Sacrum commercium

Storia della Povertà nel paradiso terrestre

[1983] 25. « Vissi un tempo nel paradiso del mio Dio, dov'era l'uomo nudo, anzi, nell'uomo e con l'uomo ignudo andavo passeggiando per tutto quello splendido paradiso, senza timori né incertezze né sospetto di qualche sventura.

Pensavo di restare con lui per sempre, perché egli dall'Altissimo era stato creato giusto, buono, sapiente, e collocato in un luogo assai ridente e bellissimo.

Ero colma di gioia e mi dilettavo davanti a lui in ogni istante, perché, non possedendo nulla, egli era tutto di Dio ».

[1984] 26. « Ma ahimè! sopravvenne improvvisa una sventura del tutto inaudita dalla creazione dell'uomo, quando quello sciagurato, che un tempo per la sua bellezza perse irrimediabilmente la sapienza, introdottosi in un serpente, lui che era stato escluso dal cielo, con inganno tentò l'uomo, perché diventasse come lui trasgressore del comando divino.

Credette l'infelice al cattivo consigliere e gli diede retta, e dimenticando Dio suo creatore, seguì l'esempio del primo prevaricatore e trasgressore.

Prima era nudo, dice di lui la Scrittura, ma non ne arrossiva, perché la sua innocenza era perfetta.

Ma quando ebbe peccato, si accorse di essere nudo, e per la vergogna corse a farsi delle cinture con foglie di fico ».

[1985] 27. « Vedendo allora il mio compagno divenuto ribelle e coperto di foglie, perché altro non possedeva, mi allontanai da lui, e stando lontana cominciai a riguardarlo con occhi pieni di lacrime.

Aspettavo colui che venisse a salvarmi dalle angosce dell'anima e da una tempesta così grande.

E venne all'improvviso dal cielo un rombo che scosse tutto il paradiso, e con esso una luce vivissima si sprigionò dal cielo.

E osservando vidi il Signore della maestà che passeggiava nel paradiso alla brezza pomeridiana, splendente di gloria che nessuno potrebbe dire o descrivere.

Lo accompagnavano moltitudini di angeli, che proclamavano a gran voce e dicevano: Santo, Santo, Santo, Signore Dio degli Eserciti, tutta la terra è piena della tua gloria.

Migliaia di migliaia lo servivano e a milioni gli facevano corona ".

[1986] 28. « Impaurita e tremante, lo confesso, cominciai allora a venir meno per la meraviglia e lo spavento, e rabbrividendo tutta e col cuore in tumulto levai dal profondo la voce e gridai: " Signore, abbi pietà, Signore, abbi pietà.

Non entrare in giudizio col tuo servo, perché nessun vivente davanti a te è giusto ".

Ed egli mi disse: " Va, nasconditi per un momento, finché non sia passato il mio sdegno ".

E subito chiamò il mio compagno, dicendo: "Adamo, dove sei? ".

Ed egli: " Ho udito la tua voce, Signore, e ho avuto paura perché ero nudo e mi sono nascosto ".

Davvero nudo, perché scendendo da Gerusalemme a Gerico, incappò nei briganti che lo spogliarono dei beni di natura, facendogli perdere la somiglianza col suo Creatore.

Ma lo stesso Re altissimo, pieno di bontà e di misericordia, aspettò il suo pentimento, porgendogli l'occasione di fare ritorno a lui ».

[1987] 29. « Ma l'infelice lasciò deviare il suo cuore prorompendo in parole peccaminose, per cercare scuse vane al suo peccato.

Così aggravò la sua colpa e accrebbe la pena, accumulando collera su di sé per il giorno d'ira e d'indignazione del giusto giudizio di Dio.

Non risparmiò se stesso né la sua discendenza dopo di lui, caricando su tutti la terribile maledizione della morte.

Con giudizio sancito da quanti erano presenti, il Signore lo cacciò dal paradiso di delizie, con decreto giusto ma anche pieno di misericordia.

E perché tornasse alla terra dalla quale era stato tratto, pronunciò contro di lui ma senza infierire la sentenza di maledizione; e fece per loro delle tuniche di pelli indicando con esse che l'uomo è mortale, avendo perduto le vesti dell'innocenza ».

[1988] 30. « Ed io, vedendo il mio compagno coperto di pelli di animali senza vita, mi allontanai del tutto da lui, perché egli ormai s'era gettato ad ogni sorta di fatiche per farsi ricco.

Me ne andai perciò raminga e fuggiasca sulla terra, con grande pianto e lamenti.

Da quel tempo non trovai luogo alcuno dove far riposare il mio piede, se anche ad Abramo, Isacco, Giacobbe e agli altri fu data la promessa di ricchezze e di un paese dove scorre latte e miele.

In tutti costoro cercai riposo e non lo trovai, mentre un Cherubino roteando una spada di fuoco, stava davanti alla porta dei paradiso, finché dal seno del Padre scese nel mondo l'Altissimo, che volle degnarsi di venire in cerca di me ».

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