Messaggio Urbi et Orbi Pasquale 1994

3 aprile 1994

1. Pietro giunse al sepolcro insieme con Giovanni, vi entrò, si chinò e vide le bende per terra.

"Vide e credette" ( Gv 20,8 ).

Insieme con Giovanni tornò poi al Cenacolo, dove gli Apostoli erano riuniti per timore dei Giudei.

Lo stesso giorno dopo il sabato, di sera, Gesù verrà nel Cenacolo a porte chiuse.

Saluterà gli Apostoli dicendo: "Pace a voi!" ed aggiungerà: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi [ … ] Ricevete lo Spirito Santo" ( Gv 20,21-22 ).

Così Cristo risorto saluta questa particolare famiglia, questa riunione apostolica della Chiesa, a cui ha affidato il mistero pasquale, mistero di morte e di risurrezione.

2. Preannunzio di tale evento fu la prima Pasqua dell'Antica Alleanza, nella notte dell'esodo dall'Egitto.

All'ordine di Mosè, si riunirono i figli e le figlie di Israele nelle case con le loro famiglie e là sperimentarono la salvezza mediante il sangue dell'agnello, asperso sugli stipiti delle case.

Arrivò poi la liberazione.

Mosè condusse fuori dall'Egitto il popolo, le famiglie riunite in una, facendo loro attraversare il Mar Rosso per festeggiare la Pasqua nel deserto e per consumare i cibi santi portati dall'Egitto.

Iniziò così il cammino verso la Terra promessa, un cammino durante il quale Dio cambiò i loro cuori e mise dentro di loro lo spirito nuovo ( cf. Ez 11,19 ).

Nel deserto si compiva la grande Pasqua del popolo eletto, che sarebbe poi stata celebrata di generazione in generazione.

3. "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi".

Nel cenacolo pasquale dell'anno del Signore 1994, la famiglia umana riscopre la sua missione: l'eterna vocazione affidata da Dio all'uomo, creato maschio e femmina.

Disse Iddio: "Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne" ( Gen 2,24 ).

Entra nel Cenacolo Cristo stesso, che qui aveva pregato il Padre perché tutti fossero una sola cosa: "Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola" ( Gv 17,21 ).

Pregando così, Egli apriva all'intelletto umano irraggiungibili prospettive, rivelava che vi è una certa somiglianza tra l'unità delle Persone Divine e l'unità dei figli di Dio, associati nella verità e nell'amore.

"Questa similitudine manifesta che l'uomo, il quale in terra è la sola creatura che Iddio abbia voluto per se stessa, non può ritrovarsi pienamente se non attraverso il dono sincero di sé" ( Gaudium et Spes, 24 ).

4. Vocazione della famiglia è di riscoprire, insieme a Cristo, questa verità sull'uomo.

Vocazione della famiglia è di incarnare questa verità nella realtà viva dell'unica ed irrepetibile comunità umana, formata dai genitori e dai figli, comunità dell'amore e della vita, comunità delle generazioni.

Pietra angolare di questa comunità è Cristo risorto.

È necessario che la vita di ogni famiglia sia nascosta con Cristo in Dio ( cf. Col 3,3 ).

Bisogna che, per mezzo di questo nascondimento, essa maturi per la gloria della risurrezione.

Alle famiglie è necessaria questa potenza che da Dio proviene, altrimenti non saranno in grado di rispondere alla loro vocazione.

Questa potenza divina è necessaria particolarmente nei nostri tempi, in cui molteplici minacce insidiano la famiglia alle radici stesse della sua esistenza.

5. È, quindi, indispensabile alle famiglie umane la parola pronunciata da Cristo risorto: "Abbiate fiducia; io ho vinto il mondo" ( Gv 16,33 ).

Alla grande famiglia dei popoli giunga oggi quest'annunzio della Risurrezione, irruzione di luce e di vita per ogni abitante della terra.

Fratelli e sorelle, ascoltate quest'annunzio!

Accoglietelo nel vostro cuore!

Se in Cristo morto e risuscitato Dio trionfa nel mondo, anche l'uomo può vincere il peccato e sconfiggere le sue conseguenze.

L'umanità ha bisogno di Cristo: Egli è la sorgente della pace, della vita che non muore.

6. Possa questa lieta notizia risuonare anzitutto a Gerusalemme, come avvenne la prima volta.

Possa risuonare nei Balcani, nel Caucaso, in Africa ed in Asia e in tutte le nazioni dove ancora continuano a tuonare le armi, dove i nazionalismi provocano forme pericolose di nefasto estremismo, dove etnie e classi sociali si affrontano senza tregua!

Possa quest'annuncio di pace ispirare quanti nelle società del benessere si sforzano di dar senso alla vita e di organizzare la civile convivenza sulla base di valori più consoni alla dignità dell'uomo ed alla sua trascendente vocazione!

Vinca l'amore sull'odio!

I popoli, prostrati dalla miseria materiale e morale, hanno sete di sicurezza e di pace.

Quando potranno gli uomini finalmente vivere come fratelli tra loro solidali?

7. In questo giorno di gioia e di luce, di fronte alla Vita che irrompe nella storia, indietreggi la cultura di morte, che umilia l'essere umano non rispettando le creature più deboli e fragili e tentando persino di scardinare la dignità sacra della famiglia, cuore della società e della Chiesa.

Preoccupato di tali minacce, sto inviando in questi giorni una lettera a tutti i Capi di Stato del mondo, in occasione dell'Anno Internazionale della Famiglia, indetto dall'Organizzazione delle Nazioni Unite con la cordiale adesione della Chiesa Cattolica.

Nella lettera chiedo che sia compiuto ogni sforzo, affinché non venga sminuito il valore della persona umana, né il carattere sacro della vita, né la capacità dell'uomo di amare e di donarsi.

La famiglia rimane la principale fonte di umanità: Ogni Stato deve tutelarla come prezioso tesoro.

8. In questo mattino di Pasqua, come vorremmo che ogni uomo e ogni donna accogliessero la luce di Cristo che dirada le tenebre ed inaugura il trionfo della vita sulla morte!

Fratelli e sorelle di tutta la terra, benedite con noi "questo giorno che ha fatto il Signore".

Cristo è risorto, alleluia!