Compendio Dottrina sociale della Chiesa

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L'ambiente, un bene collettivo

466 La tutela dell'ambiente costituisce una sfida per l'umanità intera: si tratta del dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo979 destinato a tutti, impedendo che si possa fare « impunemente uso delle diverse categorie di esseri, viventi o inanimati - animali, piante, elementi naturali - come si vuole, a seconda delle proprie esigenze ».980

È una responsabilità che deve maturare in base alla globalità della presente crisi ecologica e alla conseguente necessità di affrontarla globalmente, in quanto tutti gli esseri dipendono gli uni dagli altri nell'ordine universale stabilito dal Creatore: « occorre tener conto della natura di ciascun essere e della sua mutua connessione in un sistema ordinato, ch'è appunto il cosmo ».981

Questa prospettiva riveste una particolare importanza quando si considera, nel contesto degli stretti legami che uniscono tra loro i vari ecosistemi, il valore ambientale della biodiversità, che va trattata con senso di responsabilità e adeguatamente protetta, perché costituisce una straordinaria ricchezza per l'intera umanità.

A questo proposito, ognuno può facilmente avvertire, per esempio, l'importanza della regione amazzonica, « uno degli spazi più apprezzati del mondo per la sua diversità biologica, che lo rende vitale per l'equilibrio ambientale di tutto il pianeta ».982

Le foreste contribuiscono a mantenere essenziali equilibri naturali indispensabili alla vita.983

La loro distruzione, anche tramite sconsiderati incendi dolosi, accelera i processi di desertificazione con rischiose conseguenze per le riserve di acqua e compromette la vita di molti popoli indigeni e il benessere delle future generazioni.

Tutti, individui e soggetti istituzionali, devono sentirsi impegnati a proteggere il patrimonio forestale e, dove necessario, promuovere adeguati programmi di riforestazione.

467 La responsabilità verso l'ambiente, patrimonio comune del genere umano, si estende non solo alle esigenze del presente, ma anche a quelle del futuro: « Eredi delle generazioni passate e beneficiari del lavoro dei nostri contemporanei, noi abbiamo degli obblighi verso tutti, e non possiamo disinteressarci di coloro che verranno dopo di noi ad ingrandire la cerchia della famiglia umana.

La solidarietà universale, ch'è un fatto e per noi un beneficio, è altresì un dovere ».984

Si tratta di una responsabilità che le generazioni presenti hanno nei confronti di quelle future985 una responsabilità che appartiene anche ai singoli Stati e alla Comunità internazionale.

468 La responsabilità verso l'ambiente deve trovare una traduzione adeguata a livello giuridico.

È importante che la Comunità internazionale elabori regole uniformi, affinché tale regolamentazione consenta agli Stati di controllare con maggiore efficacia le diverse attività che determinano effetti negativi sull'ambiente e di preservare gli ecosistemi prevenendo possibili incidenti: « Spetta ad ogni Stato, nell'ambito del proprio territorio, il compito di prevenire il degrado dell'atmosfera e della biosfera, controllando attentamente, tra l'altro, gli effetti delle nuove scoperte tecnologiche o scientifiche, ed offrendo ai propri cittadini la garanzia di non essere esposti ad agenti inquinanti o a rifiuti tossici ».986

Il contenuto giuridico del « diritto ad un ambiente sano e sicuro »987 sarà il frutto di una graduale elaborazione, sollecitata dalla preoccupazione dell'opinione pubblica di disciplinare l'uso dei beni del creato secondo le esigenze del bene comune e in una comune volontà di introdurre sanzioni per coloro che inquinano.

Le norme giuridiche, tuttavia, da sole non bastano;988 accanto ad esse devono maturare un forte senso di responsabilità nonché un effettivo cambiamento nelle mentalità e negli stili di vita.

469 Le autorità chiamate a prendere decisioni per fronteggiare rischi sanitari ed ambientali talvolta si trovano di fronte a situazioni nelle quali i dati scientifici disponibili sono contradditori oppure quantitativamente scarsi: può essere opportuna allora una valutazione ispirata dal « principio di precauzione », che non comporta una regola da applicare, bensì un orientamento volto a gestire situazioni di incertezza.

Esso manifesta l'esigenza di una decisone provvisoria e modificabile in base a nuove conoscenze che vengano eventualmente raggiunte.

La decisione deve essere proporzionata rispetto a provvedimenti già in atto per altri rischi.

Le politiche cautelative, basate sul principio di precauzione, richiedono che le decisioni siano basate su un confronto tra rischi e benefici ipotizzabili per ogni possibile scelta alternativa, ivi compresa la decisione di non intervenire.

All'approccio precauzionale è connessa l'esigenza di promuovere ogni sforzo per acquisire conoscenze più approfondite, pur nella consapevolezza che la scienza non può raggiungere rapidamente conclusioni circa l'assenza di rischi.

Le circostanze di incertezza e provvisorietà rendono particolarmente importante la trasparenza nel processo decisionale.

470 La programmazione dello sviluppo economico deve considerare attentamente « la necessità di rispettare l'integrità e i ritmi della natura »,989 poiché le risorse naturali sono limitate e alcune non sono rinnovabili.

L'attuale ritmo di sfruttamento compromette seriamente la disponibilità di alcune risorse naturali per il tempo presente e per il futuro.990

La soluzione del problema ecologico richiede che l'attività economica rispetti maggiormente l'ambiente, conciliando le esigenze dello sviluppo economico con quelle della protezione ambientale.

Ogni attività economica che si avvalga delle risorse naturali deve anche preoccuparsi della salvaguardia dell'ambiente e prevederne i costi, che sono da considerare come « una voce essenziale dei costi dell'attività economica ».991

In questo contesto vanno considerati i rapporti tra l'attività umana e i cambiamenti climatici che, data la loro estrema complessità, devono essere opportunamente e costantemente seguiti a livello scientifico, politico e giuridico, nazionale e internazionale.

Il clima è un bene che va protetto e richiede che, nei loro comportamenti, i consumatori e gli operatori di attività industriali sviluppino un maggiore senso di responsabilità.992

Un'economia rispettosa dell'ambiente non perseguirà unicamente l'obiettivo della massimizzazione del profitto, perché la protezione ambientale non può essere assicurata solo sulla base del calcolo finanziario di costi e benefici.

L'ambiente è uno di quei beni che i meccanismi del mercato non sono in grado di difendere o di promuovere adeguatamente.993

Tutti i Paesi, in particolare quelli sviluppati, devono avvertire come urgente l'obbligo di riconsiderare le modalità d'uso dei beni naturali.

La ricerca di innovazioni capaci di ridurre l'impatto sull'ambiente provocato dalla produzione e dal consumo dovrà essere efficacemente incentivata.

Un'attenzione particolare dovrà essere riservata alle complesse problematiche riguardanti le risorse energetiche.994

Quelle non rinnovabili, alle quali attingono i Paesi altamente industrializzati e quelli di recente industrializzazione, devono essere poste al servizio di tutta l'umanità.

In una prospettiva morale improntata all'equità e alla solidarietà intergenerazionale, si dovrà, altresì, continuare, tramite il contributo della comunità scientifica, a identificare nuove fonti energetiche, a sviluppare quelle alternative e a elevare i livelli di sicurezza dell'energia nucleare.995

L'utilizzo dell'energia, per i legami che ha con le questioni dello sviluppo e dell'ambiente, chiama in causa le responsabilità politiche degli Stati, della comunità internazionale e degli operatori economici; tali responsabilità dovranno essere illuminate e guidate dalla ricerca continua del bene comune universale.

471 Una speciale attenzione merita la relazione che i popoli indigeni hanno con la loro terra e le sue risorse: si tratta di un'espressione fondamentale della loro identità.996

Molti popoli hanno già perso o rischiano di perdere, a vantaggio di potenti interessi agro-industriali o in forza di processi di assimilazione e di urbanizzazione, le terre su cui vivono,997 alle quali è legato il senso stesso della loro esistenza.998

I diritti dei popoli indigeni devono essere opportunamente tutelati.999

Questi popoli offrono un esempio di vita in armonia con l'ambiente che essi hanno imparato a conoscere e a preservare:1000 la loro straordinaria esperienza, che è un'insostituibile ricchezza per tutta l'umanità, rischia di andare perduta insieme all'ambiente da cui trae origine.

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979 Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 40
980 Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis 34
981 Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis 34
982 Giovanni Paolo II, Ecclesia in America 25
983 Giovanni Paolo II, Omelia in Val Visdende nella festa di San Gualberto ( 12 luglio 1987 )
984 Paolo VI, 3 Populorum progressio 17
985 Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 37
986 Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1990, 9
987 Giovanni Paolo II, Discorso alla Corte e alla Commissione europee dei diritti dell'uomo, Strasburgo ( 8 ottobre 1988, 5 );
Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1990, 9;
Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1999, 10
988 Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1999, 10
989 Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis 26
990 Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis 34
991 Giovanni Paolo II, XXV Sessione della Conferenza della F.A.O. ( 16 novembre 1989, 8 )
992 Giovanni Paolo II, Gruppo di studio della Pont. Acc. delle Scienze ( 6 novembre 1987 )
993 Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 40
994 Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti alla Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze ( 28 ottobre 1994 )
995 Giovanni Paolo II, Discorso Symposium sulla fisica ( 18 dicembre 1982 )
996 Giovanni Paolo II, Discorso ai popoli autoctoni dell'Amazzonia, Manaus ( 10 luglio 1980 )
997 Giovanni Paolo II, Omelia durante la liturgia della Parola per le popolazioni autoctone dell'Amazzonia peruviana ( 5 febbraio 1985, 4 );
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Per una migliore distribuzione della terra.
La sfida della riforma agraria, 11 ( 23 novembre 1997 )
998 Giovanni Paolo II, Discorso agli aborigeni dell'Australia ( 29 novembre 1986, 4 )
999 Giovanni Paolo II, Discorso agli indigeni del Guatemala ( 7 marzo 1983, 4 );
In., Discorso ai popoli autoctoni del Canada ( 18 settembre 1984, 7-8 );
Giovanni Paolo II, Discorso ai popoli autoctoni dell'Ecuador ( 31 gennaio 1985, II.1 );
In., Discorso agli aborigeni dell'Australia ( 29 novembre 1986, 10 )
1000 Giovanni Paolo II, Discorso agli aborigeni dell'Australia ( 29 novembre 1986, 4 );
Giovanni Paolo II, Discorso agli Amerindi ( 14 settembre 1987, 4 )