Eucaristia, comunione e comunità

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Capitolo V - Il culto eucaristico fuori della Messa

97. Messa, culto eucaristico e vita di carità

L'Eucaristia non si esaurisce nella celebrazione della Messa, anche se questa ne è la espressione centrale.

Data anzi la centralità della Messa, tutte le altre espressioni del culto, liturgiche o no, ne derivano o vi si riconducono: estendono in vario modo, nel tempo e nelle forme, la ricchezza celebrativa dell'Eucaristia.

Tanto più questo vale per le espressioni dirette del culto eucaristico fuori della Messa.

La Messa ne rappresenta senza dubbio « l'origine e la fonte »,119 ma esse sono a loro volta « estensione della grazia del sacrificio ».120

Per antica prassi di fede della Chiesa, l'Eucaristia è stata sempre conservata per essere portata ai malati e a quanti, per impedimenti diversi, non possono partecipare alla celebrazione.

Da questo uso sono scaturite lungo i secoli forme diverse di culto eucaristico, che sempre le comunità cristiane sono chiamate a riscoprire e a vivere:

l'adorazione pubblica e quella personale e silenziosa;

l'esposizione breve e quella prolungata, con letture della parola di Dio, canti, preghiere, sacro silenzio;

la solenne esposizione annuale;

le processioni eucaristiche;

i congressi eucaristici, ecc.

È una luce, quella dell'oucaristia, che non solo illumina lo spirito di chi contempla e adora, ma s'irraggia e si diffonde in tutti gli aspetti della vita e nel fluire stesso delle cose e del mondo, precisandone le dimensioni e i contorni.

Così l'Eucaristia sprigiona la sua forza trasformatrice non solo sul pane e sul vino, ma pure sui fedeli, e rende la loro vita culto spirituale » gradito a Dio, ( Cfr. Rm 12,1 ) come Cristo è gradito al Padre.

98. Riguardo ad un aspetto del culto eucaristico, ricordiamo le sapienti indicazioni dateci da Giovanni XXIII il giorno del « Corpus Domini » 1960: « Ci piace toccare il significato profondo della nostra adorazione a Gesù eucaristico, come omaggio sociale di tutti i componenti la nazione sua più vera, la Santa Chiesa universale …

Certo è grande godimento dello spirito cogliere il carattere pubblico e collettivo del Corpus Domini, segnato nelle significazioni più alte del grande mistero.

Il popolo cristiano ci sta intorno e ci avvolge nella sua compagine, che è, ad un tempo, ineffabilmente intima, e insieme trionfalmente esteriore …

Dal pubblico omaggio che tutti insieme noi rendiamo, diletti figli, traluce l'intima fusione dei nostri cuori: unum corpus multi sumus: e la tradizionale processione di questa sera rende una celeste intensità di significazione, la cui dolcezza ci inebria e ci esalta ».122

99. La pietà che spinge i fedeli a prostrarsi presso la santa Eucaristia - dice assai bene la Eucharisticttm mysteriurn - li attrae a partecipare più profondamente al mistero pasquale e a rispondere con gratitudine al dono di colui che con la sua umanità infonde incessantemente la vita divina nelle membra del suo corpo.

Trattenendosi presso Cristo Signore, essi godono della sua intima familiarità e dinanzi a lui aprono il loro cuore per loro stessi e per tutti i loro cari, e pregano per la pace e la salvezza del mondo.

Offrendo tutta la loro vita con Cristo al Padre nello Spirito Santo, attingono da quel mirabile scambio un aumento di fede, di speranza e di carità.

Alimentano quindi così le giuste disposizioni per celebrare, con la devozione conveniente, il memoriale del Signore, e ricevere frequentemente quel pane che ci è dato dal Padre ».123

Pertanto se da un lato la presenza permanente di Cristo nel sacramento porta ad onorare con il culto eucaristico il mistero del corpo e del sangue del Signore, dall'altro richiama la esigenza di una partecipazione sempre più vera alla Messa e di una vita che, per la comunione al sacrificio eucaristico, si dona e si consuma per amore dei fratelli.

100. Adorazione e contemplazione

Nella silenziosa adorazione del Cristo presente, nella visita al Santissimo Sacramento, nell'esposizione, nella benedizione e nelle processioni eucaristiche, nella celebrazione delle « Quarantore », la Chiesa afferma che Cristo è sempre vivo per intercedere a nostro favore. ( Cfr. Eb 7,25 )

Il suo sacrificio, compiuto una volta per tutte, resta incessantemente attuale nel sacramento; e di continuo Cristo chiama la Chiesa, suo corpo, a offrirsi al Padre insieme a lui in una unica oblazione, con cui « egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati ». ( Eb 10,14 )

Il ritmo incalzante dell'attività di oggi non sembra aiutare la preghiera adorante davanti al tabernacolo.

Eppure non possiamo dimenticare come proprio a partire da un contatto vivo e permanente con Cristo attraverso l'adorazione e la contemplazione, troviamo forza e vigore non solo per la nostra crescita spirituale ma per la testimonianza della carità verso la Chiesa e il mondo.

101. A questo proposito, vogliamo cogliere la forza di testimonianza e l'appello che in tal senso ci viene dai monasteri di clausura: segno e profezia dell'eterna adorazione nella gloria.

In realtà il culto eucaristico fuori della Messa è anticipo di quei tempi definitivi in cui non vi sarà alcun tempio, né alcuna ritualità simbolica, né mediazioni discorsive, ma un puro immediato immergerci nel « Signore Dio, l'Onnipotente, e nell'Agnello », tempio definitivo della Gerusalemme celeste: Infatti, quando Cristo apparirà e vi sarà la gloriosa risurrezione dei morti, lo splendore di Dio illuminerà la città celeste e la sua lucerna sarà l'Agnello.

Allora tutta la Chiesa dei santi, nella suprema felicità dell'amore, adorerà Dio e l'Agnello che fu immolato esclamando a gran voce: " A Colui che siede sul trono e all'Agnello, lode e onore, gloria e potenza nei secoli dei secoli " ».126

102. Amore al Santissimo Sacramento

Come già abbiamo fatto nel messaggio indirizzato da Assisi alla Chiesa e al paese, ci preme richiamare l'attenzione di tutti i fedeli, ma soprattutto quella dei presbiteri, sull'amore di San Francesco per l'Eucaristia e lo additiamo alla loro imitazione.127

Un plauso speciale rivolgiamo

a tutti quelli che impegnano le loro forze e consacrano il loro tempo nell'adorazione perpetua o notturna;

a quelle comunità parrocchiali che nel nostro paese organizzano scuole di spiritualità eucaristica, facendo tesoro di un patrimonio di preghiere e di tradizione popolare che, se sono opportunamente aggiornate e purificate, contribuiranno a tener viva nelle nostre comunità la fede nel mistero eucaristico e l'amore alla divina Eucaristia;

a quelle comunità religiose che, fedeli al carisma del loro fondatore o sensibili alle necessità spirituali del mondo contemporaneo, si dedicano a tempo pieno all'apostolato eucaristico in tutte le sue espressioni valide e atte a far maturare la vera devozione;

a tutti quei gruppi e associazioni ecclesiali che, soprattutto a livello parrocchiale, dedicano al culto eucaristico il meglio della loro passione apostolica.

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119 Cfr. Eucharisticum mysterium, n. 3e
120 Ibid., 3g
122 Giovanni XXIII, Discorso processione eucaristica dell'Urbe, 16 giugno 1960
123 Eucharisticum mysterium, n. 50
126 Lumen gentium, n. 51
127 Cfr. C.E.I., Messaggio della XIX Assemblea Generale, n. 4;
cfr. Codex Juris Canonici, canoni 897-898