Segretario del Crocifisso

Il conforto divino nelle prove della vita

Dai venti ai cinquant'anni Luigi Musso, tutto abbandonato alla Divina Provvidenza,

visse in penose strettezze finanziarie per provvedere il necessario alla propria mamma povera e inferma.

Dimesso dal Collegio Dal Pozzo di Vercelli per calunnie di conversi, sebbene si vedesse tolto ogni mezzo

e chiusa la via ad altro impiego nella stessa città, non venne meno nella sua speranza e,

come disse un testimonio, « anche in tale circostanza egli non perdette la calma abituale ».

A Torino, discorrendo con amici intimi, qualche volta si faceva la domanda sul come si sarebbe trovato

dopo la morte della mamma, e, « sebbene tale pensiero potesse dargli qualche motivo di preoccupazione,

pure egli alzava gli occhi al cielo e ripigliava subito il suo contegno sorridente

come chi ha posto in Dio la sua speranza ».

Momenti di sconfortante prostrazione ebbe al paese natio, per l'abbandono in cui fu talvolta tenuto,

anche da parte del Parroco e di alcuni parenti; dolorose prove e difficoltà assai gravi lo afflissero in religione,

ma poggiata sui fondamenti incrollabili dell'amor di Dio, non vacillò mai in lui la speranza,

che aveva il dono singolare di trasfondere anche negli animi abbattuti.

Indice