Catechesi tradendae

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Mettere in comunione con la persona di Cristo

5 La IV assemblea generale del sinodo dei vescovi ha insistito spesso sul cristocentrismo di ogni autentica catechesi.

Noi possiamo qui mantenere i due significati della parola, i quali non si oppongono né si escludono, ma piuttosto si richiamano e si completano a vicenda.

Si vuole sottolineare, innanzitutto, che al centro stesso della catechesi noi troviamo essenzialmente una persona: quella di Gesù di Nazaret, « unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità », ( Gv 1,14 ) il quale ha sofferto ed è morto per noi ed ora, risorto, vive per sempre con noi.

È Gesù che è « la via, la verità e la vita » ( Gv 14,6 ) e la vita cristiana consiste nel seguire Cristo, nella « sequela Cristi ».

L'oggetto essenziale e primordiale della catechesi è - per usare un'espressione cara a san Paolo, come pure alla teologia contemporanea - « il mistero del Cristo ».

Catechizzare è, in un certo modo, condurre qualcuno a scrutare questo mistero in tutte le sue dimensioni: « Mettere in piena luce l'economia del mistero…

Comprendere con tutti i santi quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio ». ( Ef 3,9.18s )

È, dunque, svelare nella persona di Cristo l'intero disegno di Dio, che in essa si compie.

È cercare di comprendere il significato dei gesti e delle parole di Cristo, dei segni da lui operati, poiché essi ad un tempo nascondono e rivelano il suo mistero.

In questo senso, lo scopo definitivo della catechesi è di mettere qualcuno non solo in contatto, ma in comunione, in intimità con Gesù Cristo: egli solo può condurre all'amore del Padre nello Spirito e può farci partecipare alla vita della santa Trinità.

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