Albero della vita crocifissa di Gesù

Il Santo Frate Egidio

[2091] Ho udito anche da un gran numero di frati che avevano vissuto col santissimo padre frate Egidio in grande familiarità, il pensiero dei primi frati e dei primi padri, che avevano sentito predire dallo stesso santo padre delle cose che sembreranno incredibili fino a quando non si saranno realizzate.

Infatti, come ha narrato a me con molte lacrime, il santo uomo caro a Dio, Masseo, cavaliere di Perugia, che da poco è tornato al cielo, il santo uomo Egidio gridava con alte grida sulla distruzione della Regola che vedeva con i suoi occhi; al punto che molti, i quali non conoscono le vie dello spirito, lo ritenevano impazzito; e non avrebbero potuto sostenere tale dolore, se non fosse stato più volte certificato da Cristo Gesù sulla fine di questa rovina e sulla resurrezione della Regola santissima e di tutta la Chiesa.

Chi potrebbe narrare la santità di questo sant'uomo, il santo frate Egidio?

Egli fu il quarto dei frati minori, terzo figlio legittimo del Padre.

Questi dapprima s'adoprò con tanto vigore di opere nell'esercizio della vita attiva, che veramente, come Marta, sembrava preoccupato continuamente in molti esercizi di virtù e ministeri di vita attiva attraverso il lavoro delle mani, la cura dei lebbrosi ed in molte altre opere umili; ed in esse perseverò fino a quando fu rapito nella contemplazione per influsso dell'amore di Gesù, al punto che sembrava cittadino del cielo più che della terra, pur vivendo nella carne.

Ho udito da molti, che ne furono testimoni, che appena si nominava la gloria del paradiso, subito era rapito in estasi per la dolcezza della gloria celeste.

[2092] Questi, quando vedeva qualcuno intento all'insegnamento o aspirante agli studi, scherzosamente faceva con i pugni delle due mani una specie di tuba, perché, diceva esplicitamente, lo studio e la scienza di costoro gli sembravano ordinati a crearsi una vana tuba di pompa e fama mondana.

Questi, osservando quanta vanagloria molti figli pieni di ambizione ricavavano dai miracoli del santo padre, disse che aveva impetrato dal Signore una grazia: che a motivo dei suoi miracoli non venisse eretta nessuna vana fabbrica, perché non trovasse motivo di gloria la vita vuota e vana di coloro che si gloriano d'aver avuto dei padri santissimi, dei quali però non vogliono imitare l'esempio.

Infatti a motivo dei segni di evidente santità di questo beatissimo santo padre Egidio, notissimi a tutto il mondo, molti frati si aspettavano di vedere miracoli simili, o anche maggiori, di quelli che sentivano operati dal beato padre Francesco.

E poiché questa cosa non gli era rimasta nascosta per virtù dello Spirito, sento dire che egli rispose quello che ho riferito sopra.

E aggiunse che a motivo dei suoi benefici non costruissero il maleficio di una Chiesa eccessiva contro la Regola, cioè a motivo dei miracoli che ottenessero dal Signore; anzi, se fosse possibile, si evitasse con tutte le forze ogni costruzione per non portare rovina ai santi.

Tuttavia, per la indubitabile riverenza che aveva verso il santo padre beato Francesco, sosteneva che sul suo corpo si dovesse erigere una chiesa di rilievo, che servisse a insinuare nel popolo, impastato nei sensi, l'idea della eminente santità di lui.

Ma tutti gli altri edifici li aveva in grandissimo orrore.

Non è però possibile dire brevemente intorno alle virtù, alla contemplazione e alla quasi continua estasi nella quale perseverò e si esercitò fino al termine della sua vita questo santo padre Egidio, perché la sua vita santa richiederebbe un grande volume a parte.

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