5 - Dio assicura all'uomo la sua assistenza

"Non temere, Abram, Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande." ( Gen 15,1 )

Inquietudine dell'uomo

"Mio Signore Dio, che mi darai? Io me ne vado senza figli ... ecco a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede ..." ( Gen 15,2-3 )

Abramo è consapevole della sua incapacità di portare avanti la missione che gli è affidata ( Sara è sterile, lui è vecchio ) ha l'esperienza del suo limite, gli è incomprensibile come si possa avverare la promessa.

Abramo sente che deve porre la sua fiducia al di là delle "sue sicurezze" sente che deve fidarsi di "qualcuno"

che gli chiede una fiducia senza condizioni

che gli chiede di "liberarsi" dei suoi schemi, dei suoi progetti

che gli chiede il coraggio di un salto nel buio

Abramo prova il senso dello smarrimento

Dio conferma all'uomo che non deve porre fiducia sulle sue sicurezze

"... non costui sarà il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede..." ( Gen 15,4 )

La risposta è ancora una promessa

che è incomprensibile alla logica dell'uomo,

che impegna la sua fiducia senza condizioni

Dio conferma la sua promessa

"Poi lo condusse fuori e gli disse: guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle, e soggiunse: Tale sarà la tua discendenza." ( Gen 15,5 )

Dio è fedele alle sue promesse

"La tua ricompensa sarà molto grande." ( Gen 15,1b )

Perciò Dio, volendo mostrare più chiaramente agli eredi della promessa l'irrevocabilità della sua decisione, intervenne con un giuramento perché grazie a due atti irrevocabili:

1 - giuramento: "Giuro per me stesso ..."

2 - promessa: "Io ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza ..." ( Gen 22,16-18; Eb 6,13-14 )

nei quali è impossibile che Dio mentisca, noi che abbiamo cercato rifugio in lui avessimo un grande incoraggiamento nell'afferrarci saldamente alla speranza che ci è posta davanti.

In essa infatti noi abbiamo come un'ancora della nostra vita, sicura e salda, la quale penetra fin nell'interno del velo del santuario, ( Lv 16,2-6 ) dove Gesù è entrato per noi come precursore essendo divenuto sommo sacerdote per sempre." ( Eb 6,17-20; 1 Ts 5,23-24; 2 Ts 3,3; 2 Tm 2,13 )