Cerimoniale dei Vescovi

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Capitolo IV - La professione perpetua dei religiosi

Premesse

748. « La Chiesa non solo erige con la sua sanzione la professione religiosa alla dignità di uno stato canonico, ma anche con la sua azione liturgica la presenta come stato consacrato a Dio.

La stessa Chiesa infatti, con l'autorità affidatale da Dio, riceve i voti di quelli che fanno la professione, per loro impetra da Dio con la sua preghiera pubblica i soccorsi della sua grazia, li raccomanda a Dio e impartisce loro la benedizione spirituale, associando la loro oblazione al sacrificio eucaristico ».548

Sotto l'aspetto ecclesiale, questo è evidente quando il vescovo, come padre e pastore anche dei religiosi, per quanto usi possano essere esenti dal suo governo nell'ordinamento delle loro comunità, presiede alla loro professione perpetua, che si svolge durante la celebrazione della messa con conveniente solennità e partecipazione di popolo.

749. Il rito della professione si compie ordinariamente nella chiesa della famiglia religiosa a cui appartengono coloro che devono emettere la professione.

Se poi si riterrà opportuno, per motivi pastorali oppure a lode della vita religiosa e per favorire l'edificazione e il concorso del popolo di Dio, il rito si potrà compiere convenientemente nella chiesa cattedrale o in una chiesa parrocchiale o in un' altra chiesa insigne: ciò sembra da raccomandarsi molto dove membri di due o più famiglie religiose desiderano emettere la professione durante lo stesso sacrificio eucaristico celebrato con la presidenza del vescovo.

A questa celebrazione comune partecipino i superiori delle famiglie religiose e, se sono sacerdoti, concelebrino con il vescovo e con tutti gli altri sacerdoti che partecipano alla celebrazione.

Il vescovo sia assistito almeno da un diacono e durante lo svolgimento del rito ci siano a disposizione dei ministri.

Ciascun candidato pronuncerà i voti davanti al suo superiore.549

750. Per compiere il rito della professione perpetua si sceglie lodevolmente una domenica o una solennità del Signore, della beata vergine Maria o di santi che si distinsero nella vita religiosa.550

751. Nei giorni in cui sono permesso le messe rituali,551 si può celebrare la messa nel giorno della professione perpetua, con le letture proprie,552 usando il colore bianco.

Se tuttavia non si dice la messa rituale, una delle letture può essere scelta fra quelle proposte nel "Lezionario" per la medesima messa.

Quando invece ricorrono i giorni indicati ai nn. 1-4 della tabella dei giorni liturgici553 si celebra la messa dei giorno con le sue letture.

Si può sempre proclamare la formula della benedizione finale propria della messa rituale.

752. Oltre alle sacre vesti e a quanto è necessario per la celebrazione della messa, si preparino:

a) il rituale della professione religiosa;

b) i simboli della professione religiosa, qualora le norme e le consuetudini della famiglia religiosa ne prevedano la consegna;

c) un calice di grandezza sufficiente per la comunione sotto le due specie;

d) negli istituti laicali, in un luogo adatto del presbiterio, la sede per il superiore;

e) nello stesso presbiterio le sedi per i religiosi candidati alla professione, disposti in modo che tutta l'azione liturgica possa essere vista bene dai fedeli.554

Il rito della professione si svolge alla cattedra o davanti all'altare o in un luogo più adatto.

Descrizione del rito

753. All'ingresso la processione si svolge come al solito e ad essa partecipano lodevolmente i candidati alla professione, accompagnati dal loro maestro e, negli istituti laicali, dallo stesso superiore.

Giunti in presbiterio e fatta la debita riverenza all'altare, tutti prendono il posto loro assegnato.555

754. I riti iniziali e la liturgia della parola fino al vangelo compreso, si svolgono nel modo consueto.

755. Proclamato il vangelo, il vescovo, ricevuti mitra e pastorale, siede alla cattedra o si reca alla sede per lui preparata.

Anche il popolo siede; i candidati alla professione invece rimangono in piedi.

Allora si tiene l'appello o la richiesta dei candidati.

Il diacono o il maestro chiama per nome i singoli candidati ed essi rispondono: Eccomi, o in un altro modo secondo l'uso della famiglia religiosa o del luogo.

Poi il vescovo interroga i candidati circa la loro volontà, come è indicato nel rituale.

Al posto dell'appello si può fare la richiesta: uno dei candidati, in piedi, chiede a nome di tutti l'ammissione, con la formula prevista nel rituale o con altra simile.

Alla fine tutti rispondono: Rendiamo grazie a Dio, o in un altro modo.556

756. A questo punto anche i candidati siedono e il vescovo, seduto con mitra e pastorale, a meno che non gli sembri opportuno fare diversamente, tiene l'omelia nella quale illustra non solo le letture bibliche, ma anche il dono e la funzione della professione religiosa per la santificazione degli eletti e per il bene della Chiesa e di tutta l'umana famiglia.557

757. Terminata l'omelia, i candidati si alzano in piedi e il vescovo chiede loro se sono disposti a consacrarsi a Dio e a praticare la perfetta carità secondo la regola o le costituzioni della famiglia religiosa, ponendo le domande proposte nel "Rituale Romano" o nel proprio rituale; terminate le domande, il vescovo conferma la volontà dei candidati dicendo: Dio, che ha iniziato in voi quest'opera buona, o altre parole simili.558

758. Quindi il vescovo depone il pastorale e la mitra e si alza; ugualmente si alzano tutti gli altri.

Il vescovo, stando in piedi, a mani giunte, dice l'invito: Fratelli carissimi, preghiamo Dio Padre onnipotente.

Poi il diacono pronunzia la monizione: Inginocchiamoci; allora il vescovo, e tutti i presenti si inginocchiano; i candidati invece, secondo la consuetudine del luogo o della famiglia religiosa » si prostrano o si inginocchiano.

Nel tempo pasquale e nelle domeniche invece, il diacono non dice: Inginocchiamoci; i candidati si prostrano ugualmente, mentre tutti gli altri restano in piedi.

Allora i cantori Iniziano le litanie, a cui tutti rispondono.

Al posto adatto si possono inserire le invocazioni di quei santi che sono particolarmente venerati dalla famiglia religiosa o dal popolo; inoltre, secondo l'opportunità, si possono inserire alcune invocazioni più adatte alle singole circostanze: infatti le litanie tengono il posto della preghiera universale.559

759. Terminate le litanie, il vescovo, stando in piedi, a mani allargate, proclama l'orazione: Accogli, Signore, le invocazioni del tuo popolo.

Quindi il diacono, se prima aveva invitato a genuflettere, dice: Alzatevi, e tutti si alzano.560

760. Il vescovo siede e riceve la mitra e il pastorale.

Due confratelli già professi, che, secondo la consuetudine della famiglia religiosa, adempiono lo speciale ufficio di testimoni, si avvicinano e stanno presso il superiore.

I candidati, si presentano a uno a uno, e leggono, davanti al vescovo, al proprio superiore e ai testimoni, la formula della professione, già scritta opportunamente prima, di propria mano.

Quindi il neoprofesso si reca lodevolmente all'altare e vi depone il foglio della formula della professione; firma poi sullo stesso altare, se si può fare comodamente, il documento della professione.

Ciò fatto, ritorna al posto assegnatogli.561

761. Ciò compiuto, i neoprofessi, in piedi, possono cantare l'antifona Accoglimi, Signore, o un altro canto adatto.562

762. Quindi i neoprofessi si inginocchiano.

Il vescovo depone la mitra e il pastorale, si alza e, con le mani stese sui neoprofessi inginocchiati davanti a lui, dice la solenne preghiera di benedizione.563

763. Terminata la benedizione dei neoprofessi, se, secondo le consuetudini della famiglia religiosa, bisogna consegnare alcuni simboli della professione, i religiosi neoprofessi si alzano e si presentano al vescovo che siede con mitra e consegna a ciascuno i propri simboli, o in silenzio, o con la formula prevista nel proprio rituale.

Frattanto tutti siedono e si canta l'antifona: Beato chi abita la tua casa con il salmo 84, o un altro canto adatto.564

764. Dopo la consegna dei simboli, diversamente terminata la solenne preghiera di benedizione, dove si usa o sembra opportuno, il vescovo o il superiore, con parole adatte, può indicare l'aggregazione perpetua dei religiosi neoprofessi all'istituto; ciò si può fare anche con lo scambio della pace con il quale il vescovo, il superiore e i confratelli esprimono l'amore fraterno nei confronti dei religiosi neoprofessi, secondo le consuetudini della famiglia religiosa.

Frattanto si canta l'antifona: Quant'è buono, con il salmo 133 o un altro canto adatto.

765. Infine i religiosi neoprofessi ritornano al posto loro assegnato.

Riprende allora la messa.565

Il simbolo si dice secondo le rubriche, si omette invece la preghiera universale.

Mentre si esegue il canto di offertorio, alcuni religiosi neoprofessi portano opportunamente all'altare il pane, il vino e l'acqua per il sacrificio eucaristico.566

Nelle preghiere eucaristiche si aggiungano le intercessioni proprie.567

Il vescovo dà la pace ai singoli religiosi neoprofessi.568

766. Dopo che il vescovo si è comunicato al corpo e al sangue del Signore, i neoprofessi si accostano all'altare per ricevere la comunione sotto le due specie.

Dopo di loro possono ricevere la comunione nello stesso modo i confratelli, i genitori e i parenti.569

767. Terminata l'orazione dopo la comunione, i religiosi or ora consacrati a Dio stanno in piedi davanti all'altare.

Allora il vescovo riceve la mitra e saluta il popolo dicendo: Il Signore sia con voi.

Allora uno dei diaconi può dire l'invito alla benedizione e il vescovo, con le mani distese sui professi, proclama le invocazioni della benedizione.

Quindi riceve il pastorale e dice: E su tutti voi, tracciando un segno di croce sul popolo.570

Il vescovo può impartire la benedizione anche con le formule proposte più sotto ai nn. 1120-1121.

768. Dopo che il vescovo ha impartito la benedizione, il diacono congeda il popolo dicendo: La messa è finita: andate in pace, e tutti rispondono: Rendiamo grazie a Dio.

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548 Conc. Vat. II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium, n. 45
549 Rituale Romano, Rito della professione religiosa, capitolo I,
Rito della professione religiosa durante la messa, nn. 44- 46
550 Cf. ibidem, n. 40;
cf. C.I.C. 657 § 3
551 Cf. più sotto, Appendice III
552 Cf. Messale Romano, Ordinamento delle letture della messa, nn. 111-115
553 Cf. più sotto, Appendice II
554 Rituale Romano. Rito della professione religiosa, capitolo III;
Rito della professione religiosa durante la messa, nn. 50, 48
555 Cf. ibidem, n. 51
556 Cf. ibidem, nn. 48, 53-55
557 Cf. ibidem, n. 56
558 Cf. ibidem, nn. 57-59
559 Cf. ibidem, nn. 60-62
560 Cf. ibidem, n. 63
561 Cf. ibidem, nn. 64-65
562 Cf. ibidem, n. 66
563 Cf. ibidem, n. 67
564 Cf. ibidem, n. 69
565 Cf. ibidem, n. 71
566 Cf. ibidem, n. 72
567 Cf. ibidem, n. 73
568 Cf. ibidem, n.74
569 Cf. ibidem, n. 75
570 Cf. ibidem, nn. 76-77