28 maggio 1982

Durante l'Unzione degli Infermi nella Cattedrale di Southwark

Fratelli e sorelle.

1. Sia lodato Gesù Cristo!

Sia lodato Gesù Cristo che ci invita a partecipare alla sua vita attraverso il Battesimo.

Sia lodato Gesù Cristo che ci chiama ad unire le nostre sofferenze alle sue, perché possiamo essere uniti a lui nel render gloria al Padre del cielo.

Oggi vi saluto nel nome di Gesù.

Vi ringrazio tutti per l'accoglienza che m'avete dato.

Desidero che sappiate quanto ho desiderato questo incontro con voi, specialmente con quelli di voi che sono malati, inabili o infermi.

Anch'io sono stato colpito dalla sofferenza ed ho conosciuto la debolezza fisica che deriva dalla menomazione e dalla malattia.

2. È proprio perché ho sperimentato la sofferenza che sono in grado di affermare con sempre maggior convinzione ciò che san Paolo dice nella seconda lettura: "Né morte, né vita, né angeli, né altre autorità o potenza celeste, né il presente né l'avvenire, né le forze del cielo né le forze della terra, niente e nessuno ci potrà strappare da quell'amore che Dio ci ha rivelato in Cristo Gesù, nostro Signore" ( Rm 8,38-39 ).

Cari amici, non esiste forza né potere che possa fermare l'amore di Dio per voi.

La malattia e la sofferenza sembrano contraddire quello che vale per l'uomo e che desidera.

E tuttavia, nessuna malattia, nessuna menomazione, nessuna infermità potrà mai privarvi della vostra dignità di figli di Dio, di fratelli e sorelle di Gesù Cristo.

3. Morendo sulla croce, Cristo ci rivela il senso da dare alle nostre sofferenze.

Nella sua Passione troviamo l'ispirazione e la forza per allontanarci da ogni tentazione di rancore e per crescere, attraverso il dolore, ad una vita nuova.

La sofferenza è un invito ad assomigliare al Figlio facendo la volontà del Padre.

Ci viene offerta la possibilità di imitare Cristo che morì per redimere l'umanità dal peccato.

Così il Padre ha voluto che la sofferenza arricchisca il singolo e tutta la Chiesa.

4. Noi riconosciamo che l'Unzione degli Infermi è intesa a beneficio di tutta la persona.

Lo troviamo dimostrato nei testi liturgici della celebrazione sacramentale: "Sia quest'olio medicina per tutti quelli che vengono unti con esso: siano sanati nel corpo, nell'anima e nello spirito e siano liberati da ogni male".

L'unzione è quindi fonte di forza sia per l'anima che per il corpo.

La preghiera della Chiesa chiede che il peccato e le conseguenze del peccato siano cancellate ( cf. Denz.-Schön., 1969 ).

Invoca anche il recupero della salute, ma sempre al fine che la salute del corpo porti ad un'unione più profonda con Dio attraverso l'accrescimento della grazia.

Negli insegnamenti riguardanti questo Sacramento, la Chiesa ci propone la verità contenuta nella prima lettura tratta da san Giacomo: "Se qualcuno di voi è malato, chiami i responsabili della comunità.

Essi preghino per lui e lo ungano con olio, invocando il Signore.

Questa preghiera, fatta con fede, salverà il malato e il Signore gli darà sollievo.

Inoltre, se il malato avesse commesso dei peccati, gli saranno perdonati" ( Gc 5,14-15 ).

5. Ci si dovrebbe accostare a questo Sacramento con uno spirito di grande fiducia, come il lebbroso nel Vangelo che abbiamo appena letto.

Persino la disperata condizione di uomo che viveva non gli ha impedito di avvicinare Gesù con fiducia.

Anche noi dobbiamo credere nell'amore risanatore di Dio e dobbiamo riaffermare che nulla ci separerà da quell'amore.

Sicuramente Gesù desidera dire: "Sì, lo voglio: sii mondato" ( Mt 8,3 ); sii guarito; sii forte, sii salvato.

Cari fratelli e sorelle, poiché vivete la Passione di Cristo, rinvigorite la Chiesa con la testimonianza della vostra fede.

Proclamate con la vostra pazienza, con la vostra sopportazione, con la vostra gioia il mistero della potenza redentrice di Cristo.

Troverete il Cristo crocefisso dentro la vostra malattia e la vostra sofferenza.

6. Come la Veronica soccorse Cristo sulla via del Calvario, così i cristiani hanno accettato di prendersi cura di quelli che soffrono come occasione privilegiata di soccorrere Cristo stesso.

Io lodo e benedico tutti coloro che lavorano per gli ammalati negli ospedali, nelle case e nei centri di assistenza per malati gravi.

Vorrei dire a voi medici, infermieri, cappellani ed a tutto il personale ospedaliero: la vostra è una nobile vocazione.

Ricordate che è a Cristo che portate soccorso quando alleviate le sofferenze dei vostri fratelli e delle vostre sorelle.

7. Sono vicino con tutto il cuore a tutti coloro che riconoscono e difendono la legge di Dio che governa la vita umana.

Non dobbiamo mai dimenticare che ogni uomo, dal momento del concepimento fino all'ultimo respiro è figlio di Dio ed ha diritto alla vita.

Questo diritto dovrebbe essere difeso dalla sollecita cura del corpo medico ed infermieristico e dalla protezione della legge.

Ogni vita umana è voluta dal nostro Padre celeste ed è parte del suo disegno d'amore.

Nessuno Stato ha il diritto di opporsi ai valori morali che sono radicati nella natura dell'uomo stesso.

Tali valori sono l'eredità preziosa della civiltà.

Se la società comincia a negare il valore dell'individuo o a subordinare la persona umana a considerazioni pragmatiche o utilitaristiche, comincia a distruggere le difese che salvaguardano i valori fondamentali della società stessa.

8. Oggi elevo una pressante supplica a questa Nazione.

Non dimenticate gli ammalati e gli anziani.

Non abbandonate gli handicappati ed i malati gravi.

Non relegateli ai margini della società.

Perché se lo fate, ignorate che essi incarnano una verità importante.

Gli ammalati, i vecchi, gli handicappati e gli infermi ci insegnano che la debolezza è una parte creativa della vita umana e che la sofferenza può essere accettata senza perdita di dignità.

In assenza di queste persone fra di voi, potreste essere tentati di pensare alla salute fisica, alla forza ed al potere come ai soli valori importanti da conseguire nella vita.

Ma la saggezza di Cristo e la potenza di Cristo sono visibili nella debolezza di coloro che partecipano alle sue sofferenze.

Mettiamo i malati e gli handicappati al centro della nostra vita.

Custodiamoli e riconosciamo con gratitudine il debito che dobbiamo loro.

Quando penseremo di dare loro qualcosa, finiremo per accorgerci che ad essi noi siamo debitori.

Iddio benedica e conforti tutti quelli che soffrono.

E Gesù Cristo, Salvatore del mondo e medico degli ammalati, faccia brillare la sua luce attraverso la debolezza umana come guida per noi e per tutta l'umanità.

Amen.

Miei cari fratelli e sorelle in Cristo.

Parlando di sofferenza, tristezza e morte, non possiamo dimenticare coloro che hanno sofferto e sono morti durante il conflitto armato nell'Atlantico Meridionale.

Ricordiamo nelle nostre preghiere le vittime delle due parti.

Che il Padre di misericordia e di ogni consolazione assista i colpiti e tutte le famiglie segnate dalla tragedia.

Possa egli concedere il riposo eterno a tutti quelli che sono morti in Cristo ed a quelli che li piangono nella speranza cristiana, e preghiamo affinché i negoziati possano preparare la strada ad una pace giusta e durevole.

Chiediamo questo per Cristo nostro Signore.

Amen.