Segretario del Crocifisso

Il nascondimento luminoso

L'umiltà del Servo di Dio è attestata da alcuni suoi compagni di lavoro:

« Luigi Musso non accettava manifestazioni di stima che mettessero in evidenza le sue virtù,

ma si scherniva gentilmente con tanta umiltà ».19

Il Rev. Parroco di Viale d'Asti domandò a Luigi Francesco Nebiolo, aiutante di cucina del Servo di Dio,

se il medesimo gli avesse rivolto qualche parola sdegnosa, come a suo dipendente,

« Non ho mai sentito da lui - rispose l'interpellato - parola alcuna che sia stata men che cristiana e santa;

ciò posso attestare per i sette anni che vivemmo insieme ». E aggiunse: « Quando il signor Conte di Chiusano

imbandiva feste, Luigi Musso presenziava per quanto era necessaria la sua presenza, ma cessata la necessità,

tosto si ritirava e stava volentieri nascosto nella sua cucina.

Quando aveva bisogno di qualche cosa, domandava sempre con atti e parole umili.

Si teneva come l'ultimo tra il personale di servizio e se poteva fare qualche piacere, lo faceva volentieri.

La sua parola era semplice, affabile con tutti, e coi compagni di lavoro non accampava mai pretese di sorta ».20

Da religioso, Fra Leopoldo portò a un alto grado la virtù dell'umiltà, come risulta dalle seguenti dichiarazioni

rilasciate dai suoi Confratelli e da persone che lo conobbero intimamente:

« Fra Leopoldo trattava tutti come se fossero a lui superiori, si arrendeva facilmente al giudizio altrui

nelle cose che non riguardavano direttamente Dio. Nel suo impiego sapeva farsi onore, ma sfuggiva le lodi ».21

« Era umilissimo nelle sue parole e nelle sue opere, ritenendosi tutto lieto dei suoi uffici di cuoco ».22

« Si riteneva un gran peccatore, un uomo da nulla e il bene che vi era in lui

lo attribuiva alla grazia e alla bontà di Dio ».23

Ecco come pregava, l'8 settembre 1906: « Chi sono io, mio buon Gesù, per usarmi tante finezze?

Dolce mio Dio, io mi veggo solamente un vermiciattolo della terra; tu, Maestro Santissimo,

insegnami come devo fare per piacerti, per amarti, per benedirti » ( D 18 ).

« 10 settembre 1906: " Oh Bene di tutti i beni, tu mio bel Gesù, sovente mi dicesti che ti voglia bene:

certamente è per insegnarmi a tenermi sempre umile; ma, povero peccatore come sono,

per quanto possa essere il mio buon volere, non basta; ho bisogno del tuo divino aiuto " » ( D18 ).

« Nel conversare con persone anche distinte per condizione sociale o per sapere, egli non perdeva la sua umiltà,

e gli altri si sentivano portati anch'essi in un'atmosfera umile e a deporre ogni loro fumo di autorità e di sapere.

Se doveva lontanamente accennare a cose che, pur essendo anzitutto a gloria di Dio,

dovevano per necessità riguardare lui e gettare un santo riflesso su di lui, si imporporava in viso di modestia

e cercava subito con un abbassamento di testa, un gesto, di attenuare la cosa e passava ad altro argomento.

Il soprannaturale operò costantemente in quella vita così umile, così nascosta e ignota ai più.

Fra Leopoldo era sapiente nel nascondimento di se stesso, tanto che alcuni suoi Superiori

non sapevano che avessero in lui e si meravigliavano dell'affluenza dei suoi visitatori ».24

Diceva al suo Gesù, 27 agosto 1908: « A te, mio Dio dolcissimo, tutto dobbiamo;

e ti ringrazio ben di cuore di tutto quello che hai fatto per me, o Salvatore Divino,

e per tutto quello che ancora vuoi farmi in avvenire, a te la gloria! e con tutta l'espansione del mio cuore

e del mio niente, mi sprofondo nell'umiltà e ti ringrazio, ti benedico, o adorato mio Signore Gesù Crocifisso,

e con te la tua Divina Madre Maria Santissima » ( D 103 ).

« 12 settembre 1908: " Essendo io nient'altro che un povero strumento nelle tue mani,

di grazia stampami sulla fronte e nella mente queste parole: Chi opera è Dio, Gesù Crocifisso! " » ( D 126 ).

« 29 marzo 1909: " Mio Dio, ma io ho sempre paura di mancare;

tu, mio bel Gesù, non potresti farmi morire prima ch'io venga a darti disgusto? " » ( D 475 ).

« Ebbi ad ammirare in Fra Leopoldo un uomo molto umile.

Quando lo si lodava, sapeva schermirsene, ma non per posa, e non solo non se ne compiaceva,

ma ne dimostrava disgusto e deviava bellamente il discorso ».25

« Fra Leopoldo fu umile a tal segno da considerarsi indegno di rivestire l'abito di S. Francesco ».26

Indice

19 Giuseppe Necco, compagno e amico di Fra Leopoldo a Vercelli e a Torino
20 Luigi Francesco Nebiolo, compagno di Fra Leopoldo a Torino e a Vialem d'Asti.
21 Sebastiano Ellena, aiutante di cucina.
22 Fra Guido Franchino, O.F.M.
23 Rev. P. Mariano Manni, O.F.M.
24 Dott. Luigi Andrea Rostagno, Professore di lettere e filosofia.
25 Padre Vincenzo Vallaro.
26 Padre Vittorio De Laurenti, O.F.M., Guardiano.