Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis

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VII - Gli alunni

39. Un'idonea formazione degli alunni richiede non solamente una loro prudente selezione,106 ma anche un serio esame dei singoli giovani da compiersi - con l'aiuto di esperti - durante tutto il periodo degli studi, perché si possa acquistare la certezza della volontà di Dio in merito alla loro vocazione.

In questa sincera ricerca della volontà di Dio si richieda volentieri la compartecipazione degli stessi candidati in esame, per procurare più speditamente e con più sicurezza il loro maggiore bene.

In tutto ciò si dovrà tener conto delle doti umane e morali degli alunni ( p.e., la sincerità dell'animo, la maturità affettiva, l'urbanità, la fedeltà alle promesse, l'assidua preoccupazione della giustizia, il senso dell'amicizia, della giusta libertà e responsabilità, lo spirito di iniziativa, la capacità di collaborare con gli altri, ecc. ), delle loro doti spirituali ( p.e., l'amore di Dio e del prossimo, il senso della fraternità e dell'abnegazione, la docilità, la comprovata castità, il senso della fede e della Chiesa, lo zelo apostolico e missionario ), e delle loro doti intellettuali ( p.e., il retto e sano equilibrio di giudizio, la capacità intellettuale sufficiente per compiere gli studi ecclesiastici, la giusta conoscenza della natura del sacerdozio e delle sue esigenze ).107

Nello stesso tempo, se sarà il caso, si dovrà far esaminare il loro stato di salute fisica e psichica da medici e da esperti psicologi, tenendo conto delle eventuali ereditarietà familiari.108

Nei confronti di chi è stato dimesso da un altro Seminario o Istituto religioso, i Vescovi hanno il grave obbligo di investigare sulle cause della dimissione.109

Bisogna però innanzi tutto aiutare i giovani a riflettere seriamente e sinceramente davanti a Dio se possono ritenersi di essere veramente chiamati al sacerdozio e a capire le ragioni per le quali vi aspirano, affinché, se sarà volontà di Dio, accedano allo stato sacerdotale con retta e libera volontà.110

40. Periodicamente, e con l'aiuto degli stessi alunni la cui vocazione è allo studio, si esamini la situazione di ciascuno, così che coloro che non sono ritenuti idonei dal rettore e dai suoi consiglieri vengano benevolmente invitati - e anche aiutati - a scegliere un altro stato di vita, per il bene della Chiesa e dello stesso alunno.

Questa sicura scelta dello stato di vita deve essere fatta tempestivamente e appena possibile, perché la troppo lunga ed inutile dilazione non si volga in danno del candidato.111

41. Si dia speciale importanza agli scrutini prescritti prima dell'ammissione agli Ordini sacri.

Perciò il rettore, per dovere di coscienza, raccolga accurate informazioni di ogni candidato, personalmente e per mezzo di altri che hanno conosciuto bene i giovani - specialmente parroci, sacerdoti e laici scelti - ( salvo sempre scrupolosamente il foro interno ), e le trasmetta al vescovo perché possa farsi un giudizio sicuro sulla vocazione dei candidati.

Nel caso permanga nel dubbio, si deve seguire il parere più sicuro.112

42. Per una migliore formazione e per una più matura preparazione degli alunni agli Ordini sacri, le Conferenze Episcopali esaminino se sia il caso di introdurre nel proprio paese speciali esperimenti o prove, per tutti gli alunni o solamente per alcuni, secondo il giudizio del rispettivo Ordinario113

Fra i vari esperimenti che si possono fare, vengono proposti, come esempi, i seguenti:

a) all'inizio del corso filosofico-teologico, può essere riservato un certo tempo alla riflessione circa l'eccellenza, la natura e i conseguenti obblighi della vocazione sacerdotale, affinché gli alunni siano avviati con più accurato ripensamento e più intensa preghiera a maturare la propria decisione.

Questa iniziazione, che può prolungarsi per un periodo di tempo più o meno lungo, generalmente si abbina bene con l'introduzione al mistero di Cristo e alla storia della salvezza, che il Concilio prescrive all'inizio del corso filosofico-teologico;

b) durante il corso filosofico-teologico, si può avere un'interruzione della permanenza in seminario, p.e., per un anno o un semestre, durante il quale l'alunno interrompe gli studi e la permanenza in seminario, o solamente la permanenza, proseguendo altrove gli studi filosoficoteologici.

Durante tale interruzione l'alunno, guidato da un esperto sacerdote, presta il suo aiuto nel ministero pastorale, venendo a contatto con gli uomini, i problemi e le difficoltà, tra cui dovrà lavorare, e mette alla prova la sua attitudine alla vita e al ministero sacerdotale.

Non sono escluse esperienze di vita secolare trascorsa nel lavoro manuale o nel servizio militare, dove questo è obbligatorio.

Oppure, dopo il primo anno di seminario maggiore si può anche concedere agli alunni o di iniziare il secondo anno, o di dedicarsi agli studi profani nelle università, o di compiere fuori del seminario gli studi di qualche disciplina speciale; in tal modo al candidato che avrà fatto le prime esperienze in seminario, verrà offerta la possibilità di compiere gli atti di vera libertà interna ed esterna, per coltivare più solidamente e più diligentemente la sua vocazione;

c) finito il corso filosofico-teologico, gli alunni potranno esercitare, per uno o più anni, le funzioni del diaconato, sia per acquisire, sotto la guida di un esperto sacerdote, una più piena maturazione ed un più pieno consolidamento della vocazione, sia per assimilare meglio le discipline pastorali che i giovani hanno imparato in seminario, sia per facilitare il passaggio al ministero sacerdotale.

Si fissino opportune condizioni, circa gli esperimenti di cui ai nn. b) e c), per garantire dei risultati veramente sicuri.

43. La Conferenza Episcopale esamini, inoltre, tenuto conto delle condizioni locali, se si debba prorogare l'età richiesta dal diritto comune per accedere agli Ordini sacri.114

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106 C.I.C.: Can. 241
107 S. Congregazione per l'educazione cattolica, Orientamenti educativi per la formazione al celibato sacerdotale, 11 aprile 1974, n. 38 e passim
108 Paolo VI, Lett. Encicl. Sacerdotalis caelibatus, n. 63 ( 24 giugno 1967 );
Suprema S. Congr. del sant'offizio, Monito Cum compertum, su alcune false opinioni riguardo ai peccati contro il VI comandamento e sopra gli esami psicoanalitici, 15 luglio 1961: A.A.S. 53 (1961), p. 571;
S. Congr. per i religiosi e gli istituti secolari, Istr. Renovationis causam, sul rinnovamento della formazione alla vita religiosa, 6 genn. 1969: A.A.S. 61 (1969), p. 113, n. 11;
S. Congregazione per l'educazione cattolica, Orientamenti educativi per la formazione al celibato sacerdotale, 11 aprile 1974, n. 38
109 C.I.C.: Can. 241, § 3
110 C.I.C.: Cann. 1026; 1029;
Decr. Optatam totius, n. 6;
Pio XI, Lett. Encicl. Ad catholici sacerdotii, 20 dic. 1935;
Pio XII, Esort. Apost. Menti Nostrae, 23 sett. 1950;
S. Congregazione dei sacramenti, Lett. Circ. Magna equidem, agli Ordinari, 27 dic. 1955, n. 10;
per i Religiosi, cfr. Statuti generali, annessi alla Costituzione Apostolica Sedes sapientiae, 31 maggio 1956, art. 33;
Giovanni XXIII, Lett. Encicl. Princeps Pastorum, 28 nov. 1959;
Alloc. Ad vobiscum, nella seconda sessione del Sinodo Romano del 26 gen. 1960;
Paolo VI, Lett. Apost. Summi Dei Verbum, 4 nov. 1963;
Lett. Encicl. Sacerdotalis caelibatus, 24 giugno 1967
111 S. Congregazione dei sacramenti, Lett. Circ. Magna equidem, agli Ordinari, 27 dic. 1955, nn. 4 ss
112 C.I.C.: Cann. 1051; 1025, § 1; 1029;
Pio XI, Lett. Encicl. Ad catholici sacerdotii, 20 dic. 1935;
S. Congregazione dei Vescovi, Directorium, sul ministero pastorale dei Vescovi, 22 febbraio 1973, n. 191
113 Decr. Optatam totius, n. 12;
Paolo VI, Lett. Encicl. Sacerdotalis caelibatus, 24 giugno 1967;
cfr. S. Congregazione per i religiosi e gli istituti secolari, Istr. Renovationis causam, sopra il rinnovamento della formazione alla vita religiosa, 6 genn. 1969: A.A.S. 61 (1969), pp. 109; 115 s.: nn. 5, 23, 24
114 C.I.C: Can. 1031, §3;
Decr. Optatam totius, n. 12;
cfr. S. Congregazione per i religiosi e gli istituti secolari, Istr. Renovationis causam, 6 genn. 1969: A.A.S. 61 (1969), p. 110, n. 6, per quanto riguarda i voti solenni