Comunione e Comunità Missionaria

Indice

V. - Obiettivi pastorali

41. - A questo punto è opportuno riproporre alla nostra azione pastorale alcuni obiettivi essenziali.

Ci sentiamo sorretti dalla grazia di Colui « che suscita in noi il volere e l'operare secondo i suoi benevoli disegni », consapevoli che dobbiamo « splendere come astri nel modo, tenendo alta la parola di Dio » ( Fil 2,13-16 ).

42. - La formazione missionaria

La formazione missionaria è il primo passaggio d'obbligo.

Va assicurata nell'ambito della coscienza personale, della famiglia della comunità cristiana, di ciascun ministero, di ogni realtà ecclesiale.

Esige, sia dai laici che dal clero, studio severo e sistematico, dedizione ecclesiale e rinnovata crescita nella vita spirituale attraverso quei mezzi di grazia che sono sorgente di santità.

Giovano a tale scopo tutte le iniziative giudicate valide:

le Scuole di formazione teologica,

quelle per la preparazione dei catechisti e i vari ministeri,

gli Istituti di scienze religiose e

Facoltà teologiche.

43. - Le parrocchie sono oggi chiamate a trasformarsi sempre più in luoghi di formazione permanente, così come i gruppi, i movimenti e le associazioni che operano in esse o nel territorio.

In questo ambito la pastorale familiare ha bisogno di un forte rilancio nelle comunità sia per la preparazione al Matrimonio attraverso idonei itinerari di vera formazione cristiana, sia per il sostegno alle giovani coppie con l'estensione di gruppi familiari e l'aiuto alle coppie in difficoltà.

Sulla famiglia si gioca oggi uno degli appuntamenti più decisivi della missione.

Le comunità, sia diocesane che parrocchiali, sono sollecitate a formare, sostenere e orientare cristiani che garantiscano nelle istituzioni civili una presenza di moralità, di competenza e di collaborazione qualificata sul piano culturale, sociale, politico, sindacale, a servizio dei più disagiati e poveri.

44. - Per una pastorale missionaria

Lo spirito missionario è l'anima della quotidiana attività pastorale della Chiesa.

Nel campo della catechesi, è necessario, anche attraverso forme di collaborazione tra le diocesi e le parrocchie:

a) promuovere la catechesi degli adulti, per costruire personalità cristiane mature nella fede con una chiara e fondata coscienza di verità.

Senza disattendere altri settori di catechesi, l'attenzione agli adulti e alla famiglia, è prioritaria;

b) poter disporre di itinerari di prima evangelizzazione da attivare anche al di fuori delle nostre strutture tradizionali, specialmente là dove la gente vive e sperimenta situazioni che hanno bisogno di una parola di luce e di speranza: come ad esempio

la malattia e la sofferenza,

la presenza in famiglia di una persona handicappata,

la disoccupazione o la mancanza di casa,

la solitudine e l'abbandono nell'età anziana;

c) avviare organici progetti formativi per i ragazzi e gli adolescenti ( il dopo cresima ) in spirito di collaborazione tra parrocchie, gruppi e associazioni che lavorano nel settore.

È necessario che l'intera comunità si assuma questo compito superando deleghe e disinteresse che ostacolano il proseguimento della catechesi nell'età più difficile e in cui è più necessaria e indispensabile.

45. - Nella missione della Chiesa in Italia un'attenzione più puntuale deve essere data al vasto campo della cultura perché proprio dalla cultura, secondo ripetute affermazioni del Papa, dipendono l'avvenire e il destino deii'uomo negli anni che verranno.40

Sono diverse oggi, anche in Italia, le espressioni del vivere, del pensare e del progettare umano che formano l'atmosfera culturale in cui ciascuno respira.

Ed è evidente che entra qui in gioco la particolare responsabilità dei creatori e degli operatori di cultura i quali, in una società aperta e libera come quella italiana, determinano l'orientamento e il modo di pensare e di agire delle donne e degli uomini di tutte le età.

In questa situazione si dovrà cercare di immettere il Vangelo, con le sue valenze e istanze spirituali, nel vasto mondo degli operatori di cultura ( scuola e università, editoria, cinema e arte, ricerca scientifica, sport … ).

Nel frattempo occorre affrontare ogni giorno realisticamente i problemi posti al cristiano dal dilagare di una temperie culturale consumistica e materialistica nelle prospettive che essa offre; relativistica in campo morale e intimamente scettica e nichilista.

Si tratta concretamente di difendere e promuovere l'identità e la novità della vita cristiana in un contesto culturale tanto complesso.

46. - A questo riguardo ci sono due settori dove indilazionabile appare l'impegno dei cristiani:

a) È noto come il patrimonio culturale si trasmette proprio attraverso la mediazione della comunicazione a tutti i livelli.

L'affermarsi delle nuove tecnologie comunicative, accrescendo grandemente le possibilità di informazione, hanno fatto entrare la comunicazione in ogni aspetto della vita: essa pertanto non può più essere considerata un servizio marginale ed il suo sviluppo non può essere lasciato al caso.

Ogni passo verso un potenziamento della comunicazione nella società, dovrebbe essere un valido contributo per la crescita culturale, un fatto che renda più facile e costruttivo il dialogo fra gli uomini, favorisca la loro reciproca comprensione ed il consolidarsi della carità, frutto e causa ad un tempo, della comunione ».41

Ciò comporta che la proposta dei valori cristiani in un contesto, come l'attuale, in cui i punti di riferimento culturali e di comportamento sono segnati dalla sempre piu ampia affermazione della dimensione informativa, sia ripensata e rinnovata anche nella prospettiva della missione.

b) L'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche è oggi un problema delicato su cui si misurano le possibilità effettive della missione della Chiesa in Italia.

Esso esige intelligenza e competenza da parte della comunità: nel rinnovare contenuti e metodi della disciplina sulla linea del recente accordo concordatario e della successiva intesa;

nella preparazione dei docenti;

nel sostegno di una pastorale scolastica aggiornata;

nella promozione del dialogo e della sensibilizzazione delle famiglie e delle nuove generazioni.

I complessi problemi - culturali, educativi, organizzativi, e quindi anche pastorali - che attraversano oggi la scuola, esigono da parte dei cristiani più direttamente impegnati nel settore e di tutta la comunità, capacità di promuovere rinnovati progetti educativi a servizio delle nuove generazioni.

In questo ambito, specifica cura sia rivolta alla scuola cattolica, per la concreta realizzazione del progetto educativo di sintesi di fede-cultura e di cultura-vita che la sottende.

Bisognerà promuoverne il potenziamento e la qualificazione, sostenerne i giusti diritti al riconoscimento di parità, sancita dalla Costituzione, in una prospettiva di « sistema scolastico integrato ».

La giusta attenzione alle esigenze specifiche della scuola cattolica non deve tuttavia far dimenticare di sostenere e incoraggiare l'impegno dei cristiani che operano dentro le strutture della scuola statale per la sua « animazione cristiana » dall'interno, un confronto di cultura e di educazione che li colloca spesso in prima linea.

47. - Nel campo della liturgia:

a) Anzitutto è indispensabile che le nostre comunità vivano seriamente il Giorno del Signore perché ogni cristiano scopra in esso i motivi di fondo della missione e si senta debitore verso i fratelli di ciò che ha ricevuto.

Il Giorno del Signore celebra e fa memoria dell'evento pasquale, fa condividere insieme la gioia dell'incontro fraterno e familiare, la libertà del servizio e il dono della vera pace.

Questi valori di fede e di esperienza eucaristica si traducono in gesti ed impegni che la comunità cristiana è chiamata a manifestare, così da far trasparire agli occhi degli uomini, distratti dall'evasione consumistica e dalla fuga nel privato, la presenza di Dio, il vero senso della festa, della fraternità, dell'amore di donazione.

b) Occorre sottolineare l'importanza che nella missione riveste l'omelia domenicale, feriale e quella in determinate occasioni celebrative alle quali partecipano spesso anche persone non praticanti.

Bisogna che l'omelia sia accuratamente preparata, in rapporto non solo al l'azione liturgica in cui è inserita, ma anche alla assemblea e alle circostanze in cui si svolge.

c) Attraverso una autentica spiritualità liturgica vanno orientate le molteplici e ricche forme tuttora in atto di religiosità e pietà popolare.

Rientra nella missione della comunità purificarle ed evangelizzarle con riguardo soprattutto alla gente più semplice e povera.

48. - Nel campo delle attività caritative oggi, la missione della Chiesa trova un ambito immenso di impegno formativo e operativo.

Con ogni attenzione si deve curare:

lo stile di povertà di vita nella comunità cristiana;

l'educazione alla sobrietà e alla rinuncia del superfluo in favore dei poveri;

l'educazione dei laici al volontariato nelle varie espressioni di diaconia della carità;

la destinazione preferenziale dei servizi della comunità cristiana ai poveri;

l'accoglienza dei fratelli del terzo mondo;

la denuncia del sottosviluppo dei paesi poveri determinato, in gran parte, dall'egoismo dei paesi ricchi;

il sostegno delle Chiese dei paesi poveri nei loro interventi a difesa dei diritti umani.

E si rende ogni giorno più necessario, in ogni diocesi, un osservatorio permanente sulla situazione socio-religiosa delle nostre comunità, attrezzato a seguire i problemi più urgenti e inquietanti della gente.

49. - La promozione dei valori morali è tra i contributi più specifici, che la Chiesa è chiamata oggi a dare al Paese.

Molta gente ricerca una superiore qualità della vita, ha nostalgia di valori profondamente umani, ma nello stesso tempo non osa o non sa più chiamarli con il loro vero nome: che cos'è la vita e la non vita, di quale libertà, amore, solidarietà necessita l'uomo, come ricuperare il valore delle virtù umane e cristiane?

Compito primario della missione della Chiesa e di ogni cristiano è quello di risvegliare nelle coscienze personali e in quella nazionale il vero senso della dignità della persona umana e di quei valori costitutivi e liberanti su cui essa si fonda e deve essere difesa e promossa.

Si prospetta qui un vasto campo di iniziative per sorreggere, animare culturalmente e proporre con verità a tutti i livelli - personale, familiare e sociale - il messaggio cristiano sull'uomo:

a) mediante proposte tempestive dichiaratamente ispirate al Vangelo e all'insegnamento della Chiesa, relative ai progetti sociali di ordine economico, giuridico e politico;

b) mediante una presenza di Chiesa capace di esprimere forme pastorali più consistenti nel complesso mondo del lavoro sottoposto a radicali trasformazioni e tuttora travagliato da gravi problemi della disoccupazione, giovanile in particolare.

Una partecipazione più consapevole e competente dei cristiani a tutti i livelli nel mondo del lavoro e della produzione, può dare oggi un contributo prezioso di solidarietà e di giustizia, che qualifica la missione della Chiesa nel mondo.

Ci auguriamo che sia ripresa quanto prima, sia pure in termini rinnovati, l'esperienza delle « Settimane sociali ».

Anche i problemi del tempo libero e del turismo richiedono una puntuale attenzione squisitamente missionaria da parte della Chiesa.

Vissuti con sani criteri e consapevolezza etica possono dimostrarsi occasioni apprezzabili che offrono alle persone la possibilità di soddisfare le proprie legittime esigenze e di potenziare legami di ordine familiare, religioso e sociale.

50. - Coraggiose iniziative richiede il valore della pace, da varie parti minacciata.

Per i cristiani non può bastare un atteggiamento solo negativo: la pace, valore integrale e indivisibile, richiede una educazione assidua e metodica al dialogo, al rispetto reciproco, alla libertà religiosa, alla collaborazione.

Il problema investe il nostro Paese in maniera preoccupante sia per la sua posizione geografica in uno scacchiere mediterraneo oggi assai inquieto, sia per i rapporti di alleanze e di mutua Collaborazione che esso intrattiene con i paesi europei e il mondo intero.

L'indole pacifica della nostra gente, frutto di una lunga tradizione che ha le sue radici nei valori cristiani, non è sinonimo di arrendevolezza o di scarso amore patrio.

È proposta positiva da potenziare e promuovere offrendo un esempio di lealtà, di coraggio nelle scelte, di apertura al dialogo verso tutti, di impegni concreti per costruire una Europa e un mondo più giusto e fraterno.

La pace che vogliamo costruire comporta il pieno rispetto della dignità di ogni persona umana, popolo e nazione, il rifiuto di ogni forma palese o larvata di esasperato nazionalismo, il superamento del commercio indebito delle armi.

Il nostro Paese è chiamato oggi a dare risorse nuove per il dialogo e la collaborazione tra tutti gli Stati, in modo che siano superate contrapposizioni ideologiche e politiche e si possa puntare ad accordi e intese sul disarmo e su iniziative comuni di sviluppo e di progresso umano, civile e religioso.

51. - La cooperazione tra le Chiese

La cooperazione tra le Chiese è il segno di quella carità su cui si edifica e cresce la missione: vissuta nell'ottica della comunione essa richiede un modo nuovo di far missione che, superando la logica del semplice aiuto, induce lo stile dello scambio e della condivisione globale di beni, persone ed esperienze.

Una Chiesa particolare si apre così alla cooperazione, a motivo sia della propria ricchezza che della propria povertà; nella consapevolezza, appunto, che « la povertà di una Chiesa che riceve aiuto, rende più ricca la Chiesa che si priva nel donare ».42

a) Nella Chiesa italiana è ormai consolidata una ricca tradizione di cooperazione tra le nostre diocesi e quelle di altri continenti.

È un'esperienza che apre le nostre comunità a una autentica visione cattolica.

È tuttavia necessario che tale esperienza venga ulteriormente sviluppata e qualificata a diversi livelli:

- vanno ricercati canali idonei a render effettivo lo « scambio » e si devono individuare opportuni criteri perché esso non si trasformi in un trapianto di modelli ma diventi un reciproco stimolo di rinnovamento;

- occorre inserire, nei piani pastorali, una coraggiosa promozione di vocazioni missionarie che, nei diversi Istituti, si consacrino alla missione universale;

- la dimensione cattolica dovrà ispirare la formazione spirituale e teologica dei futuri presbiteri, in modo che nella realizzazione del loro ministero sacerdotale offrano una concreta disponibilità per un servizio alle Chiese sorelle:

- la proposta di un impegno diretto in missione andrà fatta con chiarezza anche ai laici, prospettando loro la possibilità di realizzare una forma ministeriale « di frontiera » tramite il Volontariato Cristiano Internazionale o il Laicato Missionario;

- in diocesi è necessario costituire o potenziare l'Ufficio pastorale per l'attività missionaria, raccordandolo opportunamente con altri Uffici pastorali.

Compito dell'ufficio è quello di promuovere e coordinare l'attività missionaria della Chiesa locale, valorizzando nel Centro Missionario Diocesano le forze operanti in diocesi, con speciale riguardo alle Pontificie Opere Missionarie, che si rivelano strumenti idonei a suscitare e tenere viva nei fedeli l'attenzione alla dimensione universale della missione;

- una significativa forma di missione della Chiesa italiana è quella che cura l'invio di sacerdoti diocesani e di religiosi nei paesi dove lavorano gli italiani emigrati all'estero, offrendo aiuto e collaborazione anche a quelle Chiese locali.

Ma vi sono altri gravi problemi che interessano la missione: degli immigrati esteri presenti nel nostro Paese, molti dei quali appartengono a fedi e religioni diverse da quella cristiana; dei nomadi, dei marittimi, dei turisti fuori Italia.

Sono ambiti diversi che richiedono una azione missionaria specifica e permanente.

b) Le ragioni che ispirano la cooperazione con le giovani Chiese possono orientare lo scambio di aiuto tra le diocesi, all'interno della Chiesa italiana.

Un'equa distribuzione delle forze, realizzata anche attraverso opportune forme di « gemellaggio » interdiocesano, può venire incontro a situazioni precarie che, per carenza di persone, non consentono lo svolgimento di un efficace lavoro pastorale.

c) Uno stile di più accentuata comunione dovrà caratterizzare il lavoro pastorale anche all'interno delle singole diocesi.

Occorre, in particolare, rendere effettiva la collaborazione interparrocchiale.

Essa domanda in primo luogo ai sacerdoti nuova mentalità e nuove disponibilità.

Ma richiede anche ai diaconi, ai religiosi e religiose e ai laici, uomini e donne, di prepararsi e di rendersi disponibili per quei ministeri che il Vescovo, consigliato e sostenuto dai vari organismi di partecipazione ecclesiale, riterrà opportuni ed indicherà.

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40 Cfr. Giovanni Paolo II, Org. delle Nazioni Unite per L'Educazione ( UNESCO ), 2.6.1980
41 Pont. Comm. Comun. Sociali, Istr. past. Communio et progressio, n. 12, 23.5.1971
42 Congr. Clero Note direttive, Post quam Apostoli n. 15, 25.3.1980