Io ho scelto voi

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"Rimanete in me"

L'incontro tra Gesù e i suoi primi discepoli può essere d'esempio per la storia di ogni vocazione ( Gv 1,35-51 ).

Gesù passa.

Non ci viene detto né dove né perché.

Ancora oggi egli può passare accanto a noi.

Non possiamo prevedere né il momento, né il luogo, né il modo di questa sua presenza decisiva per la nostra vita.

È dunque importante che si mantenga un cuore aperto e disponibile, per non sciupare spiragli di luce che possono improvvisamente aprirsi nelle nostre giornate.

L'incontro con Gesù può avvenire in diversi modi.

Per Filippo, ad esempio, c'è un comando preciso di Gesù stesso: "Seguimi" ( Gv 1,43 ).

Può accadere che, ad un certo momento della nostra maturazione, nasca nel nostro cuore un imperativo urgente, da non trascurare: collocare Gesù al centro delle nostre scelte.

Nella maggior parte dei casi però, a favorire il nostro contatto con Gesù, sarà la testimonianza di altre persone.

Per i primi due discepoli, è la voce di Giovanni il Battista.

Per Simone è l'invito pressante di suo fratello Andrea.

Per Natanaèle è una specie di ragionamento, che gli viene proposto dal suo amico Filippo.

Attorno a noi si muovono persone, adulti o giovani, che, in modo più o meno profondo, hanno scoperto il Cristo come realtà decisiva.

Essi ce lo mostrano con la vita e con la parola, perché anche noi ne facciamo esperienza.

Per ciascuno i tempi e le forme dell'incontro con Gesù sono differenti.

I due discepoli, che alla scuola del Battista hanno cercato salvezza e libertà per la loro vita, lasciano le loro certezze non appena intuiscono che Gesù è l'agnello di Dio, il vero salvatore e liberatore.

Simone sembra lasciarsi convincere con semplicità dalla testimonianza decisa del fratello.

Natanaèle, invece, ha bisogno di discutere, di ricercare, di vedere i segni.

Ciascuno di noi ha dentro di sé domande di vita, bisogno di conoscenze, desiderio di esperienze vive, a cui Gesù deve poter o dare risposta per far breccia nel nostro cuore.

Non abbiamo fretta: cerchiamo i sentieri più adatti alla nostra persona e percorriamoli con disponibilità e pazienza.

Dall'incontro con Gesù nasce una esigenza nuova.

"Maestro, dove abiti?" ( Gv 1,38 ), chiedono i primi discepoli.

Nessuna curiosità, nessun interrogativo superfluo!

C'è solo il desiderio di entrare in amicizia, quasi in intimità, con questa persona.

Gesù risponde: "Venite e vedrete" ( Gv 1,39 ); così come più tardi Filippo inviterà Natanaèle: "Vieni e vedi" ( Gv 1,46 ).

Restare con Gesù, percorrere la strada delle nostre giornate alla sua presenza, nel confronto con lui, fino a vedere quanto la sua persona può essere decisiva nel trasformare la nostra vita: è un'amicizia che cresce pazientemente nel colloquio, nel confronto, nella gioia di sentirsi vicini.

Al termine di questo cammino, Gesù potrà fare un invito ancora più sconvolgente.

Non dirà: "Rimanete presso di me", ma: "Rimanete in me e io in voi" ( Gv 15,4 ).

Nascerà una presenza e un amore reciproco, che renderanno la nostra vita simile a quella di Gesù, capace di produrre scelte come le sue: "Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto …

Rimanete nel mio amore" ( Gv 15,5.9 ).

Chi incontra Gesù, può attendersi sempre che il suo destino ne risulti trasformato.

"Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa ( che vuol dire Pietro )" ( Gv 1,42 ).

E un mutamento di nome, che significa un cambiamento di futuro, una missione nuova.

Maturerà lentamente, non senza resistenze e tradimenti, questa nuova vocazione di Pietro.

Ma subito Gesù gli pone innanzi il compito che lo attende, di primo testimone e di guida dei discepoli del Signore.

L'incontro si è già trasformato in chiamata a servizio di una comunità.

Anche per gli altri discepoli l'aver trovato Gesù non rimane un fatto sterile.

È suggestiva questa scena, dove chi ha avvicinato Gesù sente di doverlo dire ad altri, di invitare altri a fare esperienza di questo incontro.

Il contatto con Gesù spinge ad andare verso gli uomini, per portare l'annuncio e la testimonianza su di lui.

La luce non può restare nascosta.

Una scoperta così decisiva non può rimanere nel segreto del cuore.

Si diventa necessariamente missionari ( 1 Gv 1,1-4 ).

Cristo con i discepoli, Roma, catacomba di Domitilla

"Venite e vedrete"

Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: "Ecco l'agnello di Dio!".

E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.

Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: "Che cercate?".

Gli risposero: "Rabbì ( che significa maestro ), dove abiti?".

Disse loro: "Venite e vedrete".

Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro.

Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: "Abbiamo trovato il Messia ( che significa il Cristo )" e lo condusse da Gesù.

Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa ( che vuol dire Pietro )".

Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: "Seguimi".

Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro.

Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nàzaret".

Natanaèle esclamò: "Da Nàzaret può mai venire qualcosa di buono?".

Filippo gli rispose: "Vieni e vedi".

Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità".

Natanaèle gli domandò: "Come mi conosci?".

Gli rispose Gesù: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico".

Gli replicò Natanaèle: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!".

Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!".

Poi gli disse: "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo". ( Gv 1,35-51 )

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