Ad catholici sacerdotii

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IV - Esortazione

La pratica di santificarsi

Ed ora a voi, diletti Figli, rivolgiamo direttamente la Nostra paterna parola, quanti siete sacerdoti dell'Altissimo, dell'uno e dell'altro clero, sparsi per tutto l'orbe cattolico; a voi "gloria Nostra e Nostro gaudio" ( 1 Ts 2,20 ), che portate con tanta generosità il "peso e l'ardore della giornata" ( Mt 20,12 ) e così validamente aiutate Noi e i Nostri Fratelli nell'episcopato, nell'adempimento del dovere di pascere il gregge di Cristo, giunga il Nostro paterno ringraziamento e il Nostro fervido incoraggiamento insieme con l'accorato appello che, pur conoscendo ed apprezzando il vostro encomiabile zelo, vi rivolgiamo nei bisogni dell'ora presente.

Quanto più questi si vanno aggravando, tanto più deve crescere ed intensificarsi l'opera vostra redentrice; poiché "voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo" ( Mt 5,13-14 ).

Ma perché l'opera vostra sia davvero benedetta da Dio e copiosi ne siano i frutti, è necessario ch'essa sia fondata nella santità della vita.

Questa è, come abbiamo dichiarato di sopra, la prima e più importante dote del sacerdote cattolico: senza questa, le altre doti poco valgono; con questa, anche se le altre doti non sono in grado eminente, si possono compiere meraviglie, come avvenne ( per citare solo qualche esempio ) in San Giuseppe da Copertino, e, in tempi a noi più vicini, in quell'umile Curato d'Ars, San Giovanni Maria Vianney, già ricordato, che Noi volemmo assegnare a tutti i Parroci come modello e celeste Patrono.

Pertanto, "considerate - vi diremo con l'Apostolo delle Genti - considerate la vostra vocazione" ( 1 Cor 1,26 ); e questa considerazione non potrà non farvi apprezzare sempre più quella grazia, che vi fu data nella sacra ordinazione, e non spronarvi "a diportarvi in modo degno della chiamata che vi fu fatta" ( Ef 4,1 ).

Raccoglimento e preghiera

A ciò vi gioverà immensamente quel mezzo, che il Nostro predecessore di santa memoria Pio X nella sua così pia e così affettuosa Exhortatio ad Clerum catholicum, la cui assidua lettura caldamente vi raccomandiamo, pone in primo luogo tra i più validi aiuti per custodire ed accrescere la grazia sacerdotale; quel mezzo che Noi stessi più volte, e soprattutto con la Nostra Lettera Enciclica Mens Nostra, abbiamo paternamente e solennemente inculcato a tutti i Nostri figli, ma più specialmente ai sacerdoti; cioè l'uso frequente degli Esercizi spirituali.

E come al chiudersi del Nostro giubileo sacerdotale non abbiamo creduto di poter dare ai Nostri figli un migliore e più salutare ricordo di quella fausta ricorrenza, che con l'invitarli per mezzo della ricordata Lettera ad attingere più largamente l'acqua viva che sale alla vita eterna ( Gv 4,14 ), a questa fonte perenne aperta da Dio provvidenzialmente nella sua Chiesa, così ora a voi, diletti figli, che più ci siete cari, perché più direttamente lavorate con Noi all'avvento del Regno di Cristo sulla terra, non crediamo di poter meglio mostrare il Nostro paterno affetto che con l'esortarvi vivamente a valervi di questo stesso mezzo di santificazione, nel miglior modo possibile, secondo i principi e le norme da Noi esposte nella memorata Enciclica, chiudendovi nel sacro ritiro degli Esercizi spirituali, non solo nei tempi e nella misura strettamente prescritta dalle leggi ecclesiastiche, ma anche più spesso e più a lungo che vi sarà concesso, prendendovi poi ogni mese un giorno per consacrarlo ad una più fervida orazione, ad un maggior raccoglimento, come hanno sempre usato i più zelanti sacerdoti.

Nel ritiro e nel raccoglimento potrà pure "ravvivare la grazia di Dio" ( 2 Tm 1,6 ) chi mai fosse entrato "nell'eredità del Signore "non per la via diritta della vera vocazione, ma per fini terreni o meno nobili; poiché, essendo anch'esso ormai indissolubilmente legato a Dio e alla Chiesa, non gli rimane che di seguire il consiglio di San Bernardo: "Procura d'ora in avanti di rendere buone le tue vie e i tuoi affetti, e santo il tuo ministero; e così se la santità della vita non è preceduta, che almeno essa segua" .

La grazia di Dio, e segnatamente quella che è propria del sacramento dell'Ordine, non mancherà di aiutarlo, se sinceramente lo desidera, a correggere quello che allora vi fu di difettoso nelle disposizioni personali, e a compiere tutti i doveri del proprio stato, comunque ci sia entrato.

Tutti poi dal raccoglimento e dalla preghiera uscirete rinfrancati contro le insidie del mondo, pieni di santo zelo per la salute delle anime, tutti infiammati d'amore in Dio, quali devono essere i sacerdoti, più che mai in questi tempi, nei quali, accanto a tanta corruzione e diabolica perversità, si sente in tutte le parti del mondo, un potente risveglio religioso nelle anime, un soffio dello Spirito Santo che pervade il mondo per santificarlo e per rinnovare con la sua forza creatrice la faccia della terra ( Sal 104,30 ).

Pieni di questo Spirito Santo, comunicherete questo amor di Dio come sacro incendio a quanti vi si accosteranno, diventando davvero portatori di Cristo in mezzo alla società così sconvolta, la quale solo da Gesù Cristo può sperare salvezza perché egli solo e sempre è "veramente il Salvatore del mondo" ( Gv 4,42 ).

E prima di terminare, a voi, o giovani chierici, che vi educate al sacerdozio, rivolgiamo con una tenerezza tutta particolare il Nostro pensiero e la Nostra parola, e dall'intimo del cuore vi raccomandiamo di prepararvi con ogni impegno alla grande missione, a cui Dio vi chiama.

Voi siete le speranze della Chiesa e dei popoli, che molto, tutto anzi aspettano da voi, perché da voi aspettano quella attiva e vivificante cognizione di Dio e di Gesù Cristo, in cui consiste la vita eterna ( Gv 17,3 ).

Cercate dunque nella pietà, nella purezza, nell'umiltà, nell'obbedienza, nella disciplina e nello studio, di formarvi sacerdoti davvero secondo il Cuore di Dio; persuadetevi che la diligenza, con cui attenderete a questa vostra solida formazione, per quanto accurata e solerte, non sarà mai eccessiva, perché da essa in gran parte dipende tutta la vostra futura attività apostolica.

Fate che la Chiesa, nel giorno della vostra sacerdotale ordinazione, possa trovarvi davvero quali vi vuole, che cioè "una sapienza celeste, costumi illibati e una diuturna osservanza della giustizia vi renda commendevoli", affinché poi "il profumo della vostra vita sia di consolazione alla Chiesa di Cristo, perché con la predicazione e con l'esempio abbiate ad edificare la casa, cioè la famiglia di Dio" .

Solo così potrete continuare le gloriose tradizioni del sacerdozio cattolico e affrettare l'ora auspicatissima in cui sarà dato all'umanità di godere i frutti della Pace di Cristo nel Regno di Cristo.

Nuova messa votiva

Ed ora, terminando questa Nostra Lettera, a voi, Venerabili Fratelli Nostri nell'Episcopato, e per mezzo vostro a tutti i Nostri diletti Figli dell'uno e dell'altro Clero, siamo lieti di annunziare che a solenne testimonianza del Nostro grato animo per quella santa cooperazione con cui essi, dietro la guida e l'esempio vostro, hanno reso così largamente fruttuoso alle anime questo Anno Santo della Redenzione, e più ancora perché sia perenne il pio ricordo e la glorificazione di quel sacerdozio, del quale il Nostro e il vostro, Venerabili Fratelli, e di quanti sono sacerdoti di Cristo, è la partecipata continuazione, abbiamo creduto opportuno, dopo udito il consiglio della Sacra Congregazione dei Riti, di preparare una propria Messa votiva "de summo et aeterno Iesu Christi Sacerdotio"; Messa, che abbiamo il piacere e la consolazione di pubblicare insieme a questa Nostra Lettera Enciclica, e che potrà celebrarsi nelle ferie quinte, secondo le prescrizioni liturgiche.

Non Ci resta, Venerabili Fratelli, che impartire a tutti quell'Apostolica e paterna Benedizione che tutti aspettano e desiderano dal comun Padre; e sia benedizione di ringraziamento per tutti i benefici largiti dalla divina Bontà in questi Anni Santi straordinari della Redenzione, sia benedizione augurale per il nuovo anno che sta per cominciare.

Dato a Roma presso San Pietro, il 20 dicembre 1935, nel LVI anniversario del Nostro sacerdozio, del Nostro Pontificato l'anno decimoquarto.

Pio XI

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