Convegno ecclesiale di Verona

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Gruppo di studio 9 Ambito: lavoro e festa

Sintesi dei lavori

Moderatore: p. Silvano Maggiani, professore stabile di teologia liturgico - sacramentaria alla Pontificia Facoltà Teologica « Marianum », Roma

Segretario: Franco Pasquali, segretario generale della Confederazione nazionale Coldiretti, Roma

17-18 ottobre 2006

1. Condividere

1.1. Gli interventi del 9° gruppo di studio dell'ambito « Il lavoro e la festa » sono stati motivati quasi sempre: direttamente, dai vissuti e dalle esperienze personali o dalle responsabilità ecclesiali, queste ultime in grande maggioranza legate a organismi o servizi pastorali del lavoro o per il lavoro; indirettamente, dalle riflessioni maturate dalla Traccia di preparazione al Convegno e dal cammino effettuato dalle singole Chiese o organizzazioni di appartenenza e dalle relazioni introduttive al Convegno e a quella propria dell'ambito.

1.2. Nella messa in comune soprattutto delle problematiche inerenti al lavoro, frutto di evidente sofferta partecipazione e, quasi sempre in termini consequenziali, a quelle della festa, sono stati richiamati più volte, anche senza esplicitarli, gli altri ambiti e l'interconnessione di questi con le problematiche del lavoro/festa.

Più frequentemente problematiche inerenti alla fragilità e alla cittadinanza, quindi alla vita affettiva, infine alla tradizione intesa dal punto di vista antropologico piuttosto che teologico.

1.3. Gli interventi hanno confermato un dato emerso nella Sintesi dei contributi delle Diocesi, degli organismi e delle organizzazioni ecclesiali: « la scarsa attenzione della comunità cristiana al mondo del lavoro » e, nonostante alcune realizzazioni pastorali, le parrocchie sono generalmente disattente come se i problemi e le sfide provenienti dal di fuori non le riguardassero direttamente.

D'altra parte ci si rende conto che si opera e si pensa e si attua l'attività lavorativa in un contesto socioculturale e politico assai diverso rispetto anche a un recente passato.

Lo scenario postindustriale e globale, di fatto, il bene derivante dal lavoro per la persona/persone fa emergere uno sviluppo connotante il profitto, uno sviluppo economicistico che tiene in minimo conto le ricadute in termini di costi umani, e sembra obliare la dignità degli uomini e delle donne e il bene comune.

A questo si deve aggiungere una dilatazione dei tempi di lavoro con la ricaduta sulle famiglie e la loro vita, la precarietà del lavoro, il fenomeno del pendolarismo.

1.4. In questo scenario si aggrava la situazione del lavoro della donna con ritorsioni ad esempio sulla maternità; il problema degli immigrati ( precarietà, clandestinità, inferiorità, sfruttamento, ignoranza dei diritti e delle leggi ); il problema della mancanza di occupazione, di posti di lavoro, in molte aree, la fuga all'estero dei giovani di valore professionale e dotati di capacità creative, problema questo che pone la discontinuità tra la preparazione-studio e lo iato per l'impiego professionale.

1.5. È questo scenario che condiziona pesantemente il senso della festa, il vivere la festa, i luoghi della festa e il tempo che la scandisce.

Si segnala che il consumismo generalizzato, indotto, stravolge non solo la percezione e la pratica del giorno del Signore, ma in diverse regioni o comunità ecclesiali anche le feste popolari di radice religiosa.

1.6. Tuttavia si richiama la necessità di dover chiarire in questa nostra epoca di mutazioni il lessico e quindi il senso, la semantica, concernente i termini lavoro e festa.

Che cosa si intende quando ci si riferisce all'uno o all'altro, per avere così un linguaggio orientativo che ci permetta di valutare in comune, in comune affrontare le problematiche con consapevolezza condivisa per un'incisività sul tessuto sociale e religioso.

1.7. Una diversità di lettura del senso del lavoro: il lavoro come valore, come scotto da pagare, come ingrato, come ottundimento, richiama la necessità di ritrovare in ambito ecclesiale la dimensione teologica e umana del lavoro.

Ugualmente è necessaria una innovata comprensione del senso della festa cristiana e delle modalità di fare festa o rendere festivo il giorno del Signore, un riconsiderare il senso del tempo nello spirito di Cristo, dell'osmosi tra quotidiano e tempo festivo.

1.8. Alcune problematiche sono da essere assunte o perché non sono state mai esplicitate nella fase preparatoria o perché debolmente alluse nelle riflessioni generali del Convegno.

Tra queste in particolare «le morti bianche», quindi la prostituzione, il lavoro nero, il caporalato, senza dimenticare i datori di lavoro e l'imprenditore, il ruolo dell'associazionismo, il mondo delle cooperative.

1.9. Anche alla luce di queste problematiche si pone seriamente la riscoperta dell'etica sociale nel lavoro, in particolare, e un essere formati a più livelli per affrontare seriamente queste realtà.

2. Elaborare

Riflessione sull'esperienza

La riscoperta della visione biblica della creazione deve essere assolutamente messa in relazione al mistero pasquale e al senso centrale e fontale che ha la risurrezione di Gesù: risurrezione come nuova creazione.

Rileggere il testo della Genesi nella sua forza originaria ebraica testuale: il creato come opera del Creatore, l'affidamento della creazione all'uomo/donna per trasformare la terra.

Da qui una rinnovata coscienza del lavoro come vocazione, come trasfigurazione del creato, dell'ambiente, delle realtà che implicano una risposta bella e buona in opere, come bella e buona è stata l'opera di Dio.

La risurrezione fa nuove tutte le cose, liberate dal potere delle tenebre che pur appesantite dalla materialità ormai hanno la fecondazione dell'energia divina che urge e invita a vivere il sudore della fronte mai ripiegato dall'insuccesso o dalla durezza della materialità ( riserva escatologica ).

La risurrezione e l'oggetto del far festa dei cristiani ed è il senso da dare a pratiche della festa, nella festa cristiana e nella domenica.

Si ricordi, « senza la domenica » ( dominico ) i cristiani non possono vivere.

Recupero della fonte della festa: l'Eucaristia; del donarsi agli altri ( ospitalità ), del riposo.

Il tempo festivo, tempo qualitativo, feconda il tempo feriale, e non in contrapposizione perché unico è il culto spirituale a cui sono chiamati i cristiani.

La ricaduta culturale e antropologica da sottolineare è la fontalità del senso del tempo festivo, da non confondere con il tempo libero che nel tempo festivo può essere incluso.

Come il lavoro, tempo dell'impegno, esige competenza, anche il far festa, compresa la festa domenicale, postula una competenza creativa da mettere in atto.

3. Proporre

Sul piano propositivo dal 9° gruppo sono scaturiti moltissimi contributi sul piano pastorale e culturale che si evidenziano sinteticamente.

1) Innanzitutto un invito forte al cristiano a sporcarsi le mani coinvolgendosi di fronte a indifferenza e reticenza che sono una costante.

La Chiesa deve denunciare le cose che non vanno bene riguardo al lavoro.

2) La formazione sulla dottrina sociale cristiana rappresenta un'esigenza che riguarda sia i sacerdoti, fin dai seminari, sia i laici in quanto c'è una marginalizzazione se non un'omissione su questi temi.

3) Nella formazione occorre dare attenzione al significato del lavoro, che peraltro va introdotto anche come argomento del catechismo.

4) Esigenza di una pastorale giovanile del lavoro perché le nuove generazioni non lo vedano come una sofferenza.

5) Trasparenza/regolarità, partire dall'esempio delle nostre realtà ecclesiali e delle imprese.

6) Tavoli di confronto dove affrontare i temi della salvaguardia del creato.

7) Attivare tavoli locali di ascolto con le rappresentanze sul tema della cittadinanza ( esperienza emersa dalle vicissitudini dell'usura ).

8) Le realtà associative vanno messe in rete secondo l'esempio di RetInOpera.

9) Lettura attenta del territorio e dei problemi alla ricerca di soluzioni che potrebbe essere fatta con le associazioni del laicato cattolico ( ACLI, Coldiretti ecc. ) che sono autonome e possono dire liberamente le cose che non vanno sul territorio.

10) Evangelizzazione in una pastorale integrata nell'ambiente del lavoro per uscire da timidità nel tentativo di aggregazione e rigenerarsi nel dialogo cristiano.

11) Valorizzare il cammino della Chiesa locale con un percorso liturgico, formativo e lavorativo da San Giuseppe al 1° maggio, nel rispetto del tempo pasquale.

12) Rivitalizzare le Settimane sociali, occasione che si presenta con il centenario, affidandole anche a una partecipazione più pregnante delle associazioni laicali e non solo ai cattedratici.

13) Importante innervare di speranza la nostra vita pastorale ed ecclesiale dalla CEI alle parrocchie.

Porsi obiettivi pratici al ritorno sulla base delle realtà locali e quindi definire le strategie.

14) La lettura del territorio diventa più forte per l'aspetto del nuovo modello di sviluppo che comporta con forza il consenso delle comunità.

I cattolici si devono intrecciare su questi problemi portandoli a sintesi e in rete.

15) Mettere in rete le esperienze dei diversi uffici pastorali e cogliere le trasversalità e le diverse opportunità.

Raccontare anche le esperienze delle varie Diocesi in strumenti interattivi sia sul tema del lavoro sia sulla festa.

16) Sottolineare nella festa la componente della spiritualità valorizzando nella liturgia l'omelia, ma anche con una convivialità che coinvolga tutti e sia accoglienza e saluto finale.

La festa non si improvvisa ma occorrono percorsi formativi.

17) Valorizzare anche le feste delle altre fedi in chiave interreligiosa.

18) Nella festa inserire i disabili perché appartiene anche a loro.

19) Favorire una proposta di spiritualità della festa per chi non può partecipare alla messa domenicale per ragioni di lavoro.

20) La gestione del tempo da non lasciarsi scappare come opportunità.

Alcuni teorizzano la lentezza, ridisegnare la gestione del tempo.

Lavoro e festa avendo dignità, competenza e sobrietà.

21) Mettere attorno a un tavolo le realtà cristiane del territorio che non si conoscono e iniziare un dialogo e un incontro di conoscenza su ciò che tutti fanno.

22) Di riflesso, sembra ineludibile e urgente, di fronte alle sfide che l'universo lavoro e festa propongono, una pastorale integrata e una formazione pastorale adeguata per gli operatori pastorali.

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