Vita seconda

Il buono e il cattivo esempio

Capitolo CXV

Il buon esempio di un Frate e il costume dei primi Frati

[739] 155. Affermava che i frati minori sono stati mandati dal Signore in questo ultimo tempo per offrire esempi di luce a chi è avvolto dal buio dei peccati.

E ripeteva che all'udire le opere virtuose dei santi frati dispersi nel mondo, si sentiva come inebriato di soavissimo profumo e cosparso di unguento prezioso.

Un frate di nome Barbaro una volta offese con una parola ingiuriosa un confratello alla presenza di un nobile dell'isola di Cipro.

Ma appena si accorse che il confratello ne era rimasto piuttosto offeso, si accese di ira contro se stesso, e preso dello sterco d'asino se lo mise in bocca per masticarlo: « Mastichi sterco questa lingua, che ha sputato veleno di ira sul mio fratello ».

A tale vista, il cavaliere ne fu sbigottito, poi rimase molto edificato.

Da quel momento mise se stesso ed i suoi beni a disposizione dei frati con grande generosità.

Tutti i frati osservavano immancabilmente questa usanza: se per caso uno scagliava contro un altro una parola che fosse causa di turbamento, subito si prostrava per terra e accarezzava con santi baci i piedi dell'offeso, anche contro sua volontà.

Il Santo gongolava di gioia nell'udire tali cose, perché vedeva che i suoi figli da soli praticavano esempi di santità e ricolmava delle più elette benedizioni quei frati, che con la parola e l'esempio inducevano i peccatori all'amore di Cristo.

Traboccante com'era di zelo per le anime, voleva che anche i suoi figli gli rassomigliassero completamente.

Capitolo CXVI

Maledizione e pena del Santo per alcuni Frati di cattiva condotta

[740] 156. La sua terribile sentenza di maledizione colpiva quelli che con opere inique e cattivi esempi violavano la santità dell'Ordine.

Gli fu riferito un giorno che erano stati ricevuti dal vescovo di Fondi, due frati, i quali, sotto pretesto di un maggior disprezzo di sé, coltivavano una barba più lunga del conveniente.

Il vescovo li aveva apostrofati: « Badate bene di non deturpare con la presunzione di queste novità la bellezza dell'Ordine ».

Il Santo si alzò di scatto, e levando le mani al cielo, col volto inondato di lacrime, proruppe in queste parole di preghiera o piuttosto di maledizione: « Signore Gesù Cristo, tu che hai scelto i dodici Apostoli, dei quali anche se uno venne meno, gli altri però rimasero fedeli ed hanno predicato il santo Vangelo animati dall'unico Spirito, tu, o Signore, in questa ultima ora, memore della antica misericordia hai fondato l'Ordine dei frati a sostegno della tua fede e perché per loro mezzo si adempisse il mistero del tuo Vangelo.

Chi dunque ti darà soddisfazione per loro, se quelli che hai mandato a questo scopo, non solo non mostrano a tutti esempi di luce, ma piuttosto le opere delle tenebre?

« Da Te, o Signore santissimo, e da tutta la curia celeste e da me tuo piccolo siano maledetti quelli che col loro cattivo esempio confondono e distruggono ciò che un tempo tu hai edificato per mezzo dei santi frati di questo Ordine e non cessi di edificare! ».

Dove sono quelli che si dichiarano felici della sua benedizione e si vantano di essersi accaparrati a loro piacimento la sua amicizia?

Se, Dio non voglia, si troverà che hanno mostrato le opere delle tenebre con pericolo del prossimo, senza pentirsene, guai a loro, guai di dannazione eterna!

[741] 157. « I frati più buoni - diceva - si sentono confusi per le opere dei frati cattivi, e anche se essi personalmente non hanno peccato, vengono giudicati dall'esempio dei malvagi.

Proprio per questo mi trafiggono con una spada acuta e me la ripassano tutto il giorno per le viscere ».

Era soprattutto per questo motivo che si sottraeva alla compagnia dei frati, perché non gli capitasse di udire riguardo all'uno o all'altro qualcosa di spiacevole, che gli rinnovasse il dolore.

E continuava: « Verrà tempo, in cui questa diletta Religione di Dio sarà talmente infamata dai cattivi esempi, che si proverà vergogna a uscire in pubblico.

Quelli che verranno in quelle circostanze all'Ordine, vi saranno condotti unicamente dall'azione dello Spirito Santo, non li contaminerà né la carne né il sangue e saranno veramente benedetti da Dio.

Non compiranno azioni di grande merito, per il raffreddarsi della carità, la virtù che spinge i santi ad agire fervorosamente.

Però sopraggiungeranno per loro tentazioni immense, e quanti allora avranno superato la prova, saranno migliori dei loro predecessori.

Ma guai a quelli, che soddisfatti della sola apparenza di vita religiosa, intorpidiranno nell'ozio e non rimarranno saldi nelle tentazioni permesse per provare i giusti!

Perché soltanto chi avrà superato la prova, dopo essere stato nel frattempo tribolato dalla malizia degli empi, riceverà la corona di vita ».

Capitolo CXVII

Dio gli rivela lo stato dell'Ordine che non verrà mai meno

[742] 158. Il Santo trovava grandissima consolazione nelle visite del Signore e da esse veniva assicurato che le fondamenta del suo Ordine sarebbero rimaste sempre stabili.

Riceveva anche la promessa che sicuramente nuovi eletti avrebbero preso il posto di chi si perdeva.

Essendo turbato per i cattivi esempi, e avendo fatto ricorso un giorno, così amareggiato, alla preghiera, si sentì apostrofato a questo modo dal Signore: « Perché tu, omiciattolo, ti turbi?

Forse io ti ho stabilito pastore del mio Ordine in modo tale che tu dimenticassi che io ne rimango il patrono principale?

Per questo io ho scelto te, uomo semplice, perché quelli che vorranno, seguano le opere che compirò in te e che devono essere imitate da tutti gli altri.

Io vi ho chiamati: vi conserverò e pascolerò, supplirò con nuovi religiosi il vuoto lasciato dagli altri, al punto di farli nascere se non fossero già nati.

Non turbarti dunque, ma attendi alla tua salvezza perché se l'Ordine si riducesse anche a soli tre frati, rimarrà il mio aiuto sempre stabile ».

Da quel giorno era solito affermare che la virtù di un solo frate santo supera una quantità, sia pur grande, di imperfetti, come un solo raggio di luce dissipa le tenebre più fitte.

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