Con il dono della carità dentro la storia

Indice

Cammini di formazione

« Svegliati e rinvigorisci ciò che rimane » ( Ap 3,2 )

13. - Come tendere seriamente alla santità?

Come maturare una spiritualità incarnata nella concretezza della vita quotidiana e della storia?

Come diventare soggetti credibili della nuova evangelizzazione?

Non c'è altra via se non quella di una seria formazione alla vita cristiana.

Negli orientamenti pastorali per questi anni '90 abbiamo affermato: « L'educazione alla fede è una necessita generale e permanente: riguarda cioè i giovani e gli adulti non meno dei bambini e dei ragazzi, e comincia proprio da coloro che partecipano più intensamente alla vita e alla missione della Chiesa ».27

A sua volta il Convegno di Palermo ha ribadito l'urgenza, in un contesto di pluralismo religioso e culturale come il nostro, di conferire maggiore consapevolezza ed efficacia educativa a tutta la pastorale.

Chiediamo alle diocesi e alle parrocchie di privilegiare le scelte più idonee a sollecitare la graduale trasformazione della pratica religiosa e devozionale di molti in adesione personale e vissuta al Vangelo.

Finalizzino tutta la pastorale all'obiettivo prospettato dal nostro progetto catechistico: « Educare al pensiero di Cristo, a vedere la storia come lui, a giudicare la vita come lui, a scegliere e ad amare come lui, a sperare come insegna lui, a vivere in lui la comunione con il Padre e lo Spirito Santo.

In una parola, nutrire e guidare la mentalità di fede».28

14. - Come Dio, nel suo rivelarsi, incontra l'uomo nel tempo, così l'educazione alla fede lo introduce passo dopo passo alla pienezza del mistero e si fa itinerario.

Il primo itinerario da valorizzare è quello comune a tutto il popolo di Dio, l'anno liturgico, scandito dalla domenica, giorno del Signore e giorno della Chiesa, della Parola, dell'Eucaristia, della carità. A partire da questo fondamentale itinerario vanno poi sviluppati itinerari di vita cristiana diversificati, che tengano conto dell'età, del ruolo ecclesiale, dell'esperienza spirituale, della condizione familiare, culturale e professionale.

Nel comune cammino dell'anno liturgico devono innestarsi attenzioni specifiche, perché la proposta non suoni generica, ma colga ciascuno nella propria concreta situazione.

Perché l'esperienza di fede venga personalizzata, si valorizzino i luoghi in cui la persona esce dall'anonimato: la famiglia anzitutto, quindi la parrocchia, « casa aperta a tutti »,29 le piccole comunità, i gruppi, le aggregazioni ecclesiali.

Queste realtà possono diventare laboratori di preghiera, di rapporti umani e fraterni, di apostolato, di servizio ai poveri e alla comunità, di progettazione pastorale, culturale e sociale.

15. - Gli itinerari, diversi tra loro, devono comunque comprendere e fondere in una circolarità dinamica le tre dimensioni fondamentali della pastorale e della vita cristiana: annuncio, celebrazione e testimonianza.

Noi Vescovi avevamo già indicata questa esigenza come prioritaria negli orientamenti per questo decennio.30

A Palermo lo stesso Santo Padre ce l'ha ricordata, chiedendo alle nostre Chiese di « lasciarsi plasmare dall'ascolto della parola di Dio, alimentandosi e purificandosi continuamente alle fonti della liturgia e della preghiera personale, per vivere più intensamente la comunione ».31

La reciproca integrazione di catechesi, celebrazione e servizio della carità sta alla base anche dell'itinerario di formazione che il Santo Padre propone per tutto il popolo di Dio come preparazione prossima al Giubileo, un itinerario in tre tappe per gli anni 1997, 1998, 1999.

Nel primo anno la catechesi si concentra su Gesù Cristo unico Salvatore del mondo, l'iniziazione liturgica sul Battesimo, l'esperienza vissuta sulla testimonianza di fede.

Nel secondo anno alla catechesi, che ha per tema lo Spirito Santo e la sua presenza nella Chiesa, si uniscono la riscoperta della Confermazione e la partecipazione creativa e piena di speranza alla vita ecclesiale e sociale.

Nel terzo anno si compongono insieme la catechesi incentrata sul ritorno al Padre, il sacramento della Penitenza e l'impegno per edificare, a partire dai poveri, una civiltà dell'amore.32

Si tratta di un itinerario caratterizzato da una dinamica trinitaria, "per Cristo nello Spirito al Padre", che procede impegnando costantemente le tre dimensioni della vita cristiana.

Su di esso dovranno essere strutturati l'itinerario comune e gli itinerari diversificati di fede che ci siamo proposti.

16. - Per accogliere consapevolmente la verità della carità, che risplende in Cristo, occorre unire l'esperienza vissuta alla conoscenza dei contenuti e delle ragioni della fede ( cf. 1 Pt 3,15 ).

Un'attenta riflessione, per la formazione di salde convinzioni, appare ancor più indispensabile nel pluralismo religioso e culturale, che caratterizza il nostro tempo.

In questa prospettiva c'è anzitutto da diffondere la Bibbia e promuovere una lettura sapienziale di essa.

L'incontro diretto con la parola di Dio scritta è di importanza vitale per la formazione di personalità cristiane e per il discernimento evangelico della vita e della storia.

Ne abbiamo fatto intensa esperienza al Convegno di Palermo, meditando quotidianamente il testo dell'Apocalisse.

Da parte sua il Papa ci ha additato come obiettivo del primo anno di preparazione al Giubileo il ritorno « con rinnovato interesse alla Bibbia ».33

Occorre formare animatori di incontri biblici, promuovere l'uso di pregare con la Bibbia in famiglia e nei gruppi ecclesiali, diffondere specialmente la pratica della "lectio divina".

Si sperimenta così come l'interiorità cristiana non sia intimismo soggettivo, ma interiorizzazione della parola di Dio che è venuta nella storia e viene ora a plasmare la nostra esistenza.

Necessaria è anche la conoscenza della dottrina della Chiesa, senza la quale la stessa lettura della Bibbia rischia di cadere nel soggettivismo.

Gli itinerari formativi devono prevedere specifici momenti catechistici, in cui sono da utilizzare i testi del Catechismo della C.E.I. per la vita cristiana, destinati a sostenere l'educazione alla fede nelle diverse età.

In modo particolare raccomandiamo il Catechismo degli adulti La verità vi farà liberi, la cui struttura trinitaria risponde esattamente alla dinamica dell'itinerario proposto dal Santo Padre per la preparazione al Giubileo.

17. - L'esistenza cristiana è adesione a una parola di Verità, e insieme accoglienza di un dono di vita, che ci viene comunicato nei segni sacramentali.

Essa trova la sua sorgente e il suo culmine nell'Eucaristia, sacramento della carità e della comunione.

La partecipazione assidua all'Eucaristia sia posta al centro degli itinerari di fede.

Si curino innanzitutto le disposizioni interiori, indispensabili per una ricezione fruttuosa del sacramento.

Ma si dia giusta importanza anche al concreto linguaggio dei segni: parole e silenzi, gesti espressivi e immagini, canti e suoni, spazi e luci.

Per ravvivare la fede nella presenza di "Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo, ieri, oggi e sempre", si colga l'opportunità offerta dal prossimo Congresso eucaristico nazionale, che sarà celebrato a Bologna nel 1997, come preludio a quello dell'anno giubilare.

18. - Nutrendoci della Parola e dell'Eucaristia, saremo condotti a vivere la carità, con uno stile di vita caratterizzato da servizio, condivisione, attenzione preferenziale ai poveri, perdono e riconciliazione.

Gli itinerari formativi prevedano a riguardo non solo gesti episodici, ma esercizio assiduo, capace di coinvolgere intimamente e di creare mentalità.

Si aprano all'animazione da parte della Caritas diocesana e della Caritas parrocchiale; valorizzino la testimonianza del volontariato e soprattutto dei religiosi e delle religiose, che dedicano totalmente la vita a servire i fratelli, per farli incontrare con l'amore di Dio e di Cristo.

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27 C.E.I. Evangelizzazione e testimonianza della carità, 7
28 C.E.I. Il Rinnovamento della catechesi, 38
29 Giovanni Paolo II, Esort. apost. Cristifideles laici, 27
30 Cf. C.E.I. Evagelizzazione e testimonianza della carità, 28
31 Giovanni Paolo II, Discorso al Convegno ecclesiale di Palermo, 9
32 Cf. Giovanni Paolo II, Lett. apost. Tertio millennio adveniente, 39-52
33 Ivi, 40