Communio et progressio

Indice

Capitolo Secondo

Utilità per i cattolici

1. La pubblica opinione e la mutua comunicazione nella vita della Chiesa

114. La Chiesa si adopera intensamente perché si moltiplichino e si rafforzino i vincoli di unione tra i suoi fedeli, ben sapendo che la comunicazione e il dialogo sono indispensabili per l'efficienza della vita cattolica; d'altra parte essa agisce nella stessa società umana, nella quale deve inserirsi sempre di più mediante il dialogo e un rapporto sempre più vivo.

Ora, questi rapporti di dialogo e di comunione la Chiesa li può attuare scambiando notizie e informazioni, dedicando particolare attenzione all'opinione pubblica dentro e fuori della comunità ecclesiale, curando un colloquio con il mondo e nel mondo moderno e dar vita a un impegno di collaborazione per risolvere i gravi problemi dell'umanità.

a) Il dialogo nella Chiesa

115. La Chiesa è un corpo vivo e ha bisogno dell'opinione pubblica, che è alimentata dal colloquio fra le diverse membra.

Solo a questa condizione essa può diffondere la sua dottrina e allargare il cerchio della sua influenza.

"… Mancherebbe qualcosa alla sua vita, se l'opinione pubblica le venisse a mancare; la colpa di questa carenza ricadrebbe sui pastori e sui fedeli".2

116. Perciò è necessario che i cattolici siano pienamente coscienti di avere quella vera libertà di parola e di espressione, che si fonda sul "senso della fede" e sulla carità.

Sul "senso della fede" che è suscitato e alimentato dallo Spirito di verità, perché il Popolo di Dio, sotto la guida del Sacro Magistero e rispettoso dei suoi insegnamenti, aderisca indefettibilmente alla fede trasmessa e con retto giudizio penetri in essa più a fondo e più pienamente l'applichi alla vita.3

Sulla carità poi che viene sublimata dalla comunione con la libertà di Cristo, il quale, liberandoci dal peccato, ci ha fatti capaci di giudicare ogni cosa con libertà in armonia con la Sua volontà.

Chi ha responsabilità nella Chiesa procuri d'intensificare nella comunità il libero scambio di parola e di legittime opinioni ed emani pertanto norme che favoriscano le condizioni necessarie per questo scopo.4

117. Vastissima è la zona di ricerca, nella quale può attuarsi questo dialogo interno; benché le verità della fede appartengano alla essenza stessa della Chiesa e non possano in nessun caso essere lasciate alla libera interpretazione dei singoli, tuttavia la Chiesa avanza con la storia umana e deve quindi rendersi idonea all'inserimento nel mondo orientandosi opportunamente secondo le contingenze di tempo e di luogo, sia perché le verità della fede vengano proposte validamente nelle diverse situazioni storiche e culturali sia per aggiornare la sua azione pastorale secondo il ritmo del rinnovamento che si attua nel mondo.

Pertanto, quando un cattolico intende seguire fedelmente le indicazioni del Magistero, può, anzi deve, ritenersi impegnato in una libera ricerca per attingere una più profonda comprensione delle verità rivelate o per farne una presentazione più adatta alla nostra società pluralistica in continuo mutamento.

Questo libero dialogo nella Chiesa non nuoce certamente alla sua saldezza e unità; anzi, con la rapida circolazione dell'opinione pubblica, il dialogo può favorire la concordia di intenti e di opere.

Ma perché questo colloquio possa alimentarsi e intensificarsi utilmente è sommamente importante che tutti conservino, anche nel dissenso, una carità longanime e si sentano animati dal desiderio di continuare e di rafforzare l'intesa e la collaborazione.

É necessario infatti agire mossi dalla vera volontà di edificare e non di demolire e nell'ardente desiderio di unione con la Chiesa, unione che Cristo ha lasciato come segno distintivo della vera Chiesa e quindi dei veri credenti in Lui. ( Cf Gv 17,21 )

118. Per queste ragioni occorre fare una chiara distinzione fra il campo della ricerca scientifica e quello dell'istruzione dei fedeli.

Nel primo gli studiosi devono avere la libertà necessaria alla loro attività e la possibilità di mettere a disposizione degli altri i risultati delle loro ricerche, con la pubblicazione di articoli su riviste e di libri.

Nel campo dell'insegnamento religioso devono essere solamente proposte come dottrine della Chiesa quelle che sono riconosciute come tali dal Magistero autentico e inoltre quelle sentenze teologiche che possano essere affermate con certezza.

Poiché spesso avviene, per la struttura funzionale stessa dei mezzi di comunicazione, che a nuove opinioni teologiche non sufficientemente maturate e sovente avulse dal loro contesto venga data larga diffusione, i recettori devono valutare con spirito critico e non confonderle con la dottrina autentica della Chiesa, tenendo conto inoltre della grave deformazione che spesso può subire il senso genuino di tali opinioni per lo stile di presentazione e per il linguaggio proprio di certi strumenti di comunicazione.

119. Quando si afferma che l'opinione pubblica è essenziale per la Chiesa, si deve riconoscere di conseguenza ai singoli fedeli il diritto di ottenere tutte le informazioni indispensabili per affrontare le loro responsabilità nell'ambito della vita ecclesiale.

Questo implica la disponibilità di strumenti della comunicazione che non solo rispondano alle varie esigenze ma anche - se le circostanze lo suggeriscono - di dichiarata ispirazione cattolica e molto adatti per il compito che devono svolgere.

120. Una retta attuazione degli impegni di vita e di servizio nella Chiesa richiede che si stabilisca, a senso reciproco e su scala mondiale, un flusso continuo di informazioni e di suggerimenti fra le autorità ecclesiastiche di ogni grado, le istituzioni cattoliche e gli stessi fedeli.

Per raggiungere nel miglior modo questo obiettivo, è necessario dare vita a molteplici istituzioni ( quali, ad esempio, agenzie di informazioni, portavoci ufficiali, sale di riunione, consigli pastorali ), dotate di mezzi appropriati.

121. Ogni volta che i casi trattati nell'ambito ecclesiale richiedono il segreto, dovranno essere osservate le norme generali che regolano questa materia nell'ambito delle istituzioni civili.

D'altra parte per le ricchezze spirituali della Chiesa nell'ampiezza della sua missione, si esige che ogni informazione circa i suoi programmi e il suo molteplice apostolato risplenda per esattezza, per verità, per sincerità.

Infatti quando le autorità ecclesiastiche non vogliono o non riescono a trasmettere informazioni, che rispondano alle esigenze sopra richieste, favoriscono piuttosto la circolazione di voci dannose che non la presentazione della verità.

Il segreto quindi deve essere conservato soltanto nella stretta misura necessaria per salvaguardare la fama e la reputazione di qualcuno o rispettare diritti di singoli e di gruppi.

b) Il dialogo fra la Chiesa e il mondo

122. Il messaggio della Chiesa è rivolto non soltanto ai fedeli, ma ha dimensioni universali.

In forza dell'esplicito precetto divino ( Cf Mt 28,12 ) e del diritto di informazione riconosciuto a tutto il genere umano, della cui vicenda terrena essa è solidalmente partecipe, la Chiesa deve rendere nota la sua dottrina e dare informazioni sulla sua attività.

Inoltre, secondo l'insegnamento del Concilio Vaticano II, deve saper "leggere i segni del tempo", perché anche questi trasmettono in qualche modo la Parola di Dio e documentano la realizzazione della Storia della Salvezza, sotto la guida della Provvidenza.

La Chiesa deve quindi rendersi conto delle reazioni che il mondo contemporaneo, e non soltanto il settore cattolico, prova di fronte agli avvenimenti e alle moderne correnti di pensiero.

Quanto meglio i mezzi di comunicazione documentano e interpretano quelle reazioni, tanto più giovano alla necessaria conoscenza del mondo da parte della Chiesa.

123. Quanti hanno responsabilità pastorali nella Chiesa devono, attraverso i mezzi di comunicazione sociale, annunziare con perseveranza la verità nella sua pienezza e procurare nello stesso tempo che venga presentata un'immagine fedele della Chiesa e della sua vita.

Poiché essi sono spesso l'unico canale di informazione fra la Chiesa e il mondo, chi non li curasse sufficientemente finirebbe proprio per nascondere sotto terra i talenti ricevuti da Dio.

Mentre la Chiesa auspica e spera che le agenzie di informazioni e gli strumenti della comunicazione rivolgano la loro attenzione agli argomenti religiosi e che li trattino con quel rispetto e quella discrezione che sono richieste dalla loro stessa natura, per parte sua deve offrire loro una informazione completa, accurata, non reticente, in modo che possano svolgere bene il loro compito.

124. Quanto è già stato detto7 ha pieno valore anche per quel che concerne le notizie e i commenti dei fatti che riguardano la vita della Chiesa

Fa quindi parte della prudenza pastorale dell'Autorità ecclesiastica provvedere perché non venga loro tolta da altri l'iniziativa in questo difficile campo.

É opportuno infine che le consultazioni e le decisioni in materia ecclesiale vengano comunicate, richiedendo l'impegno della massima riservatezza prima della divulgazione, a persone competenti, perché queste possano in seguito offrirne al pubblico un'accurata presentazione e un'approfondita analisi e rendere così un prezioso servizio alla Chiesa stessa.

125. In tre direzioni si polarizza quindi l'interesse dei cattolici per le comunicazioni sociali: esse

1) aiutano la Chiesa a presentarsi al mondo moderno;

2) facilitano il dialogo al suo interno;

3) la rendono edotta della mentalità concreta degli uomini contemporanei, ai quali l'arte terza, essa, per divino mandato, deve presentare l'annuncio di Salvezza.

Per compiere questa missione la Chiesa deve usare un linguaggio oggi comprensibile a partire dai gravi problemi che angustiano l'umanità.

2. Utilità delle comunicazioni sociali per la diffusione del Vangelo

126. Cristo ha comandato agli apostoli e ai loro successori di ammaestrare "tutti i popoli" ( Mt 28,19 ) di essere "luce del mondo" ( Mt 5,14 ) di proclamare il Vangelo senza confini di tempo e di luogo.

Come Cristo stesso, nella sua vita terrena, ci ha dato la dimostrazione di essere il perfetto "Comunicatore", e come gli apostoli hanno usato le tecniche di comunicazione che avevano a disposizione, così anche oggi l'azione pastorale richiede che si sappiano utilizzare le possibilità e gli strumenti più recenti.

Non sarà quindi obbediente al comando di Cristo chi non sfrutta convenientemente le possibilità offerte da questi strumenti per estendere al maggior numero di uomini il raggio di diffusione del Vangelo.

Perciò il Concilio Vaticano II esorta i cattolici ad usare "gli strumenti della comunicazione sociale, senza indugio e con ogni impegno, nelle varie forme di apostolato"10

127. Questa attività è quanto mai necessaria di fronte all'abbondanza di comunicazioni sociali, da cui l'uomo d'oggi è circondato e quasi sommerso, con un influsso continuo sopra i suoi orientamenti di pensiero e di costume, in campo religioso e in ogni altro settore.

128. Le recenti invenzioni offrono all'uomo nuove modalità di incontro con la verità evangelica, permettendo ai cristiani, viventi in regioni lontanissime fra di loro, di partecipare ai medesimi solenni riti religiosi per cui tutta la comunità cristiana si sente unita e per mezzo dei quali tutti vengono invitati a partecipare alla vita intima della Chiesa.

Ci pare superfluo ricordare che queste iniziative devono essere studiate e impostate secondo lo stile del mezzo di comunicazione prescelto.

Altro infatti è il linguaggio dei mezzi di comunicazione e altro quello dei pulpiti!

E non venga ignorata l'esigenza impreteribile che le comunicazioni di carattere religioso siano alla pari, per dignità e tecnica di presentazione, con le comunicazioni di ogni altro genere.

129. Le comunicazioni sociali sono inoltre di grandissima utilità per diffondere la dottrina cristiana.

Si può infatti ottenere la collaborazione di specialisti di scienze religiose e di esperti in tutti i problemi che vengono trattati, e questo con tutte le risorse tecniche che permettono una presentazione attraente e aggiornata.

I mezzi di comunicazione, per la loro stessa struttura, possono servire al rinnovamento di tutta l'impostazione catechistica e a potenziarne le iniziative.

Poiché infine gli stessi strumenti sono le normali vie per la diffusione di notizie che rivelano i sentimenti e la mentalità degli uomini moderni, essi costituiscono un'ottima occasione per aiutare il cristiano a discutere sugli avvenimenti e i problemi di ogni giorno, e a riflettere sui principii fondamentali della fede e alla sua applicazione nelle varie circostanze della vita.

130. L'uomo oggi, per l'abitudine fatta alla ricchezza d'espressione e alla forza persuasiva dei mezzi di comunicazione sociale, tende a raffinare il suo gusto, per cui non sopporta più prestazioni scadenti negli spettacoli e tanto meno nelle manifestazioni religiose, come riti liturgici, predicazione, catechesi.

131. Pertanto, al fine di rendere veramente interessante ed efficace l'esposizione dei principii della fede e la tradizionale catechesi, occorre servirsi, per quanto è possibile, dei mezzi tecnici adattandosi al linguaggio e allo stile della moderna comunicazione sociale.

132. La Chiesa può manifestare il suo pensiero e le sue valutazioni usando strumenti di comunicazione che non sono di sua proprietà, ma della cui ospitalità può, a determinate condizioni, servirsi, come pure usando quelli che essa gestisce direttamente.

Le condizioni da rispettare sono diverse da nazione a nazione e per i vari mezzi di cui si richiede il servizio.

A questo riguardo toccherà all'autorità religiosa dare ai suoi membri direttive pratiche, dopo avere consultato esperti in campo locale o nazionale e, se necessario, anche internazionale.

133. Questa molteplice attività dei cattolici che lavorano per il progresso umano alla luce del Vangelo, e che sono impegnati nel settore della comunicazione sociale e ne utilizzano convenientemente i mezzi suscitati dalla Provvidenza divina, richiede sussidi adeguati e finanziamenti sempre maggiori.

I cattolici sono invitati a prendere coscienza della loro responsabilità in questo campo e del dovere di contribuirvi con perseverante generosità, "essendo del tutto sconveniente per i figli della Chiesa tollerare che la parola della salvezza resti inceppata ed ostacolata …"11

134. Considerando la sempre crescente incidenza degli strumenti della comunicazione sociale sulla vita di tutta l'umanità e, in particolare, della Chiesa, le Conferenze Episcopali avranno cura di dare un posto di rilievo ai problemi pastorali connessi con la comunicazione, inserendoli nei loro programmi e di appoggiare finanziariamente le realizzazioni del settore, utilizzando le risorse locali e ricorrendo alla cooperazione internazionale.

Indice

2 Pio XII, Discorso ai partecipanti al Congresso Internazionale dei giornalisti cattolici tenuto a Roma il 17 febbraio 1950
3 Cf Lumen gentium, 12
4 Cf Riflessioni e suggerimenti circa il dialogo ecumenico, in L'Osservatore Romano, 21-22 settembre 1970
7 Cf paragrafo 38 della presente Istruzione
10 Inter mirifica, 13
11 Inter mirifica, 17