Comunicazione e missione

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L'inculturazione della fede nel tempo dei media

47 Nell'ottica del progetto culturale

La cultura mediale cambia e cresce, trasformando il mondo attorno a sé.

La Chiesa segue con attenzione tale processo ed è consapevole della sua rilevanza epocale, come dimostrano i documenti del Magistero ai diversi livelli. «Il mondo dei mass-media, in seguito all'accelerato sviluppo innovativo e all'influsso insieme planetario e capillare sulla formazione della mentalità e del costume, rappresenta una nuova frontiera della missione della Chiesa».34

Riconoscendo e apprezzando le possibilità insite nei media, essa si è impegnata sul terreno del loro uso operando un attento discernimento della cultura da essi generata.

Il loro ruolo risulta essenziale per l'attuazione di quel progetto culturale su cui la Chiesa italiana ha inteso orientare la sua missione nel nostro tempo, in particolare a partire dal Convegno ecclesiale di Palermo, in quanto la cultura e la comunicazione costituiscono un areopago d'importanza cruciale ai fini dell'inculturazione della fede cristiana.

48 La comunicazione, contenuto e rete del progetto culturale

Il progetto culturale esprime una profonda consapevolezza: la fede non è autentica e la missione della Chiesa non è efficace se entrambe non assumono uno spessore e una valenza culturali.

La sfida è condurre i credenti a pensare e vivere la fede come fatto culturale che impegna tutti nel discernimento e nella creatività.35

La comunicazione sociale diviene contenuto e rete dello stesso progetto culturale cristianamente ispirato: contenuto perché nell'"areopago della comunicazione" passano pressoché tutti i modelli di pensiero e di comportamento, le tendenze e gli stili di vita contemporanei; rete per le nuove e originali occasioni offerte dai mezzi della comunicazione mediale alla cultura cristianamente ispirata affinché si diffonda ed entri in dialogo con altre culture.

Ignorare il mondo della comunicazione, o semplicemente sottovalutare la sua capacità di incidere sulle coscienze, significa precludersi ogni possibilità di evangelizzare la cultura moderna.

49 Un compito antico e sempre nuovo

Ogni epoca, ogni condizione, ogni contesto richiede un suo specifico linguaggio.

La Chiesa lo ha sempre tenuto presente nell'annunciare la parola di Dio.

Agostino applica alla comunicazione della fede i principi della retorica classica ( De doctrina christiana e De catechizandis rudibus ) e Gregorio Magno raccomanda ai predicatori i principi della comunicazione umana come parte essenziale dell'opera pastorale, adattandosi al carattere e ai bisogni della propria gente ( Regula pastoralis ).

Con l'invenzione e la diffusione della stampa la comunicazione della fede si trova poi di fronte alla sfida di elaborare una trasmissione attenta agli aspetti concettuali e dottrinali, ma consapevole di rivolgersi a una popolazione sempre più numerosa di alfabetizzati.

Tale processo si è via via ampliato fino ai nostri giorni e all'avvento delle nuove tecnologie.

50 Rilevanza del linguaggio artistico

Nel progressivo differenziarsi dei linguaggi, non hanno perso il proprio ruolo le varie espressioni artistiche.36

Pittori e scultori hanno saputo rappresentare l'esperienza religiosa con opere che ancora oggi possono essere contemplate in chiese, cappelle, battisteri; botteghe di artigiani hanno continuato a rendere il luogo del culto degno riflesso della presenza di Dio.

Una memoria artistica che attesta la tradizione del popolo cristiano e la sua fede.

Tale dialogo prosegue ancor oggi con gli architetti e gli artisti, accompagnandoli e sostenendoli nel lavoro di ricerca di forme che sappiano mostrare il mistero dell'infinito, perché l'arte «è, per sua natura, una sorta di appello al Mistero».37

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34 Giovanni Paolo II, Christifideles Laici 44
35 Presidenza della C. E. I. Progetto culturale orientato in senso cristiano.
Una prima proposta di lavoro, 2
36 Pontificia commissione per le comunicazioni sociali, Communio et progressio, 54-58
37 Giovanni Paolo II, Lettera agli artisti 10