Spirito Creatore

Indice

Introduzione

1. Obiettivi e motivi ispiratori

Il sussidio Spirito creatore, proposte e suggerimenti per promuovere la pastorale degli artisti e dell'arte, vede la luce in occasione del secondo anno di preparazione al Grande Giubileo del 2000, dedicato allo Spirito Santo, e da esso trae obiettivi e motivi ispiratori.

Gli obiettivi del sussidio, infatti, sono:

aiutare le diocesi italiane a dare spazio ai talenti artistici nelle varie manifestazioni della vita ecclesiale, annuncio-celebrazione-testimonianza della fede, non solo in qualche occasione isolata;

fare in modo che all'arte e agli artisti siano più disponibili tutte le comunità cristiane italiane, non solo alcune di esse;

facilitare il dialogo e l'amicizia tra la Chiesa e gli artisti, non accontentarsi di rapporti sporadici e funzionali.

Siamo convinti, infatti, che quello dell'arte sia da considerare un dono dello Spirito fatto ad alcuni per l'utilità di tutti nella Chiesa e che "tutto ciò che di bello e di positivo avviene nel mondo è opera dello Spirito Santo".1

Di fronte ai doni dello Spirito la Chiesa non può distrarsi, dal momento che è suo compito specifico discernerli e valorizzarli.

La Chiesa che è in Italia, peraltro, a questo proposito si è particolarmente distinta: essa, infatti, nel corso della sua storia bimillenaria ha saputo riconoscere e valorizzare i talenti artistici con risultati che sono espressioni splendide della fede cattolica e patrimonio dell'umanità intera.

Alle soglie del terzo millennio, con questo sussidio si intende aiutare le diocesi italiane a dare nuovo vigore a questo loro atteggiamento tradizionale e, nello stesso tempo, a rinnovarlo secondo le esigenze attuali.

La Chiesa non deve, non può avere paura dell'arte e degli artisti.2

2. Destinatari

Il sussidio viene offerto in primo luogo alle Commissioni diocesane per l'arte sacra e i beni culturali, gli organismi diocesani istituiti dai Vescovi perché si prendano cura di tutto quanto riguarda l'arte sacra e i beni culturali.

Le Commissioni diocesane per l'arte sacra e i beni culturali, a nome e per conto dei Vescovi, hanno il compito di moderare e di promuovere l'arte sacra e i beni culturali e, complessivamente, di favorire, promuovere e coordinare la pastorale dell'arte e degli artisti.

Compete al Vescovo, infatti, insegnare anche il valore teologico e spirituale delle arti.3

In collaborazione con le famiglie religiose, le associazioni, i movimenti, i gruppi e le singole persone, che da tempo e nelle più diverse forme dialogano con gli artisti e ne valorizzano gli apporti, sarebbe opportuno che le diocesi italiane prendessero l'iniziativa in modo diretto, organico e con il coraggio e il discernimento necessari.

3. Contenuti

Il Sussidio contiene suggerimenti e indicazioni relativi ad alcuni punti nevralgici dell'azione pastorale in relazione all'arte e agli artisti.

In particolare, precisa gli obiettivi fondamentali da perseguire in vista del Grande Giubileo e stimola a guardare oltre il Giubileo, nella prospettiva del terzo millennio; specifica i principali spazi di azione e le iniziative da privilegiare; individua le strutture diocesane, interdiocesane, regionali e nazionali sulle quali questa specifica azione pastorale fa perno.

4. Suggerimenti per l'uso

I suggerimenti contenuti nel sussidio vengono offerti alle Commissioni diocesane per l'arte sacra e i beni culturali come aiuto e stimolo perché esse li usino con grande libertà e creatività.

Ciò che si desidera è che in ogni diocesi, in ciascuna secondo la propria storia e in relazione al proprio concreto contesto, si compia un passo avanti rispetto alla situazione attuale.

L'auspicio è che da un atteggiamento di stima per l'arte e per gli artisti - ancora piuttosto teorica, prudente e timorosa, che si esprime in isolate iniziative occasionali, più preoccupate della tutela del patrimonio esistente che della promozione di nuove opere - si passi a un atteggiamento di considerazione più esplicita, motivata, inserita organicamente nell'attività pastorale ordinaria, capace di dare vita a iniziative in modo più dinamico e propositivo anche in relazione alle arti e agli artisti.

5. Quali arti e quali artisti

Quando nel sussidio si parla di arte e di artisti ci si riferisce senza distinzioni a tutti gli artisti e a tutte le arti.

Pur con le debite distinzioni, infatti, le arti, sia quelle che hanno una lunga storia alle spalle - architettura, pittura, scultura, poesia, teatro, musica, canto, danza -, sia quelle più recenti - fotografia, cinema, televisione, arti multimediali -, sono da considerare, nella loro globalità, un dono offerto all'umanità e alla Chiesa, alla cui sorgente sta lo Spirito Creatore.

Se le esemplificazioni e i riferimenti diretti terranno conto prevalentemente di alcune tra le esperienze artistiche più diffuse nel campo della architettura, pittura e scultura, mediante opportune iniziative ci si preoccupi di estendere l'attenzione alle altre arti e di mantenere vivi i rapporti tra le diverse arti e i diversi generi di artisti, secondo una visione circolare e dinamica dei doni e delle capacità.

6. Il contesto

Sullo sfondo del sussidio c'è un fenomeno molto positivo: il crescente e reciproco interesse tra la Chiesa e gli artisti, particolarmente evidente nell'ultimo decennio del nostro secolo.

Molti fatti ne danno testimonianza:

l'emergere più esplicito delle tematiche religiose e cristiane in molte opere e manifestazioni artistiche;

la crescente attenzione personale degli artisti nei riguardi della Chiesa, dei fatti spirituali e cristiani;

una più organica presenza ecclesiale nel campo delle arti che si è espressa nella pubblicazione di documenti ufficiali, nella istituzione di nuovi organismi e nella promozione di numerose iniziative.

Il sussidio va letto e utilizzato in stretta connessione con alcuni documenti pubblicati recentemente dalla Conferenza Episcopale Italiana:

I beni culturali della Chiesa in Italia, edito nel 1992,

La progettazione di nuove chiese, edito nel 1993,

L'adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica, edito nel 1996

e nel contesto del "Progetto culturale orientato in senso cristiano", promosso dai vescovi italiani nel 1997.4

Indice

1 C. M. Martini, Tre racconti dello Spirito.
Lettera pastorale per verificarci sui doni del Consolatore 1997-1998.
La convinzione che lo Spirito Santo è all'opera dovunque è largamente documentata nella letteratura patristica.
Cfr. Y. M. Congar, Credo nello Spirito Santo. Lo Spirito come vita, Brescia, Queriniana, 1982, vol. II, p. 232.
Il rapporto tra Spirito Santo e "bellezza" è stato oggetto di specifica attenzione da parte della teologia ortodossa che arriva a chiamare lo Spirito Santo "Spirito della Bellezza" ( P. N. Evdokimov, Teologia della bellezza. L'arte dell'icona, p. 30 ).
Il pastore valdese Paolo Ricca offre una sintesi felice dell'atteggiamento delle diverse confessioni cristiane quando sostiene che "la bellezza e l'arte in tutte le sue espressioni sono … un dono di Dio, un regalo gratuito e misterioso che accompagna la nostra vita e può alleviare la nostra anima, calmarla, e anche stupirla e interrogarla.
La bellezza in qualunque manifestazione ha un rapporto segreto con Dio, 'bellezza tanto antica e tanto nuova'.
La bellezza della creatura rinvia alla bellezza sui generis del Creatore, di cui costituisce una parabola.
La creazione artistica scopre l'intima, segreta bellezza del mondo e dell'uomo, delle cose che sono, visibili e invisibili, la mette in luce, la segnala e la celebra, malgrado ciò che la contraddice e la nega.
L'arte ricrea in qualche modo il mondo trasfigurandolo.
In questo senso, è sorella della teologia" ( cfr. P. Ricca, Arte e Teologia, p. 29 )
2 Sulla relazione tra arte e religione paiono particolarmente illuminanti le parole di Roberto Gabetti, architetto e storico dell'architettura: "Arte e religione hanno alcuni tratti comuni.
Richiede l'arte, nell'artista come nell'osservatore, un coinvolgimento della personalità razionale e affettiva, e cioè in qualche modo totale.
Questo è un atteggiamento comune con la religione.
Richiede la religione nostra distacco dai beni del mondo, dalle consuetudini correnti, dai discorsi detti e ripetuti: vuole la religione linguaggi nuovi, autentici, significativi e coinvolgenti.
Il semplice rispetto di norme, di leggi, di regole non ha effetti positivi né per la religione né per l'arte.
Detto ciò, riconosciuti alcuni valori raffrontabili, se non comuni, l'arte è cosa diversa dalla religione e la religione cosa diversa dall'arte".
A proposito del travagliato rapporto tra fede, cultura e arte contemporanea meritano di essere menzionate alcune riflessioni di Romano Guardini contenute nel volume Lettere dal lago di Como.
La tecnica e l'uomo, Brescia, Morcelliana, II ed. 1993, p. 99 ( le lettere sono state pubblicate per la prima volta nel 1923 ): "In primo luogo, dunque, bisogna dire 'sì' al nostro tempo.
Il problema non sarà risolto con un tornare indietro, nè con un capovolgimento o con un differimento; e neppure con un semplice cambiamento o miglioramento.
Si avrà la soluzione soltanto andandola a cercare molto in profondità."
3 Cfr. Conc. Ecum. Vat. II, Decreto sull'ufficio pastorale dei Vescovi, n. 12
4 Cfr. Progetto culturale orientato in senso cristiano.
Una prima proposta di lavoro, a cura della Presidenza della C.E.I., 28 gennaio 1997