Convegno ecclesiale di Verona

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Indirizzo di saluto di S.E. Mons. Flavio Roberto Carraro, Vescovo di Verona

19 ottobre 2006

Beatissimo Padre,

la Chiesa di S. Zeno e il suo Vescovo la salutano con gioia, insieme ai fedeli delle Diocesi del Triveneto e alle reverendissime eminenze, eccellenze e delegati di ogni regione d'Italia che partecipano con vivo fervore al 4° Convegno Ecclesiale Nazionale.

E come il giorno delle nozze la sposa si adorna di gioielli, noi - in così splendida corona - accogliamo la Santità Vostra in questo stadio, rivestiti di Cristo e dei simboli della fede quasi bimillenaria della nostra terra.

La accogliamo ai piedi del crocifisso della nostra storica Chiesa di S. Luca e sotto il materno sguardo della Madonna del Popolo.

Il crocifisso trecentesco di S. Luca attesta la nostra fede in Colui qui mortem nostram moriendo destruxit e il cui sacrificio redentore sempre si rinnova sull'altare.

Innanzi a questa croce stazionale hanno professato la loro fede religiosi e laici.

Il superiore dei Crociferi dell'Ordine Agostiniano al quale la croce apparteneva, accoglieva il novizio che entrava in religione con queste parole: « Accipe fili Crucem tam in corde, quam in manibus, et eam semper tecum portes ».

« Figlio, ricevi la croce tanto nel cuore quanto nelle mani e portala sempre con te ».

È la morte gloriosa di Cristo - ci ricordava il Card. Dionigi Tettamanzi nella sua Prolusione - il luogo sorgivo e l'alimento costante della speranza della Chiesa e dell'umanità.

Il quattrocentesco simulacro della Madonna del popolo ci conduce alla Cattedrale, madre di tutte le Chiese della Diocesi e suo primo santuario mariano.

Da secoli in Cattedrale la Madre di Dio è venerata quale incolarum Veronensium defensatrix, « difenditrice del popolo veronese ».

Santità, questa veneranda immagine, per ben due volte coronata, potrebbe raccontarLe la storia della nostra Verona che lungo i secoli, pure in tempi difficili, restò semper fidelis a Cristo figlio di Dio e « al dolce Cristo in terra ».

Innanzi a tali espressioni di fede e di arte, che mostrano le radici della nostra nobile cultura cristiana, uniti e confermati nella fede e rianimati nella speranza, con umile fierezza e con amore di figli noi la accogliamo e con lei celebriamo questi santi misteri perché diventino per tutti noi sorgente di vita e fonte di santità.

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