D 123

9 Settembre 1908

Adorazione, mattino ore 4,30

Gesù: "Quanto ti amo, o Leopoldo, mi perdo in te!"

Il figlio: - Desidero presto cibarmi della Sacra tua Carne e darmi tutto al mio Gesù per Tua misericordia infinita.

[ -Quaderno 1-Pagina 172- ]

Gesù: "Consolami, o mio Leopoldo!"

Il figlio: - Mio buon Gesù, come vuoi ch'io faccia, così meschino che io mi sono, a consolar il mio Gesù?

dimmi amor degli Angeli, quello che vuoi che io faccia!

Gesù: "Per consolarmi voglio che tu non mi lasci per tutto il tempo della tua vita."

Il figlio: - Piuttosto che lasciarti, preferisco la morte.

Conferma, amor mio, colla Tua potenza e colla Tua misericordia il mio vivissimo desiderio:

per la seconda volta Maria SS. m'ha promesso.

Per l'amore senza misura che io porto al Suo Divin Figlio.

Gesù: "Tu ami molto la mia SS. Madre, ed Ella t'ottiene sempre amore e fermezza di stare sempre con Me;

ti faccio segnare questo, affinché gli altri figli siano imitatori."

[ -Segretario 8.7- ]

Il mio Gesù mi fece segnare che il dolore di avere offeso Dio, m'attirò l'amore del mio Dio,

[ -Quaderno 1-Pagina 173- ]

che mi diede il Paradiso anticipato su questa terra.

Un'anima, che sta in grazia di Dio e che faccia quanto può per stare vicino al caro Gesù, ha il Paradiso in terra.

Adorazione: ore 10 di sera

Parla Gesù: "Vedi mio caro Leopoldo, dà un'occhiata in un prato nel colmo della primavera;

vedrai una verdeggiante bellezza con un'immensità di fiori:

un tappeto lavorato dalla mano di Dio!

i fiori, uno più che l'altro, spiccano con garbo in tutta la loro bellezza:

figura delle anime che passate da questa terra sono state trapiantate in Paradiso;

e quelli che di più amarono Gesù, spiccano per le virtù che in terra seppero con tanta grazia e diligenza coltivare;

e tu, Leopoldo, sei uno di questi fiori, a me tanto grati."

Il figlio: - La Tua misericordia non ha limiti, e quando mi assale all'improvviso di dire cose che,

quando sono calmo, non direi, certo che subito me ne pento.

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Gesù: "Ebbene, dirai: Gesù mio, misericordia! e tutto è rimediato."

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