Aetatis novae

Indice

III - Sfide attuali

A. Necessità di una valutazione critica

12. Se la Chiesa adotta un atteggiamento positivo ed aperto verso i media, cercando di penetrare la nuova cultura creata dalla comunicazione allo scopo di evangelizzarla, è necessario che essa proponga anche una valutazione critica dei media e del loro impatto sulla cultura.

Come è già stato detto altre volte, la tecnologia della comunicazione costituisce una meravigliosa espressione del genio umano ed i media giovano considerevolmente alla società.

Ma, come è stato ugualmente sottolineato, l'applicazione della tecnologia della comunicazione è stata solo in parte un beneficio, e la sua utilizzazione consapevole necessita di valori sani e di scelte avvedute da parte degli individui, del settore privato, dei governi e dell'insieme della società.

La Chiesa non pretende di imporre queste decisioni e queste scelte, ma cerca di dare un aiuto reale indicando i criteri etici e morali applicabili in questo campo, criteri che si troveranno sia nei valori umani che nei valori cristiani.

B. Solidarietà e sviluppo integrale

13. Nella situazione attuale, accade che i media aggravino gli ostacoli individuali e sociali che impediscono la solidarietà e lo sviluppo integrale della persona umana.

Tali ostacoli sono, in particolare, il secolarismo, il consumismo, il materialismo, la disumanizzazione e l'assenza di interesse per la condizione dei poveri e degli svantaggiati.27

In questa situazione, la Chiesa, che riconosce negli strumenti della comunicazione "la via attualmente privilegiata per la creazione e la trasmissione della cultura",28 si fa un dovere di proporre ai professionisti delle comunicazioni ed al pubblico una formazione che li conduca a considerare i media con "senso critico, animato dalla passione per la verità"; essa ritiene anche suo dovere intraprendere "un'opera di difesa della libertà, del rispetto alla dignità personale, dell'elevazione dell'autentica cultura dei popoli, mediante il rifiuto fermo e coraggioso di ogni forma di monopolizzazione e di manipolazione".29

C. Politiche e strutture

14. E chiaro che alcuni problemi a questo riguardo sono frutto di determinate politiche e strutture dei media: citiamo a titolo di esempio il fatto che taluni gruppi o classi si vedano rifiutare l'accesso ai mezzi di comunicazione, la riduzione sistematica in certi luoghi del diritto fondamentale all'informazione, l'accrescimento del controllo che alcuni gruppi economici, sociali e politici esercitano sui media.

Tutto ciò è contrario agli obiettivi fondamentali ed alla natura stessa dei media il cui ruolo sociale specifico e necessario è di contribuire a garantire il diritto dell'uomo all'informazione, a promuovere la giustizia nella ricerca del bene comune, ad assistere gli individui, i gruppi ed i popoli nella loro ricerca della verità.

I media esercitano queste funzioni fondamentali quando favoriscono lo scambio di idee e di informazioni tra tutte le classi ed i settori della società ed offrono a tutte le opinioni responsabili l'occasione di farsi ascoltare.

D. Difesa del diritto all'informazione ed alla comunicazione

15. Non si può accettare che l'esercizio della libertà di comunicazione dipenda dalla fortuna, dall'educazione o dal potere politico.

Il diritto di comunicare è il diritto di tutti.

Questo richiede degli specifici sforzi a livelli nazionale ed internazionale, non solo per dare ai meno abbienti ed ai meno potenti accesso all'informazione di cui hanno bisogno per il loro sviluppo individuale e sociale, ma anche per fare in modo che essi giochino un ruolo effettivo e responsabile nelle decisioni circa il contenuto dei media e nella definizione delle strutture e delle politiche in seno alle istituzioni di comunicazione dei loro Paesi.

Là dove le strutture giuridiche e politiche favoriscono il dominio dei media da parte di gruppi di pressione, la Chiesa deve insistere sul rispetto del diritto a comunicare, e in particolare sul rispetto del proprio diritto di accesso ai media, cercando nello stesso tempo altri modelli di comunicazioni per i suoi membri e per l'insieme della popolazione.

Il diritto alla comunicazione fa parte d'altronde del diritto alla libertà religiosa, il quale non dovrebbe essere limitato alla libertà di culto.

Indice

27 Cf Giovanni Paolo II, Centesimus annus, n. 41
28 Giovanni Paolo II, Christifideles laici, n. 44
29 Ibid.