Albero della vita crocifissa di Gesù

1. « Gesù genera Francesco »

[2044] Vivevano in gran numero, sul finire del quinto stato della Chiesa, giumenti di lascivia, rettili di avarizia, bestie di superbia e, a causa di costoro, la vita della Chiesa pellegrina era tutta deturpata e perciò corrosa dalla turba ipocrita dell'eretica empietà.

[2045] Ma sebbene il geloso Gesù fosse ripieno di sdegno contro la malizia della Sposa, che in gran moltitudine deviava dietro gli adulteri, non trattenne però nell'ira la sua misericordia, e destinò un ultimo appello per la Chiesa del quinto stato, suscitando in mezzo ad essa uomini di sublime verità, i quali estirparono ogni avidità, sterminarono la voluttà, ricusarono le dignità, e avevano in orrore la doppiezza, difendevano la verità, erano ardenti di carità, rinnovatori dell'onestà e imitatori in modo tutto speciale di Cristo Gesù.

Costoro, con l'esempio della loro vita portarono un fortissimo attacco contro la Chiesa deformata, mediante la parola della predicazione eccitarono il popolo alla penitenza; con prove evidenti trafissero l'eretica malizia e con l'intercessione della preghiera placarono l'ira divina.

[2046] Tra questi, a similitudine di Elia e di Enoch, splendettero specialmente Francesco e Domenico.

Il primo, purificato col carbone serafico e infiammato d'ardore celeste, sembrava incendiare tutto il mondo.

L'altro invece, come cherubino disteso e proteggente, luminoso per luce di sapienza e fecondo per la parola della predicazione, risplendette luminosissimo sopra le tenebre del mondo.

Queste virtù caratteristiche ciascuno le trasfuse all'inizio nei suoi figli, anche se si deve rilevare che in ambedue splendore e ardore si congiungono nell'abbondanza dello spirito.

Ma poiché tutto il male del quinto stato consisteva nella depravazione delle varie forme della vanità, la quale trae incitamento dalla avidità e abbondanza delle cose temporali, perciò colui che escluse più radicalmente da sé e dalla sua Religione le cose temporali, questi viene proclamato riformatore principale di questo stato.

[2047] E poiché è in lui che inizia il sesto stato della Chiesa, e in lui deve avvenire la riforma della vita di Cristo si può affermare che egli è stato prefigurato per mezzo del primo uomo che Dio, con libera decisione, dopo le opere dei primi cinque giorni, creò a sua immagine e somiglianza perché dominasse su tutte le cose.

Sia però chiaro: non si vuole con questo affermare che i santi del sesto stato siano superiori agli Apostoli, i quali, a motivo della indivisibile sequela di Cristo, devono essere eccettuati da ogni paragone con tutti gli altri; e tra di essi va annoverato Domenico nella riforma spirituale e nel disprezzo universale, pieno e perfetto delle cose terrene.

Ma sebbene ciascuno di questi due Santi abbia calpestato pienamente e perfettamente il mondo e abbia comandato ai propri figli di calpestarlo, tuttavia, poiché abbiamo ora incominciato a trattare di colui la cui forma di vita è ora presa particolarmente di mira da coloro che corrompono la vita evangelica, e dal principio fu più fortemente impugnata dai subdoli maestri che screditavano l'altissima povertà, perciò rivolgeremo la nostra attenzione unicamente a lui perché di lui si può affermare in maniera tutta speciale che fu segno di somiglianza della vita di Cristo sia per la sua condotta, sia per il fastigio della contemplazione, sia per il miracolo della ammirazione, sia finalmente per il privilegio della sua configurazione nelle piaghe della santissima passione di Gesù Cristo.

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