Santo Domingo

Indice

10.3. L'evangelizzazione delle culture

10.3.1. L'offerta del Vangelo

523 Il Vangelo, dono gratuito di Dio, non si identifica con nessuna cultura e con nessuna dimensione culturale.

Deve redimerle e trasformarle tutte,608 poiché il Padre ha inviato il Figlio nel mondo perché questo abbia vita in abbondanza ( Gv 10,10 ) e lo Spirito, in particolare, perché prolunghi in qualche modo l'incarnazione redentrice di Cristo, attraverso il popolo di Dio, fermento evangelico nella vita storica concreta.

Assolutizzare una cultura come l'unica adatta a vivere la fede sarebbe idolatria. Per questo nemmeno la Chiesa può identificarsi con una sola cultura,610 giacché sarebbe togliere a se stessa la cattolicità e al Vangelo l'universalismo.

524 Evangelizzare implica compiere un'opzione radicale per il regno di Dio ed esige, ineludibilmente, l'opzione per la persona umana.

Cultura è occupazione umana,611 Vangelo è annuncio nato da Dio; ciò nonostante, le due cose non sono antagoniste.

Nell'evangelizzazione della cultura si trova espressa la problematica della relazione tra fede e vita, punto capitale della missione evangelizzatrice della Chiesa.

525 L'evangelizzazione delle culture è inseparabile dall'evangelizzazione delle persone, dato che queste sono modellate e formate dalla cultura e a loro volta contribuiscono a formare e modellare la cultura.

È al cuore dell'uomo, dal quale nasce la cultura, che si dirige il Vangelo.

La cultura è l'orizzonte nel quale si costituisce e si fa vita la fede cristiana, essendo l'evangelizzazione della cultura « la forma più radicale, globale e profonda dell'evangelizzazione di un popolo ».612

Siccome il messaggio cristiano ci giunge già incarnato in una storia e in una cultura determinata, l'evangelizzazione della cultura si realizza attraverso l'incontro di una fede inculturata - quella degli evangelizzatori - con la cultura degli evangelizzati. ( Gv 4,1-43 )613

526 Gli agenti evangelizzatori compiono la propria missione in primo luogo mediante la testimonianza personale;614 la nuova evangelizzazione è un richiamo « a un nuovo potenziale di santità ».615

Allora sarà possibile una conoscenza rispettosa della situazione di un determinato popolo o gruppo umano, la ricerca di punti di contatto.

In definitiva, credere a Gesù che bussa alla nostra porta; ( Ap 3,20 ) credere nella forza dello Spirito di Gesù che agisce con la soavità serena e paziente dell'Amore, perché la parola di Dio che annunciamo sia veramente fonte di vita, di liberazione e di speranza per i nostri popoli, ( Lc 1,38; Lc 8,20-21 ) perché « la Chiesa propone, non impone nulla ».618

10.3.2. La presenza della limitazione del peccato nelle culture

527 Senza smettere di riconoscere l'autonomia e la libertà delle culture, 619 troviamo culture che contengono elementi disumanizzanti.

La storia ci insegna che l'essere umano ha impiegato secoli per arrivare a formulare quelli che oggi chiamiamo « i diritti fondamentali dell'uomo ».

I mali e le sofferenze causati da alcuni fattori culturali, testimoniano la presenza del peccato e dell'egoismo nell'ethos culturale, nel mancato rispetto della dignità e dei diritti della persona umana.

528 Nessuno sviluppo culturale - benché apparentemente si veda come progresso - porta in se stesso una maggiore prossimità al Vangelo, perché può trattarsi di uno sviluppo unilaterale che, alla fine, invece di coltivare l'uomo, lo distrugge.

Ne deriva la necessità che il Vangelo si faccia presente alla nascita delle nuove culture o delle nuove sintesi culturali, perché dalle loro matrici siano più efficacemente evangelizzate.

529 Ogni tentativo di identificare la realizzazione piena della persona umana con un'attività culturale estranea al cristianesimo sfocia nella disillusione e nella frustrazione.620

La cultura senza il Vangelo non può dare una risposta piena: ne alla morte, ne all'amore non compiuto, ne alla coscienza della colpa.

Non può decidere che l'altro ci ami o no, ne vincere definitivamente la morte, ne riconciliarci con noi stessi.

La risposta, per i cristiani, non la possiede l'uomo, ma il Vangelo. In esso la cultura trova il suo limite e allo stesso tempo il punto attraverso il quale può trasformarsi in trascendenza, perché è la realtà dell'uomo in quanto « essere per Dio », realtà non annullatrice, ma liberatrice, che lo incita ad aprirsi a un nuovo e definitivo orizzonte.

530 Essendo opera umana, la cultura ha i propri limiti e conosce anche la realtà del peccato.

C'è molto da esorcizzare. ( Lc 11,20 )

Sappiamo, per dolorosa esperienza, che « l'uomo può organizzare la terra senza Dio, ma senza Dio può organizzarla solo contro l'uomo.

L'umanesimo esclusivo è umanesimo disumano ».622

L'attuale cultura occidentale della modernità, essendo segnata dagli antivalori dell'individualismo materialista, consumista ed edonista, ci si presenta come disumanizzante.

10.3.3. Le culture sono chiamate alla pienezza

531 « La vera cultura è l'umanizzazione ».623

Ogni cultura, in quanto espressione dell'uomo integrale, è intimamente legata a Gesù Cristo, giacché ogni uomo e ogni donna sono « il primo cammino che la Chiesa deve percorrere nel compimento della propria missione ».624

In particolare, nella mediazione culturale della persona la Chiesa trova 1'« Unico che riunisce in sé i valori di tutte le culture e all'uomo di ogni cultura rivela pienamente se stesso ».625

532 Ne deriva che « la forza del Vangelo è ovunque trasformatrice e rigeneratrice »,626 rinnova la vita e la cultura dell'uomo decaduto, purifica ed eleva la moralità dei popoli, feconda e valorizza dall'interno le qualità di ogni cultura.627

Gesù Cristo evangelizza dialogando e il suo dialogo è evangelizzatore perché è accompagnato dalla sua testimonianza, soprattutto la testimonianza fondamentale dell'amore fraterno, che supera ogni discriminazione e divisione.

Egli evangelizza incarnando la misericordia di Dio il cui frutto è il Regno che esige anche la misericordia come condizione per entrarvi.

Qui ha la sua radice profonda la chiamata a ogni cultura perché si converta in cultura di solidarietà.

533 La fede cristiana, demitizzando l'universo a partire dall'unicità di Dio, toglie i tabù magici alla creazione e la consegna all'uomo e alla donna perché la trasformino secondo tutte le potenzialità che si trovano in essa.

Il cammino della scienza e della tecnica è un cammino corretto; il loro avanzamento e il loro progresso sono desiderabili.

Ma sempre che siano in accordo con lo sviluppo inerente alle potenzialità dello stesso essere creato e non le violentino.

L'uomo è il lavoratore saggio della creazione, non il padrone dispotico che violenta l'ecosistema e lo distrugge, distruggendosi a sua volta.

La fede cristiana non si oppone alla scienza ne alla tecnica, ma le orienta verso la costruzione, e non verso l'annichilimento, della persona umana.

Indice

608 Paolo VI, Evangelii Nuntiandi 18-20
610 Gaudium et Spes 58
611 Giovanni Paolo II, Discorso all'Università di Coimbra, 15 maggio 1982
612 Giovanni Paolo II, Discorso al seminario di Medellin, 5 luglio 1986, 2
613 Giovanni Paolo II, Redemptoris Missio 56
614 Giovanni Paolo II, Redemptoris Missio 42
615 S. Domingo, Discorso
618 Giovanni Paolo II, Redemptoris Missio 3
619 Giovanni Paolo II, Allocuzione agli intellettuali ed artisti, Seul, 5 maggio 1984;
Discorso al Pontificio Consiglio per la Cultura, 12 gennaio 1990
620 Ibidem
622 Paolo VI, Populorum progressio 42
623 Giovanni Paolo II, Allocuzione al Sacro Collegio, 22 dicembre 1980
624 Giovanni Paolo II, Redemptor Hominis 14
625 Giovanni Paolo II, Discorsi ai vescovi della Nigeria, Lagos, 15 febbraio 1982
626 Giovanni Paolo II, Catechesi Tradendae 53
627 Gaudium et Spes 58