Cantico spirituale Manoscritto B

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Nota sulla strofa seguente

1- Poiché la sposa possiede nell'anima le virtù giunte ormai al loro grado di perfezione, in cui ella gode pace continua nelle visite dell'Amato, alcune volte gusta in modo sublime la loro soavità e fragranza per il tocco che vi fa l'Amato nella stessa maniera in cui si gusta la bellezza e il profumo dei gigli e di altri fiori quando sono sbocciati e si toccano.

In molte di queste visite l'anima illuminata dalla luce di Dio vede nel proprio spirito tutte le virtù che possiede; ella allora, con mirabile diletto e dolcezza di amore, le unisce tutte e come un mazzo di bei fiori le offre all'Amato, il quale ricevendole le gradisce molto.

Tutto ciò avviene nell'intimo dell'anima, dove ella sente che l'Amato riposa come nel suo proprio letto, poiché ella gli offre se stessa insieme con le virtù.

Questo è il più grande servizio che può prestare al Signore, e perciò, uno dei maggiori diletti che nei rapporti interiori con Dio ella può ricevere, è questo dono che fa all'Amato.

2 - Ma il demonio, che per la sua grande malizia invidia tutto il bene che scorge nell'anima, conoscendo la prosperità di lei, si serve di tutta la sua abilità e mette in moto tutte le sue arti per disturbare in lei una parte, per quanto piccola, di questo bene.

Preferisce impedire a tale anima un minimo delle sue ricchezze e del suo glorioso diletto, che farne cadere molte altre in molti e gravi peccati: poiché queste hanno poco o niente da perdere, quella invece ha molto, avendo fatto un acquisto grande e molto prezioso: perdere una piccola quantità di oro purissimo è danno maggiore che perdere grande quantità di altro metallo di poco prezzo.

Il demonio qui si approfitta degli appetiti sensitivi ( quantunque su di essi nello stato presente il più delle volte possa poco o niente, perché sono già mortificati ) e se con essi non raggiunge il suo scopo, rappresenta all'immaginazione molte varietà.

Talvolta solleva molto movimento nella parte sensibile, come poi si dirà, e causa altre molestie sia spirituali che sensitive di cui l'anima non si può liberare finché il Signore non invii il suo Angelo - come si legge nel Salmo ( Sal 34,8 ) - presso coloro che lo temono e li liberi, stabilendola nella pace e nella tranquillità sia nella parte sensitiva che spirituale.

L'anima per esprimere tutto ciò e chiedere questo favore, timorosa per l'esperienza che ha delle astuzie usate dal demonio per danneggiarla in questo tempo, parlando con gli Angeli, il cui ufficio è quello di proteggerla mettendo in fuga i demoni, canta la strofa seguente:

Strofa 16

Prendeteci le volpi,

ché fiorita è ormai la nostra vigna,

mentre che noi di rose

intrecciamo una pina,

non compaia nessun sulla collina.

Spiegazione

3 - L'anima dunque, desiderando che questo diletto interiore di amore, che è il fiore della sua vigna continui e non le sia impedito né dagli invidiosi e maliziosi demoni, né dai furiosi appetiti della sensualità, né dal vario andirivieni dell'immaginazione, né da nessun'altra notizia e presenza di cose, prega gli Angeli di cacciare e tenere lontano tutto ciò, di maniera che non possa impedire l'esercizio dell'amore interiore, nel cui diletto e sapore l'anima e il Figlio di Dio si comunicano e godono le virtù e le grazie.

E quindi dice:

Prendeteci le volpi,

ché fiorita è ormai la nostra vigna.

4 - Per vigna si intende il vivaio di tutte le virtù che si trovano in questa anima santa e che le danno il vino dal dolce sapore.

Questa vigna dell'anima è fiorita quando, secondo la volontà, è unita con lo Sposo e gode dilettandosi in Lui di tutte le virtù congiunte.

Ma a volte, come è stato detto, sogliono presentarsi alla memoria e alla fantasia numerose e varie forme di immagini e nella parte sensitiva numerosi e vari movimenti e appetiti.

Essi sono molteplici e vari tanto che David, mentre beveva avidamente in Dio il saporoso vino dello spirito, sentendo che gli erano di impedimento e di molestia, dice: L'anima mia ha avuto sete in te.

Quanto la mia carne anela a te! ( Sal 63,2 ).

5 - L'anima chiama volpi tutta questa turba di appetiti e di movimenti sensitivi, a causa della grande somiglianza che in questo tempo hanno con esse.

Infatti come le volpi, andando a caccia, si fingono addormentate per far preda, cosi tutti questi appetiti e tutte queste forze sensitive stanno quiete e addormentate finché i fiori di virtù non spuntano nell'anima, si aprono e si mettono in esercizio.

Avvenuto ciò, sembra che anche i fiori degli appetiti e delle forze del senso si destino e si sollevino nella parte sensibile per contrastare allo spirito e per regnare.

Fino a questo punto giunge, come dice S. Paolo, la cupidigia della carne contro lo spirito ( Gal 5,17 ), la quale essendo grandemente inclinata verso le cose sensibili, mentre lo spirito gode, si disgusta e diventa insipida.

In tal modo gli appetiti arrecano grande molestia alle dolcezze dello spirito.

Perciò l'anima dice: Prendeteci le Volpi.

6 - Ora anche i demoni maliziosi da parte loro recano molestia all'anima in due modi.

Primo, eccitano gli appetiti con violenza e servendosi di essi e di altre immaginazioni fanno guerra al pacifico e florido regno dell'anima.

Quando in tal modo non ottengono niente, la investono, ed è peggio, per distrarla con tormenti e rumori sensibili.

Ma il male maggiore è che la combattono per mezzo di timori ed orrori spirituali, che a volte costituiscono un tormento terribile, il che ora possono fare molto bene, se viene loro permesso; poiché, mentre l'anima mediante il suo esercizio spirituale si pone in grande nudità di spirito, il demonio, che è spirito, con grande facilità può farsi presente a lei.

Altre volte, prima che incominci a gustare questi dolci fiori, quando cioè Dio incomincia a farla uscire alquanto dalla casa dei suoi sensi, affinché per mezzo di tale esercizio interiore entri nell'orto dello Sposo, il demonio l'assale con altri terrori.

Egli sa bene che, una volta entrata in quel raccoglimento, l'anima resta così riparata che, per quanto si adoperi, non potrà farle alcun danno.

Molto spesso, quando il demonio esce per impedirle il passo, avviene che ella con grande velocità si raccoglie nel profondo nascondiglio del suo intimo, dove trova grande diletto e protezione.

Allora patisce quei terrori tanto esteriormente e alla lontana che non solo non le incutono terrore, ma anzi le causano gioia e allegrezza.

7 - Di questi terrori fa menzione la sposa nel Cantico dicendo: L'anima mia si conturbò a causa dei cocchi di Aminadab ( Ct 6,11 ), intendendo per Aminadab il demonio, chiamando cocchi i suoi assalti e attacchi per la grande violenza, confusione e rumore che produce con essi.

Soggiunge poi l'anima: Prendeteci le volpi, cosa che per lo stesso scopo viene detta anche dalla sposa dei Cantici: Prendeteci le piccole volpi che devastano le vigne; poiché la nostra vigna è fiorita ( Ct 2,15 ).

Non dice: « Prendetemi », ma « Prendeteci », perché parla di sé e dell'Amato, essendo uniti e godendo insieme il fiore della vigna.

Dice qui che la vigna ha messo i fiori e non i « frutti » perché in questa vita, anche se nell'anima si godono le virtù con quella perfezione come è quella dell'anima di cui stiamo parlando, tuttavia è come goderle in fiore: solo in cielo si gusteranno in frutto.

Dice subito:

mentre che noi di rose

intrecciamo una pina.

8che le sue virtù si mettano tutte in evidenza e a posto, mostrandosi a lei e dandole grande soavità e diletto.

Ella sente che esse stanno in lei e in Dio tanto che le sembrano una vigna molto gradevole e fiorita, sua e di Lui, nella quale ambedue si pascono e trovano la loro gioia.

L'anima allora riunisce tutte queste virtù, facendo atti squisiti di amore in Ciascuna di esse e in tutte insieme e così unite, con grande tenerezza di amore e soavità le offre all'Amato.

In questo lavoro è aiutata da Lui, poiché senza il suo aiuto o favore ella non potrebbe fare questo mazzo di virtù e questa loro offerta al Signore.

Perciò dice: Intrecciamo una pina.

9 - Dà il nome di pina a questo insieme di virtù poiché, come la pina è un frutto duro che contiene in sé molte parti dure e strette fortemente, che sono i pinoli così la pina di virtù fatta dall'anima per il suo Amato è un solo complesso di perfezione di lei, la quale tenacemente e ordinatamente stringe e contiene in sé molte perfezioni, potenti Virtù e ricchi doni.

Infatti tutte le perfezioni le virtù e i doni si ordinano e convengono in un'unica perfezione dell'anima.

Mentre tale perfezione si sta formando per mezzo dell'esercizio delle virtù e, già formata, viene offerta all'Amato da parte dell'anima in quello spirito di amore di cui stiamo parlando, è necessario che vengano cacciate le volpi suddette, affinché non impediscano la comunicazione interiore dei due.

In questa strofa l'anima, per formare bene la sua pina, non solo chiede ciò, ma anche quanto si trova nel verso seguente:

non compaia nessun sulla collina.

10 - Anche per questo divino esercizio sono necessari la solitudine e l'allontanamento da tutte le cose che si potrebbero offrire all'anima, provenienti sia dalla parte inferiore dell'uomo, cioè dalla sensitiva, sia da quella superiore, che è la razionale, nelle quali è riposta l'armonia delle potenze e dei sensi di tutto l'uomo, armonia a cui qui è dato il nome di collina.

Infatti, dimorando in essa tutte le notizie e gli appetiti della natura, come la selvaggina sul monte, in essa il demonio può far presa in tali appetiti e notizie per danneggiare l'anima.

Desidera che non compaia nessun sulla collina, vale a dire che non appaia dinanzi all'anima e allo Sposo nessuna rappresentazione o immagine di alcun oggetto appartenente a una qualsiasi di queste potenze e di questi sensi.

È come se dicesse: da tutte le potenze spirituali dell'anima, come l'intelletto, la memoria e la volontà, stia lontana ogni altra riflessione, affetto, distrazione, e da tutti i sensi e le potenze corporee, come l'immaginativa o fantasia, e i cinque sensi esterni, ogni forma, immagine o figura di oggetti e di opere naturali.

11 - L'anima dice ciò in quanto che in questo tempo di comunicazione con Dio è necessario che tutti i sensi, sia interni che esterni, siano in riposo e vuoti delle loro opere e dei loro oggetti, poiché in tal caso quanto più operano tanto più recano disturbo.

Quando l'anima arriva all'unione interiore con Dio, le potenze spirituali e tanto più quelle corporee, non vi possono concorrere essendo già compiuta l'opera di unione di amore.

Cessano quindi di operare poiché, una volta raggiunta la meta, l'azione dei mezzi diventa inutile.

Pertanto in questa condizione l'anima, insieme con l'Amato, non fa altro che restare in un esercizio amoroso in Dio, che è amare in comunicazione di amore.

Non compaia quindi nessun sulla collina; vi stia soltanto la volontà, donando se stessa e tutte le sue virtù all'Amato.

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