Leggenda dei tre compagni  

Capitolo XVIII

Della canonizzazione di San Francesco

[1485] 71. Nelle diverse parti del mondo, Francesco splendeva di miracoli e accorrevano da ogni dove al suo corpo santo quelli che, per i meriti di lui, avevano goduto grandi e straordinari benefici del Signore.

Il signor papa Gregorio, dopo consultati i cardinali e numerosi altri prelati, approvate le relazioni dei prodigi compiuti dal Signore per intercessione di Francesco, ne inserì il nome nel catalogo dei santi venerati dalla Chiesa, ordinando fosse celebrata la sua festa nel giorno anniversario della morte di lui.

La cerimonia della canonizzazione si svolse in Assisi, alla presenza di molti dignitari della Chiesa, d'una folta rappresentanza di principi e baroni e d'una moltitudine innumerevole di popolo confluito da diverse località, e che il Papa aveva convocato, l'anno del Signore 1228, secondo del suo pontificato.

[1486] 72. Questo Papa, che aveva sommamente amato Francesco mentre ancora viveva, non soltanto l'onorò mirabilmente iscrivendolo nel coro dei Santi, ma fece anche erigere a gloria di lui una chiesa, ponendone in persona la prima pietra, e poi arricchendola con sacri donativi e ornati preziosissimi.

A due anni dalla canonizzazione, il corpo di san Francesco, tolto dal luogo dov'era stato tumulato prima, fu solennemente trasferito a questa nuova chiesa.

Ad essa il pontefice inviò in dono una croce d'oro, scintillante di pietre preziose, con incastonata una reliquia del legno della croce di Cristo.

Oltre a ciò, oggetti di decorazione, suppellettile liturgica e altri oggetti utili al servizio dell'altare, molti preziosi e splendidi parati sacri.

La basilica fu esentata da ogni giurisdizione inferiore a quella pontificia e, per autorità apostolica, fu da lui proclamata " capo e madre " di tutto l'Ordine dei frati minori come attesta il privilegio promulgato in una bolla sottoscritta da tutti i cardinali.

[1487] 73. Sarebbe assai poco però onorare il santo di Dio con cose materiali, se il Signore non si compiacesse di operare per mezzo di lui, fisicamente morto ma spiritualmente vivente nella gloria, prodigi di conversioni e guarigioni.

Persone d'entrambi i sessi, dopo la sua morte e per la sua intercessione, fecero ritorno al Signore.

Numerosi personaggi della nobiltà con i loro figli indossarono il saio francescano mentre le spose e le figlie entravano nei monasteri delle Povere Donne.

Così pure parecchi uomini della cultura e celebri letterati, sia del laicato che del clero, rinunciando al fascino dei piaceri, al peccato e alle cupidità mondane, entrarono a loro volta nell'Ordine, impegnandosi a seguire, ognuno secondo la particolare grazia ricevuta da Dio, la povertà e gli esempi di Cristo e del suo servo Francesco.

A questo Santo si può ben a ragione applicare quanto fu detto di Sansone: che furono molti più i nemici ch'egli uccise morendo, di quelli che aveva ucciso vivendo.

Ed egli vive eternamente nella vita della gloria.

Alla quale si degni condurre anche noi, per i meriti del santo padre nostro Francesco, Colui che vive e regna nei secoli dei secoli.

Amen.

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