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19 Giugno 1908

Il mio Gesù mi fece intendere che mi levassi di buon'ora, che gli avrei fatto cosa molto gradita a darmi alla preghiera,

io gli dissi: Mio buon Gesù, Tu che hai i tuoi Angeli bellissimi, fedelissimi, amorosissimi, che sempre t'accompagnano,

che hai i tuoi Santi in Paradiso vestiti di gloria che godono le dolcezze soavissime della tua presenza gloriosa,

impareggiabile, dire a me, meschino, che io sarei in grado di rendermi a Te piacevole e caro?

oh...... io sono pieno di miserie!

Dimmi piuttosto che sono sempre dei tratti della tua divina misericordia infinita verso i poveri peccatori.

[ -Quaderno 1-Pagina 84- ]

Mio buon Gesù Crocifisso, quando ricordo la tua misericordia infinita che Tu mi hai usato,

penso che il mondo intero ha bisogno, esso pure, della tua pietà.

Da pensieri bassi Gesù mi rialzò: ha infuso nell'anima mia, nel mio cuore, sentimenti altissimi, dolcissimi, piissimi;

sfido tutto il mondo intero se è capace di condurre un'anima all'altezza di tali pensieri;

sia pur sapiente, dotto, l'uomo non ne è capace. Solo un essere lo può: Dio;

bontà, carità, misericordia infinita, che colla sua grazia c'invita ad avvicinarci a Lui.

Da parte nostra un po' di buon volere: ed ecco il Signore Dio, come vede il nostro desiderio,

ci carezza e ci fa pregustare le dolcezze celestiali per incoraggiarci al bene, alla virtù,

all'umiliazione più profonda che Dio vuol metterci nel cuore.

E quando una persona parla in propria lode, invece di mettere innanzi la bontà, la misericordia divina,

[ -Quaderno 1-Pagina 85- ]

è un ladro che ruba ciò che è di Dio: ciò che è proprio dell'uomo è il peccato, e nulla più.

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