CEI/Ragazzi/02/02.txt Catechismo dei Fanciulli e dei Ragazzi Volume 2 - Venite con me Presentazione I Vescovi italiani, con gioia e fiducia, consegnano il catechismo Venite con me ai fanciulli del nostro paese, perché li possa accompagnare come libro della fede in un cammino di iniziazione cristiana. Il catechismo è destinato in particolare ai fanciulli di 8-10 anni ( secondo momento della fanciullezza ), i quali, dopo una fase ricca di nuove scoperte e di nuove relazioni, vivono ora un momento di particolare stabilità e sono capaci di un impegno più costante, di formulare un giudizio sui comportamenti, di partecipare attivamente alla vita di gruppo, di vivere relazioni di amicizia. È una fase molto importante anche a livello di educazione alla fede e di esperienza ecclesiale: dopo la scoperta dei segni della presenza del Signore in mezzo a loro ( vedi il catechismo Io sono con voi ), i fanciulli possono approfondire la conoscenza della persona di Gesù e accogliere la sua chiamata per vivere come suoi discepoli. Il titolo del catechismo Venite con me esprime bene la prospettiva del cammino di iniziazione a cui i fanciulli sono chiamati nella comunità ecclesiale: Gesù, il Maestro e il Salvatore, li invita a seguirlo per entrare in comunione con lui e, nella comunità cristiana, imparare a vivere e ad amare come lui, a far propri i suoi insegnamenti e il suo stile di vita, riconoscerlo nella fede come il Salvatore che continua ad agire attraverso la parola, i sacramenti e la testimonianza di vita dei suoi discepoli. Per questo nelle pagine del catechismo ai fanciulli vengono offerti una lettura quasi continuata del Vangelo e i segni di comunione e di salvezza di Dio con noi: la Chiesa, i sacramenti, i dieci comandamenti e il comandamento dell'amore, il compimento nella vita eterna. Il catechismo è consegnato direttamente ai fanciulli, protagonisti di crescita umana e cristiana, ma insieme viene consegnato alle loro comunità ecclesiali e familiari e ai diversi ambienti educativi perché lo sappiano aprire con loro quale strumento per la catechesi viva e per una comune esperienza cristiana di discepolato con il Signore Gesù. Le pagine introduttive di ogni capitolo intendono favorire un cammino da percorrere insieme verso mete comuni di conversione e di crescita nella vita cristiana. Le pagine conclusive o di sintesi al termine di ogni capitolo invitano a una attenta consegna della fede della Chiesa in vista di una più consapevole e gioiosa confessione della fede. Il catechismo può essere utilizzato in due anni, con al centro la celebrazione della Messa di Prima Comunione e una sapiente educazione morale. La sua proposta di fede va collocata, in ogni caso, all'interno dell'intero progetto del catechismo per l'iniziazione alla Vita cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, in continuità con il primo volume Io sono con voi, e in vista degli ulteriori sviluppi offerti da Sarete miei testimoni ( 3° volume ) e Vi ho chiamati amici ( 4° volume ). Apriamo questo catechismo con la disponibilità evangelica dei discepoli che accolgono la chiamata del Signore, "venite con me", e intendono ogni giorno seguirlo con più generosità e gioia insieme ai fanciulli. † Camillo Ruini Presidente della Conferenza Episcopale Italiana Roma, 31 marzo 1991 Domenica di Pasqua, in Resurrectione Domini Vieni e seguimi Messaggio I cristiani sono i discepoli di Gesù. Questa certezza caratterizza il cammino di fede proposto dal catechismo "Venite con me". La prima unità didattica "Vieni e seguimi" è la chiave di lettura di tutto l'itinerario didattico. Gesù chiama ogni uomo a diventare suo discepolo. Intorno a Gesù cresce la comunità cristiana. Anche i fanciulli sono personalmente chiamati a scoprire e a vivere con gioia l'invito di Gesù. Essi sono figli di Dio: nella Chiesa imparano a conoscere e ad amare il Signore. Obiettivi La proposta catechistica presenta Gesù che chiama ogni giorno a seguirlo. Pertanto i fanciulli sono aiutati a: - conoscere nei vangeli alcune chiamate di Gesù a seguirlo; - essere attenti e disponibili a dire di sì a Gesù; - rispondere con generosità fidandosi di Gesù. Contenuti L'itinerario catechistico si sviluppa attraverso i seguenti nuclei tematici: - Con noi tutti i giorni: si cresce con l'aiuto di altre persone. Gesù è con noi e offre la sua amicizia. - I pescatori del lago: quattro pescatori lasciano il loro mestiere per seguire Gesù: è una svolta decisiva che esprime generosità e fiducia nella chiamata del Signore. - La giornata di Levi: non importano le condizioni di vita o i giudizi della gente: l'appello a cambiar vita e a seguire Gesù raggiunge tutti, anche i peccatori. - Un giovane se ne va triste: ci vuole coraggio e generosità per dire di sì al Signore. Non tutti sono pronti a rinunciare ai loro agi e alle loro abitudini per una risposta senza esitazioni. - Tutti sono chiamati: nessuno viene escluso, anche ai piccoli è data la possibilità di stare accanto a Gesù. Il Battesimo segna l'inizio di un lungo cammino di dialogo e di comunione. - Questo è il giorno del Signore: la domenica, giorno del Signore, i cristiani si riuniscono in chiesa nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Dio li chiama insieme per ascoltare Gesù che parla. Dimensioni L'invito di Gesù ai primi discepoli si ripete oggi nel dialogo misterioso e personale che egli tesse ogni giorno con l'uomo. La catechesi si sviluppa secondo le seguenti dimensioni: - La vita dei fanciulli: si apre la giornata con la voglia di fare e di incontrare la gente. Essere personalmente interpellati da Gesù è un onore e un impegno. La domenica si fa festa insieme e ci si incontra con i propri fratelli. - La Bibbia: i vangeli documentano l'incontro di Cristo con la gente. L'invito è di ascoltarlo e di seguirlo per crescere insieme a lui. - La liturgia e la preghiera: il Battesimo ha segnato il primo incontro con Gesù e la Chiesa. La domenica è il giorno della settimana in cui i cristiani si riuniscono per ascoltare Dio che parla. La partecipazione alla Messa domenicale è gioia e dovere. - L'educazione morale: l'ascolto della chiamata di Gesù qualifica la vita cristiana. La scelta di stare con Gesù chiede disponibilità e dona capacità nuove per la propria crescita. Un cammino di fede fatto insieme Per la pastorale catechistica I fanciulli ai quali è destinato questo catechismo non sono al primo incontro con il Signore Gesù. Dal giorno del Battesimo vivono con lui nella Chiesa. In casa, in parrocchia, a scuola hanno già cominciato a conoscere il Signore. Spesso sono con noi quando preghiamo in casa e nella assemblea liturgica della domenica. Molti hanno già iniziato in parrocchia con la catechesi un cammino di crescita nella fede. Quali nuove tappe di vita cristiana sono ora aperte alla crescita spirituale? La vita dei fanciulli è come una giornata iniziata da poco. Possono gli adulti programmarla per loro, senza mettere in bilancio i doni della grazia di Dio e la creatività dei fanciulli? Si deve attendere che i fanciulli decidano da soli, per rispetto alla loro libertà? Alla luce del Vangelo tutti gli educatori diventano consapevoli della loro responsabilità a servizio verso i piccoli. - Il segno della croce accompagna il cammino di fede dei cristiani. Dal giorno del Battesimo, ai momenti di preghiera in famiglia, negli incontri in parrocchia e soprattutto alla Messa nel giorno del Signore, il segno della croce qualifica l'agire dei cristiani. - Come i pescatori del lago, come Levi il pubblicano, siamo invitati a seguire Gesù per compiere la missione che egli ci affida. Nella comunità dei cristiani la domenica è il grande giorno della chiamata del Signore. Siamo invitati a seguirlo e a compiere le opere del suo amore. - I fanciulli comprendono meglio la chiamata di Gesù se in famiglia i genitori sanno dare una loro coerente risposta al Signore. Una giornata che comincia La notte è passata, si fa giorno. La città, i paesi e le campagne si risvegliano; nelle case riprende la vita. Contadini, operai, impiegati, tecnici, tutti raggiungono il loro posto di lavoro. Per i fanciulli questo posto è la scuola. Che cosa porterà il nuovo giorno? Ogni giornata è un dono nuovo da accogliere con responsabilità e da condividere con gli altri. È bello programmare tante cose e, insieme, essere disponibili a nuove scoperte e a nuovi incontri. Al mattino i cristiani fanno il segno della croce. Si preparano a compiere i lavori che fanno anche gli altri uomini; con il segno della croce, ricordano che devono vivere la loro giornata insieme al Signore: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. La nostra vita è un insieme di tante giornate, è come un lungo cammino. Oggi che cosa farò? Chi incontrerò? Nella gioia e nel sacrificio di ogni giorno, Gesù chiama ad essere suoi amici. Con noi tutti i giorni Abbiamo bisogno degli altri per crescere. Chi mi ama lavora per me, mi dà una casa, affetto e protezione. Parlo con i miei amici, gioco con loro, mi diverto. Lungo la mia giornata incontro tante altre persone: ognuno mi offre qualcosa per crescere. Sì, divento grande stando insieme agli altri. C'è qualcuno che più di tutti può aiutarmi a crescere? Gesù è con noi tutti i giorni. I suoi insegnamenti sono luce ai nostri passi, i suoi gesti d'amore infondono coraggio e voglia di vivere. Per noi e per la nostra salvezza discese dal cielo, e venne ad abitare in mezzo a noi. Dio Padre lo ha mandato nel mondo, perché sia l'amico di tutti. Non sei tu a cercarlo per primo, lui ti viene incontro, ti invita personalmente, ti offre la sua amicizia: "Vieni, se vuoi, puoi diventare mio discepolo!". Non importa se siamo piccoli, poveri, peccatori: a tutti il Signore rivolge la sua parola; per ciascuno c'è la gioia di stare con lui ogni giorno. Eccomi, Signore! Che cosa vuoi che io faccia? I pescatori del lago È mattino sul lago di Galilea. Betsaida, Cafàrnao e gli altri paesini, che sono adagiati lungo le rive, si risvegliano. Il lago abbonda di pesci e le sue acque sono chiare e pulite; la gente vive di pesca. Quattro pescatori sono al lavoro. Sembra una giornata come le altre ed essi sperano di fare una pesca abbondante. Inizia, invece, la giornata più importante della loro vita. Viene incontro a loro una persona che ancora non conoscono. Quel giorno, passando lungo il mare di Galilea, Gesù vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; Gesù disse loro: "Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini". E subito, lasciate le reti, lo seguirono: Andando un poco oltre, vide anche sulla barca Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedeo sulla barca con i garzoni, lo seguirono. Vangelo di Mc 1,16-20 Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni, i pescatori del lago, lasciano tutto e seguono Gesù. Ancora non sanno cosa che egli vuole, ma hanno fiducia in lui. L'incontro con Gesù può cambiare la nostra vita. La giornata di Levi Gli ebrei, al tempo di Gesù, dovevano pagare le imposte all'imperatore di Roma. Le immagini dell'imperatore erano impresse nelle monete e ricordavano loro che non erano un popolo libero. Nelle piazze, dove si svolgeva il mercato sedevano al banco gli esattori che riscuotevano le tasse. La gente li disprezzava e diceva che rubavano. Un giorno Gesù uscì e vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte e gli disse: "Seguimi!". Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla di pubblicani e d'altra gente seduta con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: "Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?". Gesù rispose: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi". Vangelo di Lc 5,27-32 Gesù non fa preferenze tra le persone. Egli vede nel cuore di ciascuno e sceglie i suoi amici anche tra coloro che la gente disprezza. Un giovane se ne va triste Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni, i pescatori del lago, e anche Levi, l'esattore delle imposte, seguono prontamente Gesù. Altri invece, discutono con lui, vogliono sapere che cosa li attende. Un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: "Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?". Egli rispose: "Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti". Il giovane gli disse: "Li ho sempre osservati; che cosa mi manca ancora?". Gli disse Gesù: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi". Udito questo, il giovane se ne andò triste, perché aveva molte ricchezze. Leggi il Vangelo di Mt 19,16-22 Per il giovane che aveva incontrato Gesù, quella fu una giornata triste. Egli era buono, ma non aveva coraggio e generosità. Ad alcuni Gesù chiede di lasciare ogni cosa e di dedicare tutta la vita al bene dei propri fratelli. Ci sono persone che hanno questa forza. Ne conosci qualcuna? A te che cosa chiederà Gesù? Tutti sono chiamati Solo i grandi possono seguire Gesù? Ad essi è rivolta la sua chiamata e ciascuno deve rispondere. Ma i piccoli? E i fanciulli? Tra la folla che seguiva Gesù, c'erano spesso dei bambini: qualche papà o mamma li portava a Gesù perché li toccasse e li benedicesse; ma i suoi discepoli li sgridavano. Allora Gesù li fece venire avanti e disse: "Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà". Vangelo di Lc 18,16-17 L'amore di Gesù è per tutti: è per i piccoli, è per i grandi, è per il mondo intero. Il giorno del Battesimo Gesù unisce strettamente a sé i bambini perché crescano da figli di Dio. Anche se non parlano e non camminano, aiutati dai genitori, dai padrini e dalla comunità cristiana, potranno imparare da Gesù ad amare Dio Padre e a conoscere il dono dello Spirito Santo. Attorno a Gesù cresce tutta la famiglia dei figli di Dio che è la Chiesa. Questo è il giorno del Signore Giorno dopo giorno una settimana è passata. E domenica. Si fa festa. Nelle città e nei paesi c'è un risveglio diverso. Non si va a scuola. Si lascia il lavoro per riposare dalla fatica e per stare insieme ai propri cari e con gli amici. Anche il suono più festoso delle campane invita alla gioia. Piccoli e grandi, insieme, andiamo alla chiesa per celebrare l'Eucaristia. Il prete ci accoglie nel nome del Signore: La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l'amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi. Anche noi salutiamo con gioia il sacerdote e rispondiamo: E con il tuo spirito. La giornata dei cristiani ha inizio con il segno della croce. La nuova settimana comincia con la Messa della domenica. La domenica è il giorno del Signore. Tutti i cristiani vanno alla chiesa per onorare il nome di Dio e ascoltare la sua parola. Il Vangelo Gli apostoli seguirono Gesù nei suoi viaggi per i paesi della Galilea e della Giudea. Essi furono testimoni di tutto quello che Gesù faceva, fino al giorno della sua morte in croce. Dopo la sua risurrezione Gesù apparve agli apostoli e li inviò in tutto il mondo ad annunciare che egli, il Signore, vive per sempre. Gli apostoli cominciarono subito a predicare la passione, la morte e la risurrezione di Gesù, e anche le parole e i fatti della sua vita. Lo Spirito Santo li aiutava a ricordare con fedeltà e a comprendere quello che avevano visto e udito. Coloro che credevano alla predicazione degli apostoli chiedevano il Battesimo e così diventavano fratelli di Gesù e tra di loro. Stavano insieme, celebravano l'Eucaristia e si volevano bene, perché si sentivano uniti nello Spirito Santo, che Gesù aveva loro donato. Nacque così la famiglia dei discepoli di Gesù, la Chiesa. Alcuni apostoli e alcuni dei loro discepoli cominciarono anche a scrivere, su ispirazione dello Spirito Santo, i fatti e i discorsi di Gesù, gli avvenimenti della sua passione, morte e risurrezione. Ora tutto questo è raccolto nei quattro libri: il Vangelo secondo Matteo, secondo Marco, secondo Luca e secondo Giovanni. Vangelo è una parola che viene dalla lingua greca e vuol dire lieto annunzio. Per ricordare, pregare e vivere Nella Chiesa, tutti sono chiamati a essere discepoli di Gesù ogni giorno. Quando siamo diventati discepoli di Gesù? Fin dal giorno del Battesimo siamo diventati discepoli di Gesù e in lui siamo figli di Dio. Perché la domenica è festa? La domenica è festa perché è il giorno del Signore risorto: attorno a Gesù Dio Padre chiama tutti i suoi figli come in una sola famiglia. Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua verità e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza, in te ho sempre sperato. Leggi il Sal 25 Quale annuncio gioioso ascoltano i cristiani la domenica? I cristiani la domenica ascoltano il lieto annuncio del Vangelo: Gesù è risorto e ci salva. Sulle strade del Signore Messaggio La vita è il luogo di incontro tra Dio e l'uomo. Ma il dialogo è sempre stato difficile. I testi sacri raccontano l'iniziativa e la fedeltà di Dio, ma contemporaneamente parlano della fragilità e dei tradimenti degli uomini. La premessa di un salvatore crea attesa e necessità di conversione. Maria accoglie Gesù, il salvatore promesso, nel suo seno e Giovanni Battista ne annuncia la presenza in mezzo al popolo. Obiettivi Si vuole aiutare i fanciulli a raggiungere i seguenti obiettivi: - scoprire la fedeltà di Dio Padre che ha promesso e inviato il Salvatore; - accogliere Gesù che viene, come ci ricorda il Natale; - impegnarsi ogni giorno ad agire con bontà. Contenuti L'itinerario catechistico si sviluppa attorno ai seguenti nuclei tematici. - Dio è fedele: fin dagli inizi della storia, leggiamo nella Bibbia, Dio è generoso e fedele. Il peccato di Adamo e di Eva porta dolore e morte nel mondo; ma c'è una promessa di salvezza. - Sempre desti e pronti: Dio si sceglie un popolo per realizzare la sua promessa. Con Abramo inizia la storia della benevolenza di Dio verso il popolo eletto che a volte dimentica l'alleanza. La parola dei profeti rimprovera e risveglia la speranza. - Preparate la strada del Signore: Giovanni il Battista invita la gente a preparare la strada al Messia, richiama il popolo alla conversione e alla penitenza. - Ecco l'agnello di Dio: arriva il Messia. Giovanni Battista lo indica alla gente come colui che viene a portare il perdono. - Sono la serva del Signore: Maria è modello di disponibilità ai voleri di Dio. La madre di Gesù insegna ai cristiani ad accogliere prontamente nella vita Gesù, il Salvatore. - Grandi cose fa per noi il Signore: di fronte alle grandi opere che Dio fa per noi, i cristiani, come ha fatto la madre di Gesù, elevano a Dio un canto di lode e di ringraziamento. Dimensioni La catechesi, nell'indicare ai fanciulli un cammino di conversione proporzionato alle loro forze e alle loro capacità, sviluppa le seguenti dimensioni: - La vita dei fanciulli è considerata all'interno della vita familiare e sociale: risente delle scelte giuste e degli errori degli adulti. - La Bibbia presenta momenti significativi della storia della salvezza: creazione, peccato, alleanza, promessa e attesa del Salvatore, incarnazione del Figlio di Dio, conversione al Vangelo. - La liturgia e la preghiera propone i richiami espliciti all'Avvento e al Natale, l'attenzione ai riti penitenziali all'inizio dell'Eucaristia, invita i fanciulli a celebrare comunitariamente il perdono e la conversione. - L'educazione morale punta a far superare pigrizie e stanchezze; stimola al compimento fedele dei propri doveri; sollecita alla penitenza e al perdono. L'atteggiamento di fedeltà e di servizio al Signore è fonte di gioia. Un cammino di fede fatto insieme Per la pastorale catechistica Oggi, a volte, il ritmo della vita sembra toglierci il respiro; quasi senza accorgerci preferiamo le cose alle persone, il profitto alla disponibilità e al servizio, la superficialità all'impegno responsabile. E spesso a Dio lasciamo l'ultimo posto. Eppure a noi arrivano infiniti segni dell'amore di Dio. In molti modi egli ci chiama e ci invita a raddrizzare le nostre strade. Come possiamo metterci sulla strada del Signore? - Per mezzo di Abramo, di Mosè, dei profeti e per mezzo di Giovanni Battista, Dio ha invitato gli uomini ad accogliere il Figlio suo, il Salvatore, offrendo in lui un'alleanza di pace. Cosa vogliono dire per noi gli avvenimenti e le parole dell'Antico Testamento, ora che Gesù è già venuto, ed è morto e risorto? - Nel periodo liturgico dell'Avvento la Chiesa ci ricorda le promesse e il patto dell'antica alleanza per ridestare in noi il desiderio di accogliere il Signore nella nostra vita. Il richiamo forte di Giovanni Battista ci invita a rivedere il nostro cammino cristiano in famiglia, in parrocchia e nella vita. L'Avvento liturgico ci insegna l'esigenza di una continua attesa del Signore, fino all'incontro con lui nel giorno della gloria. Quando Gesù tornerà deve trovarci pronti all'incontro con lui e ricchi di frutti di vita. Chi sa attendere così il Signore cammina sulle sue strade. - Per tutti Maria è modello di fede e immagine della Chiesa che attende il Signore e compie la sua volontà. I cristiani sanno accogliere il Signore quando sono vigilanti nella preghiera, esultanti nella sua lode, forti nella speranza, premurosi nella carità. Le occupazioni di ogni giorno Una giornata intera vicino a papà e mamma, oppure accanto ad altre persone che conosciamo… Quante cose fanno! Quanti impegni ed energie! Che cosa li preoccupa o li rende contenti? Anche gli amici sono presi da mille preoccupazioni. Durante la giornata studiano, guardano la televisione, giocano, parlano con i genitori e pregano. Che cosa fanno volentieri? Hanno qualche problema? Che cosa vorrebbero? I grandi si danno da fare per la casa, per il cibo, per la scuola dei figli, per il lavoro, per la pace. È importante che tutti siano pronti a compiere in ogni momento il loro dovere. Chi ci aiuta a conoscere e a fare il nostro dovere? Il Signore dona a tutti la sua luce perché vedano ciò che è importante fare e abbiano il coraggio di operare bene. Tutto quello che facciamo va compiuto con amore e fedeltà, perché chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto. Fa', o Signore, che io sia pronto a compiere in ogni momento la tua volontà. Dio è fedele Come sarebbe il mondo se tutti facessero il loro dovere con semplicità e generosità? Se i genitori si volessero veramente bene, se gli amici fossero sempre fedeli… sarebbe molto bello vivere in mezzo alla gente… Ma non è così. Qualche volta ci sentiamo contenti e siamo generosi, altre volte invece ci prende la delusione e la stanchezza. Le difficoltà non mancano; quando sembrano più forti di noi possiamo perdere il coraggio. Bisogna aprire gli occhi per capire noi stessi, la gente e il mondo che ci circonda. Come fare? Per capire, i discepoli di Gesù ricordano i grandi fatti della storia della salvezza. Ce li ha trasmessi la Bibbia, il libro del popolo di Dio. Sempre Dio è stato magnanimo verso gli uomini; sempre è stato fedele. Sempre il suo amore è stato grande e più forte del peccato degli uomini. Dio creò la vita: la terra, il mare, il sole, la luna e le stelle del cielo, le piante, gli animali. Poi creò l'uomo e alle sue mani operose ha affidato l'universo. Ma Adamo ed Eva, i primi uomini, si ribellarono a Dio. Fu il primo peccato, il peccato originale, quello posto agli inizi della nostra storia. Da allora, il dolore, la morte e tanti mali sono entrati nel mondo; da allora, gli uomini continuano a tradire l'amore del Signore. Il peccato originale è il peccato di infedeltà dei primi uomini; divide l'uomo da Dio e lo rende debole fin dalla nascita di fronte al male. Miseria e infedeltà accompagnano sempre la storia degli uomini. Ma Dio non ci ha abbandonati, ha voluto aiutarci. Per riunire di nuovo tutti gli uomini nel suo amore, fin dall'inizio, Dio Padre pensava a Gesù, il Salvatore del mondo. Sempre desti e pronti Occorreva preparare la venuta di Gesù. Dio si scelse un popolo fra tutti gli abitanti della terra. Chiamò Abramo e fece con lui un patto di amicizia. Dio disse ad Abramo: "La mia alleanza è con te e sarai padre di una moltitudine di popoli. Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione". Leggi il libro della Gen 17,4.9 Quel giorno Dio fece una promessa solenne di amicizia ad Abramo e a tutti i suoi discendenti. Bastava essere pronti a osservare fedelmente i patti. Ma i discendenti di Abramo, gli ebrei, spesso dimenticavano l'alleanza e si allontanavano da Dio. Nei momenti duri della schiavitù, soggiogati da altri popoli, dimenticavano le promesse che Dio aveva fatto. Ma Dio vegliava fedele su di loro e continuava ad amarli. Allora inviò i profeti perché, in suo nome, parlassero al popolo, risvegliassero la speranza e la memoria della promessa fatta ad Abramo. Dio era pronto a perdonare e ad accogliere di nuovo il suo popolo. Così il profeta Isaia ha cantato l'amore fedele di Dio per il suo popolo ingrato: Voglio cantare una storia: è il canto d'amore del mio amico e della sua vigna. Il mio amico aveva una vigna su una fertile collina. L'aveva vangata e ripulita dai sassi: vi aveva piantato viti scelte. Sperava che facesse bei grappoli ma la vigna produsse solo uva selvatica. Allora disse il mio amico: Potevo fare di più per la mia vigna? Perché essa mi ha dato solo uva selvatica e non l'uva buona che io mi aspettavo? Il nome del mio amico è Signore dell'universo, la vigna da lui preferita è il popolo d'Israele; Dio si aspettava giustizia, trovò invece assassinii e violenze, chiedeva fedeltà, udì solamente le grida degli sfruttati. Leggi il libro di Is 5,1-7 Come la storia del popolo di Israele, la mia vita può essere una risposta generosa alla chiamata di Dio, oppure può essere segnata dalla pigrizia e dalla infedeltà. Con premura Dio la circonda di amore in attesa di frutti copiosi. Siamo desti e pronti a fare la sua volontà? Ogni giorno il Signore Dio ci tiene desti, attraverso le piccole e le grandi cose che accadono intorno a noi. La vita che abbiamo, il mondo che abitiamo, anche le prove che dobbiamo superare: tutto ci parla di lui. Ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte nell'alleanza con il Signore. Prima di tutto, egli chiede che ci fidiamo di lui e che ricordiamo i doni che ci ha fatto. Quanto sono preziosi i tuoi doni, Signore. Tutto ci parla di te e del tuo amore per noi. Tu sei un Dio fedele, Signore. Tu hai fatto il sole e la luna, le bestie della campagna, gli uccelli del cielo e i pesci del mare. Tu sei un Dio fedele, Signore. A tua immagine e somiglianza tu ci hai creati e ci hai donato la mente per pensare, la gioia di amare, la voglia di fare. Tu sei un Dio fedele, Signore. Hai fatto un patto d'alleanza con il tuo popolo. Molte volte attraverso i profeti hai annunziato la venuta del Salvatore. E fedele alle tue promesse hai inviato Gesù, il dono più grande del tuo amore. Tu sei un Dio fedele, Signore. La strada di Abramo Dio chiama Abramo ad essere il padre del popolo ebraico. Stabilisce con lui un patto di amicizia: l'alleanza. Abramo è attento alla voce di Dio e gli ubbidisce con fiducia. Si mette in cammino e segue la strada che Dio gli indica. Crede alle sue promesse e sa attendere con fede il loro adempimento. Il Signore disse ad Abramo: "Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò". Abramo dunque prese la moglie Sara e Lot, figlio di suo fratello, con tutti i beni che avevano, e partì. Questo accadde circa 1800 anni prima della nascita di Gesù, nella città di Ur, nella regione del fiume Eufrate. La parola del Signore fu rivolta ancora ad Abramo, in visione: "Non temere Abramo - gli disse - io sono la tua forza; la tua ricompensa sarà molto grande". Rispose Abramo: "Mio Signore Dio, che mi darai? Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà il mio erede". Allora il Signore lo condusse fuori dalla tenda dove si trovava e gli disse: "Guarda il cielo e conta le stelle se ci riesci". E soggiunse: "Tale sarà la tua discendenza". Abramo credette al Signore. Quando Abramo era vecchio, il Signore gli apparve di nuovo e gli disse "Io sono Dio Onnipotente; cammina davanti a me e sii integro. Porrò la mia alleanza tra me e te e ti renderò numeroso molto molto". Subito Abramo si prostrò con il viso a terra. E Dio continuò: "Ti renderò molto fecondo, ti farò diventare nazione e da te nasceranno dei re. Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo dite, di generazione in generazione, come alleanza per sempre". L'esperienza di Abramo è narrata nel libro della Gen 12-17 Preparate la strada del Signore Ecco la grande promessa di Dio agli ebrei: verrà il Messia, un salvatore che libererà il popolo da ogni schiavitù per fare un popolo nuovo e libero. Chi preparerà la gente a questo incontro così importante? Prima che Gesù cominciasse a predicare, Dio mandò un suo messaggero a scuotere gli ebrei. Il nome del profeta era Giovanni. All'arrivo di Gesù bisogna essere pronti per accogliere il suo messaggio di pace. Nel periodo dell'anno che si chiama Avvento, i cristiani si preparano a celebrare la festa del Natale di Gesù. Ascoltano insieme le parole del profeta Giovanni. Egli predicava nel deserto della Giudea e lungo le rive del fiume Giordano. Come era scritto nel Libro del profeta Isaia, egli diceva con forza alla gente: "Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!". Allora gli chiedevano: "Che cosa dobbiamo fare?". Ed egli insegnava loro ad allontanarsi dal peccato e a cambiare vita, cominciando con l'amare il prossimo. Leggi il Vangelo di Lc 3,1-14 Così si preparano le vie del Signore, ed egli viene. Non basta dire: "Signore, Signore", se poi facciamo quello che vogliamo noi, anche il male. Che giova se uno dice di avere la fede in Dio, e non compie opere di bontà? Ecco l'agnello di Dio La fama di Giovanni Battista si era diffusa per tutta la Palestina. Una gran folla andava a lui, per ascoltarlo. Molti riconoscevano i loro peccati. Era un segno che essi volevano convertirsi. Allora Giovanni li faceva scendere nelle acque del Giordano e li battezzava. Per questo chiamavano Giovanni: il Battista, che vuol dire il battezzatore. La gente era impressionata delle sue parole e si domandava: "Non sarà proprio lui il Salvatore che deve venire?". Ma Giovanni rispondeva: "No, non sono io il Cristo". E aggiungeva: "Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo". Leggi il Vangelo di Lc 3,15-18 Un giorno Giovanni vide Gesù venire verso di lui e, indicandolo alla gente, disse: Ecco l'agnello di Dio. Ecco colui che toglie il peccato del mondo! Vangelo di Gv 1,29 Come possiamo riconoscere Gesù presente in mezzo a noi? Come preparare la strada e spianare i sentieri perché altri possano conoscerlo e amarlo? Ogni giorno Gesù è con noi. Alla fine del mondo, egli tornerà glorioso e noi lo vedremo. La sua venuta sarà momento di raccolto, come quando il contadino ripulisce l'aia, raccoglie il frumento nel granaio, e brucia tutto ciò che non è buono. Quando il Signore viene, vuole trovare i frutti della nostra vita. Ogni giorno i cristiani devono preparare la sua venuta, riconoscendo con umiltà i propri peccati e compiendo opere di bontà. All'inizio dell'Eucaristia, per prepararci ad accogliere Gesù che viene, rinnoviamo l'impegno di conversione e riconosciamo i nostri peccati: Signore, tu sei la via che riconduce al Padre. Signore, pietà! Cristo, tu sei la verità che illumina i popoli. Cristo, pietà! Sono la serva del Signore C'è una persona che, più di ogni altra, sa come si aspetta un figlio e come si prepara la sua venuta. Domandatelo alla vostra mamma. Da Maria, la mamma di Gesù, possiamo imparare come si preparano le strade del Figlio suo. Maria abitava in una città della Galilea, chiamata Nazareth. Entrò un giorno da lei l'angelo Gabriele, mandato da Dio. La salutò e le portò il grande annunzio che sarebbe diventata la Madre del Salvatore. Le disse: "Lo Spirito Santo scenderà su di te. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio". Allora Maria rispose: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E l'angelo partì da lei. Leggi il Vangelo di Lc 1,26-38 La lunga attesa del Salvatore era finita: veniva nel mondo Gesù, il Figlio di Dio. "Eccomi, Signore, avvenga di me quello che hai detto": questa fu la risposta di Maria all'invito del Signore. Per lei non c'era niente al di sopra del Signore nostro Dio. Ella ha creduto in lui e da allora in tutto il mondo la chiamiamo beata. Maria, madre di Gesù, apri il nostro cuore per accogliere con gioia il Salvatore del mondo. Grandi cose fa per noi il Signore In una meravigliosa preghiera, che è come un canto di gioia, Maria ci insegna a lodare il Signore: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata Grandi cose ha fatto in me l'onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore, ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre". Vangelo di Lc 1,46-55 Quali grandi doni ha fatto il Signore Dio a Maria per preparare la venuta di Gesù? Dio Padre ha voluto che la Vergine Maria fosse sempre senza peccato. Ella è l'Immacolata Concezione, la creatura più santa della terra. Per ricordare, pregare e vivere Chi è il Salvatore promesso da Dio al suo popolo? Gesù è il Salvatore che viene. Egli è l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Che cosa dobbiamo fare per preparare la venuta di Gesù? Per preparare la venuta di Gesù dobbiamo riconoscere il suo amore per noi, allontanarci dal peccato e compiere le opere di bontà. Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti; ma si compiace della legge del Signore, la sua legge medita giorno e notte. Leggi il Sal 1 Perché chiamiamo la Vergine Maria "benedetta fra le donne"? Maria è benedetta fra le donne perché, resa piena di grazia, ha creduto alla parola del Signore ed è diventata la Madre di Dio. Gloria a Dio e pace in terra Messaggio Il mistero dell'incarnazione del Figlio di Dio costituisce la prova fondamentale dell'amore del Padre agli uomini. Gesù è veramente per tutti l'Emmanuele, il Dio con noi. In lui ogni uomo è chiamato a diventare figlio di Dio. Obiettivi Lo svolgimento catechistico del tema fa perno sugli atteggiamenti di attesa, preparazione e accoglienza di Maria, madre del Figlio di Dio fatto uomo, e degli altri personaggi presenti nel Vangelo dell'infanzia perché i fanciulli in famiglia e nella comunità cristiana siano guidati ad una autentica celebrazione del Natale. Pertanto sono aiutati: - a conoscere il Natale di Gesù nel suo contesto storico ed evangelico; - a maturare atteggiamenti di attesa, accoglienza, gioia e gratitudine come valori cristiani per vivere il mistero del Natale; - a superare una visione consumistica del Natale e a impegnarsi a portare la pace di Dio nel loro ambiente di vita. Contenuti L'itinerario catechistico si sviluppa attorno a sei nuclei: - Santa Maria, Madre di Dio!: la prima contemplazione del Natale va colta nella fede grande e nell'amore immenso di Maria, la Madre di Gesù. I cristiani la pregano perché ancora faccia nascere nella storia e nel cuore degli uomini il Salvatore. - Per noi nasce il Salvatore: si celebra il Natale cristiano per riconoscere nella fede la venuta del Figlio di Dio. Nella storia e nella vita degli uomini, per sempre, è presente il Figlio di Dio fatto uomo; - Vi annuncio una grande gioia: gli occhi di Maria, di Giuseppe e dei pastori vedono per primi il Bambino, Figlio di Dio, nato per la gioia e la salvezza di tutti i popoli. Chi ha veduto Gesù non può tenere per sé la gioia di un segreto. - Come luce che rischiara il cammino: anche gli occhi del vecchio Simeone contemplano il bambino Gesù nel tempio di Gerusalemme. Tutta la vita di Simeone si riempie di luce e di speranza, perché quel bambino è nato per illuminare tutte le genti. - Ti lodino i popoli tutti!: Gesù, luce e stella di Dio, guida il nostro cammino di fede, come guidò i magi dall'oriente a Betlemme. Se crediamo, speriamo, amiamo lui, una scia luminosa illumina i nostri passi verso Dio. - Trent'anni fra noi a Nazareth: Gesù è veramente il Dio con noi, nella storia, nella fatica, nel lavoro, nella gioia di una famiglia umana. L'amore e la comunione nelle case dei cristiani dicono che Gesù è ancora presente e vivo. Dimensioni Il tema catechistico si esplicita coinvolgendo le seguenti dimensioni: - la vita dei fanciulli: è interessata e coinvolta nelle particolari esperienze del Natale, vissute nelle proprie case, nelle celebrazioni e tradizioni natalizie del proprio ambiente; - la Bibbia: i primi due capitoli del Vangelo secondo Luca permettono di cogliere non soltanto il contesto storico della nascita, ma il mistero di salvezza divina che in essa è presente. Maria, Giuseppe, i pastori, i magi, Simeone manifestano non solo la gioia della loro fede dinanzi al Bambino, ma anche la gioia della nuova nascita degli uomini alla vita di Dio; - la liturgia e la preghiera: le liturgie natalizie, le profezie e le parole della Sacra Scrittura, i canti, il presepe possono riempire il cuore di luce e di amore. Celebrare il Natale vuoi dire riconoscere che anche noi, in Gesù, diventiamo figli di Dio; l'educazione morale: tantissimi sono i valori e gli atteggiamenti di fede da presentare e da vivere con i fanciulli a Natale. Gesù non solo ci invita a dare gloria a Dio, ma ci dà forza per fare la pace, per promuovere la vita, per donare il nostro amore ai piccoli, ai poveri, agli ammalati. Un cammino di fede fatto insieme Per la pastorale catechistica Natale: al di là dei segni esteriori, è facile cogliere il risveglio dei sentimenti più profondi. In tutti sgorga il desiderio di riunirsi in famiglia, di ricercare la pace, di continuare a sperare. - Le celebrazioni cristiane del Natale e della Epifania di Gesù si ricollegano originariamente ad altre feste presenti nella storia di popoli antichi. A fine dicembre le giornate cominciano ad allungarsi e la luce del sole riprende il sopravvento sulle tenebre. li antichi popoli, affascinati da questo ritorno del sole, facevano festa. Celebravano la vittoria della luce sulle tenebre e ritrovavano il coraggio per iniziare una vita nuova. - Per i cristiani, a Natale, Cristo Gesù è il nuovo sole. Il Signore viene a noi per indicarci le vie della pace e dell'amore nei tempi della salvezza. - I vangeli dell'infanzia di Gesù pongono in primo piano Maria e le altre persone che hanno vissuto la nascita del Salvatore con piena disponibilità ad accoglierlo. Il Signore viene ancora per tutti, anche per quelli che non lo conoscono. - La gioia del Natale risuona ogni domenica nell'assemblea liturgica. L'inno del "Gloria a Dio" che ricorda il canto degli angeli, invita cristiani a rendere lode al Signore, facendosi costruttori di pace e di amore nel mondo. Natale tempo di pace Natale! Un abete con i fili d'argento, il presepio e la grotta illuminata, i canti, il suono dell'organo e anche l'eco delle cornamuse, i doni che ci scambiamo… La gente si riunisce nelle proprie famiglie: "Natale con i tuoi", dice un proverbio. Tornano da lontano anche molti emigranti. Chi non può tornare, scrive il suo augurio: "Buon Natale a tutti voi!". Qualcuno non ha pace, non ha fiducia, non trova chi lo accoglie. Altri proprio non riescono a far festa e si accontentano di un po' di chiasso o fanno spese inutili, che sono anche una offesa per i poveri. In casa, in chiesa, a scuola, con gli amici, come faremo il Natale? Chi ci chiama a riunirci come fratelli, perché tutti abbiano pace? Nasce Gesù. Non siamo noi a cercarlo per primi; è lui che viene, per abitare insieme con noi. I Vangeli secondo Luca e secondo Matteo ci guidano ad accoglierlo con fede, come Maria, Giuseppe, i pastori e Simeone. Santa Maria, Madre di Dio! La mamma custodisce il suo bambino nel grembo, fino al momento di darlo alla luce. La vita della mamma e la vita del bambino sono come una sola vita. Per il Figlio suo, che si fa uomo come noi, Dio Padre sceglie lei, la Vergine Immacolata, senza peccato e piena di grazia. Noi la salutiamo con le parole dell'angelo: Ave, o Maria, piena di grazia il Signore è con te! Dopo l'annunzio dell'angelo, Maria si reca da Elisabetta, sua parente, perché anch'essa aspettava un bambino. Quel bambino sarà Giovanni il Battista. Noi salutiamo Maria con la gioia di Elisabetta: Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù! Maria accoglie e custodisce con immenso amore, nel silenzio e nell'umiltà, il Figlio che cresce nel suo grembo, pronta a donarlo a tutti noi, poveri e peccatori. Per questo la invochiamo: Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori adesso e nell'ora della nostra morte. Amen. Per noi nasce il Salvatore Chi raccontò ai primi discepoli gli avvenimenti della nascita di Gesù? A Betlemme, essi non c'erano. Noi sappiamo che, dopo la risurrezione di Gesù, Maria viveva tra loro. Ella conservava nel suo cuore tutto quello che accadde a Betlemme e poi a Nazareth. I discepoli e i primi cristiani, illuminati dallo Spirito Santo, meditavano con gioia sui misteri della nascita del Salvatore. Proviamo anche noi a fare come loro. Noi ci raduniamo in chiesa, con il sacerdote e con gli altri fratelli cristiani. Anche in casa, attorno al presepio, a scuola con gli amici e il catechista possiamo conoscere il mistero di Gesù, che nasce per noi. Ci accompagnano il Vangelo secondo Luca e il Vangelo secondo Matteo. In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della famiglia di Davide, dalla città di Nazareth e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. Leggi il Vangelo di Lc 2,1-7 Vieni a liberarci Signore, Dio dell'universo. Rialzaci, Signore, nostro Dio, fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi. Vieni a liberarci Signore, Dio dell'universo. Leggi il Sal 80 In quale epoca è nato Gesù L'impero romano occupava gran parte della terra conosciuta. L'imperatore di Roma si chiamava Ottaviano. Egli ha regnato dal 29 a.C. al 14 d.C. La gente lo venerava come un dio e lo chiamava: Cesare Augusto. L'impero era diviso in regioni assai vaste. La Palestina era ancora un regno a sé, ma confinava con la regione romana della Siria, la quale era governata da Quirino. In Palestina, regnava Erode. Egli era re, amico e alleato dell'imperatore di Roma. Con la vecchiaia, era diventato sempre più crudele. La voce del profeta Isaia I profeti erano uomini giusti e santi che Dio sceglieva per ricordare al popolo il suo patto di alleanza. Essi prendevano le difese dei deboli. Predicavano la conversione e invitavano il popolo ad avere fiducia in Dio. Uno di questi profeti fu Isaia, che visse a Gerusalemme negli anni dal 750 al 700 circa prima della nascita di Gesù. Per mezzo di lui Dio preannunziò la venuta del Salvatore, il figlio della Vergine Maria. Il benessere e la ricchezza avevano da tempo corrotto i costumi. La gente adorava l'opera delle proprie mani e si dimenticava del Signore. Intanto eserciti stranieri invadevano la terra di Giudea, bruciavano le città e devastavano le campagne. Dio chiamò Isaia ad essere profeta in mezzo al popolo e gli disse: "Va' e riferisci a questa gente le mie parole. Anche se moltiplicate le preghiere io non vi ascolto. Le vostre mani grondano sangue. Purificatevi, togliete il male dalle vostre azioni. Imparate a fare bene, ricercate la giustizia, soccorrete l'oppresso. Su, venite, dice il Signore, e discutiamo: anche se i vostri peccati fossero come scarlatto diventeranno bianchi come neve". Accadde che i re di Aram e del regno settentrionale di Israele si unirono insieme e marciarono contro Gerusalemme, ma non riuscirono ad espugnarla. Durante l'assedio il Signore disse a Isaia: "Va' incontro al re Acaz e digli: stai tranquillo e non temere i tuoi assalitori. Confida nella forza e nell'aiuto del tuo Dio". Ma Acaz non ebbe fiducia nella parola del profeta e non lo ascoltò nemmeno. Allora Isaia disse: "Ascoltate, casa di Davide. Non siete contenti di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore vi darà un segno. Ecco: la Vergine concepirà e darà alla luce un figlio che chiamerà Emmanuele". Leggi il libro di Is 1; Is 7 Vi annuncio una grande gioia C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: "Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia che sarà di tutto il popolo; oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia". I pastori andarono dunque senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. Leggi il Vangelo di Lc 2,8-20 Perché facciamo festa a Natale? Le persone semplici e umili lo possono capire: come i pastori di Betlemme; come tanti papà e mamme che si affaticano ogni giorno affrontando continui sacrifici; come i bambini; come i malati, i poveri e tutti quelli che sentono il desiderio di amore, di perdono e di pace. Il Natale è la festa di Gesù che nasce per la salvezza di tutti. Sono molti i canti di Natale. Alcuni sono conosciuti in tutto il mondo, come questo: Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo, e vieni in una grotta al freddo e al gelo. O Bambino mio divino, io ti vedo qui a tremar; o Dio beato! Ah, quanto ti costò l'avermi amato! Come luce che rischiara il cammino Quaranta giorni dopo la nascita, Maria e Giuseppe portarono Gesù al tempio di Gerusalemme per offrirlo a Dio. Così infatti Dio aveva ordinato a Mosè nella legge: "Consacrami ogni primo figlio maschio; esso appartiene a me". Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto. Era uno di coloro che aspettavano la venuta del Salvatore. Ispirato dallo Spirito Santo, si recò nel tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù, lo prese fra le braccia e ringraziò Dio dicendo: "Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele". Il padre e la madre si stupivano delle cose che si dicevano del bambino e le meditavano nel loro cuore. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima". Leggi il Vangelo di Lc 2,21-35 Gesù viene come luce che rischiara il cammino di tutti i popoli sulla terra. Coloro che lo accolgono con fede diventeranno suoi discepoli ed egli sarà il maestro della loro vita. Ma che cosa vuole dire Simeone a Maria? Perché Maria dovrà tanto soffrire? Il tempio di Gerusalemme A Gerusalemme c'è un muro antico, fatto di pietre grandi e ben squadrate. E chiamato il muro della preghiera. Molti cantano e piangono. Quel muro è ciò che rimane del tempio di Gerusalemme. Costruito dal re Salomone era stato in seguito distrutto e ricostruito. Anche pochi anni prima della nascita di Gesù il re Erode lo aveva quasi completamente rifatto. Nelle grandi feste dell'anno il popolo si recava in pellegrinaggio al tempio, che era come la casa di Dio, il segno della sua presenza in mezzo agli uomini. Qui elevavano canti e salmi al Signore e i sacerdoti offrivano sacrifici a nome del popolo. Anche Gesù andava spesso nel tempio per pregare e per insegnare. Vi andò fino a pochi giorni prima della sua morte e risurrezione. Ti lodino i popoli tutti! Gesù nasce non solo per quelli che sono vicino, ma anche per quelli che vengono da lontano. E quanto ricorda il Vangelo di Matteo con il racconto della venuta dei magi a Betlemme. Alcuni magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: "Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo". All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta". Allora Erode, chiamati segretamente i magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: "Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando I 'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo". Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. Leggi il Vangelo di Mt 2,1-12 Molti popoli, nel mondo adorano Dio e lo amano, anche senza conoscerlo pienamente. Molte persone non hanno la fede in Gesù, ma sono buone e generose. Chi potrà dare loro la gioia di riconoscere il Salvatore che è nato a Betlemme? Dio non è lontano dagli uomini; per tutti è venuto Gesù. Ti lodino i popoli, Dio, ti lodino i popoli tutti! Si conosca sulla terra la tua via, fra tutte le genti la tua salvezza. Ti lodino i popoli, Dio, ti lodino i popoli tutti! Leggi il Sal 67 Trent'anni tra noi a Nazareth Per sfuggire al re Erode, Giuseppe prese Maria e il bambino e si rifugiò in Egitto. Là restarono fino a quando Erode morì. Poi Giuseppe e Maria tornarono con Gesù nella loro terra e andarono ad abitare a Nazareth, dove avevano parenti e amici. Giuseppe lavorava come artigiano e faceva per Gesù tutto quello che fa un buon padre per i propri figli. Intanto Gesù cresceva in età e in grazia vicino a Maria e Giuseppe. Nella sua famiglia e anche nella sinagoga del suo paese, Gesù ascoltava la storia di Abramo e di Mosè e le parole dei profeti. Ogni giorno benediceva e ringraziava il Signore Dio. Gesù metteva al primo posto sempre la volontà del Padre. Lo manifestò un giorno anche a Maria e a Giuseppe: "Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?". Leggi il Vangelo di Lc 2,41-52 Gesù, il Salvatore promesso, è stato atteso per tanti secoli. Ora che è venuto, resta per circa trent'anni nel piccolo paese di Nazareth, e nessuno si accorge di lui. Anche le piccole cose fatte con amore salvano il mondo. Giuseppe e Maria sono un grande dono di Dio per Gesù, come i genitori lo sono per tutti. Papà e mamma hanno dato la vita ai loro figli e li aiutano a crescere. Non è sempre facile capire che cosa vuole il Signore da noi. Con papà e mamma e con tante altre persone possiamo scoprirlo a poco a poco. Quando siamo gioiosi, quando sappiamo conversare e confidiamo tutto, portiamo molta pace in famiglia. E se qualche papà e qualche mamma non meritano l'amore dei figli? A volte è difficile vivere in famiglia, anche per i più piccoli. Eppure l'amore è l'unica strada; anche i bambini e i ragazzi possono costruire l'amore in famiglia. Per ricordare, pregare e vivere Perché facciamo festa a Natale? A Natale facciamo festa perché Dio Padre ha tanto amato gli uomini da donare per loro il suo Figlio Gesù. Quale annunzio di pace il Natale porta agli uomini? Gesù è il Figlio di Dio che si è fatto uomo per fare di tutti gli uomini dispersi nel mondo una sola famiglia. Egli è il Salvatore del mondo. La domenica durante la Messa ringraziamo insieme Dio Padre e invochiamo il Signore Gesù con un inno che ricorda il canto degli angeli: Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Grandi sono le opere del Signore Messaggio Gesù inizia la vita pubblica: annuncia ai poveri un lieto messaggio, risana i malati, ridona la vita ai morti, perdona i peccati. I gesti di misericordia di Gesù sono i segni che in Gesù Dio si è fatto uomo per incontrarsi con gli uomini e liberarli dal male. Come gli apostoli, come la gente della Palestina seguiamo Gesù per scoprire, attraverso le sue opere, la sua missione di Salvatore. Obiettivi Si intende condurre i fanciulli verso precisi obiettivi di assunzione della Parola di Dio: - scoprire, attraverso il Vangelo, che i gesti di salvezza compiuti da Gesù lo rivelano come il Salvatore; - cogliere nei gesti di salvezza operati da Gesù i segni della liberazione dal male più profondo, il peccato; - maturare capacità di ascolto della Parola, di meraviglia per le opere compiute da Gesù e di fiducia nella salvezza che egli opera continuamente; - abilitare a saper chiedere con parole e gesti di preghiera la salvezza che viene da Gesù. Contenuti L'itinerario catechistico si sviluppa attorno a cinque nuclei: - Un lieto messaggio per i poveri: nella sinagoga di Nazareth Gesù annuncia la salvezza che egli è venuto a portare. Gesù si presenta come il Messia, il Salvatore promesso da Dio al suo popolo. - Se vuoi, puoi guarirmi: Gesù guarisce un lebbroso. Con questo miracolo Gesù ci fa capire che Dio è vicino a chi soffre e si prende cura di lui. Anche oggi possiamo vedere i segni della bontà di Dio. - Non piangere!: Gesù dona la vita al figlio della vedova di Nain. È un gesto di compassione, ma è anche un segno che Gesù è più potente della morte. - La tua fede ti ha salvato: Gesù perdona una donna peccatrice che crede in lui e lo riconosce Salvatore. - Signore, fa' che io veda!: Gesù dona la vista al cieco di Gerico. Quando non crediamo in Gesù siamo come dei ciechi, ma con la sua vita, morte e risurrezione Gesù ci dona la luce della fede perché possiamo riconoscere in lui il Salvatore. Dimensioni Le dimensioni della catechesi sottolineano bene la peculiarità di questa unità didattica: - la vita dei fanciulli: è inserita nella realtà più ampia del loro contesto sociale. Vengono, pertanto, evocati alcuni bisogni importanti da soddisfare che costituiscono una preoccupazione per i grandi e per i piccoli: la salute, la casa, il cibo, il lavoro, lo studio, i vestiti, ecc. La consapevolezza che nessuno può fare da solo apre all'attesa e all'accoglienza di un aiuto amico. - La Bibbia: tutta l'unità didattica è una lettura diretta e continuata di alcuni testi del Vangelo di Luca per educare i fanciulli agli atteggiamenti propri del discepolo di Gesù: ascolto della sua parola, fiducia nella salvezza che viene dal Signore, Gesù è il Salvatore che vince il male. - La liturgia e la preghiera: è presente nella struttura della liturgia della Parola che ritma tutto il capitolo; viene con ciò favorita l'iniziazione alla preghiera mediante i Salmi. La risposta al Vangelo con le parole del Salmo esprime lode, ringraziamento, invocazione di aiuto e perdono; - L'educazione morale: si attua mediante l'invito a seguire Gesù vero liberatore dal male e dal peccato. È un aiuto per i fanciulli renderli consapevoli che il peccato è il male più profondo da cui occorre essere liberati. Guardando le opere del Signore i cristiani sono spinti al servizio verso coloro che soffrono e invocano aiuto. Un cammino di fede fatto insieme Per la pastorale catechistica Quale significato ha per gli adulti e per i fanciulli credere che il Figlio di Dio è disceso dal cielo per noi uomini e per la nostra salvezza? Con i fanciulli apriamo il Vangelo: - Gesù è molto attento alla sofferenza umana. È vissuto da povero con i poveri, li comprende e li aiuta. - I miracoli di Gesù sono segni di una salvezza che va al di là delle apparenze sensibili. Mentre risana il corpo Gesù, il Figlio di Dio, perdona i peccati e trasforma il cuore degli uomini. - Anche ai discepoli Gesù ha comandato di prendersi cura dei malati e dei poveri. Anzi è sorprendente ascoltando quando dona loro il potere di vincere lo spirito del male e di guarire i malati ( Lc 9,1-2; Lc 10,9 ). Anche a noi il Signore dona il potere di compiere, nel suo nome, opere grandi: egli sostiene nella carità quanti sacrificano una vita intera per gli altri; dona coraggio e speranza a quanti soffrono malattie incurabili. Questa fiducia nascerà nei fanciulli se avranno la fortuna di crescere in una comunità dove le opere di misericordia verso il prossimo sono vissute e praticate ogni giorno. Abbiamo bisogno di tutto Quale movimento per le strade! La gente va e viene tutto il giorno, e molti anche di notte. Ciascuno cerca qualcosa, ciascuno porta qualcosa. C'è bisogno della salute per studiare o per lavorare; della casa per la propria famiglia, del cibo, dei vestiti, dei libri, e anche del divertimento. Ciascuno ha bisogno degli altri. C'è chi soffre o piange e nessuno lo aiuta; qualcuno è malato o solo e chiede compagnia. C'è forse qualcuno che può dire: "Io basto a me stesso?". Davanti al Signore nessuno può dire: "Io non manco di nulla!". Davanti a lui, siamo come dei poveri, perché abbiamo bisogno di tutto: della salute per vivere, della luce per vedere, della forza per sperare, del perdono per amare sempre. Signore, io sono povero e infelice, vieni presto, mio Dio; tu sei mio aiuto e mio salvatore; Signore, non tardare! Leggi il Sal 70 Un lieto messaggio per i poveri Il sabato è giorno di festa per gli ebrei. Molti di loro si riuniscono nelle sinagoghe delle città e dei paesi, dove si legge e si spiega la Bibbia. Anche Gesù, di sabato, andava alla sinagoga. A Nazareth, Gesù si è presentato. Gesù è il Cristo, il Salvatore promesso da Dio al suo popolo. Un giorno si recò a Nazareth; entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo, trovò il passo dove era scritto: "Lo Spirito del Signore è sopra di me; e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore". Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: "Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi". Vangelo di Lc 4,16-21 Coloro che erano nella Sinagoga di Nazareth, si stupirono alle parole di Gesù. Egli era della loro città, vestiva come loro, parlava la stessa lingua. Come poteva essere il Messia? "Non è il figlio di Giuseppe?", dicevano. Continuavano a discutere animosamente tra di loro e con Gesù. Alla fine, sdegnati, cacciarono Gesù fuori dalla città e lo condussero sul ciglio del monte, per gettarlo giù dal precipizio. Ma Gesù, passando in mezzo a loro, se ne andò. Gesù parla con autorità; a coloro che l'ascoltano egli chiede di avere grande fede in lui. Chi non crede, non vedrà quello che egli è venuto a fare nel mondo. Solo chi ha un cuore semplice e buono può accogliere il lieto messaggio di Gesù, seguirlo e vedere le sue opere meravigliose: i lebbrosi saranno guariti, i morti risusciteranno, i ciechi vedranno, i peccatori saranno perdonati… Beati davvero i poveri in spirito, i prediletti del Signore. Impariamo a pregare con la preghiera dei poveri del Signore: Vieni, Signore, e mostraci la tua bontà. Signore, tendi l'orecchio, rispondimi perché io sono povero e infelice. Custodiscimi perché in te ho fiducia, tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te spera. Vieni, Signore, e mostraci la tua bontà. Leggi il Sal 86 Se vuoi, puoi guarirmi Tante malattie colpiscono gli uomini e anche i bambini. Alcune sono terribili e neppure i medici sono capaci di guarirle. A volte, anche se la malattia non è grave, il malato perde la fiducia e si sente solo. Parenti e amici si stringono con affetto intorno a lui. C'erano molti lebbrosi, al tempo di Gesù; La gente li cacciava fuori dall'abitato, perché aveva paura del contagio e anche perché credeva che fossero maledetti da Dio. Così i lebbrosi erano costretti a vivere nascosti nelle grotte e temevano persino di farsi vedere. Ma quando passava Gesù, essi, con il volto e il corpo sfigurati, si avvicinavano: lui, almeno, li avrebbe accolti con amore e forse li avrebbe guariti dal male. Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo. "Signore, se vuoi, puoi sanarmi". Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: "lo voglio, sii risanato!". E subito la lebbra scomparve da lui. Gesù gli ordinò di non dirlo a nessuno. Vangelo di Lc 5,12-14 La fama di Gesù si diffondeva, folle numerose andavano da lui per ascoltarlo e farsi guarire. Ma Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare. Gesù non compie miracoli per essere ammirato dalla gente, ma per mostrare che Dio è vicino a chi soffre e si prende cura di lui. Il suo amore potente è più forte di ogni male. Coloro che hanno fiducia in Gesù e lo seguono possono anche oggi scoprire i segni della bontà di Dio e compiere le sue opere. Le opere dell'amore Dare da mangiare a chi ha fame; visitare i malati e quelli che sono soli; confortare le persone che soffrono; accogliere quelli che non hanno casa e quelli che cercano lavoro; perdonare le offese ricevute; pregare Dio per i vivi e per i morti: Se viviamo così, allora seguiamo davvero Gesù. Tutta la vita dei cristiani deve essere opera d'amore. Mosè il liberatore Tutta la Bibbia ci parla di Gesù, il Messia promesso dai tempi più antichi. Mosè, liberatore del popolo schiavo, è la figura del Salvatore che Dio invierà nel mondo a liberare gli uomini dalla schiavitù del peccato e della morte. Mosè era pastore. Un giorno stava pascolando il gregge oltre il deserto del Sinai, presso il monte di Dio, l'Oreb, quando l'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco, in mezzo a un roveto. Il Signore gli disse: "Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto. Ho visto l'oppressione con cui gli egiziani lo tormentano. Sono sceso per liberarlo e per farlo uscire da questo paese verso una terra spaziosa. Ora va'! Io ti mando dal faraone. Fa' uscire dall'Egitto il mio popolo. Io sarò con te! Dirai agli Israeliti: il Signore, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato da voi". Quando, dopo una serie di epidemie e di gravi sciagure, il faraone lascio partire gli Israeliti, Dio guidò il popolo per la strada del deserto verso il Mar Rosso. Ma il faraone si pentì di aver permesso agli Israeliti di partire e radunati tutti i soldati mosse al loro inseguimento. Li raggiunse mentre stavano accampati presso il mare. Allora il popolo d'Israele ebbe grande paura e gridò al Signore. Mosè disse loro: "Non abbiate paura, siate forti e vedrete la salvezza che il Signore oggi opera per voi". Il Signore durante la notte sospinse il mare con un forte vento, rendendolo asciutto. Gli Israeliti entrarono nel mare nell'asciutto e raggiunsero l'altra sponda. Gli Egiziani li inseguirono in mezzo al mare. Ma verso l'alba il mare tornò al suo livello consueto e le acque travolsero carri, cavalli e cavalieri di tutto l'esercito del faraone. Leggi il libro Es 3 e Es 14. Questi fatti avvennero intorno all'anno 1250 prima della nascita di Gesù. Non piangere! iunge per tutti il momento del dolore. Con la fede e il coraggio, riusciamo a superare molte difficoltà. Ma quando arriva la morte, allora ci sentiamo poveri e deboli. La morte è triste e fa paura. Più di una volta anche Gesù si trovò di fronte a persone che piangevano la morte di un loro caro e ne ebbe grande compassione. Chi lo seguiva, un giorno vide un fatto straordinario. Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: "Non piangere!". E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: "Giovinetto, dico a te, alzati!". Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Vangelo di Lc 7,11-15 Quando la gente vide che Gesù era più potente della morte, presa da stupore, rese grazie a Dio dicendo: "Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo". Vangelo di Lc 7,16 Perché Gesù è più potente della morte? Gesù ha preso su di sé ogni nostra sofferenza e ha volontariamente accettato anche la morte. Ma il terzo giorno è risuscitato, perché egli è il Signore della vita. A coloro che lo seguono senza stancarsi, Gesù dona la sua stessa vita. Anche loro saranno più forti della morte e un giorno risorgeranno. Ecco la nostra speranza: Io credo, risorgerò! Questo mio corpo vedrà il Salvatore. Amo il Signore perché ascolta il grido della mia preghiera. Camminerò alla presenza del Signore sulla terra dei viventi. Io credo, risorgerò! Questo mio corpo vedrà il Salvatore. Leggi il Sal 116 La tua fede ti ha salvato Molte persone invitavano Gesù nella propria casa. Un giorno lo invitò uno dei farisei, di nome Simone. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, venne con un vasetto di olio profumato; fermatasi indietro si rannicchiò piangendo ai piedi di Gesù e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. Il fariseo che aveva invitato Gesù pensò tra sé: "Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice". Volgendosi verso la donna, Gesù disse a Simone: "Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco". Poi disse a lei: "Ti sono perdonati i tuoi peccati. La tua fede ti ha salvata. Va' in pace!". Leggi il Vangelo di Lc 7,36-50 Simone, il fariseo, riteneva di essere una persona giusta e senza peccati. Credeva di essere a posto davanti al Signore e di non avere bisogno di perdono, perché osservava le leggi e faceva qualche opera buona. Per questo Simone non si accorse che Gesù era il Salvatore promesso. Lo sguardo di Gesù si posa con amore sulla peccatrice, che sta ai suoi piedi. Lei riconosce i propri peccati e crede in Gesù, il Salvatore. Senza dire alcuna parola, piange. Gesù sa che cosa la peccatrice vuole e le dona il perdono e la pace che viene da Dio. Gesù è venuto a guarire gli uomini dal male più grande che è il peccato. Nessuno può dire: "sono senza peccato! Non ho bisogno di perdono". Se abbiamo fiducia in Gesù e riconosciamo di essere peccatori, scopriamo che Dio non è lontano da noi e ci dona la sua pace. Pietà di me, o Dio, nel tuo amore cancella il mio peccato. Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Pietà di me, o Dio, nel tuo amore cancella il mio peccato. Leggi il Sal 51 Signore, fa' che io veda! I dodici discepoli che Gesù aveva scelto erano felici di seguirlo. Avevano lasciato ogni cosa per andare con lui. Che cosa, dunque, li aspettava? C'era chi si aspettava come ricompensa potere e gloria. La mamma di due discepoli raccomandò un giorno i suoi figlioli al Signore: "Di' che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno". Vangelo di Mt 20,21 I discepoli non comprendevano che seguire Gesù significa condividere le sue scelte fino in fondo. Quando Gesù parlava della sua passione e morte, tutto restava oscuro per loro, come fossero ciechi. Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli risposero: "Passa Gesù il Nazareno!". Allora incominciò a gridare: "Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!". Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!". Gesù si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domando: "Che cosa vuoi che io faccia per te?". Egli rispose: "Signore, che io riabbia la vista". E Gesù gli disse: "Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato". Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio. Vangelo di Lc 18,35-43 Perché Gesù faceva i miracoli? Molti invocano Gesù soltanto nei momenti di difficoltà e chiedono favori per sé e per gli altri. Qualcuno poi, se non ottiene ciò che domanda, non lo segue più. Gesù non è venuto per togliere tutte le difficoltà dal nostro cammino, ma per renderci più forti del male e del peccato. Con i suoi miracoli e con la sua vita, soprattutto con la sua morte e risurrezione, Gesù apre i nostri occhi perché riconosciamo che egli è il Salvatore. Per ricordare, pregare e vivere Beati coloro che credono in Gesù Cristo e lo seguono. Chi è Gesù? Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, è il Cristo, il Messia promesso da Dio al suo popolo. Perché Gesù fa i miracoli? I miracoli sono segni che Dio misericordioso è in mezzo a noi e vuole liberare l'uomo da ogni male, spirituale e fisico. Chi sono i poveri del Signore? I poveri del Signore sono coloro che con tutto il cuore si affidano a Dio, credono in Gesù Salvatore e lo seguono. Mostrami, o Signore, la tua via perché nella tua verità io cammini; donami un cuore semplice che tema il tuo nome per lodarti con tutto il cuore. I nostri occhi, o Signore vedranno la tua salvezza. Leggi il Sal 86 Maestro, che devo fare? Messaggio Gesù è la via che conduce alla vita. La sua persona, i suoi gesti, le sue parole, sono la nuova legge di coloro che camminano con lui. L'amore, le beatitudini, i comandamenti, sono le regole fondamentali che guidano le scelte dei cristiani. Obiettivi L'itinerario catechistico intende condurre a: - scoprire la vita morale cristiana come un agire ispirato dal comandamento dell'amore; - conoscere i comandamenti e il loro significato per la vita cristiana; - esprimere fiducia, fedeltà, impegno, amore verso Dio e verso il prossimo; - impegnarsi a vivere secondo i comandamenti. Contenuti La proposta catechistica prende l'avvio dalla domanda fondamentale "cosa fare per vivere?" e si sviluppa attraverso vari nuclei tematici: - Fa' questo e vivrai: è l'amore che fa vivere secondo il modello di Gesù, buon samaritano. - Beati voi, poveri…: le beatitudini sono la via per amare come Gesù, sono la strada per raggiungere la felicità. - Siate perfetti: Gesù è venuto a perfezionare i comandamenti che sono come una legge scritta nella coscienza degli uomini, perché adorino Dio e vivano con gli altri nel rispetto e nella pace. Sottotitoli interni all'enucleazione ( Lodate il nome del Signore; Celebrate il Signore perché è buono; Chi ama il Signore rispetta i genitori; Amate anche i vostri nemici; Per conoscere e per amare; Il coraggio della verità; Dov'è il tuo tesoro ) offrono un commento catechistico in riferimento ai diversi comandamenti. - Ascoltaci, Signore: nella preghiera universale della Messa i cristiani si fanno carico delle necessità di tutti gli uomini e si impegnano a vivere nella carità. - Come ho fatto io, fate anche voi: tutta la vita del cristiano è riassunta nel comandamento dell'amore che è la persona stessa di Gesù. Dimensioni Le diverse dimensioni della catechesi sono così presenti: - La vita dei fanciulli: si fa riferimento all'esercizio della libertà quale scelta di apertura o di chiusura all'amore; quale scelta dei valori; il senso di Dio, il rispetto della persona, della vita e dell'ambiente, la giustizia sociale e il superamento delle emarginazioni, la non-violenza e l'educazione alla pace, il valore della povertà evangelica, il gusto della verità, l'educazione all'uso del corpo e della sessualità, l'importanza e l'incidenza di un esempio e di un modello di vita. - La Bibbia: Gesù è il Maestro di vita nuova: rivela come solo l'amore faccia vivere. La linea biblica del NT si snoda essenzialmente attraverso: la parabola del buon samaritano, il discorso della montagna, la lavanda dei piedi e il comandamento dell'amore. Altri testi biblici, sia del NT che dell'AT, arricchiscono il commento catechistico ai diversi comandamenti. - La liturgia e la preghiera trovano un preciso riferimento nel commento catechistico ai primi tre comandamenti e nel richiamo alla preghiera universale della Messa come impegno preciso di carità verso tutte le necessità dei fratelli. - L'educazione morale è presentata nella prospettiva di una vita piena che si realizza nel rapporto filiale, libero e fiducioso con Dio che per primo ci ama, in un agire sempre ispirato dal comandamento dell'amore, in un preciso impegno per vivere secondo i comandamenti di Dio e lo stile delle beatitudini. Un cammino di fede fatto insieme Per la pastorale catechistica Che devo fare? ci domandiamo tante volte nella nostra coscienza. A chi possiamo chiedere luce per vedere le decisioni da prendere, la via da seguire nei momenti difficili? Anche i ragazzi aprono gli occhi sul mondo, ascoltano, vedono, giudicano. A nove-dieci anni manifestano atteggiamenti più autonomi e cominciano a giudicare da sé ciò che è bene e ciò che è male. È giunto il momento di aiutarli a comprendere che ogni decisione, nel bene e nel male, incide sulla propria vita e sulla vita degli altri. Non c'è vita dove non c'è amore; e l'amore cristiano si fonda sulla persona, sull'esempio e sull'insegnamento di Gesù. Che senso hanno, dunque, i comandamenti di Dio nella vita dei cristiani? I comandamenti non sono qualcosa di estraneo alla chiamata di Gesù. Al di fuori della strada indicata dai comandamenti non c'è vero amore. Perciò il catechismo li presenta con gradualità, fin dalle prime pagine, come parte integrante dell'esperienza e della vita cristiana. Ora le pagine che seguono consentono di leggere gli altri comandamenti nella vita e nelle parole di Gesù, secondo la linea del "discorso della montagna" che san Matteo ci riferisce nel suo Vangelo. È la via stretta che Gesù indica, ma che conduce alla vita. Lui stesso per primo l'ha percorsa. "Amatevi come io vi ho amato": il comandamento nuovo di Gesù guida grandi e piccoli a ricercare nel suo esempio e nell'unione a lui la luce necessaria per le nostre decisioni morali. Questo capitolo può diventare momento vivo di catechesi nell'itinerario che accompagna i fanciulli alla celebrazione del sacramento della Penitenza. È utile anche per la Quaresima, quando la Chiesa invita i cristiani all'ascolto più assiduo della parola del Signore, alla conversione e alla carità, perché nella celebrazione della Pasqua riscoprano il proprio Battesimo. La via della vita C'è un tesoro che gli uomini custodiscono gelosamente: è la loro libertà. Vogliono essere liberi di scegliere un mestiere, gli amici… Numerosi problemi si risolvono con una scelta, anche la fede è una scelta libera della persona. Sono molte le domande che ogni giorno richiedono una risposta da parte dei grandi e dei piccoli. Ci domandiamo tante volte: "Che devo fare?" Chi può indicarmi la via da seguire per compiere le scelte giuste? Alcuni giovani preferiscono la strada della violenza, della droga, dell'egoismo… Perché? Il segreto della felicità sta nella scelta giusta di come vivere. Chi può aiutarci a fare il bene anche quando è difficile? Con la sua vita e con le sue parole, Gesù vuole aprire il cuore dei suoi discepoli, perché credano che egli è il Maestro inviato dal Padre e imparino da lui il grande comandamento: il comandamento dell'amore. Ci vuole un cuore aperto e generoso per ascoltare e per seguire Gesù. Ma ci accompagna la sua promessa: "Chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita". Fa' questo e vivrai Correre, giocare, studiare, cantare: noi vogliamo vivere, vogliamo vivere davvero! C'è chi possiede tante cose, ma non è felice. A che giova possedere anche il mondo intero, se non abbiamo la gioia di vivere? Sì, Dio nostro Padre ci ha promesso di farci vivere per sempre, ed è fedele. Egli ci ha amato per primo, quando ancora non eravamo nati. Per noi ha mandato il suo Figlio nel mondo, perché avessimo la vita per mezzo di lui. Se Dio ci ha tanto amati anche noi dobbiamo amarlo e volerci bene gli uni gli altri. E l'amore che fa vivere. Un giorno un dottore della legge si alzò per mettere Gesù alla prova: "Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?". Gesù gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?". Costui rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il prossimo tuo come te stesso". E Gesù: "Hai risposto bene; fa' questo e vivrai". Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: "E chi è il mio prossimo?". Gesù riprese: "Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gérico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?" Quegli rispose: "Chi ha avuto compassione di lui". Gesù gli disse: "Va' e anche tu fa' lo stesso". Vangelo di Lc 10,25-37 Come buon samaritano, Gesù è venuto nel mondo, in mezzo all'odio e alle divisioni che seguano l'esistenza umana. Non a prezzo d'oro e d'argento egli ci ha soccorsi, ma con l'amore più grande, fino a dare tutta la sua vita. Soltanto l'amore può vincere l'odio. Questa di Gesù è la scelta dei cristiani. Ora i discepoli del Signore non devono aver paura delle difficoltà e dei sacrifici: il Signore risorto dona loro il suo coraggio per fare come lui. Beati voi, poveri… Una domanda inquietante porto nel cuore: "sarò io felice?". Col discorso della montagna Gesù indica a tutti la via che conduce alla felicità. Salì un giorno Gesù su un monte, non lontano dal lago di Galilea, mentre una folla numerosa lo seguiva per ascoltare le sue parole. Ecco, egli siede sull'erba, al centro, come maestro e profeta mandato da Dio. Gli altri stanno seduti anch'essi sull'erba, tutto intorno. Ci sono i discepoli; ci sono molti poveri e c'è tanta gente dal cuore semplice. "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli". Vangelo di Mt 5,3-12 Leggi il Vangelo di Lc 6,20-26 Gesù annunzia le beatitudini, la felicità vera, una vita senza fine. Egli annunzia questo dono per tutti: per i forti e per i deboli, per i sani e per gli ammalati. Coloro che studiano o lavorano con pazienza e amore, coloro che costruiscono la pace, coloro che soffrono, sono umiliati e offesi: ecco i poveri, pronti a vivere le parole di Gesù. Ma quelli che preferiscono la ricchezza e la potenza e quelli che pensano di non aver bisogno di Dio, non possono gustare la beatitudine del Signore. Gesù li richiama con forza a cambiar vita e a diventare semplici e poveri come bambini che hanno bisogno di tutto. Con la sua vita Gesù ci insegna la via delle beatitudini del Vangelo. Fino a trent'anni Gesù fa la vita semplice di chi guadagna il pane, giorno per giorno, con il suo lavoro. Quando lascia Nazareth, vive come i poveri che non hanno una casa e accetta l'ospitalità di Pietro e di altri amici. È puro di cuore e sa vedere i doni di Dio in ogni luogo; anche nei gigli del campo e negli uccelli dell'aria. E così mite, che si lascia condurre a morte senza una parola e perdona coloro che lo mettono in croce. Il Figlio di Dio si è fatto povero perché noi diventassimo ricchi del suo amore. In cielo, nella casa del Padre, egli ha preparato un posto per noi; là saremo beati per sempre. Siate perfetti Gli ebrei, che ascoltavano e vedevano Gesù, conoscevano già una legge importante; la legge di Mosè. Dio stesso l'aveva data a Mosè sul monte Sinai e l'aveva insegnata loro nel deserto, per fare alleanza con il popolo. Con facilità, anche i bambini ebrei imparavano a memoria soprattutto i dieci comandamenti, o decalogo. I comandamenti sono come una legge scritta nella coscienza degli uomini, perché adorino Dio e vivano nella pace. Dio conosce le nostre strade e ce le mostra per prepararci ad accogliere Gesù e a vivere nell'amicizia con lui. I dieci comandamenti non sono un peso fastidioso che fa paura. Davanti a Dio non siamo come schiavi che hanno paura del padrone, ma siamo figli che hanno amore e rispetto verso il Padre. Gesù non è venuto ad abolire la legge di Mosè, ma a perfezionarla. La sua legge è il Vangelo dell'amore, che riassume tutte le altre leggi. Il suo invito è questo: "Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli". Vangelo di Mt 5,48. Lodate il nome del Signore Gesù ci insegna ad avere con Dio un rapporto filiale di amore, di rispetto e di obbedienza. Dio è l'unico Signore della vita. "Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l 'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l 'altro: non potete servire a Dio e a mammona". Leggi il Vangelo di Mt 6,24 Il primo posto è sempre di Dio: egli è il primo nei nostri pensieri, nel nostro cuore, nella nostra vita. Gesù rivela agli uomini il vero volto di Dio: egli è il Padre nostro. Noi invochiamo il Signore Dio con rispetto e con amore e preghiamo come Gesù ci ha insegnato: Padre nostro, sia santificato il tuo nome! Benediciamo il nome di Dio e diciamo: Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Che cosa possiamo fare perché non sia bestemmiato il nome del Signore e di Maria? Ciascuno può trovare il modo più bello: una parola detta con bontà al momento giusto; una preghiera in silenzio; soprattutto l'esempio della nostra vita. Viviamo da figli di Dio! Allora gli uomini renderanno gloria al Padre nostro che e nei cieli. Io sono il Signore tuo Dio. 1. Non avrai altro dio fuori di me. 2. Non nominare il nome di Dio invano. Celebrate il Signore perché è buono Per ricordare tutti i doni che Dio ha fatto e riposare dalla fatica del lavoro, gli ebrei fanno festa nel giorno di sabato, come Dio stesso ha comandato: Ricordati del giorno di sabato, per santificarlo: sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio. Tu riposerai in questo giorno. Il Signore lo ha dichiarato santo. Leggi il libro dell' Es 20,8-11 Per i discepoli di Gesù il giorno nuovo da santificare è la domenica. Domenica significa giorno del Signore. Facciamo festa la domenica perché ricordiamo i grandi doni che Dio nostro Padre ci ha fatto; facciamo festa perché Gesù è risorto ed è presente in mezzo a noi. Come possiamo santificare la domenica? L'impegno e il dono più grande che ci attende la domenica è la celebrazione dell'Eucaristia. Riuniti, ricordiamo le parole di Gesù che ha detto: "Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro". Vangelo di Mt 18,19 Gesù è con noi, nella Messa ascoltiamo le sue parole e lo accogliamo nel segno del pane e del vino che è il suo corpo e il suo sangue dato per noi. La domenica è il giorno in cui possiamo partecipare più intensamente alla vita della comunità cristiana e dedicare tempo e forze all'accoglienza reciproca e al servizio degli altri. 3. Ricordati di santificare le feste. Chi ama il Signore, rispetta i genitori La Bibbia è un libro pieno di saggezza, esorta ad amare i genitori per essere benedetti dal Signore. Chi ama il padre, espia i suoi peccati. Chi onora la madre è come chi accumula tesori. Chi onora il padre vivrà a lungo; chi obbedisce al Signore dà consolazione alla madre. Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita. Anche se perdesse il senno, compatiscilo e non disprezzarlo. Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata, ti sarà computata a sconto dei peccati. Libro del Sir 3,3-6.12-14 Tutta la vita di Gesù è luce che illumina la fede dei suoi discepoli. Anche i trenta anni che egli trascorre a Nazareth nel silenzio e nel lavoro quotidiano, con Maria e Giuseppe, sono modello di vita per chi vuole seguirlo. Così Gesù ci insegna ad accogliere e a mettere in pratica il comandamento di Dio: "Onora il padre e la madre". Leggi il Vangelo di Lc 2,52 Ai miei genitori devo la vita: mi hanno generato. Da loro e da altre persone care ho imparato a parlare, a sorridere, a camminare. Come potrò ricambiare il loro affetto? In famiglia posso vivere felice se so ascoltare, dialogare, rendermi utile. Perché molti anziani sono lasciati soli e nessuno si prende cura di loro? 4. Onora tuo padre e tua madre. Amate anche i vostri nemici La vita vale più del vestito più di ogni cosa che l'uomo possiede. E un dono che viene da Dio. Nessuno può toglierla a un'altra persona, nessuno può soffocarla quando sta venendo alla luce, nessuno può toglierla a sé stesso. Bambine e bambini, vecchi e malati, tutti hanno diritto di vivere. Abbiamo bisogno del cibo sano, dobbiamo godere dell'acqua e dell'aria pulita, dei boschi e del mare. Perché rovinare queste cose, che Dio ha creato per la nostra vita? quando si mettono insieme tante ingiustizie, allora può scoppiare anche la guerra: è una cosa terribile! La pace dipende da ciascuno di noi, piccoli e grandi. Chi si lascia vincere dall'odio e dalla violenza non porterà la vera pace; farà nascere, invece, altro odio e altre ingiustizie, aprendo così la strada alla violenza e alla morte. Gesù chiama i suoi discepoli a vivere con un amore che tutto comprende, tutto sopporta e tutto perdona. Cominciamo a perdonare tutti, anche chi ci fa del male; allora saremo veri figli di Dio, il quale fa sorgere il sole e manda la pioggia per i buoni e anche per i cattivi. "Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: Chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Avete inteso che fu detto; Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori. Infatti se amate quelli che vi amano quale merito ne avete? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario?". Leggi il Vangelo di Mt 5,21-24.43-47 5. Non uccidere. La legge di Dio a Mosè Da due mesi gli ebrei erano usciti dall'Egitto, il paese straniero dove a lungo erano stati schiavi. Arrivati nel deserto, si accamparono davanti al monte Sinai. Essi erano riconoscenti al Signore, che li aveva liberati; ma erano estremamente preoccupati, perché la vita nel deserto era dura. Come arrivare alla terra che Dio aveva promesso? Come restare uniti, per superare le difficoltà del lungo viaggio? Allora Dio parlò a Mosè dal monte: "Questo annuncerai agli Israeliti: Voi avete visto come io vi ho fatti uscire dall'Egitto e come vi ho guidati verso di me. Ora, se voi ascolterete la mia voce e sarete fedeli alla mia alleanza, voi diventerete il mio popolo". Mosè andò e riferì al popolo tutto quello che Dio aveva detto. E tutto il popolo rispose insieme: "Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!". Leggi il libro dell' Es 19-20 Per comando di Dio, Mosè diede al popolo molti insegnamenti, utili per compiere il lungo viaggio verso la terra promessa e rimanere fedeli all'alleanza. Ora quegli insegnamenti sono scritti nei primi cinque libri della Bibbia, che si chiamano: la Legge. Con una parola di origine greca questi libri si chiamano anche Pentateuco. In essi sono scritti anche i dieci comandamenti, che noi conosciamo. Leggi i libri dell' Es 20,1-17 e del Dt 5,1-22 Per conoscere e per amare Gli occhi, le mani, la bocca, i piedi… il nostro corpo! Dio Padre ha rivestito il mondo di suoni e di colori e a noi ha donato un corpo e un'anima. Perciò possiamo vedere, ascoltare, sentire, conoscere e gioire insieme. Il corpo, la salute e ogni cosa buona che abbiamo sono doni che il Signore ci ha fatto non solo per noi, ma per noi e per gli altri. Insegnaci, Signore, a servirci delle mani anche per chi non ha mani; degli occhi e dell'udito anche per chi non vede o non sente; dei piedi per chi è invalido in carrozzella; della parola e del sorriso anche per chi non sa parlare o non può sorridere; della mente e del cuore per manifestare a tutti il tuo amore. Il babbo e la mamma ci hanno donato la vita e Dio stesso ha creato la nostra anima, spirituale e libera, perché vivessimo a sua immagine e somiglianza. Ragazze e ragazzi crescono e il loro corpo si irrobustisce; incontrano nuovi amici, imparano a fare cose sempre più importanti. I loro desideri si allargano e possono diventare sempre più belli, anche se a volte il corpo è gracile. I ragazzi pensano spesso che crescere voglia dire diventare più forti; le ragazze qualche volta, pensano che sia importante diventare più simpatiche. Perché ragazzi e ragazze sono diversi? La differenza sessuale tra l'uomo e la donna è voluta da Dio creatore ed è cosa molto buona. È necessario aver cura e rispetto del proprio corpo e del corpo degli altri. Il corpo non è un oggetto da ostentare per essere ammirati; non è neppure da usare per il proprio egoismo, ma è dono per vivere insieme e per amarsi come vuole il Signore. Dio ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza; maschio e femmina li creo. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. Leggi il libro della Gen 1,26-31 Dal cuore nasce ogni parola e azione. Dal cuore sale il desiderio di pregare, il pensiero di aiutare qualcuno, di perdonare, di fare un gesto di amicizia… Dal cuore vengono anche i pensieri non puri, l'invidia, l'odio e ogni altro peccato. Ci sono pensieri, parole, opere, letture, spettacoli, divertimenti che offuscano la purezza del cuore. Il cuore puro è come l'occhio aperto alla luce del giorno: "La lucerna del corpo è l'occhio: se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso". Vangelo di Mt 6,22-23 6. Non commettere atti impuri. 9. Non desiderare la donna d'altri. Il coraggio della verità Sincerità e lealtà devono regolare i rapporti tra le persone. Solo così possiamo avere fiducia gli uni negli altri. Ci sono momenti in cui costa fatica dire la verità e mantenere la parola data. Eppure la bugia e l'inganno sono segno di viltà o di poco coraggio. Per vivere insieme, dobbiamo essere leali e sinceri, anche quando costa sacrificio. Gesù non ha mai nascosto nulla. Non ha avuto timore di dire la verità, anche se ciò gli è costato la vita. Ai suoi discepoli raccomanda: "Avete inteso che fu detto: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno". Vangelo di Mt 5,33-37 8. Non dire falsa testimonianza. Dov'è il tuo tesoro Gesù è vissuto povero e non ha mai pensato di farsi più ricco degli altri. Ha dato tutto se stesso per noi, perfino la propria vita. Con le sue parole e con il suo esempio, Gesù insegna che dobbiamo prepararci il tesoro vero, quello che conta di più di tutto. "Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore". Vangelo di Mt 6,19-21 Avere tanti soldi, una casa lussuosa, una bicicletta nuova o tanti regali sembra la cosa più importante per molta gente e per molti ragazzi. Per possedere queste cose, talvolta si ricorre a ogni mezzo: si perde la calma, si imbroglia, si ruba. C'è perfino chi arriva ad uccidere. C'è anche chi trascura di compiere il proprio dovere o non rispetta i diritti degli altri recando così danno al suo prossimo. Gesù ci ricorda: "Quale vantaggio avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima?". Vangelo di Mt 6,26 Il denaro e i piaceri possono diventare come dei padroni che ci rendono schiavi. 7. Non rubare. 10. Non desiderare la roba d'altri. Come ho fatto io, fate anche voi Seguire Gesù e amare come ha amato lui è come camminare per una strada stretta. La strada di Gesù è difficile e da soli non riusciremo a percorrerla. Lo Spirito Santo apre il nostro cuore perché possiamo comprendere la parola di Gesù e ci dona la forza per camminare insieme con lui. Leggi il Vangelo di Mt 7,13-14 Gesù non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita per la salvezza di tutti. La sera prima di morire, volle farlo capire ai discepoli con un gesto di umiltà, e lavò loro i piedi come facevano un tempo i servi con i loro padroni. Era giunta l'ora del sacrificio e della morte di Gesù. Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, volle amarli sino alla fine. Gesù disse ai discepoli "Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi". Leggi il Vangelo di Gv 13,1-17.34-35 Viviamo nel mondo degli agi e della tecnica, ma il progresso non ha eliminato le necessità e i problemi. Tanta gente nel bisogno invoca aiuto e servizio: molti sono pronti ad aiutare come fratelli. Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amato. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli. Leggi il Vangelo di Gv 15,12-13 Ascoltaci, Signore Alla Messa la parola di Gesù ci insegna come vivere con lui, ci aiuta ad amare come lui, a pensare come lui. Tutto il mondo allora è presente nella nostra preghiera; noi ricordiamo le sofferenze e le necessità degli uomini e prendiamo i nostri impegni nella carità. Signore Gesù, che hai detto: "Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli", fa' che ci lasciamo guidare dalle tue parole. Noi ti preghiamo: ascoltaci, Signore! Signore Gesù, che hai detto: "Beati gli operatori di pace, beati coloro che hanno fame e sete di giustizia", fa' che possiamo costruire la pace nelle nostre famiglie, nella scuola, nella Chiesa. Noi ti preghiamo: ascoltaci, Signore! Signore Gesù, che hai detto: "Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia", donaci la tua grazia perché sappiamo amare e perdonare i fratelli. Noi ti preghiamo: ascoltaci, Signore! Per ricordare, pregare e vivere Che cosa dobbiamo fare per avere la vita eterna? Per avere la vita eterna dobbiamo osservare i comandamenti di Dio e seguire Gesù sulla via dell'amore. Quali sono i comandamenti di Dio? Io sono il Signore, tuo Dio! 1. Non avrai altro dio fuori di me. 2. Non nominare il nome di Dio invano. 3. Ricordati di santificare le feste. 4. Onora tuo padre e tua madre. 5. Non uccidere. 6. Non commettere atti impuri. 7. Non rubare. 8. Non dire falsa testimonianza. 9. Non desiderare la donna d'altri. 10. Non desiderare la roba d'altri. Beato l'uomo di integra condotta, che cammina nella legge del Signore. Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti e lo cerca con tutto il cuore. Leggi il Sal 119 Qual è il più importante di tutti i comandamenti? Il più importante dei comandamenti è: Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente, con tutta la tua forza. Ama il prossimo tuo come te stesso. Come sanno gli uomini che noi siamo discepoli di Gesù? Gli uomini sanno che noi siamo discepoli di Gesù se osserviamo il suo comandamento nuovo: amatevi come io vi ho amato. Non c'è amore più grande Messaggio La Pasqua di Gesù è il centro del messaggio catechistico e viene presentata nei suoi vari momenti: il processo, la condanna, la crocifissione, la morte, la risurrezione. È il grande dono dell'amore di Dio per gli uomini; come buon pastore Gesù dà la vita, offre il suo corpo e il suo sangue per la salvezza degli uomini. La fedeltà e l'obbedienza di Cristo al Padre e la totale dedizione di servizio per gli uomini lo rivelano Redentore e Salvatore di tutti. Obiettivi L'itinerario catechistico conduce verso i seguenti obiettivi di crescita: - conoscere più ampiamente gli avvenimenti della morte e della risurrezione di Gesù; - accogliere Gesù come colui che ci salva con il dono della sua vita; - esprimere atteggiamenti di riconoscenza, di adorazione, di imitazione, di fedeltà a Gesù, per il dono della sua amicizia e solidarietà; - impegnarsi in gesti di fedeltà. Contenuti L'amore di Dio, la sua solidarietà con gli uomini per salvarli, si manifesta soprattutto attraverso il dono della vita compiuto da Gesù nella sua Pasqua. In questa prospettiva viene introdotta la proposta catechistica: - Il buon pastore: Gesù è il buon pastore che conosce, ama, difende, cerca le sue pecore: per esse offre la sua vita. - L'ultima cena: si presenta il significato della cena di Gesù. - Dov'è carità e amore, lì c'è Dio: la celebrazione del giovedì santo è per la Chiesa impegno a vivere nella carità e nell'unità. - Sia fatta la tua volontà: il momento della passione e della morte di Gesù rivela l'amore di Dio verso gli uomini, e indica la via dei discepoli. - Davanti al Crocifisso: il venerdì santo siamo invitati a contemplare, adorare e imitare l'amore di Dio che si manifesta nel Cristo crocifisso. - Perché cercate tra i morti colui che è vivo?: la morte di Gesù, la fedeltà di Dio alle sue promesse vanno compresi alla luce della risurrezione. - Alleluia, alleluia, alleluia: nel giorno di Pasqua, come in ogni domenica, celebriamo e rinnoviamo nella gioia la nostra fede battesimale nella vittoria di Gesù sulla morte, sul peccato e sul male. - Il Signore risorto è sempre con noi: il Signore risorto, il Vivente, mediante il dono del suo Spirito, riunisce in comunità i discepoli: è la Chiesa. - Gesù opera nella sua Chiesa: il Signore anche oggi continua a rendersi presente e a operare nella Chiesa. Dimensioni Le diverse dimensioni della catechesi sono così presenti nella unità: - la vita dei fanciulli: attraverso le sofferenze di Cristo, viene richiamata la sofferenza degli uomini. Stare vicino, condividere i momenti difficili e di sofferenza delle persone è segno di fedeltà al comandamento dell'amore. Anche la divisione e il peccato, causa di odio e di morte, e la forza vittoriosa dell'amore costituiscono richiami all'esperienza dei fanciulli; - la Bibbia: Gesù Cristo è fedele a Dio e agli uomini fino in fondo e per questo viene condannato alla morte di croce. La parabola del buon pastore ( Gv 10,11-18 ) mette in risalto questa missione di amore fino al dono totale della vita. L'unità didattica propone una lettura quasi continuata della passione del Signore fino alla risurrezione, seguendo prevalentemente il Vangelo secondo Luca. Il mistero pasquale viene così presentato nelle sue varie dimensioni di passione-morte-risurrezione. La risurrezione in particolare esprime il culmine della esperienza di sequela che le varie unità didattiche del catechismo hanno inteso suscitare; - la liturgia e la preghiera: trovano sviluppo, mediante la rievocazione del triduo pasquale, in particolare: il giovedì santo con il ricordo dell'ultima cena di Gesù e del gesto di amore che lui stesso ci ha lasciato in segno di eterna salvezza; il venerdì santo con la lettura della passione e l'adorazione della Croce e con la proposta di una celebrazione davanti al Crocifisso; il sabato santo con la centralità della grande Veglia nella notte, di cui vengono richiamati alcuni momenti salienti ( rinnovazione delle promesse battesimali, canto dell'Exultet … ); il rapporto con l'Eucaristia viene esplicitamente richiamato nel racconto dell'ultima cena. - l'educazione morale è presentata come imitazione e sequela di Cristo sulla via della croce, fino alla realizzazione piena della risurrezione; come cammino battesimale costantemente ispirato dall'amore e dal dono. Un cammino di fede fatto insieme Per la pastorale catechistica L'amore è la legge che regola la crescita delle persone verso la maturità. Bambini e ragazzi vivono veri momenti di prova, quando nei loro ambienti manca l'amore, e l'aggressività, la violenza o l'infedeltà viziano i rapporti tra le persone. Non è educativo nascondere ai fanciulli ogni difficoltà nel loro cammino. Né serve metterli alla prova. Piuttosto, quando la prova viene, i genitori non parlano di destino, non li sospingono alla ribellione ma li aiutano a trovare la via stretta, che è la via del sacrificio. Sulla strada della croce ci precede il Signore. I fanciulli possono imparare presto che l'amore vero richiede sacrificio ma porta anche la gioia. La memoria del mistero della passione, morte e risurrezione di Gesù è fondamentale nella vita delle famiglie e delle comunità dei cristiani. Per il Battesimo i fanciulli sono già uniti a Cristo crocifisso, morti con lui al peccato; con Cristo risorto sono partecipi della risurrezione, figli di Dio, tempio del suo Santo Spirito. La Pasqua di Gesù e la celebrazione dell'Eucaristia sono momento culminante del cammino dei fanciulli e delle comunità al seguito di Gesù. Tutto il catechismo orienta la crescita della fede dei fanciulli e delle comunità verso questa meta precisa: la Pasqua di risurrezione del Signore. Nella meditazione degli avvenimenti pasquali, anche i fanciulli possono aprire i loro occhi e vedere la strada che conduce alla salvezza. Cristo è vivo per sempre, è il Signore della vita. Ogni incontro con lui nei sacramenti, ogni momento di ascolto della sua parola, ogni gesto di amore rinnova in noi la certezza della sua presenza. Il catechismo ci invita a rivivere gli ultimi avvenimenti della vita terrena di Gesù, fino alla risurrezione e all'ascensione al cielo. Possiamo farlo ponendoci in ascolto del Vangelo, come la Chiesa ha sempre fatto. Possiamo anche ripercorrere insieme la via della croce del Signore, attraverso la celebrazione della Via crucis, che ha origini antiche nella pietà popolare. L'anno liturgico ha come centro la solennità della Pasqua. Questo capitolo invita le comunità a celebrare i misteri del Triduo pasquale, coinvolgendo attivamente anche i fanciulli. Il raccoglimento dei cristiani, la preghiera familiare e liturgica, l'ascolto della passione del Signore, i canti e i vari segni della liturgia, possono diventare linguaggio vivo, per introdurre i fanciulli nel mistero della salvezza. Ecco l'uomo La storia delle preoccupazioni di ogni papà e di ogni mamma per il bene dei loro figli: chi può raccontarla? La storia vera di quanti si sacrificano nel lavoro dei campi e delle fabbriche, nelle scuole, in una parrocchia, negli ospedali; la storia di tante persone condannate ingiustamente; la storia di tutti gli uomini che vengono in questo mondo: chi può conoscerla? Gesù condivide la vita e la sofferenza di ogni uomo: egli ha un corpo e un'anima come abbiamo noi ed è in tutto simile a noi, eccetto il peccato! Egli ha preso su di sé il peso del peccato degli uomini e non esitò a dare per noi anche la sua vita. Ecco l'uomo! Il Figlio di Dio. Dal dono della sua vita vengono a noi tutti gli altri doni: il perdono, perché abbiamo peccato; il lieto annuncio che Dio è Padre e viene in aiuto ai poveri, ai miti, a coloro che piangono, agli affamati, ai perseguitati; la luce, perché siamo ciechi C'è amore più grande di chi dà la vita per i propri amici? Il buon Pastore Un gregge con il suo pastore era uno spettacolo quotidiano al tempo di Gesù. Con premura il pastore guidava le sue pecore al pascolo; erano la sua vita e nei momenti di pericolo le difendeva con indomito coraggio. Gesù si è servito di questa immagine per farci capire quanto gli stiamo a cuore. "Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io offro la vita, per poi riprenderla di nuovo". Vangelo di Gv 10,11-17 Come Gesù, buon pastore, si prende cura degli uomini, pecore sperdute senza pastore? Io sono il buon pastore, dice Gesù, conosco ed amo le mie pecore, ad una ad una. Non abbandono le mie pecore e le difendo dal male. Io sono il buon pastore, cerco le pecore smarrite che ancora non appartengono al mio gregge, e offro la mia vita per le pecore. Proprio per questo il Padre mi ama. Questa è la volontà del Padre mio, che nessuno si perda di quelli che lui mi ha dato. L'ultima cena Si avvicinava la Pasqua degli ebrei e la gente preparava la festa. Parenti e amici si riunivano nelle case. Mangiavano insieme la Pasqua per ringraziare Dio, che aveva fatto alleanza con il popolo e l'aveva condotto verso la terra promessa. Leggi il Libro dell' Es 12 A cena c'era l'agnello, il pane non era lievitato perché nella notte della liberazione dall'Egitto era mancato il tempo di farlo lievitare: bisognava mettersi in viaggio subito. Gesù desiderava ardentemente mangiare la Pasqua con i suoi discepoli prima della sua passione: doveva consegnare loro il segno più grande del suo amore. Mentre cenavano Gesù prese un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: "Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me". Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi". Leggi il Vangelo di Lc 22,19-20 Come gli ebrei nella cena pasquale ricordano la liberazione dall'Egitto e il dono della terra promessa, così nella cena pasquale di Gesù i cristiani celebrano il passaggio dalla schiavitù del peccato alla vita nuova dei figli di Dio. Con il suo corpo dato per noi e con il suo sangue versato, Gesù stabilisce la nuova alleanza di amore tra Dio e gli uomini. L'Eucaristia è il segno più grande dell'amore di Gesù, che ha dato la sua vita per noi sulla croce. Dov'è carità e amore, lì c'è Dio Il giovedì santo, inizio del Triduo pasquale, i cristiani si riuniscono nelle chiese, come gli apostoli nel cenacolo. Celebrano solennemente il giorno in cui Gesù ha dato se stesso nell'Eucaristia e ha istituito il sacerdozio ministeriale. Rinnovano il proposito di essere fedeli alla sua preghiera. "Padre, fa' che tutti siano una sola cosa, perché il mondo creda che tu mi hai mandato". Leggi il Vangelo di Gv 17 Dov'è carità e amore, lì c'è Dio Ci ha riunito tutti insieme Cristo, amore. Rallegriamoci, esultiamo nel Signore! Temiamo e amiamo il Dio vivente, e amiamoci tra noi con cuore sincero. Dov'è carità e amore, lì c'è Dio. Noi formiamo, qui riuniti, un solo corpo: evitiamo di dividerci tra noi, via le lotte maligne, via le liti e regni in mezzo a noi Cristo Dio. Dov'è carità e amore, lì c'è Dio. Sia fatta la tua volontà Noi conosciamo veramente una persona nel momento della prova. Allora appaiono chiaramente i suoi sentimenti, le sue intenzioni, la sua forza d'animo e il suo amore. Così conosciamo Gesù: tutta la sua vita si illumina per noi al momento della morte. Con grande amore leggiamo nei vangeli gli avvenimenti della passione, morte e risurrezione di Gesù. Anche per noi risuona l'invito del Signore: "Chi vuole essere mio discepolo, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua". Leggi il Vangelo di Lc 9,23-25 Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: "Pregate, per non entrare in tentazione". Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e inginocchiatosi, pregava: "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà". Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all'angoscia, pregava più intensamente: e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: "Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione". Vangelo di Lc 22,39-46 Gesù si è fatto obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Tu dunque sei il Figlio di Dio? Ed ecco una turba di gente; li precedeva Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: "Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?". Allora quelli lo presero, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi sacerdoti e gli scribi. Essi interrogavano Gesù: "Tu dunque sei il Figlio di Dio?". Ed egli disse loro: "Lo dite voi stessi: io lo sono". Tutta l'assemblea si alzò, lo condussero da Pilato e cominciarono ad accusarlo. Pilato dopo averlo interrogato disse: "Non ho trovato in lui nessuna colpa. Egli non ha fatto nulla che meriti la morte". Essi però insistevano a gran voce che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita e abbandonò Gesù alla loro volontà. Leggi il Vangelo di Lc 22,47-71; Lc 23,1-25 Il volto di Gesù sofferente è simile al volto di tutti coloro che soffrono. Padre, perdonali Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. Venivano condotti insieme con lui anche due malfattori per essere giustiziati. Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno". C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei. Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava. L'altro invece lo pregava: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". Gli rispose: "In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso". Leggi il Vangelo di Lc 23,26-43 Ecco il figlio dell'uomo, ecco il Figlio di Dio: Gesù sulla croce! Vicino a lui, c'è Maria la sua Madre addolorata. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria Maddalena. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!" Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Vangelo di Gv 19,25-27 Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito". Detto questo spirò. Vangelo di Lc 23,44-46 Sotto la tua protezione troviamo rifugio, santa Madre di Dio. Soccorrici nel momento della prova e mostrati madre nostra, o Maria. Davanti al Crocifisso Il venerdì santo i cristiani celebrano la passione del Signore Gesù e adorano la croce. Anche nelle nostre famiglie c'è il crocifisso; ricorda a tutti noi che Gesù è morto per salvarci dal peccato ed è risorto per riunirci nell'amore. Lettore Gesù ha dato la sua vita per liberarci dal peccato e dalla morte. Tutti Ti adoriamo, o Signore, e ti benediciamo perché con la tua croce hai redento il mondo. Lettore Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori. Tutti Ti adoriamo, o Signore, e ti benediciamo perché con la tua croce hai redento il mondo. Lettore Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada. Tutti Ti adoriamo, Signore, e ti benediciamo perché con la tua croce hai redento in mondo. Lettore Dopo la sua passione Gesù fu glorificato. Per la sua fedeltà molti saranno salvi. Tutti Ti adoriamo, o Signore, e ti benediciamo perché con la tua croce hai redento il mondo. Gesù ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Perché cercate tra i morti Colui che è vivo? Il sabato, il giorno dopo la morte di Gesù, fu per i discepoli un giorno di grande tristezza. Non avevano capito che Gesù doveva patire e morire per entrare nella sua gloria. Le loro speranze sembravano finite. Giunse, dopo il venerdì e il sabato, l'alba del terzo giorno. Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in veste sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite ed avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano dei peccatori, che fosse crocifisso e che risuscitasse il terzo giorno". Ed esse si ricordarono delle sue parole. E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Vangelo di Lc 24,1-9 Le parole delle donne che tornavano dal sepolcro sembravano incredibili. Allora Pietro corse al sepolcro insieme con Giovanni. Anche essi videro che era vuoto e tornarono a casa pieni di stupore. In quello stesso giorno, e per molti altri ancora, Gesù risorto apparve più volte a coloro che aveva tanto amato. In quello stesso giorno Gesù in persona apparve in mezzo ai discepoli e disse: "Pace a voi!". Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: "Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardata le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho". Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: "Avete qui qualche cosa da mangiare?". Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Vangelo di Lc 24,36-43 Alleluia, alleluia, alleluia La notte di Pasqua le chiese risplendono di luci e risuonano di canti. In alto, la luce del cero pasquale ricorda che Gesù è risorto e che è lui la luce vera della nostra vita. Esplode allora il canto dell'alleluia, come grido di gioia che si riversa nel mondo. Alleluia è una parola ebraica e significa: lodate Dio! Nella pienezza della gioia pasquale, l'assemblea dei cristiani canta a Dio e lo esalta con l'alleluia forte e intenso di gratitudine perché Gesù è morto e risorto per noi. Alleluia, alleluia, alleluia. Esulti il popolo in festa, esulti l'assemblea dei santi nel cielo, un inno di gloria saluti il trionfo del Signore risorto. Questa è la vera Pasqua, in cui Cristo, il vero Agnello, libera i fratelli dalla schiavitù del peccato. Questa è la notte in cui Cristo, vera luce, consacra i fratelli all'amore del Padre e li unisce nella comunione dei santi. Questa è la notte santa in cui la Chiesa genera, come madre, nell'acqua del Battesimo e nello Spirito di Cristo, i suoi figli. Ti preghiamo dunque, Signore Dio, che questo cero risplenda di luce che mai si spegne, per rischiarare il cammino incontro a Cristo tuo Figlio, che è risuscitato dai morti e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen. I cristiani rinnovano le promesse del Battesimo: riconfermano la fede in Gesù, che ha sconfitto la morte e li ha resi partecipi della sua vita immortale. Sacerdote Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra? Tutti Credo. Sacerdote Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre? Tutti Credo. Sacerdote Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna? Tutti Credo. Sacerdote Dio onnipotente, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha liberati dal peccato e ci ha fatto rinascere dall'acqua e dallo Spirito Santo, ci custodisca con la sua grazia in Cristo Gesù nostro Signore, per la vita eterna. Tutti Amen. Il Signore risorto è sempre con noi Il distacco da una persona cara o da un amico è sempre triste. Anche per i discepoli di Gesù è stato difficile affrontare il suo ritorno al Padre, dopo la sua risurrezione. Il Signore però promise di non lasciarli soli: "Ecco io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città finché non siate rivestiti della potenza dello Spirito Santo". Poi li condusse verso Betania e alzate le mani li benedisse. E mentre li benediceva si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Leggi il libro degli At 1,1-11 Gesù va al Padre,ma resta con noi attraverso il dono del suo Spirito che accompagna la vita dei discepoli. È Pentecoste: la promessa di Gesù si avvera. Lo Spirito Santo scende sugli apostoli: l'amore e la forza potente di Dio viene ad abitare in mezzo agli uomini. Ora, mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, gli apostoli si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo come di vento forte, che riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano e si posavano su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito Santo dava loro di esprimersi. C'era tanta gente in quel giorno a Gerusalemme, venuta da ogni parte della terra. Udito quel fragore si radunarono in quel luogo e rimasero sbigottiti, perché li sentivano parlare nella loro lingua. Leggi il libro degli At 2,1-12 Con la discesa dello Spirito Santo comincia il cammino della Chiesa. I discepoli di Gesù vivono insieme come fratelli e sorelle. Ma che cosa facevano? Racconta l'evangelista Luca: Tutti i credenti erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune. Con grande forza rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù. Leggi il libro degli At 2,42-45; At 4,33 Chi dà ai cristiani la forza di vivere in quel modo? È lo Spirito Santo che unisce i credenti nel nome di Gesù. È lo Spirito Santo che apre la mente e il cuore dei discepoli perché ricordino le parole del Maestro. È lo Spirito Santo che dà la forza di condividere ogni cosa e di testimoniare che il Signore è risorto. Gesù opera nella sua Chiesa I grandi personaggi della storia lasciano ai posteri il ricordo delle loro imprese, ma non sono più. Condottieri famosi, esploratori intrepidi, abili artisti; tutti sono scomparsi. Ai suoi amici Gesù ha lasciato in eredità la sua vita e il dono dello Spirito Santo. Egli è vivo e continua la sua opera di salvezza per mezzo della Chiesa. Quando essa annuncia il Vangelo, è Gesù che parla e insegna la verità agli uomini. Quando una persona viene battezzata, è Gesù che battezza e che dona il suo Spirito. Nel nome di Gesù vengono perdonati i peccati e viene portato il conforto agli ammalati. Ogni volta che celebriamo l'Eucaristia, Gesù offre il suo corpo e il suo sangue per la salvezza degli uomini. Tutti i segni cristiani della vita nuova sono legati strettamente a Gesù che continua a operare nella sua comunità. Anche la nostra vita può manifestare la presenza del Signore Gesù. Se in casa ci vogliamo bene, Gesù è con noi. Se perdoniamo e facciamo la pace, Gesù è tra noi. Se aiutiamo chi è povero e solo, incontriamo Gesù. Se preghiamo insieme gli altri, Gesù è in mezzo a noi. Se leggiamo il Vangelo, ascoltiamo Gesù che parla alla nostra vita. La Pasqua ebraica La Pasqua è la più grande festa degli ebrei. Il popolo ricordava la liberazione dall'Egitto e il patto di amicizia stabilito da Dio sul monte Sinai. La Pasqua si celebrava ogni anno all'inizio della primavera con una cena, con preghiere e canti. Durante la cena il più piccolo della famiglia chiedeva al padre: "Perché facciamo questa cena? Perché sulla tavola c'è la carne di agnello, ci sono erbe amare e pani non lievitati?". Allora il capo famiglia cominciava a raccontare: I nostri padri erano schiavi in Egitto, ma il Signore, nostro Dio, si ricordò delle promesse fatte ad Abramo, ad Isacco e alla loro discendenza. Egli suscitò Mosè suo profeta e lo inviò al faraone per liberare il popolo dalla schiavitù. Ma il faraone non volle credere alle parole del profeta. Allora Dio disse loro: "Ogni famiglia prenda un agnello, sparga il suo sangue sulla porta della casa perché questa notte io passerò per il paese d'Egitto e colpirò ogni primogenito. Il sangue sulle vostre case sarà il segno che voi siete dentro; io vedrò il sangue e passerò oltre. In quella notte mangerete l'agnello. Lo mangerete con pane non lievitato perché non ci sarà tempo di farlo lievitare; con erbe amare perché vi ricordiate dell'amarezza della schiavitù d'Egitto. Lo mangerete in fretta, con il bastone in mano. È la pasqua del Signore, cioè il passaggio del Signore che viene a liberarvi. Ogni anno celebrerete questa festa con un rito perenne, perché in questo giorno Dio vi ha fatto uscire dall'Egitto con mano forte e potente". Leggi il libro dell' Es 12 La Pasqua per i cristiani è la festa di Gesù risorto. Ogni settimana comincia con la domenica, che è festa come il giorno di Pasqua. I cristiani si riuniscono attorno alla mensa che si chiama altare. Ricordano i gesti e le parole di Gesù nella sua ultima cena. Fanno memoria del suo sacrificio sulla croce e della sua risurrezione. Mangiano il pane e bevono il vino che sono il Corpo e il Sangue di Gesù. Questa è l'Eucaristia, la Cena del Signore. È la nuova Pasqua di salvezza per tutti gli uomini. Per ricordare, pregare e vivere Gesù va incontro alla sua Pasqua obbediente alla volontà del Padre. Qual è la volontà del Padre? Questa è la volontà del Padre: che tutti gli uomini diventino suoi figli e fratelli tra di loro, e che nessuno vada perduto. Perché Gesù è morto per noi? Con la morte e la risurrezione Gesù sconfigge il peccato e la morte e ci rende partecipi della sua vita immortale. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome". Leggi il Sal 23 Qual è il dono di Gesù risorto? Gesù dona ai suoi amici lo Spirito Santo che perfeziona la sua opera nel mondo. Gesù è l'Uomo perfetto. È veramente uno di noi, ha lavorato con mani d'uomo e amato con cuore di uomo. Gesù è il Cristo, il Salvatore del mondo. Coloro che lo ascoltano e lo seguono, camminano nella sua luce e avranno la vita per sempre. Gesù è vero Dio e vero uomo. Egli ha preso su di sé le nostre sofferenze, i nostri peccati e anche la morte ed è risorto. Gesù è il Signore. Resta con noi, Signore Messaggio Il tema centrale di questo capitolo è la celebrazione dell'Eucaristia nel giorno del Signore, culmine e fonte della vita cristiana. Il capitolo segue immediatamente quello della Pasqua e da esso prende ispirazione. Per i fanciulli, come per la famiglia e la comunità seguire Gesù è celebrare la Pasqua con lui; riconoscerlo, come i discepoli di Emmaus, vicino e presente nel segno più grande che egli ci ha lasciato; accoglierlo come pane di vita. Obiettivi Non possiamo pretendere di spiegare ai fanciulli di questa età tutto ciò che la teologia dice intorno al sacramento dell'Eucaristia. L'importante è condurli ad accogliere e riconoscere con fede Gesù risorto nella Chiesa e nell'assemblea riunita per celebrare ogni domenica la Pasqua del Signore. I fanciulli potranno così: - prendere coscienza di ciò che è e fa l'Eucaristia nella vita della Chiesa e del cristiano; - nutrire la loro vita cristiana con gli atteggiamenti propri della preghiera liturgica espressi nella celebrazione eucaristica: l'accoglienza fraterna, l'ascolto e il silenzio, l'offerta di sé, la professione di fede, la condivisione e la disponibilità al servizio; - impegnarsi a legare strettamente l'Eucaristia alla vita di carità e di testimonianza. Contenuti Le tappe di questo capitolo si snodano attorno alla celebrazione domenicale dell'Eucaristia di cui presentano via via i diversi momenti. I nuclei catechistici sono: - I sacramenti, segni di salvezza: nei sacramenti della fede Gesù opera e salva gli uomini donando loro il suo Spirito. La dimensione ecclesiale e spirituale dei sacramenti viene qui strettamente collegata alla vita nuova che da essi scaturisce. - Dio Padre ci raduna attorno a Gesù: inizia qui la catechesi sulla Messa: l'Eucaristia è il segno più grande della presenza di Gesù risorto. Nel giorno del Signore, la comunità dei discepoli si raduna in santa assemblea. È l'inizio di un cammino di fede, l'incontro con Gesù per una prima esperienza di lui, insieme ai fratelli. - Dio parla al suo popolo: la spiegazione della Scrittura riscalda il cuore, spegne dubbi e perplessità. L'ascolto e l'adesione della mente e del cuore sono la risposta di chi crede e ama il Signore. - Fate questo in memoria di me: nell'Eucaristia Gesù raccoglie tutta la vita degli uomini, le loro fatiche e speranze, il mondo intero per tutto rinnovare e salvare. Nel sacrificio del corpo donato e del sangue versato, vero memoriale della sua Pasqua, si compie la nuova ed eterna alleanza di Dio con gli uomini. - Beati gli invitati alla Cena del Signore: se viviamo la vita come donazione comprendiamo meglio l'Eucaristia e il sacramento diventa forza e cibo per la vita quotidiana; diventa programma da realizzare. - Annunciate ciò che avete visto e udito: l'unità e la pace è il dono che l'Eucaristia impegna a costruire nella Chiesa e nel mondo. Come i discepoli di Emmaus, con gioia possiamo annunciare a tutti che Gesù è il Signore e cammina con noi per nutrirci di sé e aprirci la via che conduce al Padre. Dimensioni Questo capitolo segna una svolta nel cammino di fede del catechismo. I primi sei capitoli infatti sviluppano una linea catechistica che si snoda sulla scia della lettura evangelica. Da questo capitolo prevale una linea più ecclesiale - liturgica. Le diverse dimensioni catechistiche sono comunque tutte presenti e si intrecciano tra loro in modo organico: - La vita dei fanciulli: l'esperienza fondamentale è quella dell'incontro e del dialogo tra amici, insieme all'impegno di costruire comunione. Le categorie antropologiche sottese nel capitolo sono: la condivisione e la solidarietà, il riconoscimento, il servizio. - La Bibbia: l'episodio dei discepoli di Emmaus ( Lc 24 ) fa da contrappunto al capitolo. Continua così la catechesi di Luca, il Vangelo prevalente dei primi sei capitoli. L'episodio permette anche uno stretto collegamento con i racconti della passione, morte e risurrezione del Signore. - La liturgia e la preghiera: è la dimensione prevalente del capitolo. La presentazione del rito della Messa appare sempre collegata alla vita della Chiesa e del discepolo. In concreto il rito viene sviluppato come un itinerario di fede che permette di suddividere nelle sue varie tappe l'intero cammino del catechismo. - La educazione morale: il rapporto Eucaristia - vita permette di sottolineare alcuni aspetti tipici dell'esistenza cristiana: la carità come vero culto spirituale; il sacrificio per amore; la missione di solidarietà e comunione fraterna… Tali impegni non solo derivano dall'Eucaristia ma in essa si fondano e da essa traggono significato e vigore. Un cammino di fede fatto insieme Per la pastorale catechistica Questo capitolo sull'Eucaristia non esaurisce la catechesi sul sacramento. L 'intero catechismo sviluppa via via una iniziazione all'Eucaristia richiamando esplicitamente i momenti della celebrazione della Messa. Iniziare i fanciulli all'Eucaristia è dunque molto di più che prepararli alla prima Comunione. È introdurli alla vita cristiana ed ecclesiale che trova nell'Eucaristia la sua fonte e il suo culmine. In questa luce si può comprendere come l'ammissione dei fanciulli a partecipare pienamente per la prima volta all'Eucaristia non sia legata solo all'età o alla classe, ma soprattutto alla maturità della loro fede e del loro ambiente di vita. La catechesi sulla Eucaristia e il cammino di fede che la sostiene può essere occasione forte e propizia per i genitori dei fanciulli, di riscoperta della loro fede in Cristo e di rinnovato impegno di celebrazione del sacramento. C'è infatti uno stretto legame tra Eucaristia, Matrimonio, famiglia. 'Eucaristia diviene momento fondamentale per la crescita dei genitori e dei figli nella fede e nello sforzo di seguire il Signore. L'amore dei coniugi, la fatica quotidiana per non lasciare mancare nulla ai figli, l'attenzione alle altre famiglie porta a impostare la vita di casa come memoria del Signore: "Mariti, amate le vostre mogli come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei" ( Lettera agli Ef 5,25 ). Quando l'Eucaristia scandisce in una famiglia i momenti di gioia e di dolore, la nascita e il ritorno al Signore delle persone care, le fatiche e la lotta per il bene dei fratelli, anche la Messa di prima Comunione di uno dei figli diventa veramente una festa di famiglia. Una festa che non ha bisogno di vestiti di lusso e di regali costosi, ma di fede e di amore. L'azione pastorale delle parrocchie per la preparazione alla Messa di prima Comunione, si è arricchita in questi anni di grande esperienza e pone in risalto, tra l'altro, alcune esigenze: - L'itinerario di fede dei fanciulli si sviluppa per almeno due anni ed è programmato con attenzione ai soggetti e alle esigenze di gradualità pedagogica propri della loro vita, tenendo conto soprattutto di quelli bisognosi di cura e di paziente amore. - La catechesi segue l'anno liturgico e ad esso costantemente si ricollega con tappe di verifica e di celebrazione che ne scandiscono il cammino. - La catechesi sull'Eucaristia è momento propizio per mettere in risalto e scoprire la vocazione al sacerdozio ministeriale e alla vita religiosa come consacrazione e dono totale di sé sull'esempio di Gesù. - La prima celebrazione del sacramento della Riconciliazione con i fanciulli, partecipata dalle loro famiglie e dalla comunità, è momento di grande festa per tutti e va collocata in tempi anteriori, ma non troppo ravvicinati alla Messa di prima Comunione. - Il coinvolgimento della famiglia è costante: nel momento della iscrizione che andando oltre il fatto puramente formale diventa occasione di incontro, di dialogo, di accoglienza tra il sacerdote, i catechisti e la famiglia; negli incontri mensili in cui i genitori accompagnano il cammino dei figli, ne prendono coscienza e soprattutto lo verificano con il loro cammino di fede familiare e di coppia. - La partecipazione della comunità è altrettanto assidua e si esprime nella presentazione dei catechisti all'inizio dell'anno catechistico, nella partecipazione alle tappe più significative del cammino dei fanciulli, nella costante preghiera che durante la Messa domenicale l'assemblea rivolge al Signore per loro; e soprattutto, là ove è possibile, nell'inserimento dei fanciulli e della loro famiglia, a piccoli gruppi, nella Messa domenicale, per la celebrazione della prima Comunione. - Infine, dopo la prima Comunione i fanciulli sono invitati a continuare la catechesi, non solo in vista della successiva celebrazione del sacramento della Cresima, ma prima ancora per uno o due anni di approfondimento del mistero eucaristico, in vista di una sempre più matura esperienza di fede e di impegno di vita cristiana nella comunità. È meglio dare o ricevere? Sono belli i momenti vissuti con gli amici e le persone care! Le ore scorrono veloci e piene di parole e di gesti d'amicizia, di confidenze, di gioco. Piccoli e grandi gustiamo la gioia di stare insieme, vicini… In questi momenti meravigliosi a ciascuno piace raccontare e ascoltare. Ci si conosce, si parla della propria famiglia, del lavoro, della scuola, dei progetti che riempiono il cuore. Cosa sarebbe la nostra casa, la parrocchia, o la scuola, se non ci fosse il tempo per ascoltarsi e parlare con serenità e amore? Che cosa impedisce oggi di favorire questi momenti di dialogo e di incontro? Ma non basta parlare e ascoltare, occorre la volontà di offrire qualcosa di noi stessi per costruire la comunione e l'amore nei nostri incontri. Ognuno ha bisogno degli altri e deve sacrificare qualcosa per il bene e la felicità di tutti. E più bello dare o ricevere? In ogni gesto di solidarietà e di vera amicizia è presente la forza dello Spirito di Gesù. Gesù stesso ha assicurato la sua presenza tutte le volte che due o più sono riuniti nel suo nome. Possiamo fare senza di lui? Nella Chiesa Gesù ci presenta tutti i segni del suo amore. Come riconoscerli? Come accoglierli? I Sacramenti, segni di salvezza Ogni istante di vita è prezioso. Ma in certi momenti gustiamo con maggior intensità la gioia di esistere. Sempre il volto della Chiesa rivela la presenza di Gesù, ma quando si celebrano i sacramenti questa presenza si fa più forte e solenne. Gesù ha voluto istituire questi segni per manifestare il suo amore nei momenti particolari della vita degli uomini. Questi segni di salvezza sono affidati alla Chiesa. In essi riceviamo lo Spirito Santo con la sua grazia che ci santifica e ci unisce alla vita nuova di Gesù risorto. I sacramenti sono sette: il Battesimo, la Confermazione, l'Eucaristia, la Penitenza, l'Unzione degli infermi, l'Ordine, il Matrimonio. Quando la comunità si raduna per celebrare i sacramenti del Signore, Gesù viene come il giorno che è risorto e come il giorno che tornerà glorioso. Ogni sacramento celebra il mistero della Pasqua del Signore e rinnova il dono del suo Spirito. Per questo è sempre festa grande quando la comunità li celebra nella liturgia; è l'incontro con il Risorto. Per accogliere con frutto la grazia dei sacramenti è però necessaria la fede in Gesù. Senza la fede il sacramento è come un seme che ha in sé la vita, ma non fruttifica perché il terreno in cui è posto non è buono. Il frutto del sacramento è la testimonianza di una vita rinnovata nella carità. I sacramenti celebrano la presenza del Signore risorto nei momenti più importanti della vita. Gesù dona il suo Spirito ai credenti e li trasforma in popolo santo. Dio Padre ci raduna attorno a Gesù Il segno più grande della presenza di Gesù risorto e il momento più bello per riconoscerlo e accoglierlo con fede è l'Eucaristia. È festa, è il giorno del Signore. Dio Padre chiama tutti i suoi figli a riunirsi attorno a Gesù: la comunità cristiana sta insieme per il grande ringraziamento. Alla mensa della parola e del pane di vita, il prete ci accoglie: nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ogni domenica in tutte le lingue i cristiani di tutto il mondo invocano il nome del Signore; cantano le sue lodi, chiedono il perdono. Veniamo da case diverse, ma le nostre strade si congiungono verso un unico luogo di appuntamento: la casa di preghiera della comunità. Lì incontriamo Gesù come i due discepoli che, il giorno di Pasqua, andavano da Gerusalemme a Emmaus. Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Leggi il Vangelo di Lc 24,13-15 Dio parla al suo popolo Gli avvenimenti che accadono attorno a noi, portano spesso tristezza e delusione. Le preoccupazioni e gli egoismi induriscono il cuore. A volte pare impossibile di sperare in un mondo più giusto e più umano. Il peccato indebolisce la fede e non ci accorgiamo che Gesù cammina sempre accanto a noi sulle strade della vita. L'esperienza dei discepoli di Emmaus che Gesù incontra delusi e sfiduciati è molto vicina alla nostra. Gesù è presente con la sua parola; egli rimprovera ed esorta, se siamo increduli e duri di cuore; rianima la speranza, se siamo stanchi o delusi; ammaestra e spiega la parola di Dio; se siamo sfiduciati, rincuora e sprona per essere suoi testimoni. Alleluia, alleluia, alleluia. La tua parola, Signore, è parola di vita eterna. Alleluia, alleluia, alleluia. È Dio che ci parla: tutta la comunità cristiana, come Maria, è in ascolto obbediente; con amore ascolta in silenzio, con attenzione medita nel cuore, con desiderio ricerca come vivere la parola ascoltata, con fede propone la sua adesione a Dio, con prontezza prega per il mondo perché si rinnovi nella giustizia e nella pace. Fate questo in memoria di me Il pane che mangiamo ogni giorno e il vino della nostra tavola hanno il sapore della fatica e della gioia che Dio provvede per la vita di tutti; sono frutto del nostro lavoro. Anche Gesù ha condiviso la vita degli uomini, ha apprezzato tutto ciò che nasce dalla fatica e dal sacrificio e porta alla comunione e all'amicizia. Quando ha incontrato i discepoli di Emmaus, non ha detto solo la sua parola illuminatrice, ma ha anche aperto gli occhi ai discepoli spezzando e dando loro il pane, come segno del suo dono d'amore. Il pane e il vino c'erano anche sulla tavola di Gesù, quando celebrò con gli apostoli l'ultima cena. Essi sono divenuti il segno del corpo e del sangue di Gesù, dati in sacrificio per tutti gli uomini. La Chiesa, obbediente al comando del Signore, rinnova costantemente questa memoria, come ci ricorda l'apostolo Paolo. Io infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese il pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me". Allo stesso modo dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue: fate questo ogni volta che ne bevete, in memoria di me". Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga. 1 Cor 11,23-26 Le mani del sacerdote distese sul pane e sul vino, esprimono l'invocazione a Dio perché mandi il suo Spirito a santificare i doni e diventino così per noi il corpo e il sangue di Gesù. Il sacerdote ripete i gesti e le parole dell'ultima cena. Si rende così presente il sacrificio del Signore, offerto per la nostra salvezza. Il pane e il vino ora sono il corpo e il sangue che Gesù ha donato quando ha patito, è morto ed è risorto per noi. Anche su tutta l'assemblea il sacerdote invoca il dono grande dello Spirito Santo, perché coloro che partecipano all'EucarIstia diventino, uniti a Gesù, un solo corpo e un solo Spirito. Nella Messa Gesù offre se stesso per noi. Accogli, o Padre, con il sacrificio di Gesù, l'offerta della nostra vita. Le fatiche quotidiane, il pianto di chi soffre, il gioco dei bambini, il lavoro dei grandi, nulla va perduto. Gesù raccoglie ogni cosa buona e prepara per tutti una festa eterna. Per noi Cristo è morto, per noi Cristo è risorto. Vieni, Signore Gesù! Beati gli invitati alla Cena del Signore La Messa è una grande esperienza di fraternità: piccoli e grandi, poveri e ricchi, siamo tutti figli dello stesso Padre. Una sola è la fede, una sola è la speranza, unico è l'amore che ci unisce, quello del Signore Gesù. Nel suo nome diciamo: Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Il sacerdote continua: Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. Dobbiamo fare la pace. Non possiamo ricevere Gesù senza avere la pace con Dio e con i nostri fratelli. Per questo il sacerdote dice a tutti: Scambiatevi un segno di pace. È la pace di Gesù che arriva a noi. Lui ha promesso: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace". Ciascuno si impegna davanti al Signore a portare la pace in casa, a scuola, nel lavoro, dappertutto. La Cena del Signore è pronta: tutti sono invitati al banchetto della festa. Chi è ben disposto nel cuore, si accosta alla mensa. Per ricevere degnamente la Comunione, dobbiamo: essere in grazia di Dio, riconoscere con il nostro "amen" il corpo e il sangue di Gesù, osservare il digiuno di un'ora. Facciamo la Comunione al corpo e al sangue di Cristo: Gesù è in noi e noi in lui. Il Padre ancora una volta ci unisce a Sé in una alleanza nuova e per sempre. Insieme a Gesù vogliamo amare i nostri fratelli ed essere uniti nella carità. A ricevere il corpo del Signore si va in processione come pellegrini in cammino verso la casa del Padre; là è preparato il banchetto della festa eterna. Il nostro pane e le nostre forze non bastano per una strada così lunga C'è tanto bisogno di perdono, di amore, di giustizia e di pace nel mondo. Gesù è il vero cibo, la sua forza diventa la nostra forza, il suo Spirito si trasmette a noi per guidare la nostra vita. Una presenza che continua La celebrazione dell'Eucaristia è grande festa per tutta la comunità cristiana. E coloro che non hanno potuto partecipare alla Messa perché malati o anziani? La comunità non li dimentica: li ricorda nella preghiera comune; per essi conserva nel tabernacolo il pane consacrato; invia i suoi ministri a visitarli, confortarli e portare loro l'Eucaristia perché sia sostegno e speranza nella sofferenza. A volte nella casa del malato il sacerdote celebra la Messa. I parenti e gli amici si uniscono con lui per offrire il sacrificio di Gesù. Quando la malattia è grave l'Eucaristia viene data come viatico ( cioè come cibo per il cammino verso il Signore ). La presenza permanente di Gesù nel segno del pane consacrato, nelle nostre chiese, è per tutti invito a sostare in ascolto e in preghiera. Lo ringraziamo, lo adoriamo, gli parliamo di noi e dei nostri cari, gli offriamo la nostra giornata, lo preghiamo per la Chiesa e per il mondo intero. Nel sacramento dell'Eucaristia Gesù è realmente presente sotto le specie del pane e del vino. Annunziate ciò che avete visto e udito Quante cose possono nascere da un incontro tra amici! La giornata si fa radiosa, il cuore si riempie di speranza, perché non siamo soli. Allora vorremmo dire a tutti la nostra gioia. Finita la Messa il sacerdote saluta l'assemblea: La gioia del Signore sia la vostra forza. Andate in pace. Ora quello che abbiamo visto e udito, quello che abbiamo vissuto insieme nell'Eucaristia noi lo annunzieremo a tutti perché Gesù sia conosciuto e sia amato e la nostra gioia sia perfetta. Ci accompagna la parola di Gesù: "Fate questo in memoria di me, amatevi come io vi ho amato". Come Gesù spezza il pane della sua parola e del suo corpo per noi e dona la sua vita, così i suoi discepoli sono chiamati a mettere la propria vita a servizio degli altri. Nella Comunione lo Spirito Santo ci unisce a Gesù e tra noi per formare un solo corpo. Uno solo è il Pane che mangiamo. Noi tutti, pur essendo molti, dobbiamo essere un cuore solo e un anima sola. O Padre, nell'Eucaristia ci hai uniti al Figlio tuo Gesù Cristo e ci hai nutriti della sua parola, del suo Corpo e del suo Sangue. Guidaci ora con il tuo Spirito, perché non solo con le parole, ma con le opere e con la vita possiamo renderti testimonianza. Entreremo così nel tuo regno per sempre. Per ricordare, pregare e vivere Cosa sono i sacramenti? I sacramenti sono azioni di Cristo risorto e segni efficaci della grazia, celebrati dalla Chiesa per santificarci. La domenica chi ci chiama a celebrare l'Eucaristia? Nella Messa il Padre convoca il suo popolo in santa assemblea per fare festa attorno a Gesù risorto. Quale dono riceviamo nella liturgia della Parola? Nella liturgia della Parola ascoltiamo quanto Dio ha compiuto nella storia per la salvezza degli uomini e rispondiamo al Signore con il "sì" della nostra fede. "Le tue parole, Signore, sono parole di vita eterna". Ti rendiamo grazie, o Padre, perché ci hai accolto e radunato come una famiglia. Perché ci hai donato Gesù, parola e pane di vita. Perché ci hai dato il tuo Spirito che dà forza e ci fa vivere in comunione con te e tra noi. Quale mistero celebriamo nella liturgia eucaristica? Nella liturgia eucaristica celebriamo il mistero della morte e risurrezione del Signore; partecipiamo al sacrificio che Gesù offre al Padre per noi e da lui impariamo a fare della nostra vita un dono. "Fate questo in memoria di me". Quando facciamo la Comunione, chi riceviamo nel pane e nel vino consacrati? Nel pane e nel vino consacrati Gesù risorto è realmente presente con il suo corpo e il suo sangue, e ci unisce a sé e tra noi per formare un solo corpo. "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna". Credo la Chiesa Messaggio Nell'Eucaristia la Chiesa cresce e si rinnova. Questo tema sviluppato nell'unità precedente viene qui completato: la Chiesa continua a vivere nelle famiglie cristiane, nelle attività della parrocchia, nella testimonianza di chi si impegna a vivere con coerenza il Vangelo in mezzo agli uomini. Anche i fanciulli di 8-10 anni possono giungere ad avere questa consapevolezza per contribuire attivamente alla vita della comunità cristiana e sperimentare la loro realtà di pietre vive della Chiesa universale unita attorno al Papa e ai vescovi. Obiettivi Gli obiettivi segnano il cammino di crescita dei fanciulli in ordine al loro senso di appartenenza alla comunità cristiana e li conducono a: - scoprire che la Chiesa è presente dove vivono i cristiani: nella famiglia, nel quartiere o nel paese, nel mondo intero; - conoscere la comunità parrocchiale con i diversi ministeri che vi si esercitano per il bene di tutti; - maturare l'appartenenza alla Chiesa, famiglia di Dio, esprimendo la gioia di esserne parte viva; - esercitare il proprio ruolo di fanciullo nella comunità parrocchiale nell'impegno concreto e nella testimonianza. Contenuti La Chiesa vive la Pasqua del Signore nelle famiglie, nel quartiere o nel paese, nel mondo intero. Attorno a questi tre nuclei viene sviluppato il contenuto di questo capitolo. - La Chiesa vive nelle nostre case: nel concreto della vita familiare, anche grazie al sacramento del Matrimonio, la famiglia vive la sua realtà di Chiesa domestica. - La Chiesa vive nella comunità parrocchiale: è il momento di esplorazione nel territorio circostante della presenza della Chiesa quale porzione di umanità che vive in Cristo in forza della Parola e dei sacramenti. - La Chiesa è diffusa nel mondo: dall'esperienza di più parrocchie a quella della diocesi fino alla consapevolezza che la Chiesa è universale. Il Papa e i vescovi, con i preti e tutto il popolo di Dio, esercitano il loro servizio secondo i doni ricevuti dallo Spirito. Dimensioni Con ritmo decisamente esperienziale, senza tuttavia trascurare l'accostamento alle fonti della Rivelazione, il fanciullo è guidato a fare l'esperienza della Chiesa. - La vita dei fanciulli è fortemente evocata in questo capitolo che ha un carattere spiccatamente esistenziale: la vita in famiglia con le sue gioie e i suoi dolori, con momenti di rottura e di pace; la vita nel territorio con la sua realtà sociale, culturale, religiosa; l'apertura verso i più vasti orizzonti del mondo che a 9-10 anni comincia ad essere possibile, costituiscono i diversi luoghi in cui è presente la Chiesa di Dio. - La Bibbia: la riflessione sull'esperienza viene ricondotta agli avvenimenti della Pentecoste e all'opera di Pietro e degli apostoli come vengono narrati dal Vangelo e dagli Atti. Riferimenti puntuali riguardano le lettere di Paolo ai Colossesi e agli Efesini. - La liturgia e la preghiera: la prima esperienza di Chiesa assunta dai fanciulli nella liturgia domenicale si amplia ora nella presa di coscienza che la Messa è vissuta in casa, a scuola, con gli amici. - L'educazione morale sottolinea come la vita cristiana si esprime nella carità che consiste nel mettere le proprie doti personali a disposizione della comunità cristiana. I fanciulli sono così aiutati a maturare un atteggiamento di servizio. Un cammino di fede fatto insieme Per la pastorale catechistica Dov'è la Chiesa? Dove sono i cristiani che hanno celebrato l'Eucaristia e ora sono tornati alle loro occupazioni? Questi interrogativi che i fanciulli si pongono non sono oziosi, soprattutto se teniamo conto che troppi cristiani vivono ancora un cristianesimo di pura abitudine. È questo il momento di guidare i fanciulli a comprendere che la Chiesa vive la Pasqua del Signore nello spazio e nel tempo dell'esistenza dei cristiani. In caso contrario, potremmo favorire in loro una visione parziale e forse distorta della Chiesa, con serie conseguenze per la loro crescita cristiana. L'opinione pubblica discute spesso sul rinnovamento della Chiesa e sulla sua presenza nel mondo di oggi. Anche nelle nostre famiglie arriva tale discussione e i fanciulli ora non restano più indifferenti. Può essere questo un promettente segno dei tempi, che ci porta a interessare già i fanciulli ai problemi dell'unità dei cristiani, del rapporto con le altre religioni e del dialogo della Chiesa con il mondo. Sono temi che hanno oggi particolare accoglienza nella scuola. Ogni riflessione, comunque, deve essere ricondotta al Vangelo e agli avvenimenti della Pentecoste, come li conosce e li vive la Chiesa. Dove vive la Chiesa La Messa è finita; andiamo in pace. I cristiani che hanno celebrato l'Eucaristia, tornano alle loro case. Il giorno dopo ricomincia la settimana ed essi riprendono le attività di sempre. Partecipare alla Messa nei giorni festivi, è un dono e un impegno per tutti i cristiani. Ma la Chiesa esiste solo quando i cristiani sono riuniti in assemblea attorno all'altare del Signore? Dov'è la Chiesa quando i cristiani sono a casa, in ufficio, in fabbrica o a scuola? In ogni ambiente e situazione è possibile vivere la parola del Signore, accogliersi l'un l'altro con amore, scoprire la forza e la gioia della preghiera comune, riconoscere i doni degli altri e condividere i nostri. Nell'impegno di ogni giorno manifestiamo e costruiamo insieme la Chiesa di Gesù. La Chiesa vive nelle nostre case La tua famiglia, la famiglia dei tuoi amici… Ci sono anche bambini che non hanno una casa abitabile e ci sono anche famiglie divise. Quanti problemi in tutte le famiglie! La spesa, il lavoro, lo studio, e tante preoccupazioni che turbano spesso la serenità dei genitori e dei figli. E ci sono anche momenti di gioia: una festa, amici che arrivano, un Battesimo, le vacanze… C'è la fatica di ogni giorno, ma l'amore può dare coraggio per superare ogni difficoltà. C'è l'impazienza e a volte il litigio e l'incomprensione; c'è anche il perdono e la pace. Ci sono momenti per conversare, per ascoltare, per pregare. Le famiglie cristiane hanno un dono che accompagna genitori e figli nella vita: è l'amore di babbo e mamma, che il Signore ha benedetto nel giorno delle nozze. Il Matrimonio è un segno grande, un sacramento, che rende presente nelle famiglie l'amore di Dio Padre e Figlio e Spirito Santo. In famiglia molti bambini sentono pronunciare per la prima volta il nome di Gesù e ascoltano dai genitori e dai nonni i fatti della sua vita. Da chi abbiamo ascoltato per la prima volta il nome di Gesù? Chi ci ha insegnato a pregarlo? In famiglia si impara a non pretendere tutto per sé ma a pensare anche al bene degli altri. Insieme si può imparare ad amare Dio Padre e a rispettare come fratelli tutti gli uomini. La famiglia cristiana è la Chiesa di Gesù che vive nelle nostre case. Ricordiamo queste parole, scritte da San Paolo ai primi cristiani dell'Asia minore: Fratelli, abbiate in voi sentimenti di bontà e di pazienza. Sopportatevi a vicenda. Come il Signore vi ha perdonato, così anche voi: perdonatevi scambievolmente. E la pace di Cristo regni in mezzo a voi. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore! Voi, genitori, non esasperate i vostri figli, perché non si perdano di coraggio. E qualunque cosa facciate, fatela di cuore, come per il Signore. Leggi la Lettera ai Col 3,12-25 La Chiesa vive nella comunità parrocchiale Osserviamo il paese o il quartiere in cui viviamo. C'è bisogno di accogliere quelli che non hanno casa. C'è bisogno di ospitare o di aiutare quelli che vengono da lontano in cerca di lavoro. I veri cristiani non pensano solo a se stessi e sanno che c'è più gioia a donare che a ricevere. Per tutti c'è qualcosa da fare. I grandi si organizzano e cercano soluzioni giuste ai problemi della scuola, dei disoccupati, dei vecchi, dei malati… E i ragazzi? E i bambini? I miei libri, il mio pallone, la mia bicicletta, il mio giardino e la mia casa sono anche per te. I miei amici diventeranno i tuoi amici, vieni! C'è anche la mia mamma e faremo festa. Faremo insieme i compiti per la scuola. Sei malato o c'è qualche difficoltà nella tua famiglia: noi verremo da te! Il luogo dove la domenica ci riuniamo per celebrare l'Eucaristia si chiama chiesa. Può essere piccola o grande, ricca di opere d'arte o povera e spoglia. Ma la comunità dei cristiani che si incontra nella nostra chiesa è molto più importante delle pietre e dell'edificio. È la famiglia di Dio che vive nella parrocchia. La comunità parrocchiale ci ha accolti il giorno del Battesimo e noi siamo diventati pietre vive della Chiesa di Gesù. Nella Chiesa di Gesù, tutti hanno un compito da svolgere: i grandi e i piccoli, i preti, le suore, i papà e le mamme, i catechisti e i maestri; chi lavora, chi va a scuola, chi è malato… Ciascuno ha la sua vocazione, ciascuno può ricevere e dare qualcosa. Uniti e illuminati dallo Spirito Santo, anche noi possiamo collaborare per costruire in parrocchia una comunità viva di fratelli. Con i catechisti cresciamo insieme come discepoli che ascoltano e seguono Gesù. Possiamo organizzarci in gruppi per giocare. Possiamo riunirci per preparare i canti o il servizio al sacerdote nell'Eucaristia. Ci sono impegni da prendere per aiutare i poveri e per far conoscere Gesù a tutti. Con noi ci sono sempre i preti. Essi non hanno famiglia e bambini; sono lieti di spendere la giornata e anche la vita per il nostro bene. Sono nostri fratelli; Gesù li ha chiamati e il vescovo, in suo nome, li ha ordinati e li ha mandati a noi, perché guidino la comunità. Con loro siamo impegnati a costruire una vera famiglia di discepoli del Signore. La Chiesa è diffusa nel mondo La nostra parrocchia e le parrocchie vicine sono unite tra loro e formano una comunità di fratelli, la diocesi, in cui il vescovo è pastore e padre. I vescovi sono i successori degli apostoli. Per primi essi sono chiamati ad essere fedeli discepoli di Gesù ed esempio del suo amore per i piccoli, per i poveri, per i sofferenti, per il mondo intero. Il vescovo di Roma è il Papa. Il Papa è il successore di san Pietro ed è il pastore visibile di tutta la Chiesa. Pietro era il capo degli apostoli; a lui Gesù risorto aveva detto: "Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore". Il giorno della Pentecoste, lo Spirito Santo discese sugli apostoli. Allora Pietro per primo cominciò a parlare alla folla e invitava tutti a pentirsi dei peccati e a farsi battezzare. Al Papa, successore di Pietro, e ai vescovi, successori degli apostoli, lo Spirito Santo continua a dare il suo aiuto, perché siano pastori e maestri di tutta la Chiesa che è nel mondo. Ogni cristiano è chiamato ad accogliere i doni dello Spirito e a mettersi a servizio dei fratelli nella Chiesa. Un solo corpo, un solo spirito come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione. Un solo Dio Padre di tutti. A ciascuno di noi, tuttavia, il Signore ha dato doni diversi per l'utilità comune. Egli ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per edificare la sua Chiesa. Leggi la Lettera agli Ef 4,1-13 All'inizio i cristiani erano come un piccolo gregge in mezzo ai popoli della terra. Oggi sono moltissimi e solo il Signore conosce il loro nome e la loro storia. Dal giorno della Pentecoste, lo Spirito Santo abita in essi come in un tempio. Egli li chiama da tutte le nazioni e da tutte le razze e suscita in loro la fede nel Signore Gesù. A tutti distribuisce i suoi doni, perché insieme siano fedeli testimoni di Gesù nel mondo. Tutti siamo chiamati a vivere il dono della comunione e dell'unità, superando le divisioni tra i cristiani. La domenica, alla Messa, noi preghiamo per tutta la Chiesa: Ricordati, Signore, della tua Chiesa diffusa su tutta la terra; rendila perfetta nell'amore in unione con il nostro Papa e con i nostri vescovi. Per ricordare, pregare e vivere Che cosa è la Chiesa? Questa è la Chiesa: il popolo di Dio radunato nell'unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Chi è il primo di tutti i fratelli e capo della Chiesa? Gesù Cristo è il capo della Chiesa. Egli è il maestro che guida i fratelli come un pastore buono. A chi Gesù ha affidato la cura del suo popolo? I vescovi, successori degli apostoli, uniti col Papa, successore di san Pietro, sono nella Chiesa pastori e maestri che, in nome di Gesù, guidano il popolo di Dio. Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme. Là il Signore dona la benedizione e la vita per sempre. Leggi il Sal 133 Dove vive la Chiesa? La Chiesa vive nella famiglia cristiana unita del sacramento del Matrimonio; vive nella comunità parrocchiale, nelle diocesi e nel mondo intero Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Una è la Chiesa che Gesù vuole riunire nel suo amore come uno solo è Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, e una è la nostra speranza. Santa è la Chiesa: Cristo ha dato se stesso per renderla santa; santi siamo chiamati ad essere ogni giorno di più, come santo è il Signore. Cattolica è la Chiesa che, è diffusa nel mondo perché risplenda fra tutti i popoli la grazia del Salvatore. Apostolica è la Chiesa che è fondata sugli apostoli; con il Papa e i vescovi tutti i cristiani sono mandati nel mondo per annunziare il Vangelo ad ogni creatura. Rimanete in me e io in voi Messaggio Il disegno di Dio sugli uomini è che tutti vivano nell'unità e nella pace. La Chiesa è il luogo dove questo disegno si realizza e il Battesimo segna l'ingresso di ogni credente nella comunità dei cristiani. La catechesi sul Battesimo e sulla vita battesimale è sviluppata seguendo l'immagine evangelica della vite e dei tralci. Il legame profondo con Cristo produce frutti di vita nuova e dà al discepolo la capacità di vivere con coerenza la propria scelta di fede. Obiettivi Il capitolo vuole favorire il passaggio dalla liturgia alla vita perché l'intera esistenza divenga vita battesimale, preghiera e offerta gradita al Padre. Tale meta è perseguita accompagnando i fanciulli a: - scoprire nel Battesimo non solo un dono ricevuto ma la realtà di ogni giorno. La vita cristiana è vita battesimale; - accogliere con riconoscenza la vita divina di figli, rispondendo al Signore con la preghiera di lode, di rendimento di grazie, di professione di fede; - crescere in santità e grazia, testimoni di amore. Contenuti La catechesi di questo capitolo si rifà alle preghiere e ai segni essenziali della liturgia del Battesimo. - Io sono la vite, voi i tralci: l'immagine di Gesù esprime l'intima e permanente unione che il Battesimo stabilisce tra lui e i suoi discepoli. Così la vita battesimale appare in tutta la sua ricchezza di grazia costantemente accolta nella fede. - Figli di Dio: i segni della liturgia battesimale manifestano la realtà spirituale che ci è donata nel sacramento: di essere figli di Dio rinati per grazia, liberati dal peccato, membra vive della Chiesa. - Testimoni di Gesù: il cristiano non deve tenere nascosta la sua fede. Il Battesimo lo ha reso luce che illumina. Il credente è dunque chiamato a testimoniare con le opere la novità di vita. Questo impegno sarà sostenuto da un altro dono del Signore: il sacramento della Confermazione. Dimensioni La linea liturgico - ecclesiale è prevalente. Essa si arricchisce tuttavia delle altre dimensioni catechistiche: - La vita dei fanciulli: la catechesi fa riferimento all'esperienza del vivere insieme ogni giorno, con le sue inevitabili situazioni di gioia e di difficoltà. Per crescere in amicizia occorre costruire pace e unità: questo significa anche fare vera esperienza di Chiesa, la comunità in cui tutti sono fratelli, figli dello stesso Padre. - La Bibbia: l'immagine della vite e dei tralci è posta al centro del capitolo. Essa permette di sviluppare il tema della luce, ricco di riferimenti sacramentali ed ecclesiali. - La liturgia e la preghiera: la celebrazione del rito battesimale viene richiamato attraverso i segni che ne esprimono il mistero e nello stesso tempo rimandano alla vita che da esso scaturisce. L'immagine della vite permette di sottolineare la dimensione ecclesiale della celebrazione del Battesimo. - L'educazione morale: l'impegno a vivere da figli di Dio scaturisce dalla partecipazione alla stessa vita di Gesù. La vita sociale del cristiano è infatti innanzitutto un essere in Cristo e un vivere di lui e per lui. Un cammino di fede fatto insieme Per la pastorale catechistica I fanciulli sono stati battezzati un giorno per desiderio dei genitori nella fede della Chiesa. È stato il segno dell'amore di Dio che li ha chiamati a essere suoi figli adottivi, fratelli di Gesù, eredi della vita eterna. Perché il Battesimo non resti solo il ricordo di un rito lontano che altri hanno celebrato per loro, ora nella Chiesa potranno scoprire che il Battesimo è realtà viva ogni giorno. I primi diretti collaboratori di Dio Padre nella crescita umana e cristiana dei fanciulli sono i genitori. Ci sono parole da dire ai figli; ci sono cose da fare con loro, per la crescita nella fede. Ma soprattutto vale in famiglia quell'insegnamento della vita che è testimonianza quotidiana di fede, speranza e carità, di sacrificio e preghiera. Non solo i momenti di sicurezza e di gioia, odi preghiera; anche la stanchezza del lavoro e le preoccupazioni, perfino l'incertezza della fede dei genitori sono realtà ogni giorno. I fanciulli sapranno sempre osservare e far propri i sentimenti di verità e i gesti di onestà che trovano nel loro ambiente familiare; essi saranno anzi veri protagonisti della crescita spirituale di tutta la famiglia, se noi da loro impareremo a credere nel Vangelo, secondo la parola del Signore: "Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli" ( Mt 18,3 ). La nostra vita di figli di Dio si alimenta attraverso la preghiera. Fin dalle prime pagine il catechismo insegna a pregare, in modo particolare attraverso la preghiera liturgica e con i salmi. Ma non basta insegnare ai fanciulli delle preghiere. È necessario insieme favorire in essi gli atteggiamenti interiori che animano la preghiera: la fiducia, l'ascolto del Signore, la lode e il ringraziamento, l'offerta, e anche la preghiera filiale di domanda. Per educare questi atteggiamenti di preghiera e per offrire un linguaggio appropriato al dialogo con Dio e con gli uomini, sono utili anche le formule di preghiera più vive nella tradizione della Chiesa. Alcune sono ricapitolate a pag. 188, come in un breve manuale di preghiera, affinché ad esse si possa attingere in qualunque momento del cammino della fede. Insieme ogni giorno Miliardi di persone abitano la terra. Ognuno ha una storia, ma tutti sono amati da Dio che li chiama a vivere insieme nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Mille cose sembrano dividerci: la razza, il colore della pelle, la cultura, il carattere. Ci sono guerre, litigi, discordie. Ma un grande desiderio di unità sostiene i sacrifici di coloro che lavorano per la pace. Riusciranno ad essere un solo popolo? Da sempre Dio ha un progetto di salvezza per l'umanità intera. Nella sua misericordia viene incontro a chi cerca perdono e pace: ha mandato nel mondo Gesù per insegnarci a vivere ogni giorno insieme da fratelli. Dal giorno del Battesimo faccio parte della famiglia dei figli di Dio e del grande popolo della Chiesa. Le barriere di divisione sono cadute: tutti coloro che invocano il nome del Signore sono miei fratelli e mie sorelle. L'unità e la pace erano un desiderio ardente di Gesù. Prima di morire ha rivolto al Padre questa preghiera: "Che tutti siano una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola perché il mondo creda che tu mi hai mandato". Vangelo di Gv 17,21 Io sono la vite, voi i tralci Tu, o Dio, mi hai dato la vita, mi hai circondato di cose e di persone e mi hai chiamato a far parte del tuo popolo. Chi sono io per te? Soltanto delle immagini possono esprimere il vincolo di amore che ci unisce a Gesù nel Battesimo. Tra lui e i discepoli c e una comunione di vita strettissima: senza di lui non possiamo portare frutto. Sono parole di Gesù: "Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli". Vangelo di Gv 15,1-8 Coloro che credono che Gesù è il Signore e ricevono il Battesimo sono una cosa sola con lui, come germogli di una stessa pianta e tralci di una stessa vite: sono la Chiesa. Da sempre Dio Padre ha pensato a noi, ci ha amati, ci ha voluto uniti con suo Figlio, donandoci il suo Spirito. Dio è sempre il primo a offrire l'amore agli uomini. La vita di Dio in noi ci è donata gratuitamente. Per questo la chiamiamo grazia di Dio. Ma noi che cosa potremmo offrire in cambio? Figli di Dio Dopo la sua risurrezione, Gesù ha comandato agli apostoli: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo". Leggi il Vangelo di Mc 16,14-16 La tua famiglia, il padrino, la madrina, hanno chiesto per te il sacramento del Battesimo. Allora tu non camminavi e non parlavi. Papà e mamma, il padrino e la madrina ti hanno portato in braccio al fonte battesimale, ti hanno presentato alla comunità, ti hanno prestato il cuore e la parola per dire al Signore la tua fede. Quel giorno il sacerdote ha versato sul tuo capo l'acqua battesimale e ha pronunciato le parole affidate da Gesù agli apostoli: Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Oggi sei cresciuto e tocca a te dire la tua fede al Signore: devi crescere in sapienza e in grazia davanti a Dio e agli uomini. Fai la tua bella professione di fede: col Battesimo sono stato liberato dal peccato originale, sono nato alla vita dei figli di Dio, sono entrato a far parte della Chiesa, popolo santo di Dio. Nel Battesimo Gesù apre il nostro cuore alla fede, alla speranza e alla Carità. Testimoni di Gesù Viene il tempo di fare delle scelte sempre più importanti: nella scuola, nella famiglia, nel lavoro, per tutta la vita… Nascono nuovi impegni di fedeltà e di giustizia. Con le parole e con le opere dobbiamo far conoscere ad altri il messaggio di Gesù. Come luce che illumina dobbiamo diffondere intorno a noi bontà e amore. Gesù ha detto: "Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli". Vangelo di Mt 5,14-16 Per avere il coraggio di essere luce del mondo, Dio ci verrà ancora incontro con un segno del suo amore. La comunità dei cristiani, radunata insieme al vescovo, invocherà su di noi lo Spirito Santo; come facevano gli apostoli, il vescovo imporrà le sue mani sopra di noi. È il sacramento della Confermazione: lo Spirito Santo conferma i battezzati e li unisce più profondamente a Cristo e alla Chiesa. O Signore, fa' di me uno strumento della tua pace. Là dove c'è odio, che io porti l'amore! Là dove c'è offesa, che io porti il perdono! Là dove c e tristezza, che io porti la gioia! Per ricordare, pregare e vivere Cos'è il Battesimo che i genitori hanno domandato per noi? Il Battesimo è una nuova nascita: libera gli uomini dal peccato originale, li rende nella Chiesa creature nuove, fratelli di Gesù, figli di Dio. Che cosa ricordiamo con il segno della croce? Con il segno della croce ricordiamo la fede del nostro Battesimo: Dio è uno solo, in tre persone uguali e distinte, Padre e Figlio e Spirito Santo; Gesù è morto e risorto per la nostra salvezza. Che cosa è la grazia? La grazia è la vita di Dio in noi; il dono di comunione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Che cosa comunica a noi la grazia di Dio? La grazia ci rende popolo santo di Dio, ci fa creature nuove, partecipi della vita di Gesù. Quali sono i sacramenti che ci introducono nella vita cristiana? I sacramenti che ci introducono nella vita cristiana sono il Battesimo, la Confermazione e l'Eucaristia. Con essi lo Spirito Santo ci unisce sempre più intimamente al Signore risorto. Rendiamo grazie a Dio e diciamo: Benedetto sei tu, Dio Padre onnipotente! Con il Battesimo ci hai liberati dal peccato, ci hai chiamati nella tua Chiesa, ci hai fatti tuoi figli. Lo Spirito di Gesù abita nei nostri cuori. Perdonaci, Signore Messaggio Il tema centrale di questo capitolo è la celebrazione del sacramento della Riconciliazione. Gesù è morto e risorto per dare la pace e il perdono agli uomini peccatori. Anche i discepoli sono a volte infedeli, offendono Dio e i fratelli con il peccato. Per questo tutta la vita cristiana è cammino di conversione nella Chiesa. Tale cammino ha come suo momento forte e punto di arrivo il sacramento della Riconciliazione, segno visibile ed efficace del perdono che viene da Dio attraverso la Chiesa. Obiettivi L'intero catechismo appare come strumento utile per educare alla Riconciliazione. Questo capitolo in particolare persegue i seguenti obiettivi di fondo: - approfondire il senso del peccato nella vita cristiana e conoscere le vie che, nella Chiesa, sono offerte per accogliere il perdono di Dio; - verificare la propria vita sulla parola di Dio; - rinnovare la fiducia e la fedeltà in Dio Padre che perdona; - partecipare alla celebrazione del sacramento della Penitenza, sia comunitaria che individuale; Contenuti Il capitolo sviluppa questi nuclei: - Pace a voi: la realtà del peccato fa parte della vita dei discepoli di Gesù. Ma il peccato non è motivo di scoraggiamento in coloro che credono in Gesù e sanno che lui ha donato alla sua Chiesa il potere di rimettere i peccati nel suo nome. - Il Signore è buono e perdona: nella Chiesa sono tante le vie e i modi per accogliere il perdono di Dio e vincere il peccato. Il sacramento della Penitenza e l'Eucaristia sono i segni efficaci che Gesù ha donato alla sua Chiesa per rinnovare la sua Pasqua di vittoria sul peccato. - La festa del perdono: è l'inizio della celebrazione del sacramento della Penitenza. Tutta la comunità partecipa e accoglie il perdono di Dio. - Oggi devo fermarmi a casa tua: il sacramento è l'incontro con Gesù; è accoglierlo nella propria vita e lasciarsi guidare da lui per verificare sulla sua Parola gli impegni e le scelte di ogni giorno ( esame di coscienza ). - Confesso a Dio onnipotente: per il perdono è necessario il pentimento sincero dei nostri peccati; la confessione individuale con il ministro della Chiesa, in un clima di ascolto e dialogo, richiede atteggiamenti di fiducia, di sincero pentimento, di preghiera. - Il Signore vi ha perdonato: il perdono ricevuto immette nel cuore profonda gioia. La Chiesa tutta è in festa perché la bontà del Signore si è ancora una volta manifestata. Dimensioni L'itinerario di educazione alla penitenza tiene presente le seguenti dimensioni: - La vita dei fanciulli: nei loro ambienti di vita i fanciulli vedono quotidianamente comportamenti buoni e meno buoni. La scelta del bene è sempre impegnativa e difficile. L'infedeltà e l'egoismo fanno parte dell'esperienza quotidiana, insieme al perdono e alla volontà di pace. - La Bibbia: la Parola di Dio accompagna la catechesi liturgica della celebrazione della Penitenza. Il Vangelo di Giovanni ( Gv 20 ) annuncia il dono pasquale dello Spirito per la remissione dei peccati. L'insegnamento e l'azione di Gesù trasmessi nel Vangelo di Luca ( Lc 15 e Lc 19 ) mostrano l'amore di Dio verso i peccatori e aprono il cuore alla fiducia. La preghiera è ricca di richiamo ai salmi. - La liturgia e la preghiera: i contenuti, gli atteggiamenti e lo svolgimento della celebrazione ecclesiale del sacramento sono la linea portante della catechesi. Sempre c'è la preoccupazione di mostrare come la liturgia si raccordi con la vita e apra a impegni nuovi. - L'educazione morale: la conversione, il superamento del peccato, l'impegno di portare a tutti la pace e il perdono, costituiscono l'esperienza ecclesiale del cammino penitenziale di rinnovamento. Un cammino di fede fatto insieme Per la pastorale catechistica La catechesi sulla Penitenza va di pari passo con l'educazione morale dei fanciulli e la formazione della loro coscienza. È un tema delicato che esige da parte dei genitori e dei catechisti dialogo, ascolto e verifica. Un cammino di conversione e riconciliazione è possibile solo se c'è la fiducia in Dio. Perciò i fanciulli hanno bisogno di un ambiente di comprensione e di perdono. Anche per loro è doloroso e umiliante riconoscere di non sa per fare il bene, come vorrebbero. Nell'atteggiamento comprensivo e nel perdono dei genitori, i fanciulli trovano i primi segni della misericordia di Dio. Particolare importanza assume nella catechesi sulla Riconciliazione la dimensione ecclesiale. Nessuno è solo quando si pente e quando domanda il perdono del Signore. Tutta la Chiesa invoca il perdono di Dio Padre per ciascun cristiano e per tutta l'umanità. Nella vita della Chiesa ci sono tempi di più vivo richiamo a far penitenza, come il venerdì, le vigilie delle grandi feste, la Quaresima la Settimana Santa. Il sacramento della Penitenza è un punto di arrivo nel cammino della riconciliazione: è il segno visibile ed efficace del perdono che viene dal Signore attraverso la sua Chiesa. Esso è anche inizio di un rinnovato impegno di amore. Tutta la vita cristiana è vita di perfetta comunione con Cristo e i fratelli nell'Eucaristia, fonte e culmine dell'esperienza di fede. Per questo la Chiesa vuole che, mentre si compie l'itinerario dei fanciulli alla Messa di prima Comunione, essi vengano anche accuratamente preparati e ammessi alla celebrazione del sacramento della Penitenza. Quante cose sono necessarie per fare una buona Confessione? Un adulto può domandarselo. E anche i fanciulli possono imparare che "per fare una buona Confessione sono necessarie cinque cose: l'esame, il dolore, il proponimento, la confessione, la soddisfazione". Importante è fare con i fanciulli l'esperienza viva del sacramento della Penitenza. Non mandiamo i fanciulli a confessarsi: celebriamo la Penitenza insieme a loro. Al di là di tante parole conta, per i fanciulli in particolare, la Penitenza vissuta insieme nella Chiesa. La Penitenza può essere celebrata in forma individuale e in forma comunitaria. La celebrazione comunitaria della Penitenza aiuta i fanciulli a celebrare il sacramento nella forma individuale, essi capiranno meglio che la confessione è sempre un incontro di pace con Gesù e una riconciliazione con i fratelli. Vincere il male con il bene Si può capire chi si sacrifica ogni giorno per i suoi figli, per i suoi scolari, per i suoi amici. Non è facile, invece, capire chi ama anche coloro che gli fanno del male. È giusto lottare contro il male, facendo altro male? Gesù non ha fatto così, ma ha vinto il male facendo del bene a tutti. Egli era sulla croce e la gente, attorno a lui, continuava a insultarlo. Anche allora Gesù ebbe parole di perdono e disse: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno!". A coloro che lo seguono come discepoli, Gesù dà il suo stesso coraggio di vincere il male facendo del bene. Per i discepoli di Gesù, non è mai finita. Come in una famiglia, c'è sempre un passo nuovo da fare, per amare Dio e i fratelli con tutto il cuore. E se qualcuno sbaglia o è pigro, è giusto che si perda d'animo? Che cosa fa il Signore se qualcuno sbaglia cadendo nel peccato? Pace a voi! Nel giorno del Battesimo, Gesù ci ha uniti a sé, come i tralci di un'unica vite, come i fratelli di una sola famiglia. Lo Spirito Santo continuamente ci ricorda le parole e l'esempio di Gesù e mette nel nostro cuore amore, perché anche noi possiamo vincere il male e fare il bene, giorno per giorno. Lo Spirito Santo è la nuova legge interiore del cristiano. Essere fedeli a Gesù è un impegno e un sacrificio. Possiamo dimenticare le promesse del nostro Battesimo. Siamo deboli e tentati di scegliere la vita più comoda, anche se non è quella giusta. Altre volte, proprio non vogliamo dire di sì al Signore e non osserviamo i suoi comandamenti: facciamo peccato e rompiamo la nostra amicizia con Dio e con i fratelli. E come se volessimo fare la strada da soli. Ci sono, nel mondo, peccati assai gravi, che offendono Dio e portano disordine e odio tra noi. Il peccato è disobbedienza a Dio: quando è grave, rompe la nostra amicizia con lui e con i fratelli. Tutti ne soffriamo; insieme, dobbiamo sempre invocare il Signore che perdona. Chi di noi è senza peccato? Chi può dire: "Io non ho bisogno di essere perdonato"? Signore, illumina con la fede i nostri cuori, donaci una vera conoscenza dei nostri peccati e mostraci la tua misericordia. Dopo la risurrezione, Gesù ha dato agli apostoli lo Spirito Santo, perché avessero il potere di perdonare i peccati nel suo nome. Da allora, la Chiesa non si stanca di annunciare agli uomini quanto è buono il Signore. Egli vuole che chi sbaglia non si scoraggi, ma si riprenda e viva. La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per paura dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi". Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo: a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi". Vangelo di Gv 20,19-23 Il Signore è buono e perdona In molti modi nella Chiesa riconosciamo i nostri peccati e domandiamo perdono al Signore: un pensiero o una preghiera; un gesto di pace, una parola, un sorriso, una promessa fatta con sincerità. Se noi perdoniamo agli altri e chiediamo il loro perdono, il Padre nostro perdonerà anche a noi. Nessuno è solo, quando si pente e chiede perdono. In famiglia, e anche in parrocchia, con altri fratelli cristiani, possiamo ascoltare la parola del Signore, che guida a fare sempre meglio. Al Signore possiamo allora presentare con sincerità anche i nostri propositi. Insieme, ritroviamo fiducia e lodiamo Dio, perché è buono e misericordioso. Nella Chiesa c'è un momento tutto particolare in cui ciascuno riceve da Gesù il perdono dei peccati e viene riconciliato con i fratelli: è il sacramento della Penitenza o Riconciliazione. Anche la domenica, quando ci riuniamo per celebrare l'Eucaristia, noi chiediamo e riceviamo il perdono del Padre. La parola che ascoltiamo alla Messa, il sacrificio che offriamo e il pane che mangiamo sono il segno più grande della nostra riconciliazione con Dio e con i fratelli. Prima della Comunione, il sacerdote prega anche a nome nostro e dice: Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace", non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Allora noi ci scambiamo il segno di pace. Nutriti del corpo e del sangue del Signore, impareremo a manifestare la sua bontà con l'esempio della nostra vita. La festa del perdono Un gruppo di cristiani si riunisce insieme con il sacerdote per celebrare la Penitenza. Essi cantano, perché il Signore è buono e grande è la sua misericordia. Grazia a voi e pace a Dio nostro Padre e dal Signore nostro Gesù Cristo, che ha dato la sua vita per i nostri peccati. Così il sacerdote saluta i fratelli che sono venuti. Anche lui, come ognuno di loro, ha bisogno di perdono. Ma ora egli tiene il posto di Gesù, che ha comandato ai suoi apostoli e ai loro successori di perdonare nel suo nome i peccati commessi dopo il Battesimo. Come possiamo renderci conto che abbiamo peccato? Chi ci spiegherà quanto è buono il Signore e che cosa egli aspetta da noi? Manda su di noi, o Padre il tuo Santo Spirito perché possiamo riconoscere la tua bontà e ricevere il tuo perdono; nella gioia di una vita nuova loderemo sempre il tuo nome. Per Cristo nostro Signore. Amen. Un giorno Gesù volle spiegare quanto è buono Dio nostro creatore e Padre e come ami ciascuno dei suoi figli. Disse allora questa parabola. "Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore pentito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione". Vangelo di Lc 15,4-7 Loderò per sempre il tuo nome, o Signore. Ti voglio benedire ogni giorno, loderò il tuo nome in eterno e per sempre. Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature. Il Signore sostiene quelli che vacillano e rialza chiunque è caduto. Leggi il Sal 145 Oggi devo fermarmi a casa tua Il sacramento della Penitenza è un incontro con Gesù, che ci conosce. E come se egli venisse nella nostra casa e parlasse con noi della nostra via. Andò un giorno anche in casa di Zaccheo, un uomo ricco, che abitava a Gérico. Zaccheo non se l'aspettava e accolse Gesù pieno di gioia. Nessuno sa che cosa gli disse Gesù. Ma Zaccheo ne rimase trasformato: "Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituirò quattro volte tanto". Leggi il Vangelo di Lc 19,1-10 Accogliamo volentieri Gesù, che parla con noi della nostra vita. Ricordando la sua parola, esaminiamo la nostra coscienza. Ci siamo ricordati che Dio è nostro Padre? E che la domenica, nella Messa, vuole riunirci per fare festa? Lo abbiamo ringraziato ogni giorno dei suoi doni? Ci ricordiamo che gli altri, anche se poco simpatici, sono nostri fratelli? Siamo leali e sinceri? Rispettiamo le idee degli altri? Come ci comportiamo in famiglia e a scuola? Aiutiamo coloro che hanno bisogno di noi? Ripensiamo al nostro gioco, allo studio, ai genitori, ai fratelli, agli amici … Di che cosa dobbiamo domandare perdono a Gesù e ai fratelli? Qualunque cosa il nostro cuore ci rimprovera, abbiamo fiducia. Dio è più grande del nostro cuore, conosce ogni cosa e ci perdona. Confesso a Dio onnipotente Prima di andare dal sacerdote per confessare i nostri peccati, esprimiamo al Signore e ai fratelli il pentimento sincero: Confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre Vergine Maria, gli angeli, i santi e voi fratelli di pregare per me il Signore Dio nostro. Possiamo poi aggiungere altre invocazioni al Signore. La preghiera che più ci prepara all'incontro con Gesù è quella che egli stesso ci ha insegnato: Padre nostro che sei nei cieli, rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. L'incontro con il sacerdote Ci inginocchiamo accanto al sacerdote, che ci accoglie con bontà. A lui confessiamo i nostri peccati. E come l'incontro con un padre buono, che ascolta, parla con noi, ci incoraggia a non avere paura. Il sacerdote ci affida qualche impegno di preghiera o di carità, perché rinnoviamo i nostri propositi. Con una preghiera domandiamo perdono al Signore; poi il sacerdote stende la mano su di noi è ci dona il perdono del Padre, dicendo le parole dell'assoluzione. Dio, Padre di misericordia, che ha riconciliato a sé il mondo nella morte e risurrezione del suo Figlio e ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ti conceda, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace. E io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Rispondiamo con gioia e riconoscenza: Amen. Il Signore vi ha perdonato È festa in cielo, quando un solo peccatore si converte. E festa, quando i cristiani celebrano il perdono del Signore. E festa, quando noi, che abbiamo conosciuto la bontà del Signore, portiamo la sua pace nel mondo intero. Il perdono che abbiamo ricevuto porta un'aria di festa, e noi cantiamo. Alleluia, alleluia, alleluia! Lodate il Signore perché è buono; eterna è la sua misericordia. Alleluia, alleluia, alleluia! Prima di lasciarci, preghiamo insieme, per essere forti e perseveranti. Ora il sacerdote ci benedice, con il suo augurio di pace: Il Signore vi ha perdonato. Andate in pace! Pietà di me, o Dio, nel tuo amore Nella Chiesa celebriamo la Penitenza in forma individuale oppure in forma comunitaria. Il ministro di Gesù che dà il perdono di Dio e ci riconcilia con i fratelli è il sacerdote. Il sacramento della Penitenza è sempre un incontro con il Signore e con tutta la Chiesa, anche quando lo celebriamo da soli con il sacerdote. Come possiamo celebrare il sacramento della Penitenza? - Leggiamo o ascoltiamo la parola di Dio e ripensiamo alla nostra vita. - Rinnoviamo il dolore dei nostri peccati, perché non possiamo andare a confessarci se non siamo pentiti di tutto cuore. - Al sacerdote confessiamo con sincerità i peccati che ricordiamo; lo ascoltiamo con attenzione. - Da lui accettiamo un impegno di penitenza da compiere con fedeltà. - Dopo aver domandato perdono al Signore riceviamo l'assoluzione nel suo nome e lo ringraziamo. - Il sacerdote ci dà il saluto di pace. - Rimaniamo raccolti qualche minuto per dire grazie al Signore e poi torniamo sereni alle nostre occupazioni. Anche se abbiamo dimenticato qualche peccato, il Signore che vede nel cuore ci ha perdonati. Ora le nostre giornate sono a lui ancora più gradite e noi porteremo la sua pace tra gli uomini. Per domandare perdono al Signore possiamo dire: Pietà di me, o Signore, secondo la tua misericordia. Non guardare ai miei peccati e cancella tutte le mie colpe. Crea in me un cuore puro e rinnova in me uno spirito di fortezza e santità, oppure Padre, ho peccato contro di te, non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Abbi pietà di me peccatore. Per ricordare, pregare e vivere Chi ci fa conoscere la via del bene e ci aiuta a percorrerla? Lo Spirito Santo ci ricorda le parole di Gesù perché possiamo riconoscere il bene e abbiamo la forza di compierlo. Celebrate il Signore perché è buono, perché eterna è la sua misericordia. Ricordati di noi, Signore, per amore del tuo popolo visitaci con la sua salvezza. Leggi il Sal 106 Quando facciamo peccato? Facciamo peccato quando disobbediamo alla legge di Dio: non amiamo Dio sopra ogni cosa e gli altri come noi stessi. Che cos'è il peccato? Il peccato è un'offesa fatta a Dio; può essere lieve o grave; quando è grave, rompe la nostra amicizia con lui e con i fratelli. Perché celebriamo il sacramento della Penitenza o della Riconciliazione? Nel sacramento della Penitenza riceviamo dalla misericordia di Dio, per mezzo della Chiesa, il perdono dei nostri peccati e siamo riconciliati con lui e con i fratelli. Padre nostro, venga il tuo regno Messaggio Il capitolo presenta la fede cristiana nella vita eterna. Qual è il senso della vita? Che cosa ci attende dopo la morte? Quale valore hanno le nostre croci e le nostre speranze? Sono domande che non solo i piccoli si fanno e a cui la fede cristiana offre una sua risposta: Dio è il fine è termine ultimo dell'esistenza. La morte, il giudizio, l'inferno e il paradiso ( novissimi ) sono le realtà ultime a cui la fede ci propone di guardare con speranza, perché l'amore del Signore è più forte e dura per sempre. Obiettivi La speranza cristiana è l'anima dell'intera esistenza del credente. Tutto egli è chiamato a compiere con gli occhi e il cuore rivolti alla meta promessa da Gesù ai suoi discepoli. Partendo da questa convinzione di fede il capitolo conduce i fanciulli a: - scoprire il significato della vita come via, tempo prezioso per camminare con Cristo e i fratelli verso la meta gioiosa del Regno di Dio; - acquisire atteggiamenti di fiducia e di serenità di fronte al mistero della morte e della vita futura; - assumere l'impegno di operare sempre e comunque per il bene nella convinzione che esso produce frutto per se e per gli altri. Contenuti Il capitolo si struttura nei seguenti nuclei tematici: - L'amore del Signore è per sempre: il senso della vita e della morte per chi crede in Gesù è contenuto nel Vangelo: chi vuole salvare la propria vita la deve perdere. Solo così la ritroverà in pienezza di gioia per sempre. I santi che hanno già percorso questa via insieme ai nostri cari defunti ci aiutano con la preghiera a giungere alla meta del Paradiso. - Una festa senza fine: il giudizio di Dio sarà sulla carità. È l'amore infatti che apre le porte del regno di Dio. Solo chi sa riconoscere e accogliere Gesù nei fratelli sarà riconosciuto e accolto da lui. Dimensioni La fede nella vita eterna è letta nelle diverse dimensioni della catechesi: - La vita dei fanciulli: l'esperienza della festa è un fatto significativo che richiama speranza, gioia e comunione. Sono i valori che la festa cristiana esalta a differenza di situazioni, oggi comuni, in cui spesso la festa è ridotta a chiasso, consumismo ed esteriorità evasiva. - La Bibbia: sia l'AT che il NT più volte annunciano la vita eterna usando l'immagine del banchetto e della festa ( Is 25,6-10; Mt 22,1-14; Mt 25,1-13; Lc 14,15-24 ). Il capitolo allude a questo messaggio biblico; richiama l'insegnamento di Gesù sul giudizio di Dio ( Lc 16 e Mt 25 ); riassume la catechesi sulla vita eterna con la Prima lettera di Giovanni ( 1 Gv 3,2 ) e l'Apocalisse ( Ap 14,13 ). - La liturgia e la preghiera: il capitolo offre spunti per richiamare le feste liturgiche dell'Assunta, di tutti i santi e della commemorazione dei defunti. Si potrà anche riprendere in chiave escatologica il tema della domenica più volte emerso nel catechismo. - L'educazione morale: la vita cristiana è animata e sorretta dalla speranza. Occorre pertanto che gli impegni di fedeltà e di sequela del Signore appaiono in tutto il loro valore non solo in questa vita, ma per l'eternità. Essi sono già il segno e l'anticipo di quella vita nuova che Dio darà a quanti lo servono con amore. Un cammino di fede fatto insieme Per la pastorale catechistica La catechesi sulle realtà ultime non si esaurisce in questo capitolo. Tutto l'itinerario proposto dal catechismo è sorretto dalla speranza cristiana. Con i fanciulli abbiamo imparato a riconoscere i segni della presenza del Signore e del suo regno. Il regno di Dio è regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace. Poiché fin dal Battesimo noi siamo partecipi di questo regno, abbiamo ragione di cercare insieme i segni della speranza che è in noi. Se ci vedranno sereni nella fatica, fiduciosi nella sofferenza, bisognosi di misericordia, anche i fanciulli impareranno a operare e a pregare con noi perché si compia definitivamente il regno di Dio. La festa richiama esplicitamente il senso che oggi ha questo momento nella vita dei fanciulli, in particolare la festa domenicale. La domenica è il giorno in cui la Chiesa manifesta la sua intima comunione con il Signore Gesù. È anche il segno che tutti i nostri giorni possono essere lieti, perché il Signore è vicino: "Rallegratevi nel Signore sempre: ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino" ( Fil 4,4-5 ). È dunque necessario ritrovare il valore autentico della festa, dietro il chiasso e la dispersione delle nostre domeniche; festa come incontro di persone amiche e di fratelli, come tempo di riposo, come tempo propizio per esercitare la carità e celebrare l'Eucaristia. Così anche i fanciulli comprenderanno che tutta la vita è preparazione e attesa dell'ultimo giorno del Signore, quando egli verrà e con la Chiesa noi entreremo alla festa eterna. La speranza nella vita eterna non indebolisce l'impegno dei cristiani in questo mondo. Mentre conforta nella prova, la speranza cristiana stimola incessantemente i discepoli del Signore a non accontentarsi mai del bene compiuto e a spingersi sempre più avanti, sulla strada della carità e della giustizia. Dalla nostra fede e dal nostro coraggio nell'operare per la pace, i fanciulli scopriranno che la vera gioia è sempre frutto di fedeltà e di donazione. Per noi e per loro, come per il mondo intero, il Signore è fedele e ver a è la sua parola: "Chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà" ( Mt 10,39 ). Il giorno prima della festa I giorni che precedono una grande festa sono giorni di attesa impaziente. Ci sono molte cose da preparare e si pregustano le gioie che ci aspettano. Tutti i popoli hanno le loro feste. Alcuni sono giorni di festa in quasi tutto il mondo, come il Natale e il Capodanno. Anche il primo maggio è una grande festa in molti paesi della terra. Ogni domenica per i cristiani è festa: è il giorno del Signore, in cui celebriamo la Pasqua di Gesù, nell'attesa della sua venuta definitiva e della comunione piena di tutti gli uomini con Dio. Per gli uomini, il Signore ha preparato una festa senza fine. Gesù lo ha rivelato ai suoi amici durante l'ultima cena: "Per voi io preparo un regno come il Padre mio l'ha preparato a me, perché possiate rimanere alla mia mensa nel mio regno, per sempre". Tutti sono invitati alla festa del regno del Signore. Chi è attento e fedele, non resta ozioso ma accoglie subito l'invito e si prepara con opere di giustizia e di amore. Il Signore verrà un giorno e porterà con sé quanti lo hanno amato e atteso con fede. Essi vivranno insieme con lui nel suo regno, per sempre. L'amore del Signore è per sempre La vita è come una lunga giornata, tempo prezioso in cui possiamo ascoltare Gesù che ci chiama a camminare con lui. Quando verrà il giorno della morte, la vita non ci sarà tolta, ma trasformata. In un modo nuovo andremo incontro a Gesù, ciascuno per ricevere la ricompensa di ciò che ha fatto su questa terra. Perciò ci sforziamo di fare fin da oggi quello che Gesù si aspetta da noi. Molti vivono come se questa terra fosse la loro casa per sempre. Vivono come se non dovessero morire mai. Non sono le cose che mettono da parte per sé a salvare la loro vita. "Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero se poi perde se stesso?". Vangelo di Lc 9,25 Nel giorno della morte, i denari e le ricchezze, il fare tutto ciò che piace o l'essere forte e potente, non conteranno nulla. Chi lo dimentica e vuol tenere tutto per sé, corre il rischio di restare chiuso nel proprio egoismo, in quel giorno. Leggi il Vangelo di Lc 16,19-31 Rischia di rimanere solo e triste, lontano da Dio, per sempre. Sarà l'inferno: una pena senza fine. Gesù ha preparato per i suoi discepoli un posto in paradiso. Con lui vive Maria, che ci ha già preceduti con il suo corpo glorioso. Ella ci aspetta come una madre, che attende tutti i suoi figli. Con loro sono i santi, i nostri cari che sono morti nella grazia del Signore e tanti altri che non conosciamo. Essi ci aiutano con la preghiera, perché possiamo fin da ora vivere fedeli a Gesù e prepararci all'incontro con lui. Anche noi ci ricordiamo dei nostri defunti e preghiamo per loro, perché purificati da ogni colpa e resi santi dall'amore di Dio possano godere la felicità senza fine nel suo regno. L'apostolo Giovanni ci ricorda: Noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli ci sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. 1 Gv 3,2 In Paradiso vedremo Dio faccia a faccia e saremo sempre con il Signore, in una beatitudine che non ha fine. Una festa senza fine Il Signore un giorno verrà e farà nuove tutte le cose. Egli abiterà per sempre con gli uomini; asciugherà ogni lacrima dai loro occhi. Non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento. Gesù in quel giorno chiamerà ciascuno per nome; sarà il giorno del giudizio. I morti risorgeranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita, e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Beati coloro ai quali il Signore dirà: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato, assetato, forestiero o nudo? E quando ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Leggi il Vangelo di Mt 25,31-46 Dio ci ha creati per una vita che non avrà fine; ci ha donato un'anima immortale e noi risorgeremo. Anche il nostro corpo risorgerà. Beati i morti che muoiono nel Signore! Si, dice lo Spirito Santo, riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono. Libro della Ap 14,13 Per ricordare, pregare e vivere Perché Dio ci ha creati? Dio Padre ci ha creati per conoscerlo, amarlo, servirlo nei fratelli, e goderlo per sempre in Paradiso. Quale gioia, quando mi dissero: "Andremo alla casa del Signore". E ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme. Leggi il Sal 122 Cosa è il Paradiso? Il Paradiso è gioia senza fine: vivremo per sempre con Dio Padre e Figlio e Spirito Santo. Credo la comunione dei santi. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo Carissimi, un comandamento grande ci ha lasciato il Signore: di amare Dio e il prossimo. Dio con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze; e il prossimo come noi stessi. L'amore di Dio è il primo comandamento. Ma come potremo amare Dio, che non vediamo, se non amiamo i fratelli che vediamo? Al Signore, infatti, non siamo ancora arrivati, ma abbiamo il prossimo con noi. Solo se amiamo il prossimo come Gesù ci ha insegnato, un giorno vedremo Dio. Felicità e grazia saranno nostre compagne tutti i giorni della vita, e abiteremo nella casa del Signore, per sempre. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo Con il segno della croce evochiamo e professiamo con le parole e con il gesto i due misteri principali della fede: 1. Unità e Trinità di Dio. 2. Incarnazione, passione, morte e risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. Signore Gesù Cristo Figlio del Dio vivo, che per volontà del Padre e con l'opera dello Spirito Santo morendo hai dato la vita al mondo, liberami da ogni colpa e da ogni male, fa' che sia sempre fedele alla tua legge e non sia mai separato da te. Ave, o Maria piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen. Salve, Regina madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.