Cantico spirituale Manoscritto B

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Annotazione sula strofa seguente

1 - Ma, oltre a ciò, parlando ora secondo il senso e l'affetto della contemplazione, nella viva contemplazione e nella conoscenza delle creature, l'anima vede con grande chiarezza tanta copia di grazie, di bellezza e di virtù di cui sono state dotate da Dio, talché esse le paiono tutte rivestite di ammirabile bellezza e virtù naturale derivate e comunicate dalla infinita bellezza soprannaturale della immagine di Dio.

Lo sguardo di Dio riveste di bellezza e di gioia il mondo e tutti i cieli, come aprendo la sua mano, secondo David, ricolma ogni essere vivente di benedizione ( Sal 145,16 ).

Pertanto l'anima piagata di amore da quest'orma della bellezza del suo Amato conosciuta nelle creature, ansiosa di vederne la bellezza invisibile, causa di questa visibile, dice la strofa seguente:

Strofa 6

Ah! chi potrà sanarmi?

Finisci di donarti a me davvero;

non mi inviar da oggi

in poi alcun messaggero

il qual dirmi non sa quel che io chiedo.

Spiegazione

2 - Le creature poiché hanno dato all'anima i segni del suo Amato, mostrando in sé le orme della sua bellezza ed eccellenza, le hanno fatto aumentare l'amore e in conseguenza il dolore per la sua lontananza, giacché quanto più l'anima conosce Dio tanto più sente crescere in sé il desiderio penoso di vederlo.

Vedendo quindi che non vi è altra cosa che possa curare il suo dolore all'infuori della presenza e della vista dell'Amato, sfiduciata di qualsiasi altro rimedio, in questa strofa gli chiede il dono della sua presenza, pregandolo di non trattenerla più con qualche altra notizia, comunicazione sua o vestigio della sua eccellenza, poiché queste cose le aumentano piuttosto il dolore anziché soddisfare il suo desiderio e la sua volontà, la quale non si contenta di cose inferiori alla vista e alla presenza di Lui.

Si degni dunque di donarsi a lei davvero con amore pieno e perfetto.

Perciò dice:

Ah! chi potrà sanarmi?

3 - Come se dicesse: Certamente non potrà sanarmi né potrà soddisfarmi nessun diletto del mondo, nessuna soddisfazione dei sensi e nessun gusto e soavità dello spirito.

Perciò

Finisci di donarti a me davvero.

4 - A questo punto c'è da notare come un'anima, che ama davvero, non possa trovare soddisfazione e contento finché non possieda veramente Dio.

Tutte le altre cose non solo non l'appagano ma, come è stato detto, servono piuttosto ad accrescerle la fame e il desiderio di vederlo come è in sé.

Perciò ogni volta che riceve una visita dell'Amato per mezzo della conoscenza, del sentimento o di qualche altra comunicazione ( che sono quasi messaggeri che portano all'anima qualche conoscenza di quello che Egli è ) aumentandole ed eccitandole l'appetito ( come fanno le briciole a chi ha grande fame ), ella, sentendosi afflitta per doversi contentare di così poco, dice: finisci di donarti a me davvero.

5 - Infatti tutto ciò che in vita si può conoscere intorno a Dio, per molto che sia, non è cognizione vera, ma parziale e molto remota.

La conoscenza vera si ha quando si conosce essenzialmente: questo chiede ora l'anima, non contentandosi delle altre comunicazioni.

Pertanto subito soggiunge:

non mi inviar da oggi

in poi alcun messaggero

6 - e cioè: da ora in poi non ti far conoscere da me così imperfettamente, mediante questi messaggeri delle notizie e dei sentimenti che io ho di te, tanto remoti e lontani da ciò che di te desidera l'anima mia poiché sai bene, o Sposo mio, come a chi soffre per non aver presente l'Amato, i messaggeri accrescano il dolore, in primo luogo perché rinnovano la piaga con la notizia che recano e poi perché sembra che ritardino la tua venuta.

Perciò da oggi in poi cessa di inviarmi queste notizie remote giacché, se fin qui mi potevano bastare, perché non ti conoscevo e non ti amavo molto, ora la veemenza dell'amore che ti porto non può contentarsi di questi messaggi.

Perciò finisci di donarti.

E più chiaramente: Signore, Sposo mio, finisci di concedere tutto ciò che parzialmente doni all'anima, termina di mostrare svelatamente quanto mostri quasi da spiragli, e finisci di donare davvero, comunicandoti da te stesso, quello che mi comunichi per mezzo di altri, che è quasi un darti per scherzo.

Sembra a volte che nelle tue visite tu stia per darmi il dono prezioso del tuo possesso, ma quando l'anima se ne vuole render conto, se ne trova priva, poiché tu glielo nascondi, il che equivale a un donarti per scherzo.

Finisci di donarti a me davvero dandoti tutto al tutto dell'anima mia, affinché ella tutta possegga te tutto e

non mi inviar da oggi

in poi alcun messaggero

il qual dirmi non sa quel che io chiedo.

7 - Come se dicesse: lo ti voglio tutto, mentre essi non sanno e non possono dirmi tutto di te, poiché nessuna cosa della terra né del cielo può dare all'anima la notizia che ella desidera avere di te e quindi dirmi non sa quel che io chiedo.

Invece di questi messaggi, sii tu stesso per me il messaggio e il messaggero.

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