Regola bollata ( 1223 )

Capitolo III

Del divino ufficio e del digiuno, e come i frati debbano andare per il mondo

[82] I chierici recitino il divino ufficio, secondo il rito della santa Chiesa romana, eccetto il salterio, e perciò potranno avere i breviari.

[83] I laici, invece, dicano ventiquattro Pater noster per il mattutino, cinque per le lodi; per prima, terza, sesta, nona, per ciascuna di queste ore, sette; per il Vespro dodici; per compieta sette; e preghino per i defunti.

[84] E digiunino dalla festa di Tutti i Santi fino alla Natività del Signore.

La santa Quaresima, invece, che incomincia dall'Epifania e dura ininterrottamente per quaranta giorni, quella che il Signore consacrò con il suo santo digiuno, coloro che volontariamente la digiunano siano benedetti dal Signore, e coloro che non vogliono non vi siano obbligati.

Ma l'altra, fino alla Resurrezione del Signore, la digiunino.

Negli altri tempi non siano tenuti a digiunare, se non il venerdì.

Ma in caso di manifesta necessità i frati non siano tenuti al digiuno corporale.

[85] Consiglio invece, ammonisco ed esorto i miei frati nel Signore Gesù Cristo che, quando vanno per il mondo, non litighino ed evitino le dispute di parole ( Cfr. 2 Tm 2,14 e Tt 3,2 ), e non giudichino gli altri; ma siano miti, pacifici e modesti, mansueti e umili, parlando onestamente con tutti, così come conviene.

E non debbano cavalcare se non siano costretti da evidente necessità o infermità

[86] In qualunque casa entreranno dicano, prima di tutto: Pace a questa casa ( Lc 10,5 ); e, secondo il santo Vangelo, è loro lecito mangiare di tutti i cibi che saranno loro presentati ( Lc 10,8 ).

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