Legenda Maior

II - Morti risuscitati

[1263] 1. Nel borgo di Monte Marano, presso Benevento era morta una donna particolarmente devota di san Francesco.

La sera vennero i chierici per le esequie e già si apprestavano a celebrare la veglia con la recita dei salmi quando improvvisamente, alla vista di tutti, la donna si alzò sul letto e chiamò uno dei sacerdoti presenti, che era il suo padrino, e gli disse: " Padre, voglio confessarmi: ascolta il mio peccato.

Quando sono morta, io dovevo essere gettata in una orrenda prigione, perché non avevo confessato il peccato che sto per dirti.

Ma per me ha pregato san Francesco, che durante la vita ho sempre servito con devozione e cosi mi è stato concesso di ritornare ora nel corpo, per confessare quel peccato e meritarmi la vita eterna.

Dopo che lo avrò confessato, ecco, mi affretterò alla pace promessa ".

Tremando si confessò al sacerdote tremante e, ricevuta l'assoluzione, si stese in pace sul suo letto e s'addormentò felicemente nel Signore.

[1264] 2. Nel paese di Pomarico, situato fra i monti della Puglia, due coniugi avevano un'unica figlia, di tenera età, teneramente amata.

Ma una grave malattia la condusse alla tomba.

I suoi genitori, disperando di avere altri eredi, si ritenevano morti con lei.

Vennero i parenti e gli amici per quel funerale troppo degno di pianto; ma la madre infelice, giacendo ricolma d'indicibili dolori e sommersa da infinita tristezza, nulla avvertiva di quanto si stava facendo.

Intanto san Francesco, in compagnia di un solo frate, si degnò di visitare con un'apparizione la desolata donna, che ben conosceva come sua devota.

Pietosamente parlandole: " Non piangere, le disse, perché il lume della tua lucerna, che tu piangi come spento, ti sarà restituito per mia intercessione ".

Si alzò immediatamente la donna e, raccontando a tutti quanto il Santo le aveva detto, proibì che si procedesse alla sepoltura; poi, invocando con grande fede il nome di san Francesco, prese per mano la figlia morta, e, viva, sana e salva, la fece alzare, fra lo stupore universale.

[1265] 3. Una volta i frati di Nocera ( Umbra ), che avevano bisogno del carro, lo chiesero in prestito per un po' di tempo ad un certo Pietro.

Ma costui, pazzamente, rispose scagliando ingiurie, invece dell'aiuto richiesto, e lanciando una bestemmia contro san Francesco, invece dell'elemosina domandata in suo nome.

Si pentì subito, l'uomo, della sua pazzia, perché Dio gli fece sentire nel cuore la paura della sua vendetta, che, del resto, sopravvenne prontamente.

Infatti il suo figlio primogenito si ammalò improvvisamente e di lì a poco spirò.

Si rivoltava per terra l'infelice padre e non cessava di invocare san Francesco, il santo di Dio, gridando fra le lacrime: " Sono io che ho peccato, io che ho parlato da malvagio: avresti dovuto punire direttamente me, nella mia persona.

O Santo adesso che sono pentito, restituiscimi quello che hai tolto, quando bestemmiavo da empio!

Io mi consacro a te, mi assoggetto per sempre al tuo servizio e sempre offrirò a Cristo un devoto sacrificio di lode per onore del tuo nome! ".

Cosa meravigliosa: a queste parole il fanciullo risuscitò e, facendo smettere i pianti, raccontò che, appena era morto ed era uscito dal corpo, era stato condotto via da san Francesco, che poi lo aveva ricondotto in vita.

[1266] 4. Il figlioletto appena settenne d'un notaio di Roma, si era messo in testa, come usano i bambini, di seguire la mamma che stava andando alla chiesa di San Marco.

Siccome la mamma lo aveva costretto a restare a casa, si buttò dalla finestra del palazzo e, abbattendosi al suolo, spirò sul colpo.

La madre, che non era ancora molto lontano, sospettando, dal rumore, che il suo bambino fosse precipitato, tornò in fretta e, vedendo che aveva improvvisamente perduto il figlio per quella caduta sciagurata, incominciò a straziarsi con le proprie mani, come per punirsi da se stessa, mentre con le sue grida di dolore eccitava al pianto tutto il vicinato.

Ma un frate dell'Ordine dei minori, di nome Rao, che si stava recando in quel luogo per predicare, si avvicinò al bambino e poi, pieno di fede, disse al padre: " Credi tu che Francesco, il santo di Dio, può risuscitare dai morti tuo figlio, in forza di quell'amore che ha sempre avuto verso Gesù Cristo, morto in croce per ridare la vita agli uomini? ".

Il padre rispose che lo credeva fermamente e che da quel momento sarebbe stato per sempre un fedele servitore del Santo, se, per i suoi meriti, Dio gli avesse concesso un dono così grande.

Quel frate si prostrò in orazione con il frate suo compagno e incitò tutti i presenti a pregare.

Come fu terminata la preghiera, il bambino incominciò a sbadigliare un poco, aprì gli occhi e sollevò le braccia e, finalmente, si alzò da solo e subito, alla presenza di tutti, si mise a camminare, sano e salvo, restituito alla vita e, insieme, alla salvezza per la mirabile potenza del Santo.

[1267] 5. Nella città di Capua, un bambino, giocando con molti altri presso la riva del fiume Volturno, cadde per sbadataggine nella corrente impetuosa, che lo inghiottì e lo seppellì sotto la sabbia.

Gli altri bambini che stavano giocando con lui vicino al fiume, si misero a gridare forte, facendo accorrere una gran folla.

Tutta la popolazione si mise a invocare devotamente il beato Francesco, supplicando che, guardando alla fede dei suoi genitori a lui tanto devoti, si degnasse di strappare il figlio alla morte.

Un nuotatore, che si trovava nei paraggi sentendo quelle grida, si avvicinò e si informò dell'accaduto.

Dopo aver invocato l'aiuto del beato Francesco, riuscì a trovare il cadavere del bambino, immerso nel fango, come in un sepolcro.

Lo disseppellì e lo portò a riva, costatando che, purtroppo, ormai era morto.

Ma la popolazione, tutto intorno, benché vedesse che il bambino era morto, gridava forte, continuando a piangere e a far lamento: " San Francesco, ridona il bambino a suo padre! ".

E anche degli Ebrei, che erano accorsi, mossi da naturale pietà, dicevano: " San Francesco, san Francesco, ridona il bambino al padre suo! ".

Improvvisamente il bambino, fra la gioia e lo stupore universale, si levò in piedi sano e salvo e supplicò che lo conducessero alla chiesa di san Francesco, perché voleva ringraziarlo devotamente, ben sapendo che era stato lui, con la sua potenza, a risuscitarlo.

[1268] 6. Nella città di Sessa, in un quartiere denominato " Alle Colonne ", una casa crollò improvvisamente, travolgendo un giovane e uccidendolo sul colpo.

Uomini e donne, accorrendo da ogni parte al rumore del crollo, rimossero le travi e portarono il corpo del figlio morto alla madre.

Ma l'infelice, tra amarissimi singhiozzi, così come poteva, con voce di dolore gridava: " San Francesco, san Francesco, rendimi il figlio mio! ".

Non solo lei, ma anche tutti i presenti invocavano con insistenza l'aiuto di san Francesco.

Finalmente, non vedendo più segno di vita, misero il cadavere su un lettuccio, nell'attesa di seppellirlo l'indomani.

La madre, però, che aveva fiducia nel Signore e nei meriti del suo Santo, fece voto di donare una tovaglia nuova per l'altare del beato Francesco, se egli avesse richiamato in vita suo figlio.

Ed ecco, verso l'ora di mezzanotte, il giovane incominciò a sbadigliare, sentì rifluire il calore nelle membra e si rialzò, vivo e sano, prorompendo in esclamazioni di lode ed incitando anche il clero là convenuto e il popolo tutto a lodare e ringraziare con letizia Dio e il beato Francesco.

[1269] 7. Un giovane di Ragusa, di nome Gerlandino, era andato alla vigna, in occasione della vendemmia.

Mentre, nel tino, stava davanti al torchio, intento a riempire gli otri, alcune cataste di legna si sfasciarono, facendo cadere delle pietre molto grosse, che gli fracassarono la testa.

Il padre accorse subito in aiuto del figlio, ma, disperando di salvarlo, non cercò nemmeno di soccorrerlo e lo lasciò, così com'era, sotto le pietre.

I vignaioli, sentendo i suoi fortissimi lamenti, accorsero prontamente e, condividendo l'intenso dolore del padre estrassero il giovane, ormai cadavere, dalle macerie.

Ma il padre, prostratosi ai piedi di Gesù, umilmente lo supplicava che si degnasse di restituirgli il suo figlio unico per i meriti di san Francesco, di cui era imminente la festa.

Moltiplicava le preghiere, si votava a opere di pietà, promettendo di andare in pellegrinaggio alla tomba del Santo, insieme col figlio, se fosse risuscitato.

Cosa davvero meravigliosa: il giovane, che aveva avuto sfracellato tutto il corpo, improvvisamente balzò in piedi, vivo e integro, e, pieno di gioia, si mise a rimproverare quelli che piangevano, dichiarando che era stato reso alla vita per l'intercessione di san Francesco.

[1270] 8. Francesco fece risuscitare un morto anche in Germania.

Di questo fatto papa Gregorio si fece garante con lettera apostolica, annunciandolo il giorno della traslazione del Santo a tutti i frati, convenuti ad Assisi per il Capitolo, e riempiendoli di gioia.

Il modo in cui è avvenuto questo miracolo, non ho potuto saperlo, e perciò non l'ho descritto; ma sono sicuro che il documento papale è più forte di qualsiasi testimonianza.

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