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Fondamento della nostra speranza

La nostra speranza ha il suo fondamento su ciò che già ci è stato rivelato e donato nella risurrezione di Gesù.

Ma questo evento centrale della speranza cristiana è per noi raggiungibile solo nella fede, una fede che si radica però nella originaria esperienza e testimonianza apostolica.

Diamo uno sguardo a questa testimonianza per scoprire i motivi di credibilità della nostra fede.

Fin dagli inizi la comunità apostolica ha annunciato l'evento della risurrezione di Gesù come centrale e fondamentale per la fede cristiana: "Se Cristo non è risorto, vana è la nostra predicazione e vana è la vostra fede" ( 1 Cor 15,14 ).

Lo ha fatto con una ricchezza di linguaggi e di formule, di cui è ricco il Nuovo Testamento, che evidenzia l'importanza e la profondità di questo evento.

L'annuncio è sempre accompagnato dalla menzione di "testimoni": Pietro, i Dodici, Paolo e altri ( 1 Cor 15,3-5 ).

Pur essendo la risurrezione un evento misteriosamente trascendente, in quanto ingresso dell'umanità di Cristo nella gloria del Padre, essa è storicamente attestata dai discepoli che hanno realmente incontrato il Signore e trova nella tomba vuota un segno di conferma.

L'incontro del Risorto con i discepoli non è frutto di una illusione odi una esaltazione.

I testimoni insistono su una esperienza visiva : il Risorto si è "fatto vedere", è apparso loro.

Non dobbiamo però pensare ad una visione accessibile a tutti.

La presenza del Risorto a queste persone è continuamente sottolineata come un "dono" ed una "rivelazione" ( Gal 1,15-16 ) fatta a "testimoni prescelti da Dio" ( At 10,41 ).

Nei racconti evangelici di questi incontri cogliamo come i testimoni si siano aperti faticosamente al riconoscimento di Gesù risorto.

Dalla sensazione di avere davanti a sé, un fantasma, dalla condizione di dubbio e di paura sono giunti alla convinzione gioiosa che colui che si mostrava a loro vivente era lo stesso Gesù che avevano seguito, che avevano visto crocifisso; e, alla fine, è nata in loro la fede pasquale ( Lc 24,36-43; Gv 20,19-28 ).

Questo riconoscimento e questa fede riguardano anche la corporeità del Risorto.

Gesù è risorto e vivente nella sua corporeità, una corporeità diversa, che non è più sottomessa al limite, alla sofferenza e alla corruzione della morte ( 1 Cor 15,42-44 ).

Questi testimoni, quindi, hanno visto e hanno creduto ( Gv 20,29 ).

Attraverso l'esperienza dell'incontro con il Risorto, la loro fede si è dischiusa, sotto l'azione interiore dello Spirito, e si è consolidata nella comprensione delle Scritture.

Essi ce l'hanno annunciata e testimoniata, e sulla loro testimonianza siamo chiamati ad aprirci alla fede.

Per noi valgono queste parole di Gesù: "Beati quelli che pur non avendo visto crederanno!" ( Gv 20,29 ).

Piero della Francesca, La Risurrezione di Cristo

Di questo voi siete testimoni

Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!".

Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma.

Ma egli disse: "Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?

Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!

Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho".

Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.

Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: "Avete qui qualche cosa da mangiare?".

Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.

Poi disse: "Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi".

Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: "Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscita re dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme.

Di questo voi siete testimoni.

E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti dall'alto". ( Lc 24,36-49 )

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