Relazione finale

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I - Argomento centrale di questo Sinodo

Celebrazione, verifica, promozione del Concilio Vaticano II

1. Esperienza spirituale di questo Sinodo

Al termine di questo Sinodo straordinario, dobbiamo ringraziare immensamente innanzitutto la benevolenza di Dio che si è degnato di indurre il Sommo Pontefice a convocare questo Sinodo.

Siamo riconoscenti anche al Santo Padre Giovanni Paolo II che ci ha chiamati a questa celebrazione del ventesimo anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II.

Il Sinodo è stato per noi un'occasione che ci ha permesso di sperimentare nuovamente la comunione nell'unico Spirito, nell'unica fede e speranza e nell'unica Chiesa cattolica, come anche nella unanime volontà di tradurre il Concilio nella prassi e nella vita della Chiesa.

Ci siamo pure resi vicendevolmente partecipi della gioia e della speranza ed anche dei dolori e delle angosce che troppo spesso subisce la Chiesa sparsa nel mondo.

2. Raggiunto lo scopo del Sinodo

Il fine per cui è stato convocato questo sinodo è stato la celebrazione, la verifica e la promozione del Concilio Vaticano II.

Con animo grato sentiamo di aver conseguito veramente questo frutto, con l'aiuto di Dio.

Unanimemente abbiamo celebrato il Concilio Vaticano II come grazie di Dio e dono dello Spirito Santo, da cui sono venuti molti frutti spirituali per la Chiesa universale e per quelle particolari, come anche per gli uomini del nostro tempo.

Unanimemente e con gioia verifichiamo anche che il Concilio è una legittima e valida espressione e interpretazione del deposito della fede, come si trova nella Sacra Scrittura e nella viva tradizione della Chiesa.

Per questo motivo abbiamo determinato di progredire ulteriormente sulla via indicataci dal Concilio.

Vi è stato pieno consenso fra di noi sulla necessità di promuovere ulteriormente la conoscenza e l'applicazione del Concilio sia nella lettera che nello spirito.

In questo modo si compiranno nuovi progressi nella accettazione del Concilio, cioè nella sua interiorizzazione spirituale e nell'applicazione pratica.

3. Luci ed ombre nella accettazione del Concilio

La grande maggioranza dei fedeli ha ricevuto il concilio Vaticano II con slancio; pochi, in questo o quel luogo, vi hanno fatto resistenza.

Non c'è dubbio quindi che il Concilio sia stato accolto con grande adesione d'animo, perché a questo lo Spirito Santo spingeva la sua Chiesa.

Inoltre anche al di fuori della Chiesa cattolica molti hanno guardato con attenzione il Concilio Vaticano II.

Tuttavia, sebbene si siano ottenuti grandi frutti dal Concilio, abbiamo riconosciuto nello stesso tempo con grande sincerità carenze e difficoltà nell'accettazione del Concilio.

In verità ci sono state certo anche ombre nel tempo post-conciliare dovute in parte ad una non piena comprensione e applicazione del Concilio, in parte ad altre cause.

In nessun modo tuttavia si può affermare che tutto quanto avvenuto dopo il Concilio è stato causato dal Concilio.

In modo particolare deve essere posta la domanda perché, nel cosidetto Primo Mondo, dopo una dottrina sulla Chiesa spiegata in modo tanto ampio e profondo, si manifesti abbastanza spesso una disaffezione verso la Chiesa, sebbene anche in questa parte del mondo abbondino i frutti del Concilio.

Invece dove la Chiesa è oppressa da ideologie totalitarie o dove la Chiesa leva la sua voce contro le ingiustizie sociali, sembra venir accettata in modo più positivo.

Tuttavia non si può negare che anche in tali luoghi non tutti i fedeli abbiano una piena e totale identificazione con la Chiesa e la sua missione primaria.

4. Cause esterne ed interne delle difficoltà

In molte parti del mondo mancano alla Chiesa i mezzi materiali e di personale per svolgere la sua missione.

Si aggiunge che non di rado viene impedito con la forza alla Chiesa di esercitare la sua missione.

Nelle nazioni ricche cresce sempre più un'ideologia, caraterizzata dall'orgoglio per i suoi progressi tecnici ed un certo immanentismo che porta all'idolatria dei beni materiali ( il cosiddetto consumismo ).

Ne può conseguire una qual certa cecità verso la realtà ed i valori spirituali.

Inoltre non possiamo negare l'esistenza nella società di forze capaci di grande influenza che agiscono con un certo spirito ostile verso la Chiesa.

Tutte queste cose manifestano l'opera del "principe di questo mondo" e del "mistero d'iniquità" anche nel nostro tempo.

Tra le cause interne bisogna notare una lettura parziale e selettiva del Concilio come anche un'interpretazione superficiale della sua dottrina in un senso o nell'altro.

Da una parte ci sono state delusioni perché siamo stati troppo esitanti nell'applicazione della vera dottrina del Concilio.

Dall'altra, a causa di una lettura parziale del Concilio, è stata fatta una presentazione unilaterale della Chiesa come struttura puramente istituzionale, privata del suo Mistero.

Probabilmente non siamo immuni da ogni responsabilità del fatto che, soprattutto i giovani, considerino criticamente la Chiesa come pura istituzione.

Non abbiamo forse favorito in essi questa opinione parlando troppo del rinnovamento delle strutture esterne della Chiesa e poco di Dio e di Cristo?

Di quando in quando è mancato anche il discernimento degli spiriti, non distinguendo rettamente fra una legittima apertura del Concilio al mondo e l'accettazione della mentalità e dell'ordine dei valori di un mondo secolarizzato.

5. Una più profonda accettazione del Concilio

Queste ed altre carenze manifestano la necessità di una più profonda recezione del Concilio.

La quale esige quattro gradi ( passi ) successivi: una conoscenza più ampia e più profonda del Concilio, la sua assimilazione interiore, la sua riaffermazione amorosa e la sua attuazione.

Solamente l'assimilazione interiore e l'attuazione pratica posono rendere vivi e vivificanti i documenti conciliari.

L'interpretazione teologica della dottrina conciliare deve tener presenti tutti i documenti in se stessi e nel loro rapporto stretto con gli altri, in modo che sia possibile comprendere ed esporre il significato integrale delle sentenze del Concilio, spesso molto complesse.

Si deve dedicare un'attenzione speciale alle quattro Costituzioni maggiori del Concilio, le quali sono la chiave interpretativa degli altri Decreti e Dichiarazioni.

Non è lecito separare l'indole pastorale dal vigore dottrinale dei documenti.

Così anche non è legittimo scindere spirito e lettera del Concilio.

Inoltre il Concilio deve essere compreso in continuità con la grande tradizione della Chiesa ed insieme dalla stessa dottrina del Concilio dobbiamo ricevere luce per la Chiesa odierna e per gli uomini del nostro tempo.

La Chiesa è la medesima in tutti i Concili.

6. Suggerimenti

Si suggerisce di mettere in atto nelle Chiese particolari una programmazione pastorale, per gli anni futuri, che abbia come obiettivo una nuova, più ampia e più profonda conoscenza ed accettazione del Concilio.

La qual cosa si otterrà innanzitutto mediante una nuova diffusione dei documenti stessi, mediante la pubblicazione di studi che spieghino i documenti e li rendano più vicini alla comprensione dei fedeli.

La dottrina conciliare deve venir proposta in modo adeguato e continuativo mediante conferenze e corsi nella formazione permanente dei sacerdoti e dei seminaristi, nella formazione dei religiosi e delle religiose come nella catechesi degli adulti.

Possono essere molto utili, per l'applicazione del Concilio, i Sinodi diocesani e altri Convegni ecclesiali.

È raccomandato l'uso opportuno dei mezzi di comunicazione sociale ( mass media ).

Per una giusta comprensione ed attuazione della dottrina del Concilio sarà di grande utilità la lettura e l'attuazione pratica di ciò che si trova nelle varie Esortazioni apostoliche, che sono come il frutto dei Sinodi ordinari tenuti a partire dal 1969.

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