo attraverso il quale Egli diffonde su tutti la verità e la grazia.

"Questo Popolo di Dio, governato dal successore di Pietro e dai Vescovi in comunione con Lui" ( LG 8 ) cammina nella storia della umanità per trasformarla in storia di salvezza proclamando la morte e la resurrezione del Signore finché Egli venga ( cfr. acclamazioni durante la nuova preghiera eucaristica e LG 8 ).

La Chiesa è una comunione che ogni giorno cresce nell'ascolto della Parola, nella celebrazione eucaristica, nella vita di carità.

All'edificazione della Chiesa, a questa crescita nella comunione in Cristo e, per il Suo Spirito, con il Padre e con i fratelli, tutti sono chiamati a contribuire.

Tutti infatti sono destinati dal Signore all'apostolato per mezzo del Battesimo, della Cresima e dell'Eucaristia.

I laici vi portano la ricchezza comune di fede e di grazia vissuta nella esperienza specifica della concreta partecipazione alla quotidiana vicenda della società umana.1

Nella Chiesa i diversi ministeri, doni e carismi sono stati stabiliti e dati per la crescita della comunità e l'adempimento della sua missione.

Il formarsi di associazioni di apostolato è insieme segno di questa comunione e scuola ed impegno di vita e di servizio ecclesiale; è uno dei doni per la edificazione della Chiesa.2

La loro varietà e originalità poste al servizio della comunità contribuiscono, infatti, a quella pienezza di comunione e a quella corresponsabilità universale alla missione della Chiesa che il Concilio ha annunciato, ma che i cristiani devono concretamente attuare facendosi collaboratori dei disegni di Dio e dell'opera dello Spirito.

Tra le varie forme di apostolato associato, il Concilio ricorda in particolare "quelle che sebbene abbiano seguito modi diversi di operare, tuttavia hanno prodotto abbondatissimi frutti nel Regno di Cristo, e meritatamente raccomandate e promosse dai Romani Pontefici e da molti Vescovi, hanno avuto da essi il nome di Azione Cattolica" ( AA 20 ).

I Padri conciliari le hanno identificate attraverso quattro note che prese tutte insieme le caratterizzano.3

A tali note si ispira il presente Statuto.

Nessuna associazione, tuttavia, può oggi sostituire l'impegno della comunità o la sua voce accanto al Vescovo.

Per questo il Concilio ha previsto degli organismi che siano in grado di esprimere le esigenze e le proposte della comunità e si pongano accanto al Vescovo per aiutarlo nelle sue scelte pastorali.

A tal fine il Concilio ha raccomandato in particolare l'istituzione dei Consigli Pastorali quali organismi consultivi dei Pastori, che debbono tendere ad avere il massimo di rappresentatività di tutta la comunità ( sacerdoti, religiosi, laici organizzati e non organizzati ).

L'Azione Cattolica Italiana da parte sua è una associazione di laici che liberamente si riuniscono per fini formativi, di studio e di azione pastorale; essa deve fermentare e servire la comunità ecclesiale accanto alle altre forme associate e a tutte le forze vive della comunità; con esse - insieme al clero ed ai religiosi - deve offrire al Vescovo la propria attiva collaborazione per promuovere la costituzione e il buon funzionamento dei Consigli Pastorali.

Il pieno sviluppo della vita e della comunità ecclesiale richiede all'Azione Cattolica Italiana un impegno umile e generoso nell'adempiere al suo compito specifico di riunire, esprimere e formare gruppi di cristiani che si associano nel desiderio di rendere più responsabile ed efficace il loro servizio pastorale alla comunità, e che si danno carico dell'insieme dei suoi bisogni, della globalità della sua missione.

Ciò che caratterizza l'Azione Cattolica è infatti l'assumere, come propria finalità essenziale, non questo o quel campo di apostolato, ma il fine stesso apostolico della Chiesa nella sua globalità.

Attraverso l'incontro, l'esperienza e l'impegno della associazione, l'Azione Cattolica si propone la maturazione dei suoi soci - e attraverso di essi di tutto il laicato - alle loro responsabilità ecclesiali; e si propone insieme di collaborare con l'esperienza e con i doni propri dei laici al ministero della Gerarchia, perché essa possa più facilmente svolgere il suo servizio di unità nella comunione ecclesiale e nella missione totale della Chiesa.

Per essere in questo senso servizio e fermento nella comunità ecclesiale, l'Azione Cattolica dovrà anche saper vivere in comunione e collaborare in fraternità con tutte le espressioni antiche e nuove della comunità della Chiesa, ed essere attenta alle esigenze dei diversi ambienti e delle diverse mentalità perché, con l'apporto di ognuno e la reciproca comprensione, i cristiani siano tutti una cosa sola e il mondo li riconosca e creda.

In questa prospettiva si pone quella diretta collaborazione con la Gerarchia che pure caratterizza l'Azione Cattolica e la fa pienamente disponibile al ministero e alla guida della Gerarchia.

Essa è immediata collaborazione con il Vescovo "visibile principio e fondamento di unità" nella comunità della Chiesa locale ( LG 23, I; LG 33,3 ), con l'azione pastorale dell'Episcopato italiano riunito nella CEI ( CD 37 ss. ) e con il Papa che presiede alla comunione universale di carità ( LG 13 ).

Anche la presenza del Sacerdote Assistente fra i laici di Azione Cattolica, nel suo ufficio ministeriale ed ecclesiale, ha un suo valore e significato profondo ed ha promosso nella Chiesa una collaborazione fraterna nell'apostolato fra sacerdoti e laici, nello scambio dei reciproci doni e nel comune impegno a servizio di tutti i fratelli.

L'Azione Cattolica nasce e si sviluppa come consapevole corresponsabilità nella Chiesa e come impegno missionario: per questo fa suo il compito di evangelizzazione e di santificazione e quello di formazione cristiana delle coscienze degli uomini, perché lo spirito evangelico viva nel cuore di ciascuno e nelle varie comunità e nei vari ambienti.

Essa intende l'apostolato come servizio di una carità che partecipa ai fratelli il dono del Vangelo che ha ricevuto e promuove nei suoi aderenti una coerenza tra fede, carità e vita.

A questo fine pone come essenziale l'impegno della risposta personale e comunitaria all'universale vocazione alla santità, punto centrale dell'insegnamento del Concilio ( LG 40 ) e momento indispensabile per ogni rinnovamento della Chiesa e della sua missione.

Il carattere essenzialmente religioso e apostolico dell'Azione Cattolica Italiana la impegna ad una costante attenzione alla realtà quotidiana della società in cui vive ed in particolare al mondo del lavoro e al mondo della cultura; e le richiede lo sforzo di leggervi, con i "segni dei tempi", i bisogni e le speranze religiose, e di aiutare tutti i cristiani a vivere con pienezza accanto ai fratelli la realtà in cui la Provvidenza li ha posti.

La profonda trasformazione della Chiesa per realizzare il rinnovamento richiesto dal Concilio e il rapido mutamento della società italiana chiedono oggi all'Azione Cattolica Italiana una ancor più accentuata disponibilità.

Per questo pure la sua organizzazione deve poter rispondere alle esigenze reali delle diverse diocesi e agli adeguamenti resi via via necessari da nuove situazioni, anche attraverso una più agevole modificazione delle relative norme.

Ciò potrà anche richiedere una verifica a scadenza non lontana dell'intero Statuto.

L'Azione Cattolica Italiana vuole essere un gruppo di cristiani che, raccogliendo il rinnovato invito dei Pastori,4 si dà attivamente carico della missione della Chiesa e dei suoi grandi problemi, e che sceglie per affrontarli la strada di un servizio nella carità e di una stretta unione con i Vescovi e con il Papa.

Per questo i laici aderenti all'Azione Cattolica liberamente si associano e, ben consapevoli del loro limite e della loro povertà, si sforzano tuttavia di offrire alla Chiesa che si rinnova il contributo di formazione, di preghiera, di carità, di esperienza, di riflessione, di proposta, di organico servizio, di impegno apostolico, che l'associazione consente e promuove, e che si pone accanto agli altri doni che lo Spirito distribuisce e suscita nel Popolo di Dio.

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1 "I laici, radunati nel Popolo di Dio e costituiti nell'unico Corpo di Cristo sotto un solo capo, chiunque essi siano, sono chiamati come membri vivi a contribuire con tutte le loro forze, ricevute dalla bontà del Creatore e dalla grazia del Redentore, all'incremento della Chiesa e alla sua continua ascesa nella santità.
L'apostolato dei laici è quindi partecipazione alla stessa salvifica missione della Chiesa, e a questo apostolato sono tutti destinati dal Signore stesso per mezzo del battesimo e della confermazione.
Dai Sacramenti poi, e specialmente dalla sacra Eucarestia, viene comunicata ed alimentata quella carità verso Dio e gli uomini, che è l'anima di tutto l'apostolato.
Ma i laici sono soprattutto chiamati a rendere presente ed operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze in cui essa non può diventare sale della terra se non per loro mezzo.
Così ogni laico, per ragione degli stessi doni ricevuti, è testimonio e insieme vivo strumento della stessa missione della chiesa "secondo la misura con cui Cristo gli ha dato il suo dono" ( Ef 4,7 ).
Oltre a questo apostolato, che spetta a tutti assolutamente i fedeli, i laici possono anche essere chiamati in diversi modi a collaborare più immediatamente con l'apostolato della Gerarchia, a somiglianza di quegli uomini e donne che aiutavano l'apostolo Paolo nell'evangelizzazione, faticando molto per il Signore ( cfr Fil 4,3; Rm 16,3ss ).
Hanno inoltre la capacità per essere assunti dalla Gerarchia ad esercitare, per un fine spirituale, alcuni uffici ecclesiastici.
Grava quindi su tutti i laici il glorioso peso di lavorare, perché il divino disegno di salvezza raggiunga ogni giorno più tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutta la terra.
Sia perciò loro aperta qualunque via affinché, secondo le loro forze e le necessità dei tempi, anche essi attivamente partecipino all'opera salvifica della Chiesa" ( LG 33 )
2 L'apostolato associato corrisponde felicemente alle esigenze umane e cristiane dei fedeli e al tempo stesso si mostra come segno della comunione e dell'unità della Chiesa in Cristo che disse: "Dove sono due o tre riuniti in mio nome, io sono in mezzo a loro" ( Mt 18,20 ) ( AA 18 )
3 "a) fine immediato di tali organizzazioni è il fine apostolico della Chiesa, cioè l'evangelizzazione e la santificazione degli uomini e la formazione cristiana della loro coscienza, in modo che riescano ad impregnare dello spirito evangelico le varie comunità e i vari ambienti;
b) i laici collaborando con la Gerarchia secondo il modo loro proprio portano la loro esperienza e assumono la loro responsabilità nel dirigere tali organizzazioni, nel ponderare le circostanze in cui si deve esercitare l'azione pastorale della Chiesa e nella elaborazione ed esecuzione del piano di attività;
c) i laici agiscono uniti a guisa di un corpo organico affinché sia meglio espressa la comunità della Chiesa e l'apostolato riesca efficace;
d) i laici, sia che si offrano spontaneamente o siano invitati all'azione e alla collaborazione diretta con l'apostolato gerarchico, agiscono sotto la superiore direzione della Gerarchia medesima, la quale può sancire tale cooperazione anche per mezzo di un 'mandato' esplicito" ( AA 20 )
4 La vostra presenza, Figli carissimi, già risponde che voi siete convinti della necessità del vostro apostolato compaginato nella comunità ecclesiale e che siete pronti a riprendere il cammino verso il nuovo servizio che la Chiesa vi affida e che le condizioni del nostro tempo lungi dal dimostrarlo superato e superfluo, sembrano ancora più urgentemente invocare.
Occorrerà certamente, anche nelle vostre strutture organizzativi, un qualche opportuno "aggiornamento"; rimarrà certo in esse l'impronta fondamentale della fedeltà e del servizio sarà loro accordata una maggiore autonomia nell'esercizio delle responsabilità che la fiducia può consentire ad un laicato oggi maturo e potrà essere al tempo stesso meglio qualificata la collaborazione con la Gerarchia nelle funzioni proprie del laico.
L'Azione Cattolica ritornerà giovane, e tale si conserverà superando con l'evolversi dei tempi quelle forme cristallizzate della sua organizzazione e della sua attività, le quali mancassero della genialità e della efficacia che il carattere sperimentale proprio dell'apostolato, reclama.
Ma ricordate sempre l'autenticità religiosa e spirituale del vostro Movimento.
Non allontanatevi mai dalla sorgente dell'Azione Cattolica, da una vita cioè profondamente imbevuta della Parola e della grazia di Cristo: ritornate continuamente ai principi interiori che vi assicurano una lucida e forte coscienza della vostra personalità cattolica, e rettificate continuamente la vostra direzione di marcia, che ha da essere costante e diritta sui sentieri della Chiesa a servizio del prossimo, che dentro e fuori di essa ha bisogno della verità cristiana e del pane benedetto per ogni legittima fame dell'uomo fratello". ( Dall'Omelia di S.S. Paolo VI in occasione del centenario dell'Azione Cattolica Italiana 8 dicembre 1968 ).
"I vescovi, nell'apprezzare il generoso impegno dei laici italiani nelle varie forme di apostolato, individuale ed organizzato nei piccoli gruppi e nelle organizzazioni nazionali, vi riconoscono un segno della vitalità della comunità cristiana e la volontà di una più matura e responsabile partecipazione alla missione della Chiesa.
In questa prospettiva si considera in modo particolare l'Azione Cattolica per il suo più importante ed essenziale servizio che ha svolto ed è chiamata a svolgere nella Chiesa italiana con una tipica assunzione di responsabilità laicale, in collaborazione più intima con la Gerarchia.
In conformità alle indicazioni del Concilio e del Magistero Pontificio e alle necessità dell'apostolato della Chiesa nel nostro Paese, l'Episcopato italiano rinnova in proposito la sua scelta pastorale riconoscendo l'attualità e la fondamentale funzione dell'Azione Cattolica nella collaborazione all'azione apostolica della Chiesa, quale scuola di formazione alla santità e all'apostolato, lievito nel Popolo di Dio, forza di azione missionaria le riconferma perciò la sua fiducia e la raccomanda ai laici, come generoso volontariato per un indispensabile servizio al rinnovamento della Chiesa voluto dal Concilio.
Chiede al Clero, ai religiosi e alle religiose l'impegno particolare nel collaborare alla promozione dell'Azione Cattolica e nell'offrirle assistenza e amicizia". ( Dalla Dichiarazione finale della III Assemblea del Vescovi Italiani, febbraio 1968 ).