Res novae e solidarietà

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Res novae e solidarietà

6. - La mondializzazione

L'epoca in cui viviamo presenta molte caratteristiche e problemi del tutto nuovi rispetto a quelli del passato, anche il più prossimo.

Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche e delle loro applicazioni tecnologiche consegna alla responsabilità dell'uomo il futuro dell'intera specie umana e di ogni forma di vita sulla terra nel senso che egli, oggi, può distruggerle completamente.

Il prezzo che stiamo pagando per l'abuso prolungato delle risorse naturali primarie ci fa avvertire nella loro interdipendenza i problemi legati al potenziale nucleare, ai noti fenomeni dell'inquinamento, all'effetto-serra, alla disertificazione, alla continua distruzione di specie viventi.

7. - Il dato più rilevante e più nuovo di tutte queste emergenze è, infatti, il loro carattere mondiale, che rende impossibile una loro soluzione a livello continentale e, tanto meno, nazionale.

L'umanità va prendendo coscienza di essere legata a un comune destino, perchè tutta assieme può salvare "il giardino" che la Provvidenza le ha affidato, custodendolo e coltivandolo ( Gen 2,15 ), o devastarlo in modo irreparabile.

Tutto si mondializza.

L'impatto dei problemi ecologici, delle scelte economiche o politiche si avverte, sempre più immediatamente, su scala mondiale.

8. - Una dimensione mondiale hanno, soprattutto, le esigenze di giustizia.

Le lotte per la giustizia sociale, nei decenni trascorsi, coinvolgevano i diversi ceti sociali all'interno di ogni Stato.

Esistono, anche oggi, all'interno delle aree ricche del mondo, larghe fasce di emarginati e di poveri, ma i più gravi e drammatici problemi di giustizia si pongono, a livello mondiale, tra popoli che non hanno il necessario per vivere e popoli che sprofondano nell'abbondanza.

Dalla "Populorum progressio" alla "Sollicitudo rei socialis" il Magistero sociale della Chiesa ha pressantemente richiamato l'attenzione di tutti, credenti e non, su questo segno dei tempi.

9. - La nostra è, dunque, un'epoca dominata da problemi di dimensioni planetarie, che esigono risposte e soluzioni a livello planetario.

Palese, però, è il divario tra le dimensioni dei problemi e le strutture politiche esistenti: le possibilità di decisioni, di intervento e di azione restano confinate in ambiti che hanno sempre minori possibilità di incidere in modo efficace sui più grossi problemi.

10. - Strutture politiche, adeguate ai bisogni dell'umanità contemporanea, sono il risultato di un'azione culturale e politica costante e determinata.

Non mancano le possibilità tecniche di risolvere moltissime gravi situazioni, anzi, il progresso scientifico e tecnologico, se ben orientato e ben impiegato, offre una gamma vastissima di prospettive, finora mai considerate.

Il problema di fondo, che non si può risolvere tecnicamente, riguarda la cultura e la politica, cioè la concezione che l'uomo ha di sè, dei suoi simili e dei rapporti che intrattiene con essi e con il mondo in cui vive.

11. - L'Europa

L'esperimento in corso nell'Europa comunitaria acquista, come ben si comprende, un'enorme importanza per il futuro delle giovani generazioni.

L'embrione di Stato federale europeo, che si va gradualmente delineando, è frutto di un processo lento, suscettibile, però, di vistose accelerazioni.

Con le sole armi della democrazia e del consenso, per la prima volta nella storia del mondo, si unificano nella pace nazioni diverse per etnia, lingua, cultura e tradizioni.

Mai come ora il sistema democratico è riuscito ad affermarsi tanto diffusamente a livello internazionale.

12. - La logica importante, e necessaria, che ha portato al mercato comune trova la sua fondazione etica unicamente nell'impegno teso alla costruzione dell'Europa politica, sostenuta da un'anima sociale e popolare.

Le aperture del 1993 sono sottese, già oggi, da una fortissima domanda sociale di libertà nella comunicazione, nel movimento, nello studio, nel lavoro.

Rispondendo a queste domande l'Europa diventa un fondamentale fattore di crescita e di pace nella comunità internazionale.9

13. - In un orizzonte di mondialità acquista Valore di solidarietà e di pace e, in ultima analisi, di testimonianza della fede cristiana, anima e radice unificante della cultura europea,10 l'impatto con i flussi demografici, che una logica stringente va spingendo dai Paesi meno ricchi, o impoveriti, verso i Paesi sviluppati dell'Europa.

A questo evento storico l'Europa deve dare una risposta di civiltà acquisendo un profondo senso di interdipendenza mondiale11 e garantendo piena cittadinanza ai diritti umani e ai popoli.

14. - Il lavoro

Nel mondo del lavoro si è verificata, negli ultimi decenni, un'accelerata trasformazione.

La fabbrica ha perso definitivamente il suo ruolo centrale di grande contenitore degli uomini del lavoro.

Abbandonati i suoi luoghi tradizionali, il lavoro si è frantumato nei molti luoghi dell'esistenza, moltiplicandosi in una miriade di mestieri e di professionalità, polverizzandosi in mille uffici.

15. - È proprio il forte emergere del terziario l'effetto più evidente di questo processo di trasformazione del lavoro, dovuto all'introduzione delle nuove tecnologie.

Esse hanno liberato dalla fatica l'uomo del lavoro; hanno prodotto disoccupazione, ma anche nuovi mestieri, affiancando, soprattutto, nuove conoscenze e nuove competenze a quelli di tipo tradizionale.

Il loro carattere pervasivo, il fatto che si adattino ad ogni settore di attività, sta rimescolando molte consolidate classificazioni.

Non è più così immediato distinguere l'industria dal terziario; anche in agricoltura trovano sempre più spazio competenze e abilità terziarie nei nuovi metodi di trattamento della terra e dei suoi prodotti.

La terziarizzazione rivoluziona la logica del lavoro come capacità professionale destinata ad un ristretto settore, stabile nel tempo, aprendo al lavoro ripetitivo inedite possibilità di personalizzazione creativa.

16. - Viene così modificandosi anche il ruolo del lavoro nella società.

Nel corso di questo secolo si è compiuto un lungo processo, animato dai movimenti dei lavoratori, che ha portato al riconoscimento dei diritti qualificanti della cittadinanza: diritti civili, politici, sociali.

L'estensione a livello statale del sistema assicurativo, previdenziale e sanitario, trovando nel lavoro la sua giustificazione, ha prodotto lo Stato sociale.

Oggi, però, il lavoro non è più l'unico fondamento dei diritti del cittadino.

Nello Stato sociale maturo e avanzato ogni persona, per il solo fatto di esserne cittadina, è soggetto di diritti.

Il diritto ad un'esistenza dignitosa non è più, oggi, soltanto diritto al lavoro.

È anche diritto ad un ambiente pulito e non inquinato, diritto che riguarda la totalità dei cittadini, siano essi lavoratori o no.

Il diritto al lavoro, anzi, costituisce una grave preoccupazione per le stesse istituzioni deputate a difenderlo quando, come avviene sempre più spesso, le imprese o recano danno all'ambiente o producono armi.

17. - Pur avendo esaurito la sua funzione di grande motore del processo di riconoscimento dei diritti che qualificano la cittadinanza, il lavoro rimane, tuttavia, parametro fondamentale a cui riferire la qualità dell'esistenza personale e del vivere sociale.

La distribuzione delle opportunità di accesso al lavoro, la qualità e la quantità delle occasioni di impiego, l'organizzazione del tempo sono criteri che consentono di misurare il grado di civiltà di una società.

18. - Ancora troppi sono gli esclusi dal diritto al lavoro nella società italiana.

L'aumento della disoccupazione, registrato anche in questi ultimi anni, sebbene minore rispetto al passato, va analizzato nelle sue caratteristiche perchè stigmatizza la questione di fondo, politica e morale, del nostro Paese.

La disoccupazione, in termini quantitativi, si colloca geograficamente al Sud, per mancanza di lavoro, mentre al Nord essa dipende, quasi esclusivamente, da una ricerca di qualità del lavoro.

Non va dimenticato che l'età e il sesso sono elementi di ulteriore discriminazione.

La situazione del nostro Paese è una delle conferme più evidenti di come e quanto il lavoro determini la qualità del vivere civile.

19. - Una coscienza nuova

Sono queste le novità che maggiormente contraddistinguono i nostri anni dai precedenti periodi storici e che vengono vissute con una coscienza anch'essa nuova.

L'esperienza delle armi chimiche ed atomiche;

dell'inquinamento dovuto alle attività industriali e alle fonti di energia impiegata;

degli effetti negativi, previsti o meno, imputabili alla sofisticazione dei prodotti usati;

le incognite sull'uso delle moderne biotecnologie

inducono, oggi, la coscienza popolare a considerare, della scienza e della tecnica, prima le potenziali minacce e poi le possibilità di liberazione che ne possono derivare.

Nell'ambivalenza delle applicazioni della scienza e della tecnica va rintracciata una delle cause non ultime del senso diffuso di insicurezza e della crisi del modello di sviluppo finora seguito, oggi inaccettabile proprio perchè si sono fatti i conti con le sue conseguenze sull'ambiente e con i rischi enormi comportati dalla sua gestione politica regolata da rapporti di forza.

Questa nuova coscienza, così profondamente segnata dalla delusione e dallo smarrimento, non si apre, tuttavia, all'acquisizione di più ampie responsabilità sociali.

20. - La cultura soggettivistica, cui è legata la crisi delle ideologie moderne, continua, infatti, a pervadere di sè la società contemporanea, assumendo, però, un aspetto sempre più selvaggio e disancorato.

I suoi messaggi, che alimentano quotidianamente, e massicciamente, l'immaginario collettivo, inducono le persone a ripiegarsi fortemente su se stesse, alla ricerca della propria identità e della propria autorealizzazione.

I vissuti così si frammentano e le appartenenze si moltiplicano; molti rapporti umani significativi e importanti vengono compromessi; la tensione ideale nell'azione sociale e politica si vanifica.

La ricchezza si diffonde e, pur tuttavia, la gente non vive meglio: tutte prese dal consumo, dall'uso e dalla difesa delle cose, le persone perdono, infatti, il senso dei rapporti sociali ispirati a qualche cosa di diverso dalle cose stesse, non riuscendo a soddisfare, e forse soffocando, le aspirazioni più profonde.12

Questa radicale insoddisfazione,13 di tipo materiale, tipica delle aree sviluppate, si colloca, con evidente stridore, in un panorama, purtroppo mai scomparso, anzi ancora molto attuale, di molti casi di ingiustizia e di sfruttamento, di disoccupazione, di nuove povertà, di situazioni, quali ad esempio, la vecchiaia e la condizione di immigrato, costrette a diventare dei drammi sociali in una società che insieme al senso del lavoro ha smarrito anche quello della solidarietà.

21. - Necessità di cambiare

Di fronte alle novità del nostro tempo si impone urgentemente "la necessità di un cambiamento degli atteggiamenti spirituali, che definiscono i rapporti di ogni uomo con se stesso, col prossimo, con le comunità, anche le più lontane, e con la natura …".14

L'interdipendenza va assunta come categoria morale, va vissuta, cioè, come il sistema determinante, nel mondo contemporaneo, delle relazioni economiche, culturali, politiche e religiose,15 e tradotta in vincoli di solidarietà.

Un nuovo "principio di mondialità", secondo cui è di competenza mondiale tutto ciò che è di interesse mondiale, dev'essere posto a fondamento dei rapporti sociali, economici e politici, ma perchè ciò avvenga è necessaria una revisione profonda dei principi che hanno regolato finora i rapporti internazionali.16

Tale revisione sarà possibile solo se diventerà comune la consapevolezza che lo sviluppo è attributo della pace e la pace è effetto della solidarietà.

Per costruire uniti una società nuova e un mondo migliore dobbiamo rivestire sempre più di solidarietà la giustizia sociale e internazionale.17

22. - La Chiesa, annunciando che l'uomo è amato da Dio, "svela l'uomo all'uomo, gli fa noto il senso della sua esistenza, lo apre alla verità intera su di sè e sul suo destino".18

Con l'incarico di manifestare al mondo il mistero di Dio che splende in Gesù Cristo, essa è chiamata a servire l'uomo in forza della sua missione evangelizzatrice.19

Vivere cristianamente la solidarietà, partendo, come scelta, dai più poveri, è uno dei modi fondamentali per evangelizzare la vita sociale.

Sempre più spesso, e da più parti, si chiede oggi alla Chiesa di prestare il suo ruolo tradizionale e insostituibile,20 di alleviare le necessità umane di ogni genere con antiche e sempre nuove opere di misericordia corporale e spirituale.

Il numero crescente e l'urgenza delle richieste non sembrano stimolare, tuttavia, una volontà di revisione dei principi che regolano il sistema economico e produttivo.

Esso funziona in base al principio, cui si attribuisce valore assiomatico, che "gli affari sono affari": etica ed economia continuano ad essere ritenute due competenze separate.

23. - Il riconoscimento della dignità personale, il vedere l'altro - persona, popolo o nazione - come un nostro simile ( cf Gen 2,18-20 ), fondamenti della solidarietà, non sono possibili d'altronde, a prescindere da una coscienza religiosa.21

Gli umani sistemi politici, economici e sociali, le umane responsabilità "non riescono ad assicurare all'uomo che egli possa nascere, esistere ed operare come unico e irripetibile":22 può essere trattato come un numero, l'anello di una catena, l'ingranaggio di un sistema, schiacciato e annullato nell'anonimato della collettività, dell'istituzione, della struttura.23

Che è unico e irripetibile glielo assicura Iddio.

"Per lui e di fronte a lui, l'uomo è sempre unico e irripetibile; qualcuno eternamente ideato ed eternamente prescelto; qualcuno chiamato e denominato con il proprio nome''.24

La nascita di Gesù è l'affermazione più radicale ed esaltante del valore di ogni essere umano a cui il Figlio di Dio, con l'incarnazione, si è, in un certo modo, unito.25

La fede è, dunque, l'orizzonte a cui riferirsi per trovare un senso profondo e per orientarsi nella vita sociale, per realizzare nella storia la soluzione dei problemi più gravi attraverso la solidarietà, espressione unificante della vita, "risvolto socio-politico della virtù cristiana della carità".26

24. - Solidarietà, orizzonte di futuro

Per la cultura e la vita sociale e politica del nostro Paese, in particolare, noi vediamo nella solidarietà un orizzonte di futuro, di rigenerazione e di crescita.

In una prospettiva di solidarietà si può intravedere, infatti, la soluzione dei maggiori nodi problematici caratterizzanti la situazione italiana contemporanea.

In tale prospettiva, l'efficienza del sistema economico e produttivo e un'azione politica ridefinita da una nuova capacità di interpretare, in un progetto globale, i bisogni di tutti e di ciascuno, ora questioni gravose e irrisolte, possono trasformarsi in obiettivi possibili.

* La solidarietà rende possibile una corretta concezione del rapporto fra tutela dei fondamentali diritti di ogni cittadino, che è funzione insostituibile dello Stato sociale, e legittima rivendicazione dei diritti della professionalità e della responsabilità sociale.

L'alternativa alla solidarietà è una privatizzazione senza regole, che radicalizza le differenze e penalizza le fasce meno garantite della popolazione.

* Una radicale revisione del rapporto tra etica ed economia e l'assunzione della solidarietà come criterio primario delle decisioni ed orizzonte complessivo entro cui collocare l'efficienza economica, affinché concorra allo sviluppo globale ( anche, ma non solo, economico ) della comunità nazionale, sono le condizioni che si impongono per recuperare le distanze tra Nord e Sud dell'Italia, che si vanno, invece, accentuando.

Sono le condizioni che consentono di affrontare la drammaticità della questione ecologica e le nuove povertà con interventi veramente orientati al bene di tutti e di ciascuno.

* Se si ispira alla solidarietà, l'azione politica può riacquistare forti motivazioni etiche e ritornare ad esprimersi come sintesi delle istanze emergenti dalla società, e loro corretta mediazione a livello istituzionale.

Solo in questi termini è possibile promuovere con l'azione politica il bene di tutti, soprattutto dei più poveri.

Per raggiungere tale risultato bisogna creare le condizioni per la crescita di una nuova cultura incentrata sui valori della gratuità, della condivisione, della comunione e della reciprocità.

Tutte le comunità cristiane, e ogni singolo credente, per il mandato che hanno ricevuto, sono debitori a questa società di una testimonianza appassionata e luminosa dei doni dello Spirito, contributo fondamentale per il cambiamento sociale nel senso auspicato.

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9 Cf Cons. Permanente della CEI,
Dichiarazione su L'impegno per l'unità europea ( 16 marzo 1989, n. 4 )
10 Cf Ivi, n. 7
11 Cf Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, n. 38
12 Cf Ivi, n. 28
13 Cf Ivi, n. 28
14 Ivi, n. 38
15 Cf Ivi, n. 38
16 Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti al Seminario CEI
su "Etica e democrazia economica", ( 18 febbraio 1989, n. 5 )
17 Cf Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, n. 39
18 Cf Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica post-sinodale su
"Vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo
"Christifideles laici" ( 30 dicembre 1988, n. 36 )
19 Cf Ivi, n. 36
20 Cf Ivi, n. 41
21 Cf Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, n. 39
22 Giovanni Paolo II, Primo radiomessaggio natalizio al mondo ( 25 dicembre 1978 )
23 Cf Giovanni Paolo II, Christifidelels laici, n. 37
24 Giovanni Paolo II, Primo radiomessaggio cit., ( 25 dicembre 1978 )
25 Cf Giovanni Paolo II, Christifideles laici, n. 37
26 Cf Comm. Episc. per i problemi sociali e il lavoro,
Nota pastorale, Chiesa e lavoratori nel cambiamento, n. 15