Divini Redemptoris  

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Appello agli operai cattolici

70 Una parola particolarmente paterna vorremmo qui indirizzare ai Nostri cari operai cattolici, giovani e adulti, i quali forse in premio della loro fedeltà talvolta eroica in questi tempi tanto difficili, hanno ricevuto una missione molto nobile e ardua.

Sotto la guida dei loro Vescovi e dei loro Sacerdoti, essi devono ricondurre alla Chiesa e a Dio quelle moltitudini di loro fratelli di lavoro, i quali, esacerbati per non essere stati compresi o trattati con la dignità alla quale avevano diritto, si sono allontanati da Dio.

Gli operai cattolici col loro esempio, con le loro parole, dimostrino a questi loro fratelli traviati, che la Chiesa è una tenera Madre per tutti quelli che lavorano e soffrono, e non ha mai mancato, né mai mancherà al suo sacro dovere materno di difendere i suoi figli.

Se questa missione, che essi debbono compiere nelle miniere, nelle fabbriche, nei cantieri, dovunque si lavora, richiede alle volte dei grandi sacrifici, si ricorderanno che il Salvatore del mondo ha dato non solo l'esempio del lavoro, ma anche quello del sacrificio.

Necessità della concordia tra i cattolici

71 A tutti i Nostri figli poi, d'ogni classe sociale, d'ogni nazione, di ogni gruppo religioso e laico nella Chiesa, vorremmo indirizzare un nuovo e più urgente appello alla concordia.

Più volte il Nostro cuore paterno è stato addolorato dalle divisioni spesso futili nelle loro cause, ma sempre tragiche nelle loro conseguenze, che mettono alle prese i figli d'una stessa Madre, la Chiesa.

Così si vede che i sovversivi, che non sono tanto numerosi, approfittando di queste discordie, le rendono più acute, e finiscono per gettare gli stessi cattolici gli uni contro gli altri.

Dopo gli avvenimenti di questi ultimi mesi, dovrebbe sembrare superfluo il Nostro monito.

Lo ripetiamo però una volta ancora per quelli che non hanno capito, o forse non vogliono capire.

Quelli che lavorano ad aumentare le discordie fra cattolici prendono sopra di sé una terribile responsabilità dinanzi a Dio e alla Chiesa.

Appello a quanti credono in Dio

72 Ma a questa lotta impegnata dal potere delle tenebre contro l'idea stessa della Divinità, Ci è caro sperare che, oltre tutti quelli che si gloriano del nome di Cristo, si oppongano pure validamente quanti ( e sono la stragrande maggioranza dell'umanità ) credono ancora in Dio e lo adorano.

Rinnoviamo quindi l'appello che già lanciammo cinque anni or sono nella Nostra Enciclica Caritate Christi, affinché essi pure lealmente e cordialmente concorrano da parte loro "per allontanare dall'umanità il grande pericolo che minaccia tutti".

Poiché - come allora dicevamo, - siccome "il credere in Dio è il fondamento incrollabile di ogni ordinamento sociale e di ogni responsabilità sulla terra, perciò tutti quelli che non vogliono l'anarchia e il terrore devono energicamente adoperarsi perché i nemici della religione non raggiungano lo scopo da loro così apertamente proclamato".45

Doveri dello Stato cristiano: aiutare la Chiesa ad opporsi al comunismo

73 Abbiamo esposto, Venerabili Fratelli, il compito positivo, l'ordine dottrinale insieme e pratico, che la Chiesa si assume per la sua stessa missione affidatale da Cristo, di edificare la società cristiana e, ai nostri tempi, di oppugnare e infrangere gli sforzi del comunismo; e abbiamo fatto appello a tutte e singole le classi della società.

A questa medesima impresa spirituale della Chiesa lo Stato cristiano deve pure positivamente concorrere, aiutando in tale compito la Chiesa coi mezzi a lui propri, i quali, benché siano mezzi esterni, non mirano meno, in primo luogo al bene delle anime.

Negli stati cristiani deve essere impedita la propaganda atea e senza alcuna legge morale

74 Perciò gli Stati porranno ogni cura per impedire che una propaganda atea, la quale sconvolge tutti i fondamenti dell'ordine, faccia strage nei loro territori, perché non si potrà avere autorità sulla terra, se non viene riconosciuta l'autorità della Maestà divina, né sarà fermo il giuramento, se non si giura nel nome del Dio vivente.

Noi ripetiamo ciò che spesso e così insistentemente abbiamo detto, nominatamente nella Nostra Enciclica Caritate Christi: "Come può sostenersi un contratto qualsiasi e quale valore può avere un trattato, dove manchi ogni garanzia di coscienza?

E come si può parlare di garanzia di coscienza, dove è venuta meno ogni fede in Dio, ogni timor di Dio?

Tolta questa base, ogni legge morale cade con essa e non vi è più nessun rimedio che possa impedire la graduale ma inevitabile rovina dei popoli, della famiglia, dello Stato, della stessa umana civiltà".46

Prendere provvedimenti per il bene comune

75 Inoltre lo Stato deve mettere ogni cura per creare quelle condizioni materiali di vita senza cui un'ordinata società non può sussistere, e per fornire lavoro specialmente ai padri di famiglia e alla gioventù.

S'inducano a questo fine le classi possidenti ad assumersi, per la urgente necessità del bene comune, quei pesi, senza cui la società umana non può essere salvata né esse stesse potrebbero trovar salvezza.

I provvedimenti però che lo Stato prende a questo fine, devono essere tali che colpiscano davvero quelli che di fatto hanno nelle loro mani i maggiori capitali e vanno continuamente aumentandoli con grave danno altrui.

Richiamo ad operare con una prudente e sobria amministrazione pubblica

76 Lo Stato medesimo, memore della sua responsabilità davanti a Dio e alla società, con una prudente e sobria amministrazione sia di esempio a tutti gli altri.

Oggi più che mai la gravissima crisi mondiale esige che quelli che dispongono di fondi enormi, frutto del lavoro e del sudore di milioni di cittadini, abbiano sempre davanti agli occhi unicamente il bene comune e siano intenti a promuoverlo quanto più è possibile.

Anche i funzionari dello Stato e tutti gli impiegati adempiano per obbligo di coscienza i loro doveri con fedeltà e disinteresse, seguendo i luminosi esempi antichi e recenti di uomini insigni, che con indefesso lavoro sacrificarono tutta la loro vita per il bene della patria.

Nel commercio poi dei popoli fra loro, si procuri sollecitamente di rimuovere quegli impedimenti artificiali della vita economica, che promanano dal sentimento della diffidenza e dell'odio, ricordandosi che tutti i popoli della terra formano un'unica famiglia di Dio.

Lasciare libertà alla Chiesa nel compimento della sua missione

77 Ma nello stesso tempo lo Stato deve lasciare alla Chiesa la piena libertà di compiere la sua divina e del tutto spirituale missione per contribuire con ciò stesso potentemente a salvare i popoli dalla terribile tormenta dell'ora presente.

Si fa oggi dappertutto un angoscioso appello alle forze morali e spirituali, e ben a ragione, perché il male che si deve combattere è prima di tutto, considerato nella sua prima sorgente, un male di natura spirituale, ed è da questa sorgente che sgorgano per una logica diabolica tutte le mostruosità del comunismo.

Ora, tra le forze morali e religiose eccelle incontestabilmente la Chiesa Cattolica; e perciò il bene stesso dell'umanità esige che non si pongano impedimenti alla sua operosità.

Operando solo con mezzi economici e politici lo Stato non raggiunge lo scopo del bene comune

78 Se si agisce altrimenti e si pretende in pari tempo di raggiungere lo scopo con mezzi puramente economici e politici, si è in balia di un errore pericoloso.

E quando si esclude la religione dalla scuola, dall'educazione, dalla vita pubblica e si espongono a ludibrio i rappresentanti del cristianesimo e i suoi sacri riti, non si promuove forse quel materialismo donde germoglia il comunismo?

Né la forza, neppure la meglio organizzata, né gli ideali terreni, siano pur essi i più grandi e i più nobili, possono padroneggiare un movimento, che getta le sue radici proprio nella troppa stima dei beni del mondo.

Appello ai governanti a non porre impedimenti alla missione della Chiesa

79 Confidiamo che quelli che dirigono le sorti delle nazioni, per poco che sentano il pericolo estremo da cui oggi sono minacciati i popoli, sentiranno sempre meglio il supremo dovere di non impedire la Chiesa di compiere la sua missione; tanto più che nel compierla, mentre mira alla felicità eterna dell'uomo, essa lavora inseparabilmente anche alla vera felicità temporale.

Appello paterno ai seguaci del comunismo

80 Ma non possiamo porre fine a questa Lettera Enciclica senza rivolgere una parola a quegli stessi Nostri figli che sono già intaccati quasi dal male comunista.

Li esortiamo vivamente ad ascoltare la voce del Padre che li ama; e preghiamo il Signore che li illumini affinché abbandonino la via sdrucciolevole che travolge tutti in una immensa catastrofica rovina e riconoscano anch'essi che l'unico Salvatore è Gesù Cristo Signor Nostro: "perché non c'è sotto il cielo alcun altro nome dato agli uomini, dal quale possiamo aspettarci d'esser salvati" . ( At 4,12 )

S. Giuseppe modello e patrono della classe operaia

81 E per affrettare la tanto da tutti desiderata "Pace di Cristo nel Regno di Cristo"48 poniamo la grande azione della Chiesa Cattolica contro il comunismo ateo mondiale sotto l'egida del potente Protettore della Chiesa, S. Giuseppe.

Egli appartiene alla classe operaia ed ha sperimentato il peso della povertà, per sé e per la Sacra Famiglia, di cui era il capo vigile ed affettuoso; a lui fu affidato il Fanciullo divino, quando Erode sguinzagliò contro di Lui i suoi sicari.

Con una vita di fedelissimo adempimento del dovere quotidiano, ha lasciato un esempio a tutti quelli che devono guadagnarsi il pane col lavoro delle loro mani e meritò di esser chiamato il Giusto, esempio vivente di quella giustizia cristiana, che deve dominare nella vita sociale. […]

19 marzo 1937

Pio XI

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45 Pio XI, Charitate Christi compulsi
46 Pio XI, Charitate Christi compulsi
48 Pio XI, Ubi arcano