25 giugno 1972

In queste ultime settimane abbiamo avuto all'udienza generale del mercoledì carissime visite di molte comitive di ragazzi e di ragazze, provenienti da Parrocchie Romane e da non poche località d'ogni parte d'Italia, tanto che si dovette riservare l'aula della Benedizione per un incontro distinto, proprio a loro riservato.

Ci ha fatto un immenso piacere avere d'intorno a noi tutta quella fanciullezza innocente, lieta, festante, chiassosa, e pronta a pregare con noi, ad ascoltare una nostra parola, a ricevere la nostra benedizione, familiarmente, come ci fossimo sempre conosciuti.

Avremmo voluto avere tempo per trattenerci un po' fra tanta bellezza e tanta allegria.

Un giovinetto ci portò in dono un agnellino, e ci raccomandò trepidante: « È per Lei, Santo Padre; ma non lo uccida! ».

Un altro, venuto a noi vicino, ci domandò timidamente e coraggiosamente: « È vero, Santo Padre, che Lei si sente solo? » quasi per dirci: noi siamo qui per farle compagnia!

Cari figlioli! sì, voi ci siete tanto vicini; voi ci circondate con la vostra vita, con la vostra giovinezza, piena di candore e di speranza!

Vorremmo ancora ringraziarvi della vostra visita.

Anzi vogliamo estendere il nostro saluto a tutti i ragazzi e le ragazze, a tutti i giovani, che in questi giorni finiscono l'anno scolastico, e sentono d'aver fatto un passo in avanti, nella vita.

Sì, tutti figli e amici carissimi, il Papa vi vuol bene, vi saluta, vi augura buone vacanze, e tutti vi benedice.

Siate felici della vostra giovinezza; e diventando grandi sappiate conservarvi fanciulli ( come Gesù vuole che tutti, grandi e piccoli, noi siamo ), nella fede, nella purezza, nella capacità di giocare e d'imparare, e anche nella premura di compiere ogni giorno almeno un'opera buona, fatta proprio da voi, col cuore, col ricordo che il Signore vi vede, lo sa, e ne gode.

Lo diremo ( col cuore pieno di stima e di affezione anche per loro ), ai Genitori, agli Insegnanti, agli Assistenti, ai vostri amici, a quanti vi vogliono bene, affinché tutti vi aiutino a essere buoni e liberi, ed insieme bravi e forti.

Cerchiamo tutti, sì, di assistere con amore e con sapienza l'infanzia e la giovinezza che crescono, e non lasciamo loro mancare la luce della vita, che è Cristo, chiedendola alla Madre per eccellenza, alla Madonna.