4 ottobre 2012

Cari fratelli e sorelle!

Il Vangelo di questa domenica ( Mc 10,17-30 ) ha come tema principale quello della ricchezza.

Gesù insegna che per un ricco è molto difficile entrare nel Regno di Dio, ma non impossibile; infatti, Dio può conquistare il cuore di una persona che possiede molti beni e spingerla alla solidarietà e alla condivisione con chi è bisognoso, con i poveri, ad entrare cioè nella logica del dono.

In questo modo essa si pone sulla via di Gesù Cristo, il quale – come scrive l'apostolo Paolo – « da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà » ( 2 Cor 8,9 ).

Come spesso avviene nei Vangeli, tutto prende spunto da un incontro: quello di Gesù con un tale che « possedeva molti beni » ( Mc 10,22 ).

Costui era una persona che fin dalla sua giovinezza osservava fedelmente tutti i comandamenti della Legge di Dio, ma non aveva ancora trovato la vera felicità; e per questo domanda a Gesù come fare per « avere in eredità la vita eterna » ( v. 17 ).

Da una parte egli è attratto, come tutti, dalla pienezza della vita; dall'altra, essendo abituato a contare sulle proprie ricchezze, pensa che anche la vita eterna si possa in qualche modo « acquistare », magari osservando un comandamento speciale.

Gesù coglie il desiderio profondo che c'è in quella persona, e – annota l'evangelista – fissa su di lui uno sguardo pieno d'amore: lo sguardo di Dio ( cfr v. 21 ).

Ma Gesù capisce anche qual è il punto debole di quell'uomo: è proprio il suo attaccamento ai suoi molti beni; e perciò gli propone di dare tutto ai poveri, così che il suo tesoro – e quindi il suo cuore – non sia più sulla terra, ma in cielo, e aggiunge: « Vieni! Seguimi! » ( v. 22 ).

Quel tale, però, invece di accogliere con gioia l'invito di Gesù, se ne va via rattristato ( cfr v. 23 ), perché non riesce a distaccarsi dalle sue ricchezze, che non potranno mai dargli la felicità e la vita eterna.

È a questo punto che Gesù dà ai discepoli – e anche a noi oggi – il suo insegnamento: « Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio! » ( v. 23 ).

A queste parole, i discepoli rimasero sconcertati; e ancora di più dopo che Gesù ebbe aggiunto: « È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio ».

Ma, vedendoli attoniti, disse: « Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio »
( cfr vv. 24-27 ).

Così commenta San Clemente di Alessandria: « La parabola insegni ai ricchi che non devono trascurare la loro salvezza come se fossero già condannati, né devono buttare a mare la ricchezza né condannarla come insidiosa e ostile alla vita, ma devono imparare in quale modo usare la ricchezza e procurarsi la vita » ( Quale ricco si salverà?, 27, 1-2 ).

La storia della Chiesa è piena di esempi di persone ricche, che hanno usato i propri beni in modo evangelico, raggiungendo anche la santità.

Pensiamo solo a san Francesco, a santa Elisabetta d'Ungheria o a san Carlo Borromeo.

La Vergine Maria, Sede della Sapienza, ci aiuti ad accogliere con gioia l'invito di Gesù, per entrare nella pienezza della vita.