Io ho scelto voi

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Un'assemblea che prega

Ciascuno di noi ricorda qualche bel momento di preghiera profonda per dire una gioia esaltante o per esprimere stupore davanti alle cose belle della vita o per riemergere da alcune delusioni.

Sarà stata una pagina di diario, o una meditazione silenziosa su un brano del Vangelo, o un momento prolungato di raccoglimento davanti all'Eucaristia.

Può esserci invece più difficile pregare con gli altri, soprattutto nell'assemblea liturgica.

La preghiera comunitaria fa difficoltà perché appare più esposta alla distrazione, meno libera e creativa:

perché pregare con formule fisse e con gesti sempre uguali?

perché andare a pregare in tempi e momenti stabiliti, quando non se ne sente il bisogno personale?

e perché invece non farlo solo quando ne nasce il desiderio?

È soprattutto l'Eucaristia a risentire di queste difficoltà: una volta, da piccoli, partecipare alla Messa domenicale era un'esperienza coinvolgente, che poteva anche entusiasmare; oggi, forse, spesso non è più così.

Eppure la parola di Gesù è netta; egli non solo ha raccomandato di pregare "nel segreto" ( Mt 6,6 ), ma dopo aver spezzato il pane e offerto il calice del vino, ha detto ai suoi: "Fate questo in memoria di me!" ( 1 Cor 11,24-25 ).

Ogni volta che preghiamo in comunità non solo obbediamo al comando del Signore, ma sperimentiamo la sua presenza in mezzo a noi, perché siamo riuniti nel suo nome ( Mt 18,20 ), ascoltiamo la sua parola, lo incontriamo nel segno del pane spezzato.

Nella celebrazione eucaristica lo Spirito, mentre sostiene e valorizza le nostre originalità individuali, ci apre ad orizzonti più alti e fonde, senza confonderle, le varie personalità nella realtà dell'unica Chiesa.

L'Eucaristia è il vertice a cui tende ogni celebrazione liturgica, ma non è la sola preghiera della Chiesa.

Ad esempio, quando partecipiamo alla celebrazione comunitaria della Riconciliazione, incontriamo il Signore risorto che ci offre il suo perdono, fa nuove le nostre relazioni con gli altri e ci ricostruisce come comunità.

Un'altra esperienza di preghiera liturgica che la Chiesa ci propone è la "liturgia delle ore": possiamo aprire e chiudere le nostre giornate pregando il Padre con i salmi – come faceva Gesù –, con la proclamazione della Parola, con le invocazioni.

Anche questa preghiera chiede di essere capita: recitare un salmo di lode quando sto vivendo una situazione di paura, o ripetere il lamento di una supplica quando invece vorrei esprimere con forza la gratitudine per una gioia inaspettata, non significa dimenticare la mia vita.

Significa, invece, aprirla a una prospettiva più ampia, collocandola nel contesto vero dell'esperienza umana, che si svolge e matura dando voce alle gioie e alle ansie di tutta l'umanità nella preghiera al Padre.

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