4 - Mosè è mandato a parlare in nome di Dio

al popolo

"Il Signore gli disse ... Ora và! Io sarò la tua bocca e ti insegnerò quello che dovrai dire ..." ( Es 4,11.12; Es 4,10-17.27-31; Es 6,2-13; Dt 18,9-15.18-19 )

al faraone

"... Vedi, io ti ho posto a far le veci di Dio per il faraone ... Tu gli dirai quanto io ti ordinerò ..." ( Es 7,1-2; Es 5,1-5; Es 7,1-7 )

Dio agisce per la mediazione di un uomo che si è già sottratto alla schiavitù e con il quale gli è possibile entrare in rapporto ( Es 2,15; Es 3,3-4 )

Per annunziare la liberazione

la liberazione dalla schiavitù deve corrispondere al ritorno del rapporto con Dio ( Es 4,22-23; Es 5,3 )

Mosè deve obbedire alla volontà di Dio

L'obbedienza, la disponibilità, la docilità, l'offerta di sé a Dio

richiedono una sostanziale libertà da ogni condizionamento e ciò permetterà di annunciare la liberazione ( Es 4,1.10-12 )

Il suo tentativo di disobbedire

ripete il comportamento dei progenitori ( Gen 3,2-3.6 )

suscita la collera di Dio ( Gen 3,17-19 )

"Mosè disse: Perdonami, Signore mio, manda chi vuoi mandare! Allora la collera del Signore si accese contro Mosè ..." ( Es 4,13-14 )

Nella obbedienza riceve il potere di compiere i prodigi

"Terrai in mano questo bastone, con il quale tu compirai i prodigi" ( Es 4,17 )

I prodigi servono a manifestare la potenza di Dio "Signore"

per dimostrare che egli domina sopra tutta la realtà creaturale

per disporre il cuore dell'uomo a fidarsi di Dio e sottomettersi per stabilire il suo rapporto con Lui

questi prodigi servono a liberare il popolo dalla schiavitù ( Es 4,1-9.18-23.27-31; Es 7,9-29; Es 8,11 )