Vita consecrata

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Difficoltà e prospettive

63 I mutamenti in corso nella società e la diminuzione del numero delle vocazioni stanno pesando sulla vita consacrata in alcune regioni del mondo.

Le opere apostoliche di molti Istituti e la loro stessa presenza in certe Chiese locali sono poste a repentaglio.

Come è già accaduto altre volte nella storia, vi sono persino Istituti che corrono il rischio di scomparire.

La Chiesa universale è sommamente grata per il grande contributo da essi offerto alla sua edificazione con la testimonianza ed il servizio.158

L'affanno di oggi non annulla i loro meriti e i frutti maturati grazie alle loro fatiche.

Per altri Istituti si pone piuttosto il problema della riorganizzazione delle opere.

Tale compito, non facile e non raramente doloroso, esige studio e discernimento, alla luce di alcuni criteri.

Occorre, ad esempio, salvaguardare il senso del proprio carisma, promuovere la vita fraterna, essere attenti alle necessità della Chiesa sia universale che particolare, occuparsi di ciò che il mondo trascura, rispondere generosamente e con audacia, anche se con interventi forzatamente esigui, alle nuove povertà, soprattutto nei luoghi più abbandonati.159

Le varie difficoltà, derivanti dalla contrazione di personale e di iniziative, non devono in alcun modo far perdere la fiducia nella forza evangelica della vita consacrata, che sarà sempre attuale ed operante nella Chiesa.

Se i singoli Istituti non hanno la prerogativa della perennità, la vita consacrata continuerà ad alimentare tra i fedeli la risposta di amore verso Dio e verso i fratelli.

Per questo è necessario distinguere la vicenda storica di un determinato Istituto o di una forma di vita consacrata dalla missione ecclesiale della vita consacrata come tale.

La prima può mutare col mutare delle situazioni, la seconda è destinata a non venir meno.

Ciò è vero sia per la vita consacrata di tipo contemplativo, che per quella dedita alle opere di apostolato.

Nel suo complesso, sotto l'azione sempre nuova dello Spirito, essa è destinata a continuare quale testimonianza luminosa dell'unità indissolubile dell'amore di Dio e dell'amore del prossimo, come memoria vivente della fecondità, anche umana e sociale, dell'amore di Dio.

Le nuove situazioni di scarsità vanno perciò affrontate con la serenità di chi sa che a ciascuno è richiesto non tanto il successo, quanto l'impegno della fedeltà.

Ciò che si deve assolutamente evitare è la vera sconfitta della vita consacrata, che non sta nel declino numerico, ma nel venir meno dell'adesione spirituale al Signore e alla propria vocazione e missione.

Perseverando fedelmente in essa, si confessa invece, con grande efficacia anche di fronte al mondo, la propria ferma fiducia nel Signore della storia, nelle cui mani sono i tempi e i destini delle persone, delle istituzioni, dei popoli, e dunque anche le attuazioni storiche dei suoi doni.

Le dolorose situazioni di crisi sollecitano le persone consacrate a proclamare con fortezza la fede nella morte e risurrezione di Cristo, per divenire segno visibile del passaggio dalla morte alla vita.

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158 Propositio 24
159 Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, Istr. La vita fraterna in comunità « Congregavit nos in unum Christi amor » ( 2 febbraio 1994 ), 67: Città del Vaticano 1994, pp. 85-86