Direttorio ecumenico

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III. Norme particolari sulla formazione ecumenica

1 - Il dialogo tra i cristiani nella formazione superiore

76. In base alla diligente indagine sui principi generali che si riferiscono al dialogo tra i cristiani, è evidente che i seminari, le facoltà teologiche e gli altri istituti di formazione superiore, hanno un ruolo particolare nel dialogo ecumenico e che lo stesso dialogo li aiuta a realizzare la loro missione di educare la gioventú.

Il dialogo, come fattore pedagogico, richiede:

a) sincera e ferma fedeltà alla propria fede, senza la quale il dialogo scende al livello di un mero colloquio privo di vero impegno delle due parti;

b) animo aperto e propenso ad una vita piú profondamente radicata nella propria fede, in conseguenza d'una conoscenza piú completa ottenuta attraverso il dialogo con gli altri, che sono anch'essi veri cristiani;

c) ricerca di nuove vie e sussidi per cercare rapporti vicendevoli e ristabilire l'unità la quale non fa appoggio sulla indifferenza d'animo, sul falso irenismo, o sul modo facile di adattarsi alle esigenze del mondo, ma sulla maggior fedeltà al vangelo e sull'autentica professione della religione cristiana, che corrisponda a verità e carità;

d) rapporti e collaborazione con i pastori della Chiesa e la necessaria obbedienza alle loro disposizioni e consigli; infatti il dialogo non è mai un semplice colloquio tra persone o istituzioni, ma per la sua natura è un dovere di tutta la Chiesa;

e) ferma disposizione d'animo a riconoscere che i membri delle varie chiese o comunità ecclesiali possono, il piú delle volte, contribuire molto ad esporre esattamente la dottrina e la vita delle proprie comunioni;

f) rispetto della coscienza e della convinzione personale di chiunque esponga un lato o una dottrina della propria Chiesa, o il modo personale di intendere la rivelazione divina;

g) retta intenzione di riconoscere che non tutti godono di uguale preparazione per entrare a far parte del dialogo, a motivo della diversa formazione intellettuale, maturità di animo e progresso spirituale.

Perciò si devono rivedere i programmi d'insegnamento delle discipline, e, per quanto concerne gli alunni, le modalità di frequenza e di profitto, cosí che siano conformi alla realtà della situazione.

2 - Coloro ai quali spetta personalmente un compito nell'azione ecumenica

77. La Chiesa, per adempiere il suo compito ecumenico, ha bisogno di un numero conveniente di esperti in materia: chierici, religiosi, laici d'ambo i sessi.

Questi sono necessari dovunque, anche nelle regioni dove la percentuale degli abitanti è in maggioranza cattolica.

Tra i compiti loro affidati, si può annoverare: il dovere di aiutare il vescovo, il clero del luogo e le autorità della regione nel formare i fedeli ad un vero spirito ecumenico;

aiutare o dirigere le varie commissioni d'ecumenismo diocesane o regionali;

stabilire idonei contatti per entrare in relazione con le altre comunità cristiane;

impartire speciali lezioni d'ecumenismo nei seminari e negli altri istituti di formazione;

curare l'organizzazione dell'attività ecumenica nelle scuole e negli istituti cattolici;

incrementare la formazione dei missionari orientandola verso la particolare azione ecumenica che saranno chiamati a svolgere.

Oltre a una solida preparazione teologica generale è bene che i periti:

a) abbiano ricevuto una speciale formazione di grado superiore in qualche disciplina accademica, quale la teologia, l'esegesi, la storia, la filosofia, la sociologia religiosa;

b) siano ben informati su principi, questioni, su quanto già fatto e sui programmi per l'avvenire che riguardano il movimento ecumenico odierno.

Oltre alla conoscenza che potranno acquisire mediante la lettura e lo studio delle fonti, si raccomanda loro vivamente di impegnarsi secondo le possibilità negli incontri ecumenici, come può avvenire attraverso congressi, conferenze, centri e istituti di studi ecumenici, ecc.;

c) abbiano una specifica conoscenza delle tradizioni dei cristiani del luogo dove svolgono la loro attività.

Per quanto è possibile, tali studi siano condotti mettendosi in contatto con gli esperti di tali tradizioni e con coloro che le vivono.

3 - Coloro che già svolgono attività nel ministero pastorale

78. I vescovi e i superiori religiosi, nel mettere in atto il programma stabilito per la formazione pastorale del clero - tramite riunioni del clero, istituti particolari, esercizi spirituali, giornate di ritiro o di studio dei problemi pastorali - sono vivamente esortati a rivolgere la loro sollecita e diligente attenzione all'ecumenismo, e ad esaminare i seguenti punti di dottrina.

Secondo l'opportunità che si presenta e impartendo speciali istruzioni che informino i sacerdoti, i religiosi e i laici sullo stato attuale del movimento ecumenico, in modo che essi sappiano inserire il punto di vista ecumenico nella predicazione, nel culto divino, nel catechismo, e nella vita cristiana in generale.

Inoltre, se possibile, e con la dovuta prudenza, sia invitato un ministro di un'altra Chiesa o comunità, perché esponga la propria tradizione o tratti argomenti pastorali, che spesso sono comuni a tutti i ministri cristiani.

Dove si riterrà opportuno e l'ordinario ne darà il consenso, il clero cattolico sia invitato ad assistere con i ministri di altre chiese o comunità a convegni che abbiano lo scopo particolare di migliorare la reciproca conoscenza e di risolvere i problemi pastorali con il comune apporto dei cristiani.

La concreta realizzazione di queste iniziative si aiuta spesso creando associazioni con i consigli locali o regionali del clero, fraternità dei ministri del culto, ecc., o quando si aderisce a tali sodalizi già esistenti.

Le facoltà di teologia, i seminari e gli altri istituti di formazione possono contribuire notevolmente alle attività ecumeniche, sia programmando corsi di studi per il clero già dedito al ministero pastorale, sia incoraggiando i propri professori a dare il loro pronto contributo nelle discipline e negli studi programmati dagli altri.

4 - Superiori e professori negli istituti di formazione teologica

79. I principi generali enumerati nel capitolo II devono plasmare, reggere e stimolare la formazione di tutti quelli che sono destinati a insegnare teologia e le discipline con questa connesse, per renderli bene istruiti e preparati al ruolo di educatori dei giovani sacerdoti, dei seminaristi, dei religiosi, dei laici.

Perché i professori siano agevolati nell'espletare il loro compito ecumenico, i vescovi nella loro propria diocesi, o in unione con quelli della medesima regione o nazione, i superiori religiosi, i rettori di seminari o università e simili, abbiano a cuore di promuovere il movimento ecumenico e procurino con tutte le loro forze che gli insegnanti siano informati dei progressi registrati nel pensiero e nell'azione ecumenici.

Inoltre con premurosa attenzione provvedano a che gli stessi insegnanti dispongano in numero adeguato di libri, di riviste, commenti ed altri scritti del genere pubblicati sia dai cattolici che dai non cattolici.

Per l'organizzazione del piano degli studi si consiglia soprattutto quanto segue:

a) È conveniente che la dottrina speciale dell'ecumenismo sia insegnata poco dopo l'inizio degli studi teologici, perché gli alunni ricevano una larga conoscenza in materia ecumenica, e sappiamo cosí comprendere le discipline particolari con una visuale piú ampia.

b) Perché lo studio dell'ecumenismo sia svolto con fervore e perché divenga familiare la conoscenza di tutto il movimento ecumenico, si potranno in un secondo tempo utilmente organizzare, all'occasione, delle discussioni con gli studenti.

I professori potranno anche con profitto degli uditori assegnare loro argomenti di dissertazione o altri tipi di esercitazioni sull'ecumenismo.

c) Con la dovuta cura sono da scegliersi i libri scolastici e tutto quello che può contribuire a formare gli alunni.

Bisogna infatti che questi sussidi pedagogici espongano con fedeltà le opinioni degli altri cristiani in materia teologica, storica, spirituale: cose da non considerarsi assolutamente come avulse dalla vita, bensí radicate nella viva tradizione degli uomini.

d) È di massima importanza che gli alunni da formarsi al sacerdozio o alla vita religiosa, sappiano bene come comportarsi nei futuri rapporti d'indole pastorale con gli altri cristiani; per es. come possano venire loro incontro in determinate necessità spirituali, rispettando in pari tempo la loro libertà di coscienza e la grazia dello Spirito santo in loro.

e) Le biblioteche dei seminari e degli istituti di formazione superiore siano diligentemente fornite di libri e riviste che trattano dell'ecumenismo in generale ed espongono questioni particolari di interesse ecumenico sia per la regione dove si trovano, o sia per lo specifico intento di tali istituti.

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