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L'attesa del Messia

La speranza più alta che i profeti hanno mantenuto viva è quella del Messia, che Dio invierà per portare salvezza al popolo negli ultimi tempi.

Questa figura è descritta con i tratti del Re ideale, discendente di Davide, che aprirà un'era di pace: "Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici.

Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito ai consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore …

Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia, cintura dei suoi fianchi la fedeltà" ( Is 11,1-2.5 ).

La speranza messianica in altri casi prende corpo nel Profeta che annuncia la salvezza definitiva di Dio: "Lo spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri … a promulgare l'anno di misericordia del Signore" ( Is 61,1-2 ).

L'apocalittica parla del "Figlio dell'uomo" trascendente, che instaurerà un regno universale ed eterno: "Ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui, che gli diede potere, gloria e regno" ( Dn 7,13-14 ).

La speranza messianica ha tenuto viva l'attesa nel tempo che ha preceduto la venuta di Gesù.

In essa sarà possibile rileggere l'opera e la figura di Cristo quale pieno e insperato compimento delle promesse divine.

Palma, Cafarnao, IV sec. d.C.

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