Con il dono della carità dentro la storia

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Anima di una storia rinnovata

« Ecco, io faccio nuove tutte le cose » ( Ap 21,5 )

6. - La novità dell'amore di Dio, che è venuta e viene nella storia, rinnova l'uomo, la comunità ecclesiale, la stessa società civile.

Il tema del Convegno, "Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia", mentre ci ricorda che il mistero della carità divina deve essere al centro della nostra esperienza, ci suggerisce anche che l'altro polo della nostra attenzione deve essere il rinnovamento del Paese.

Anzi il Vangelo stesso della carità ci muove ad agire in vista di tale obiettivo.

Seguendo l'insegnamento del Concilio Vaticano II, siamo convinti che la fede non ci distoglie dai nostri doveri terreni, ma ci « obbliga ancor più a compierli ».11

La nostra vita è protesa nella speranza verso il compimento ultimo oltre la storia; la carità, che ci anima, anela alla perfetta comunione con le Persone divine nell'eternità.

Però la stessa carità ci impegna a preparare nella storia il regno di Dio, promuovendo i valori umani nella loro autenticità e consistenza propria.

« I cristiani in cammino verso la città celeste, devono ricercare e gustare le cose di lassù; questo tuttavia non diminuisce, anzi aumenta l'importanza del loro dovere di collaborare con tutti gli uomini per la costruzione di un mondo più umano ».12

Dal Vangelo della carità vengono innanzitutto nuove motivazioni e nuove energie, quelle che a Palermo ci hanno fatto dichiarare il fermo proposito: Vogliamo star dentro la storia, con amore!

7. - La crisi del nostro Paese non è superficiale, ma « raggiunge i livelli profondi della cultura e dell'ethos collettivo »13

Ha le sue radici nel secolarismo e nella scristianizzazione, cioè nell'emarginazione e dimenticanza di Dio e nell'eclisse della fede in Gesù Cristo.

Da qui derivano la concezione deviante di una libertà umana senza verità oggettiva, lo smarrimento di valori morali, come quelli della vita, della famiglia, della solidarietà, e infine il disordine della convivenza civile.

Tale dinamica negativa, che impoverisce interiormente la società dell'Occidente, ricca peraltro di beni materiali e tecnologicamente evoluta, insidia pericolosamente anche il nostro Paese e il suo patrimonio di civiltà.

D'altra parte, accanto agli aspetti negativi, possiamo scorgere nel nostro tempo anche importanti elementi di verità e di bene.

Presso la maggioranza della popolazione si nota una diffusa religiosità, anzi un ritorno alla preghiera.

Molti sono alla ricerca di punti di riferimento, di ragioni di vita e di speranza.

Quanto alla concezione dell'uomo e della società, si affermano istanze e valori di grande rilievo, quali

il senso della dignità di ogni persona e

della pari dignità della donna,

il bisogno di rapporti autentici tra le persone,

il bisogno di giustizia e di valori comuni per una solida convivenza civile,

il desiderio di trasparenza politica,

l'aspirazione alla pace,

la salvaguardia e il rispetto della natura.

Tali elementi positivi ci fanno sperare che il travaglio in atto finisca per rivelarsi una crisi di crescita e ci offrono preziose opportunità per una nuova evangelizzazione.

8. - Intanto però non possiamo esimerci dal compiere come credenti e come comunità ecclesiale un doveroso esame di coscienza.

Come mai la fede cristiana, con i suoi contenuti specifici e le sue esigenze di coerenza, che rafforzano e trascendono il comune senso religioso, incide debolmente sulla mentalità e sul costume della gente, che pur si dichiara cattolica?

Come mai incide ancor meno nella cultura cosiddetta "alta", nelle proposte culturali dei media, negli indirizzi economici e politici?

Non abbiamo anche noi cristiani delle responsabilità?

Non pesano forse ancora le controtestimonianze che abbiamo dato in passato riguardo all'unità dei cristiani, al rispetto della libertà di coscienza nel servizio della verità, alla tutela dei diritti umani fondamentali?

Non ci sono anche oggi ritardi, omissioni, incoerenze?

Ci teniamo saldamente ancorati a Gesù Cristo con la preghiera, come i tralci alla vite?

Abbiamo il coraggio di testimoniare il Vangelo nella difesa di ogni uomo, a partire dai più deboli?

Quali sono i nostri difetti religiosi, morali e sociali che più nascondono il volto di Dio-Amore?

Quale contributo culturale possiamo dare al rinnovamento del nostro Paese?

9. - Il nostro contributo più prezioso al bene del Paese non può essere altro che una nuova evangelizzazione, incentrata sul Vangelo della carità, che congiunge insieme la verità di Dio che è amore e la verità dell'uomo che è chiamato all'amore: una nuova evangelizzazione consapevolmente attenta alla cultura del nostro tempo, per aiutarla a liberarsi dei suoi limiti e a sprigionare le sue virtualità positive.

È tempo di un nuovo incontro tra la fede e la cultura.

Se la fede ha bisogno della cultura per essere vissuta in modo umano, la cultura ha bisogno della fede per esprimere la pienezza della vocazione dell'uomo.

« È tempo di comprendere più profondamente che il nucleo generatore di ogni autentica cultura è costituito dal suo approccio al mistero di Dio, nel quale soltanto trova il suo fondamento incrollabile un ordine sociale incentrato sulla dignità e responsabilità personale.

È a partire da qui che si può e si deve costruire nuova cultura.

Questo è il principale contributo che, come cristiani, possiamo dare a quel rinnovamento della società in Italia che è l'obiettivo del Convegno ».14

Alla luce del primato di Dio, la persona umana risalta in tutta la sua dignità e i valori etici ricevono tutta la loro consistenza, consentendo di edificare una società ordinata.

La persona assume il ruolo di « principio, soggetto e fine di tutte le istituzioni sociali »15 e il rispetto verso di essa si pone « come criterio basilare, quasi pilastro fondamentale, per la ristrutturazione della società ».16

Il Vangelo della carità vuole farsi storia.

In quanto manifesta pienamente la verità dell'uomo, costituisce « la legge fondamentale dell'umana perfezione e perciò anche della trasformazione del mondo.17

La carità, è stato detto a Palermo, non è solo « pietosa infermiera » che cura le patologie della società, ma rimedio per rimuoverne le cause, anzi per prevenirle: a partire dai poveri essa vuole farsi guida verso il futuro del Paese; vuole essere « anima d'una storia rinnovata ».18

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11 Conc. Ecum. Vat II, Cost. Gaudium et spes, 43
12 Ivi, 57
13 Giovanni Paolo II, Discorso al Convegno ecclesiale di Palermo, 4
14 Giovanni Paolo II, Discorso al Convegno ecclesiale di Palermo, 4
15 Conc. Ecum. Vat II, Cost. Gaudium et spes, 25
16 Giovanni Paolo II, Esort. apost. Cristifideles laici, 39
17 Conc. Ecum. Vat II, Cost. Gaudium et spes, 38
18 Card. Giovanni Saldarini, Relazione introduttiva al Convegno ecclesiale di Palermo, 5