3 - La vocazione nella risposta dell'uomo

Il problema delle vocazioni ecclesiastiche e religiose è quotidiana sollecitudine del Papa ..., è sospiro della sua preghiera, aspirazione della sua anima ( Giovanni XXIII - 16-12-1961 )

Le vocazioni religiose per il bene della Chiesa

Il bene della Chiesa dipende dal bene che il Signore vuole attuare per mezzo delle diverse vocazioni specifiche:

" ... Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.

E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune." - 1 Cor 12,4-30

Tra le varie vocazioni specifiche alcune sono denominate "vocazioni di speciale consacrazione" perché hanno origine "da una speciale elevazione divina" per una "peculiare missione".

Le vocazioni di speciale consacrazione "sono di fondamentale importanza per la vita e la missione della Chiesa" perché "più direttamente finalizzate all'edificazione del corpo di Cristo" e al "particolare servizio delle altre vocazioni".

La parte dell'uomo nella vocazione

La libertà è una componente essenziale della vocazione.

La risposta dell'uomo non ha valore agli occhi di Dio che nella misura in cui essa impegna tutta la personalità, e l'accettazione è frutto di libertà.

La scoperta, l'accettazione e la perseveranza di ogni vocazione, oltre che "all'iniziativa divina", sono legate alla collaborazione dell'uomo che rimane sempre un elemento essenziale.

La parte dell'uomo nella vocazione significa, prima di tutto, ciò che il chiamato deve essere e fare per poter dire il proprio "sì" a Dio.

- Lo spirito di fede,

- l'impegno di amore a Dio e ai fratelli

- e lo spirito di sacrificio

sono condizioni fondamentali perché il chiamato possa fare personalmente la propria parte.

Lo spirito di fede: guardare tutta la realtà con la mentalità di Dio, acquisita per mezzo della parola di Dio e del magistero della Chiesa.

Impegno di amore a Dio e ai fratelli: mettere a disposizione di Dio e dei fratelli ciò che è e ciò che ha.

Questa donazione, che rende capace il chiamato alla fedeltà, deve esprimersi prima di tutto all'interno della Chiesa e con scelte, decise e generose, da farsi momento per momento.

Lo spirito di sacrificio: accettare la sofferenza che procurano

- la conversione richiesta quotidianamente dalla rinuncia al proprio modo di pensare,

- la donazione di sé

- e le incognite di Dio sul proprio cammino.

Fiducia in Colui che chiama

La risposta comunque è sempre data a Colui che chiama

- fino a sacrificare, per ciascuno di noi, il Figlio suo Unigenito sulla croce

"Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non perisca ma abbia la vita eterna" - Gv 3,16

- e che ci chiama per farci realizzare la nostra pienezza in questa vita e la pienezza della felicità nella vita eterna

"... voi che mi avete seguito ... Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, ( o moglie ), o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna" - Mt 19,27-30; Lc 18,28-30

- è data all'Amabilissimo Signore dal quale possiamo sperare tutto e nulla temere

"Venite a me voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.

Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.

Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero." - Mt 11,28-30

Lettura

Il problema delle vocazioni e la situazione della gioventù di oggi - p. Arrupe su Avvenire 5 mag. 1981

Bibliografia

Nuovo Dizionario di Spiritualità - voce "Vocazione pagg 1699-1700 EP 1979