Cerimoniale dei Vescovi

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Capitolo XXI - Le processioni

1093. Dall'antica consuetudine attestata dai santi padri la Chiesa cattolica ha ereditato la tradizione di compiere pubbliche e sacre processioni o solenni celebrazioni di supplica, compiute dal popolo cristiano, sotto la guida del clero, camminando ordinatamente soprattutto da un luogo sacro ad un altro luogo sacro, con preghiere e con canti, sia per risvegliare la pietà dei fedeli, sia per commemorare i benefici di Dio e rendergli grazie, sia per implorare l'aiuto divino: per questo esse devono essere celebrate con quel senso di religiosità che si conviene.

Infatti tali celebrazioni contengono grandi divini misteri e coloro che vi partecipano piamente ottengono da Dio frutti salutari di cristiana pietà.

Di tutto ciò spetta ai pastori d'anime informare ed istruire i fedeli.829

1094. Le processioni possono essere: ordinarie, quando si tengono in giorni stabiliti durante l'anno secondo le norme dei libri liturgici e le consuetudini delle varie Chiese; oppure straordinarie, quando vengono indette in giorni particolari per un motivo di carattere pubblico.830

1095. Tra le processioni ordinarie hanno il primo posto quelle nella festa della presentazione del Signore, nella domenica delle palme "nella passione del Signore" nella veglia pasquale, perché in esse si commemorano i misteri del Signore; inoltre anche la processione del ss. Sacramento dopo la messa nella solennità del corpo e del sangue del Signore.

1096. La processioni straordinarie vengono indette dalla Conferenza episcopale, come le rogazioni, oppure dall'ordinario di luogo, come le processioni per una qualche necessità pubblica o quelle con sacre reliquie o immagini, e altre simili.

1097. Eccettuate le processioni con il ss. Sacramento, che seguono la messa, dovendosi consacrare nella stessa messa l'ostia da portare in processione, le altre processioni, di norma, devono precedere la messa, a meno che, per qualche grave motivo, l'ordinario non ritenga che si debba fare diversamente.

1098. Le processioni, soprattutto se si svolgono per le pubbliche strade, siano organizzate ed ordinate in modo tale da essere di edificazione a tutti.

Si adattino anche alle tradizioni dei popoli e all'indole della città e del luogo.

1099. Nell'ordinare le processioni si osservi il rito descritto per ciascuna di esse in questo Cerimoniale831 e negli altri rispettivi libri liturgici.

In testa alle processioni si rechi sempre la croce fra due candelieri con le candele accese; se si usa l'incenso, davanti alla croce proceda il turiferario con il turibolo fumigante, tranne che nelle processioni del ss. Sacramento.

1100. Nelle processioni del ss. Sacramento, del legno della s. croce, delle reliquie, delle immagini, ed altre simili, quando alla processione partecipa il vescovo, conviene sempre che sia lui a presiedere, rivestito di piviale e portando il ss. Sacramento o l'oggetto sacro.

Se invece il vescovo, rivestito di piviale, non porta personalmente il ss. Sacramento o l'oggetto sacro, precede sempre chi lo porta; tuttavia, se partecipa alla processione in abito corale, viene dopo il ss. Sacramento o l'oggetto sacro.

Gli altri vescovi che per caso partecipano alla processione, quando indossano l'abito corale, seguono il ss. sacramento o l'oggetto sacro, in modo tale che i primi in dignità siano più vicini al ss. Sacramento; quando invece indossano il piviale, precedono il vescovo che presiede, in modo tale che sempre i primi in dignità siano più vicini al ss. Sacramento o all'oggetto sacro.

1101. Tranne che per le processioni del ss. Sacramento e con le reliquie della s. croce, il vescovo, se indossa le sacre vesti, porta la mitra ed anche il pastorale, a meno che non debba tenere qualcosa in mano, come, ad esempio, la candela o la palma e il pastorale.

Quando il pastorale non è retto dal vescovo, esso è tenuto davanti a lui da un ministro.

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829 Cf. Rituale Romanum, ed. 1952, tit. X, cap. I
830 Cf. ibidem, nn. 8 e 9
831 Cf. sopra, ad esempio, i n. 246, n. 270, n. 343, n. 391;
cf. anche i n. 128; n. 193