Santo Domingo

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11.2. Conversione nella speranza

556 La missione della Chiesa - nella realizzazione del fatto salvifico - è stata, è e sarà sempre ardua e difficile.

Più ancora, impossibile per le forze umane, ma possibile a Dio ( Lc 1,37 ) e a coloro che collaborano con Lui perché vivono di fede, ( Rm 1,17 ) diffondendo il Vangelo, ( 1 Ts 1,3 ) colmi di fiducia. ( Rm 5,5 )

Infatti « abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi ». ( 2 Cor 4,7 )

557 La durezza del presente e la grandezza delle sfide, lungi dallo scoraggiarci, ci esortano a vivere un processo di conversione. ( Mc 1,15 ) continuo e pieno di speranza.

Dal giorno del nostro battesimo ( Rm 6,4 ) siamo creature nuove, corresponsabili nel cammino verso « un cielo nuovo e una terra nuova ». ( Ap 21,1 )

558 Cielo e terra nuovi che saranno realtà completa, alla fine della storia, quando ci sarà data « la piena maturità di Cristo ». ( Ef 4,13 )

Intanto attendiamo con pazienza, sperando ciò che non vediamo, ( Rm 6,4 ) confidando che il nostro lavoro non sia vano. ( 1 Cor 15,58 )685

559 Questa conversione alla speranza ci è assolutamente necessaria per poter dare il nostro contributo all'edificazione della civiltà dell'amore, come frutto gustoso e condiviso, di un'azione evangelizzatrice che promuove e libera integralmente tutto l'uomo e tutti gli uomini, uomini e donne, popoli razze e culture,686 in Gesù Cristo ieri, oggi e sempre. ( Eb 13,8 )

560 Evangelizzazione inculturata,688 capace di arrivare alla radice di ogni cultura,689 per comunicarle la vitalità unica che nasce dalla fede, la speranza e l'amore di carità, per la sola efficacia del Vangelo,690 « potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede ». ( Rm 1,16 )

Così, le culture potranno plasmare umanesimi sempre più pieni e integrali,692 che meritino il nome di cultura cristiana.

561 Per collaborare fedelmente a quest'opera di Dio, la conversione della nostra mente, sensibilità e volontà - secondo l'esortazione dell'apostolo Paolo ( Ef 4,1-7 ) - deve condurci a ricostruire la comunione e l'unità, riconoscere e discernere i carismi, riorientare e coordinare le energie disperse e conciliare senza posa le diversità di animi con nobiltà, flessibilità e fermezza di spirito.

562 Ciò dovrà generare una dinamica di comunione e partecipazione694 più trasparente e autentica.

Tale clima ecclesiale faciliterà a ogni fedele battezzato,695 la scoperta del proprio posto e del proprio personale apporto all'unica missione evangelizzatrice.696

La comunione dei fratelli che sanno condividere ( At 2,44; At 4,32 ) sarà anima e sostegno nelle difficoltà della vita ( 2 Cor 4,16-18 ) e nei patimenti ( Col 1,24; 2 Cor 4,8-9 ) che la testimonianza e la predicazione del Vangelo comportano.

563 La conversione alla speranza ( Ef 4,21-24 ) implica, anche, concertare gli spiriti e unire i cuori attorno a proposte organiche, possibili e percorribili, ma globali e non frammentarie; capaci di accogliere e non di allontanare; grandi e non speculative; umili e semplici, ma non deboli o timide, perché lo Spirito Santo ci conceda di incarnare anche oggi il fervore dei santi. ( At 4,33 )701

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685 Paolo VI, Octogesima adveniens 37
686 Paolo VI, Populorum progressio 14
688 Giovanni Paolo II, Redemptoris Missio 52;
Giovanni Paolo II, Redemptoris Missio 54;
Paolo VI, Evangelii Nuntiandi 79
689 Puebla 388
690 Paolo VI, Evangelii Nuntiandi 18
692 Giovanni Paolo II, Redemptoris Missio 58-60
694 Puebla 326
695 Ad Gentes 35-36;
Giovanni Paolo II, Redemptoris Missio 71-72;
Giovanni Paolo II, Christifideles Laici 36-44
696 Lumen Gentium 17;
Paolo VI, Evangelii Nuntiandi 16;
Paolo VI, Evangelii Nuntiandi 70-73
701 Giovanni Paolo II, Redemptoris Missio 90